Capitolo 8
• Parole chiave: termosifone, sabbia, calzini.
Suggerite da: Althaia_stories
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Gran parte della mattinata Ophelia la impiegò sbrigando alcune faccende domestiche e quando guardò l'ora si accorse che era praticamente mezzogiorno e pensò di prepararsi qualcosa di semplice da mangiare, non aveva molta voglia di stare ai fornelli, così si fece un panino e salì in camera sua, per finire di mettere tutto a posto.
La stanza di Ophelia sembrava un negozio di abbigliamento: sulla poltroncina c'era una pila di magliette a maniche lunghe, prese mentalmente nota di darne via almeno la metà perché ne aveva troppe, sulla cassapanca si trovava l'intimo, sul pouf aveva messo i pantaloni, sulla sedia in stile barocco si trovavano le felpe con cerniera, sulla scrivania si potevano vedere guanti, sciarpe e cappellini, aveva persino disposto accuratamente i maglioni su tutto il letto, come se fossero davvero in vendita, anche se alcuni collant e un paio di calzini color sabbia erano finiti sopra un vecchio termosifone, ormai in disuso già da quando lei era bambina; ad un certo punto, mentre stava separando i maglioni dai golfini che solitamente indossava a casa, Ophelia sentì uno scricchiolio e si fermò quasi di colpo, deglutì e restò in ascolto, poi uno dei suoi foulard scivolò dal letto, ogni muscolo del suo corpo si tese e si immobilizzò.
"Santo cielo", pensò angosciata, deglutì e provò a mantenere la calma "Respira, Ophelia, andare nel panico è controproducente"
«Sei il fantasma di ieri?» chiese con un certo timore, non era sicura di volerlo sapere, ma fare finta di niente non avrebbe portato da nessuna parte.
"Che sciocca, forse il foulard era in una posizione tale che è bastato un piccolo movimento per farlo scivolare", lo sguardo si posò sul punto in cui fino a pochi istanti fa c'era il foulard, ma era improbabile che fosse caduto a terra da solo, era quasi in mezzo al letto; con molta lentezza si chinò per prenderlo e sentì una brezza fredda.
Nel momento in cui Ophelia sollevò il capo, si trovò faccia a faccia con qualcuno e non ebbe il coraggio di muovere un solo muscolo, stringeva il foulard come se fosse la sua unica àncora di salvezza. Lei era rigida come una statua e l'ospite la guardava con esitazione.
«Voi potete vedermi?» domandò l'entità con sorpresa e incredulità.
A Ophelia quella voce parve lontana, anche se riempì ampiamente il silenzio circostante.
«Vi prego, ho bisogno che mi aiutiate»
A Ophelia quasi si mozzò il fiato, faticò a deglutire, sentì come se avesse ingoiato frammenti di vetro.
«Siete confusa, lo so perché anch'io mi sento così» disse l'entità «Ma posso rivolgermi solo a Voi»
Se lei avesse potuto scomparire lo avrebbe fatto.
«Chiedo il Vostro aiuto perché non so cosa devo fare»
Ophelia era come paralizzata, non per la paura di ciò che stava succedendo ma perché poteva vedere qualcuno che, prima di quel momento, era stato invisibile; distolse lo sguardo, se continuava a guardarlo significava non poter più fingere di trovarsi sola in casa.
Poco a poco Ophelia sentiva che il corpo le doleva, eppure non era intenzionata ad accennare un solo movimento, si limitò, invece, a chiudere gli occhi con la sciocca speranza che fosse tutto un gioco distorto della suggestione, lei non poteva nemmeno vederli i fantasmi, perché mai sarebbe successo tutto ora?
«Siete molto pallida, se svenite Vi consiglio di stare lontana da tavoli, o spigoli vari, dato che io non posso sorreggerVi»
Lei pregò perché tutto svanisse.
"Non voglio ascoltare niente. Non ho sentito niente".
Ophelia riaprì piano gli occhi e guardò davanti a sé: la figura d'altri tempi era ancora lì.
"Maledizione!" esclamò mentalmente.
«Perché posso vederti?» chiese lei con una certa ansietà.
Lo Spirito la guardò e restò in silenzio.
«Non importa» disse Ophelia «Per riposare in pace devi passare oltre, giusto? Ok, allora, solitamente zia Nadia chiede se si vede una luce» Ophelia pareva presa da un momento di delirio, si stava agitando, parlava troppo rapidamente, e dire che fino a qualche istante fa pareva una statua «La vedi?» respirava a fatica, sarebbe potuta davvero svenire
«No»
«Dannazione!» disse col fiato corto «Non respiro» si lasciò cadere a terra, portando una mano al collo, come se cercasse di liberarsi da chissà quale forza invisibile che la attanagliava.
La Presenza cercò di farle aria, ma servì a ben poco, se non addirittura a niente.
Ophelia strinse la mano all'altezza del cuore e strizzò gli occhi un paio di volte, ebbe l'impressione che il cuore le sarebbe scoppiato, iniziò a tremare, una sensazione di nausea si fece sempre più pressante. Alzò lo sguardo verso il soffitto e iniziò a respirare con la bocca aperta, come se ogni boccata d'aria fosse un po' di vita assorbita.
