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La musica alta, la pista da ballo piena, la serata aveva appena cominciato a scaldarsi, ma Bradley non era affatto dell'umore per festeggiare. Avrebbe dovuto studiare in quel momento, invece eccolo lì, a tentare invano di ripetere mentalmente i propri appunti sotto quelle fastidiose luci stroboscopiche. Max tornò al tavolo e gli allungò un drink colorato. Quello stupido se ne stava tranquillo, ondeggiando la testa a tempo di musica, rilassato, senza un problema al mondo.
- Ricordami come mai mi hai trascinato qui - furono più vicini di secondo in secondo.
Prendendo il primo sorso, Max si mise comodo, prese un bel respiro e gli sorrise.
- P.J. ha invitato la sua ragazza e avevano bisogno di privacy, se capisci cosa intendo... -
Bradley arrossì e distolse lo sguardo - N-Non è un mio problema quello che P.J. fa con la sua ragazza... Io... Dovevo studiare... - Osservò il drink.
- Rilassati, è solo per questa sera... - prese un secondo sorso e avvicinò la propria mano alla sua in modo che i loro mignoli si sfiorassero leggermente - Sei davvero ammirevole, Bradley -
Abbassò lo sguardo giocando con la cannuccia.
- No, non lo sono affatto... -
Era solo una nullità. Aveva perso tutto, la fama, il titolo, la propria credibilità. Se non si fosse impegnato di più, anche il proprio nome e la libertà sarebbero svaniti. Max questo però non lo sapeva ed era meglio così.
- Ti stai impegnando con tutto te stesso, niente trucchi, niente inganni... - gli sollevò il mento in modo che i loro sguardi si incrociassero - Ti ho sempre ammirato, Bradley. Tu... Tu eri il re, il campione indiscusso dei giochi universitari. Eri l'uomo da battere per me, ancora prima di conoscerti e di fare quella stupida scommessa... -
Gli spezzò il cuore.
- Mi dispiace di essere stato... - sospirò - ... una frode... -
- Ti ho visto sullo skate... non lo sei, affatto. Potevamo giocarcela alla pari quel giorno. Ora che ti ho conosciuto, mi pare strano che tu abbia barato solo per paura di non mantenere il tuo titolo - avvicinandoglisi, Max lo bloccò nell'angolo del divanetto - Di cosa hai davvero paura, Bradley? Perché baravi? -
Teso, Bradley distolse lo sguardo. Era così doloroso sentirsi dire quelle cose. No, non poteva rivelare a nessuno il proprio segreto, soprattutto a Max. Quella era la sua battaglia e l'avrebbe affrontata a testa alta. Sostenne lo sguardo dell'amico e gli sorrise.
- E tu? Perché hai scommesso contro Tank? Perché mi ammiri? -
- No, l'ho fatto perché... - si zittì improvvisamente.
Anche dopo diversi secondi, Max non finì la frase. Alla fine, si limitò a trascinarlo con sé sulla pista da ballo. Bradley stava per interrogarlo di nuovo, preda della curiosità, ma poi l'altro strinse la sua mano nella propria e non vi fu più spazio per le parole. Bradley si lasciò guidare da Max. Insieme, catturati dal ritmo della canzone. Fu davvero divertente, la serata più serena e leggera che avesse mai trascorso. Grazie a quel momento, la sua vita passata, non fu più un enorme rimpianto nella sua mente, ma solo un errore da riparare.
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