Capitolo 3
La mattina dopo, finalmente ritornammo a casa, dopo essere stati da mia nonna e da alcuni parenti. Appena arrivata mi buttai sul divano esausta, ma non così esausta da non parlare finalmente ai nei genitori, del problema di cui volevo parlagli, che ormai mi tormentava da settimane. Mi ricomposi nel divano "Papà, mamma vi devo dire una cosa" dissi seriamente "No, non mi dire che sei lesbica. Vabbè sempre meglio di essere incinta o cos'è così, la sì che mi incazzerei" disse mio padre ridendo. A quell'affermazione, rimasi paralizzata "Ma che dici, no, non sono lesbica, non volevo dirvi questo e poi come diavolo ti viene in mente" dissi arrabbiata "Beh non hai mai portato un ragazzo a casa, così mi fai credere che forse il problema è che non ti piacciano i ragazzi" disse ridendo "Erik!smettila" disse mia madre dandogli un colpo sul braccio "Ma cosa cavolo centra. Se non porto un ragazzo a casa è perché non ho trovato il ragazzo giusto per me" dissi fulminandolo con lo sguardo "Ok, ok scherzavo, non mi uccidere" disse scherzosamente alzando le mani in aria "Comunque apparte gli scherzi, piccola, cosa devi dirci?" bene adesso crede che dopo quello che mi ha detto ho voglia di dirgli qualcosa? Per ora vorrei solo sprofondare "Niente di importante, l'ho già dimenticato" dissi salendo le scale "Ok quando te lo ricorderai noi siamo qui" disse mio padre, io non risposi e mi chiusi in camera mia.
Ok, da quella conversazione avevo capito una cosa, non potevo parlarne con i miei, non potevo dirgli di essere incinta. Presi una decisione, forse sbagliata, ma l'unica che mi era rimasta. Sarei andata lontano, lontano da tutto questo, sarei andata in un altra città.
Tornata in camera, tirai fuori il mio pc e mi sedetti nella scrivania. Lo accesi, andai su google e digitai "Voli da Miami" appena mi spuntarono i voli comincia a leggere uno per uno le città, cene erano davvero tante, ma solo alcune presi in considerazione: Las Vegas, Chicago, Dallas, New York e Los Angeles, appena lessi Los Angeles mi venne in mente una cosa. Federica, tra qualche giorno si sarebbe trasferita lì, ed io se mi trasferivo in quella città, sarei potuta stare insieme a lei. Poi scartai subito quell'idea. Pensandoci bene, se Michelle, la madre di Federica, avesse saputo che ero fuggita di casa, avrebbe chiamato subito i miei, anche se sono maggiorenne, questo sicuramente non glielo avrebbe impedito.
Così, dopo ore di indecisione, decisi finalmente dove mi sarei trasferita, sarei andata a New York. So che era lontano da Los Angeles, quindi avrei visto la mia migliore amica pochissime volte, ma New York, dopotutto, era sempre stata la mia città dei sogni, la città in cui avrei voluto sempre vivere e questa era un occasione da non farsi scappare.
Comprai il biglietto online e iniziai a preparare la valigia. Dopo aver finito la nascosi sotto il letto e uscii dalla mia stanza per andare in soggiorno. Dovevo dirgli tutto a Federica, so che ci sarebbe rimasta molto male, ma non avevo scelta. Aprii WhatsApp e le mandai un messaggio
Messaggio a:
A Federica: "Fede ti devo parlare, vediamoci nel parco vicino casa mia"
Da Federica: "Grazie sto bene anche io"
A Federica: "Fede non è momento di mettersi a scherzare, ti devo parlare seriamente "
Da Federica: "...Ok, tra 10 minuti sarò lì.
"Mamma, papà non aspettatemi a cena, io e Fede usciamo a mangiare qualcosa" dissi aprendo la porta di casa "Ok ma non fare tardi" disse mio padre, io non risposi neanche e uscii di casa. Cazzo, sapevo che l'avrebbe presa malissimo, ma dopo tutto, anche se restavo, comunque una di noi sarebbe andata via, se non ero io era lei, quindi non potevamo farci niente ugualmente.