La Presenza la prese per le braccia, fu un tocco fugace, e tutto svanì, come risucchiato da un vortice invisibile, Ophelia focalizzò lo spirito, l'orribile sensazione di poco fa parve solo frutto della sua immaginazione, cos'era appena accaduto fu la prima cosa a cui lei pensò.
«State bene?» chiese la Presenza, Ophelia avrebbe tanto voluto dirgli di no, ma il solo pensiero di poter parlare con un non-vivo le metteva la pelle d'oca.
Il cellulare squillò e per poco lei non svenne: era Nadia.
«Pronto, zia» e, come un fiume in piena, Ophelia non perse tempo nel raccontare a Nadia cos'era appena successo.
«È il Tuo fantasma, tesoro» rispose la prozia come se fosse la cosa più ovvia
«Lo so, ma non era previsto che lo vedessi»
«Be', è cio che ti serve, no? Prima ti lamentavi del fatto che non ti sarebbe stato possibile aiutarlo, perché non lo vedevi. Così parte della questione è risolta»
Ophelia restò in silenzio per diversi secondi
«Ricordati di fagli domande specifiche, altrimenti lo confonderai, te l'ho detto che non ricorda molto del suo passato» precisò Nadia
«Cosa vuol dire fare domande specifiche? Zia, ho già i miei problemi, non posso risolvere anche quelli di un fantasma!» Ophelia si stava innervosendo
«Magari lui è la tua spinta per andare avanti. Il tuo ex ormai è un ex, non c'è motivo perché tu debba perderci altro tempo. Gli hai dato troppo e lui non ha mai saputo apprezzarlo, adesso preoccupati solo di te stessa. Metabolizza e chiudi questa porta»
Ophelia restò nuovamente in silenzio, il tono di Nadia era stato severo, eppure aveva perfettamente ragione, non c'era più motivo di rimuginare ancora
«Tesoro, ti prego, ascolta i consigli di chi ci è già passata»
«Lo so zia, ma ci sono dei momenti in cui mi sembra di non farcela. È stupido, una parte di me lo sa, però ho anche dei bei ricordi con lui» la voce spezzata
«Ovviamente li hai, altrimenti sarebbe stata una relazione malsana, ma è arrivato il momento di lasciare andare questa fase della tua vita. Ce la puoi fare» la incoraggiò Nadia
Ophelia non sapeva come replicare
«Per qualsiasi cosa sono qui, sarò lì con te anche a distanza, soprattutto quando il cuore farà male»
Ophelia trattenne la voglia di piangere
«Ci hai creduto e hai provato a salvare quello che potevi, questo ti rende una persona meravigliosa, però dobbiamo anche comprendere quando è il tempo di dire basta e continuare per la nostra strada»
«Lo so» replicò Ophelia con amara consapevolezza «So che lui non vale quanto credevo, però mi sento ugualmente delusa. E tradita in tutti i sensi» soffocò il pianto che voleva uscire prepotentemente
«So che è dura» affermò la prozia e Ophelia era consapevole di quanto Nadia la capisse.
«Ricorda che le cose succedono per una ragione. Ora fai un bel respiro profondo, se vuoi piangere fallo, resterò qui con te tutto il tempo che ti servirà, poi però non lasciarti sopraffare dal dolore. Pensa che il tuo Spirito ha bisogno di te»
Ophelia deglutì
«Ho paura zia, se non riuscissi ad aiutarlo?» chiese sotto voce
«Sciocchezze, ce l'hai nel sangue questo dono»
«Grazie zia» bisbigliò Ophelia dopo un respiro profondo
«Ribadisco: sarò sempre qui per qualsiasi cosa»
Si salutarono e la chiamata terminò, Ophelia cercò di elaborare tutte le informazioni possibili, dopodiché realizzò di non essere sola, solo che lo spirito non c'era più.
«Ci sei ancora?» chiese lei con un po' di timore, avrebbe tanto voluto che la Presenza non rispondesse, per un secondo si sentì anche scema per aver parlato a vuoto.
Si sentiva solo il ticchettio dell'orologio in corridoio e, non avendo risposta, Ophelia si lasciò cadere sul letto, scombinando il prefetto ordine tra maglioni e maglioncini.
«Oddio!» esclamò lei non appena vide la Presenza dall'altra parte del letto, che la osservava; Ophelia si tirò su, prese due bei respiri profondi e provò a ricominciare daccapo, voleva districare quell'insolita situazione e per farlo le occorreva fraternizzare con quell'entità, solo così se ne sarebbe liberata e avrebbe potuto pensare a se stessa.
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NdA
Ciao caro/a lettore/lettrice ☺️
Anche quest'oggi ti ringrazio per essere qui a dedicare un po' del tuo tempo a questa storia 🙏🏻🦄
Come puoi vedere qui c'è il primo incontro tra Ophelia e il suo ospite inaspettato 👅 diciamo che da qui in poi la storia inizia "veramente" 🤭😎
Se lo vorrai, ci rivediamo tra una settimana 🥰🌸
As 💫
P.S. come avrai visto, non aggiorno più i giovedì (ho molte cose da fare e non ce la faccio proprio), ho slittato al giorno dopo: venerdì
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