Capitolo 2
La porta della sua stanza era chiusa a chiave dopo quel lungo pomeriggio passato all'ombra degli alberi in giardino, vi si era rintanato dentro quando non era più riuscito a trattenere quel groppo in gola salito dopo la vista di Katsuki che come se la loro storia non fosse mai esistita, passeggiava a braccetto con quella ragazza che continuava a lanciargli quei sorrisi che servivano solo a rimarcare chi aveva vinto nella lotta per il cuore del biondo.
Le lacrime le sentiva agli angoli degli occhi, pizzicavano quasi come se fossero pronte per sgorgare finalmente fuori e finalmente dargli quel sollievo che agognava da troppo, ma non ne volevano sapere, bloccate lì come il suo cuore che non riusciva più a capire se battesse o meno nel suo petto.
«Le ho usate tutte?» si chiese gettandosi sul letto a fissare il soffitto, «Ho pianto così tanto per lui che ho terminato tutte le mie lacrime?»
Se lo avesse saputo forse non le avrebbe sprecate in quel modo, le avrebbe conservate per quel momento, quando un bel pianto ristoratore lo avrebbe portato a mettere pace nel suo animo ferito da troppo tempo.
Doveva fare qualcosa, si disse cercando con la mano il cellulare ancora in tasca, doveva pensare a una soluzione per sbloccare il suo cuore e magari una canzone deprimente che parla di un amore tormentato o di una storia finita male, forse quello avrebbe lenito quel dolore sordo che si portava dentro.
E fece partire la prima traccia, poi subito dopo un'altra che gli fece venire l'urticaria per il fastidio.
Nessuna canzone sembrava andare bene per quel suo stato d'animo, forse non era la melanconia che cercava e quando un brano di un gruppo heavy metal gli partì a tutto volume un brano che parlava di rabbia e sconfitta, solo allora si rese conto che in fondo l'amore non ti lascia solo la sofferenza, ma anche una furia che non è solo indirizzata verso di lui, ma anche verso di te perché non sei in grado di andare avanti, perché pensi ancora a lui quando una bellissima persona è al tuo fianco e ti sorride, perché preferiresti ancora essere umiliato da LUI piuttosto che essere trattato come meriti.
E Izuku si odia un poco perché ha capito perché non riesce ad innamorarsi di nuovo.
Se le figura bene le catene che si porta dietro da tutta a vita, lo avvolgono stretto e su ogni anello c'è il nome di Katsuki che gli ricorda a chi è sempre appartenuto.
La rabbia poco poco scema e si trasforma in rimpianto quando anche la canzone cambia.
«Izuku, la cena sarà pronta fra poco.» lo scuote una voce da fuori la porta, la riconosce e gli fa male sentirla perché è piena di buoni sentimenti che non riescono a raggiungerlo.
Si sente in colpa per un istante quando un desiderio gli sfiora la mente, ma lo accantona perché sa che deve fare quel passo se vuole guarire da quella malattia che lo ha contagiato il giorno in cui ha accettato i suoi sentimenti per il suo amico d'infanzia.
Con una convinzione che da mesi non aveva più sperimentato, aprì la porta per trovarsi il volto scuro di Eijirou che lo guardava in attesa, perché forse tutti e due ne sono consapevoli di quello che in effetti stanno per affrontare.
«Eijirou, dobbiamo parlare.» disse il verdino facendo spazio per far entrare in camera l'altro.
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