Arrivata al parco, mi avvicinai ad una panchina e mi sedetti, aspettando Federica. Da lontano vidi la sua sagoma, lei era alta, capelli lunghi biondi e snella, una ragazza da far invidiare le altre. Dal suo sorriso, capì che oggi era felice, e pensare che tra qualche minuto quel sorriso sparirà per colpa mia, mi fece stare male "Oii...ci sei?" disse continuando a sventolare la sua mano vicino ai miei occhi "...cosa?" non mi ero accorta neanche che mi avesse parlato "È da 5 minuti che ti ciao e tu non mi rispondi" si sedette e mi guardo "Qualcosa non va?" cavolo mi conosceva troppo bene "...scusami ero solo pensierosa" dissi con un lieve sorriso "A cosa pensavi" disse curiosa, era arrivata l'ora, dovevo dirglielo "Fede ti devo dire una cosa" le presi una mano "Dimmi" disse lei con sguardo confuso "Cazzo quant'è difficile.... Fede io parto, me ne vado e forse non tornerò mai più" sgranò gli occhi "Cosa?....Come, perché? Dove vai? Non puoi, Con chi star..." la bloccai, visto che ormai era in lacrime "Calma, noi ci vedremo lo stesso, te lo prometto, insieme per sempre" la abbracciai "E poi non ho scelta" continuai "Perché non hai scelta, cos'è successo?" mi guardo negli occhi, per cercare una risposta "Ci ho provato... ho provato a dire a miei che ero incinta, ma sai cosa ha detto mio padre?" "No, cosa ha detto?" "Gli avevo detto che dovevo dirgli una cosa e lui a detto: "No, non mi dire sei lesbica. Vabbè sempre meglio di essere incinta o cose così " quasi mi uscì una lacrima "Davvero?" disse rimanendo a bocca aperta "Si, davvero, quindi non ho scelta" abbassai la testa "Perché...perché le cose devono essere così complicate. Io non voglio allontanarmi da te e non dirmi che staremo sempre insieme, non sono cretina, so che la distanza ci separerà sia fisicamente che mentalmente. Forse i primi mesi ancora saremo amiche ma poi tutto cambierà, la distanza porta a questo" disse urlando tra le lacrime "Non succederà, non accadrà mai, perché noi saremo più forti. Fede tu per me sei una sorella, mai mi dimenticherei di te, mai. Ti verrò a trovare, fosse l'ultima cosa che faccio" dissi in lacrime "Ti voglio bene" mi sorrise "Anche io" lei si che mi capiva, lei sapeva capirmi anche senza dover parlare, era la mia migliore amica e lo sarebbe stata per sempre. "Allora....dove vai?" disse facendo un finto sorriso "All'inizio ero indecisa ma poi ho deciso di andar..." mi bloccò iniziando ad urlare "Ho avuto un idea, e se venissi a Los Angeles? Sai che puoi stare a casa mia e poi ci vedremmo tutti i giorni" disse euforica, cavolo possibile che devo fargli svanire sempre ogni suo sorriso con le mie brutte notizie?Mi domandai mentalmente "e....Fede in realtà, all'inizio avevo pensato la stessa cosa, ma poi ho ragionato e ho capito che non si può" come immaginavo, le scomparve il sorriso "Come, perché non si può?" "Perché se starei a casa tua, sicuramente, quando tua madre scoprirà che sono scappata di casa, chiamerà subito i miei genitori" sono sicura che l'avrebbe fatto, chiunque l'avrebbe fatto "No, supplicherò mia madre di non dire niente, dai....per favore" mise il broncio "Dai, non mettere il broncio, non sei mica una bambina" dissi ridendo "Questo è un si?" chiese sbattendo le mani felice "No, non è un si, mi dispiace Fede ma non posso" "Uffa, Ok, all'ora in che città andrai?" mi chiese "New York. Sai che è la mia città preferita, quindi credo che New York è perfetta" dissi sorridendo "Sono felice per te, amica mia" mi abbracciò "Grazie, ti voglio bene" "Anche io.
Restammo a parlare per almeno 1 ora, poi quando vidi che erano le 20:00, mi alzai dalla panchina " Fede ti va di andare al Mc, ho bisogno di mangiare qualche schifezza" so che avrebbe detto di si perché lei adorava il Mc "Ovvio, sai che adoro il Mc" sorridemmo "Ok, allora sbrighiamoci, ho poco tempo" iniziai a camminare, ma poi notai che lei era rimasta ferma, lì, con sguardo confuso "Poco tempo per cosa?" chiese con sguardo confuso "Ah vero...non te lo detto" l'avevo proprio dimenticato "Dirmi cosa" "Fede....ioo....parto oggi, alle 23:00" sgranò gli occhi "Abbiamo solo 2 ore da passare insieme?" "Sfortunatamente si" "Ok allora sbighiamoci".
