8 ( Will )
Mi svegliai come tutte le mattine vicino a il piccolo Nico, dopo essermi alzato e averlo salutato con un bacio sulla fronte, uscì ed andai a fare colazione.
Quando arrivai alla tavolata dei figli di Apollo mi sedetti accanto a Austin.
< Dovresti tornare ogni tanto in cabina o la gente avrà dei sospetti sul figlio di Ade.>
<Austin un'idea ormai se la saranno fatta, visto che tu hai detto a tutto il campo che mi piace Di Angelo e non chiamarlo figlio di Ade, anche lui a un nome, sai?> risposi un po' troppo nervosamente, ma mi dava fastidio che tutti lo giudicassero male solo perché il suo padre divino era il signore degli inferi.
< Sei parecchio isterico questa mattina, è a causa della fine della permanenza di Nico in infermeria?>
Caspita aveva ragione, ieri era l'ultimo giorno ed oggi sarebbe finalmente tornare libero nella sua casa.
All'improvviso tutta la fame che avevo era svanita nel nulla e il mio piatto mi sembrava troppo pieno, così lo passai ad Austin.
< Sai Austin, mi è passata la fame, tieni.> gli dissi e poi mi alzai diretto nella stanza di Nico, sentì solo la sedia del biondo scivolare indietro e poi correre nella mia direzione.
< Sei arrabbiato, era la verita, no? te la sei presa?> mi domandò preoccupato.
< No Austin, non sono arrabbiato con te, solo speravo di avere ancora un po' di tempo.> gli risposi rassicurandolo.
< È una cosa seria?> mi chiese curioso.
< Per me sì, per lui? Non lo so.>
< Solo una domanda, per caso, tu dormivi con lui quando non trovavamo il tuo letto disfatto?> disse con malizia e ammiccò diverse volte.
"Doveva sempre trasformare tutto in cose pervertite." pensai divertito.
Da come ero impegnato a chiacchierare amichevolmente con Austin non mi ero nemmeno reso conto di essere arrivato alla sua porta.
Rimasi lì, fermo per un po', poi dopo aver fatto un respiro profondo, presi coraggio e bussai.
< Avanti.> lo sentì sbuffare divertito.
Misi su il mio miglior sorriso finto ed entrai.
< Ciao Nico. Ti ho svegliato?> chiesi dolcemente.
Era più bello di quanto me lo ricordassi.
Il sole illumiva il suo viso e la rendeva una visione spettacolare.
I suoi riccioli neri gli ricadevano in modo stupendo, contornando la sua pelle pallida, aveva ancora un accenno di occhiaie intorno agli occhi, ma erano meno accennate rispetto a sette giorni fa.
I suoi occhi risplendevano di una luce propria, ed erano di un colore scuro, assomigliava al marrone, ma era più vicino al miele.
Si era addolcito anche se solo con me, quando dei semidei provavano a parlargli lui continuava ad incenerirli con lo sguardo.
Già, era parecchio inquietante e se lo vedevi all'opera, credo, anche se lui non l'ammetterà mai, che si divertisse a terrorizzarli, infatti quando se ne andavano a gambe levate, sorrideva fiero di sé.
< Sì.> disse senza un grande entusiasmo, più come se fosse una costrizione.
Se me l'avesse chiesto lo avrei tenuto volentieri, ormai era diventato una costante nella mia giornata.
< Sei pronto? Oggi è il grande giorno!> gli dissi per dargli un po' di entusiasmo, ma come avrei potuto farlo ridere se io per primo ero triste da questa separazione.
< Will solo perché io sono fuori di qua non vuol dire che non ci parleremo più, sai?>
Mi sorprendeva sempre come lui riuscisse a percepire il mio stato d'animo in pochi secondi, solo guardandomi e senza chiedermi niente.
Eppure non ci conoscevamo da molto, ma era come se avessimo sempre vissuto a contatto solo noi due, come se ci fossimo incontrati una vita fa.
Lo osservai un altro po', per poi notare le sue orecchie muoversi felici, stava pensando a cose felici propabilmente.
Incosciamente pensai di essere io a renderlo contento e vorrei che Nico fosse sempre così.
< Siediti che ti sistemo, se no come farai ad andare a giro per il campo con le orecchie da gatto in bella mostra.>
Da quando mi aveva fatto presente che non c'era uno specchio, mi ero gentilmente offerto di pettinarlo io.
Mi piaceva passare le dita attraverso i suoi capelli erano morbidi e buccolosi.
A volte mi divertivo anche a fargli delle treccine, che subito dopo disfacevo, anche se era capitato più di una volta che gliele lasciassi di nascosto.
Dopo averlo pettinato, gli accarezzai le orecchie e poi prendendo delle mollette le incastrai per bene tra i capelli.
Infine mi allontanai dalla mia opera, mettendomi davanti a lui e ponendo una domanda che mi frullava in testa da parecchio.
< Adesso cosa farai?>
Mi guardò pensando a cosa rispondere, forse non lo sapeva neanche lui e quell'idea mi tirò su di morale.
< Penso che andrò in cabina e poi forse mi allenerò con Percy e Jason con la spada.>
Perché Nico si scorda di fare colazione? È importante, poi lui è già scheletrico, se continuerà a non mangiare inizierà ad assomigliare ad uno dei suoi soldati dell'oltre tomba.
< Ricordati di fare colazione che altrimenti ti vengo di nuovo a prendere in cabina.> gli ricordai sorridendo.
< Non sarebbe male, sai?> disse ridendo e la sua risata era rara quanto bella.
< Fare colazione?>
Chiesi perplesso, finalmente decideva di darmi retta per una buona volta.
< No, tu che mi accompagni alla mensa tutte le mattine.>
Okay Will, non sorridere come un ebete, il ragazzo che ti piace ti ha solo chiesto un appuntamento implicitamente.
Non sorridere.
"Missione fallita", pensai sorridendo.
< Se vuoi lo potremmo fare.>
< Certo!> rispose entusiasta.
< Va bene allora ogni mattina, bussero e tu verrai con me, ora devi proprio andare.> gli ricordai, dovevo raccontare tutto ad Austin, ero troppo emozionato.
Uscì dalla sua stanza e appena incontrai il mio fratello preferito, gli raccontai tutto, poi passai tutta la giornata a curare gente che si faceva male di continuo.
Una volta finito il mio turno era sera ed andai a cenare con gli altri e parlammo tutti dei peggio casi di oggi, giusto per farci due risate.
Finito di mangiare me ne andai, ma quando qualcuno mi saltò da dietro presi ad urlare.
Alla fine mi resi conto che la sconosciuto non era altro che Nico.
< Di la verità principe delle tenebre ami tanto spaventare le persone.> gli domandai ridendo.
< No, ma amo te.>
"EEEEEEEEEEEEEH?"
Ero rimasto sorpreso, piacevolmente, certo ma sconcertato da quella dichiarazione.
< Chiariamo, non ho detto quello che hai sentito. Anzi non ho proprio detto nulla. Non ti amo okay, cioè mi piaci, ma come amico, capito?>
Nico stava sproloquiando nervoso, forse aveva paura che io non ricambiassi?
Se era così, si sbagliava.
< Nico, stai tranquillo, mi piaci anche tu.>
< Quindi che mi ami?> mi chiese per conferma.
Come faceva a essere così tonto e tenero, sembrava un cucciolo in cerca d'amore ed io glielo avrei dato.
Non resistetti più e lo baciai, prima a stampo per poi trasformarlo in qualcosa di unico.
< Wow.> dichiarai senza fiato.
Ci continuammo a biaciare per tutto il tragitto, innamorati, ed infine ci dividemmo ognuno verso la propria casa, con un casino di pensieri in testa, ma felici di avere qualcuno che ci amasse.
Neko-ginny
Avete qualche suggerimento per la storia?
Vi sta piacendo?
Ps: la storia avrà all'incirca 15 capitoli più l'epilogo.
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