Dopo essere arrivate al Mc ed esserci rimpinzite di schifezze varie, arrivò il momento di tornare a casa. Tornai a casa verso le 21:30, ero davanti alla porta "Allora questo è un addio" disse con gli occhi lucidi "No, questo è un arrivederci" la abbracciai "Mi mancherai biondina" mi disse "Anche tu biondina" ci striggemmo talmente forte da non poter respirare "Così non respiro" si lamentò lei ridendo "Scusa, è che mi mancherai troppo" "Anche tu, ti voglio bene. Adesso sbrigati, sennò perderai il volo" aveva ragione "Ok" ci abbracciamo per l'ultima volta ed entrai in casa. Un silenzio tombale regnava dentro casa, forse i miei erano già andati a letto. Iniziai a salire le scale quando improvvisamente, mi ritrovai davanti mia madre "Cavolo, mi hai fatto prendere un colpo" mi misi una mano nel petto "Scusa, non volevo spaventarti, comunque, com'è andata, ti sei divertita?" mi disse con un sorriso "Si, ma papà dov'è?" "Tuo padre già dorme, sai era troppo stanco" non lo biasimai "Ok, allora buonanotte" le dissi "Buonanotte" stavamo per rientrare ognuna nelle proprie stanze, ma prima che lei potesse entrare in camera da letto la chiamai "Mamma" lei si girò "S.." improvvisamente mi buttai tra le sue braccia "A cosa devo questo abbraccio? Non mi abbracci più così da quando avevi 12 anni" questo è vero, e tutt'ora me ne pento "Ti voglio bene" le sussurai "Anche io piccola" ci staccammo e ognuno torno nelle proprie stanze. Subito dopo una lacrima solcò il mio volto, poi un'altra e un'altra, fino a bagnare ogni parte del mio viso di lacrime.
Mi sedetti nella sedia e mi appoggiai alla scrivania, aprì un cassettino e tirai fuori un figlio. In quel cassetto tenevo sempre dei fogli e qualche penna, così quando mi sentivo giù, ero pronta a sfogarmi scrivendo, per alleggerire l'ammasso di cose che mi portavo dentro. Inizia a scrivere una lettera
La lettera
Cari genitori, vi starete chiedendo del perché non sia a dormire nel mio letto, in camera mia, come ogni giorno, vi starete chiedendo del perché di questa lettera. Adesso vi spiegherò il perché, almeno ci proverò. Non c'è lo fatta, non sono riuscita a guardarvi negli occhi e dirvelo, non sono riuscita a farlo e sono scappata, come una codarda, ma so che è l'unica cosa che posso fare, scappare, perché ho troppa paura di vedere i vostri volti delusi, delusi della figlia che avete, delusi dal fatto che sia così immatura, nonostante la mia età, delusi dalla persona che sono diventata. Non so se tornerò mai, non so se mai ci riuscirò, ma una cosa è certa, non avrò più il coraggio di guardarvi negli occhi e leggere nei vostri volti la delusione, perché so che in questo momento, leggendo questa lettera, siate delusi da me, è lo comprendo. Mamma, papà, c'è una cosa che non vi ho saputo dire fino ad adesso, ma non posso non dirvela, quindi lo farò. Mamma, papà, io sono incinta, papà già leggo la tua delusione, ne sono sicura, sono sicura che per ora siate delusi. Vi starete chiedendo "Come possibile?" beh ve lo spiego subito. Vi ricordate la festa di quasi un mese fa? Tutto è iniziato per colpa di quella festa, dove mi sono ubicata talmente tanti da non ricordare niente, da non ricordarmi di aver fatto una cosa del genere. Non so chi sia il padre, e so che non sono pronta per un figlio, ma io lo voglio tenere, anche a costo di sacrificare tutto, io lo farò nascere. Immagino la vostra delusione nel leggere questa lettera, ma ormai le cose che sono state fatte non posso cambiarle, quindi, posso solo dirvi, mi dispiace. Vi prego di salutarmi la nonna e dirgli che la voglio bene, beh questo credo che sia un addio, vi voglio bene.
Vi voglio bene, addio
Da Francesca.
Spazio autrice:Ciao ragazzi, scusate la lunga assenza, ma per farmi perdonare, ecco a voi il 3 capitolo, molto più lungo degli altri. Cosa succederà nel prossimo capitolo? Cosa succederà a New York? Incontrerà qualcuno, secondo voi? Scrivetelo nei commenti. Buon lettura, spero vi piaccia e vi prometto che aggiornerò prestissimo. ❤
Baci alla prossima. 😘
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro