Dopo quel giorno io e Will passammo una splendida settimana e devo dire che quasi mi dispiaceva lasciare l'infermiera.
Mi sarebbe piaciuto averlo con me ogni mattina quando mi svegliavo o la sera quando parlavamo per ore intere su quello che c'era successo.

Will mi raccontava sempre tutti i casi strani che gli capitavano, tipo il figlio di Afrodite dell'altro giorno, gli si era incastrata una matita per gli occhi nel naso a causa dello spavento dovuto ad una delle tante esplosioni di un figlio di Efesto.

Tutte le volte che mi immaginavo la scena scoppiavo a ridere non ci potevo fare nulla.
Mi piaceva davvero passare tanto tempo con il ricciolino biondo e non volevo lasciarlo, ma sapevo anche che il mio tempo in quel luogo era concluso, sarei tornato alla mia casa, fredda e solitaria.

Bussarono alla porta e il rumore mi distolse dai miei pensieri, ma sapevo già chi era, era il biondo che da un po' di tempo aveva preso il controllo della mia mente.
< Avanti.>
Vidi una chioma ricciolina entrare dalla porta.

< Ciao Nico. Ti ho svegliato?> chiese gentilmente.
Una cosa che avevo capito in questa settimana era che dolcezza era il sinonimo di Will Solace.
< Sì.>
< Sei pronto? Oggi è il grande giorno!> disse sorridendo ma questa volta non era uno di quelli veri, che mi avevano fatto innamorare di lui.

Innamorare?
Amore?
Forse per quello era troppo presto, ma si può dire che io avessi una grossa cotta per il figlio di Apollo.
< Will solo perché io sono fuori di qua non vuol dire che non ci parleremo più, sai?> gli chiesi, avevo capito che era quello che lo turbava.

< Siediti che ti sistemo, se no come farai ad andare a giro per il campo con le orecchie da gatto in bella mostra.>
Già, li avevo raccontato che in questo posto non esisteva lo specchio e lui da quel giorno tutte le mattine mi sistemava per non far vedere ai miei amici il mio piccolo segreto.

I ragazzi venivano sempre a trovarmi quasi tutti i giorni e mi parlavano di tutto quello che accadeva la fuori, ma nessuno di loro mi facevano sorridere come Will.
Mi venne vicino al letto e dopo avermi accarezzato e pettinato, (non sapete quanti nodi mi vengano dopo una sola notte di sonno) mi nascose le orecchie tra i capelli, anche se ci volle più di una mezz'oretta buona per quest'ultima azione.

< Adesso cosa farai?> mi domandò triste.
< Penso che andrò in cabina e poi forse mi allenerò con Percy e Jason con la spada.> risposi sincero.
< Ricordati di fare colazione che altrimenti ti vengo di nuovo a prendere in cabina.> disse con un mezzo sorriso.

< Non sarebbe male, sai?> dissi ridendo.
< Fare colazione?>
< No, tu che mi accompagni alla mensa tutte le mattine.>
Rimase in silenzio per pochi minuti a riflettere.
< Se vuoi lo potremmo fare.>
< Certo!> risposi con troppo entusiasmo.

< Va bene allora ogni mattina, bussero e tu verrai con me, ora devi proprio andare.>
Detto ciò Will se ne andò, lasciandomi solo in quella stanza non più mia.
Mi vestì e uscì incontrando Jackson.
< Ciao!>
< Ciao Percy, ci alleniamo insieme?>

< Certo, stavo per raggiungere Jason, sai allena le nuove reclute.> disse ridendo.
< Jason che fa l'insegnante è proprio uno spettacolo da non perdere.>
Ed era vero Jason era un amico eccezionale ma in quanto a pazienza non era una cima, anzi non era proprio portato, anche se devo ammettere che adorava i bambini e credo che ne avrebbe voluti anche lui.

Ci avviammo fino a dove ci allenavamo e poi ci sedemmo a chiacchierare, guardandolo allenare i marmocchi.
< Sai volevo chiedere ad Annabeth di sposarmi.>
Ma che cazz?!
< E me lo dici così!> gli urlo contro.
< Perché, come te lo dovevo dire?>

"Ma questo è scemo." penso sbattendomi una mano in faccia.
Tutto il resto del giorno lo passammo a parlare di come doveva fare la proposta di matrimonio alla bionda, quale luogo era il più romantico ed in che parte della giornata.

Purtroppo l'idee di testa d'alghe non erano nemmeno con un minimo di romanticismo e quando poi si aggiunse a noi Jason potei finalmente dichiarare che di due non se n'è faceva uno.
C'era proprio qualcosa che non andava in loro a parere mio, e se queste erano l'idee per la proposta di matrimonio non volevo sapere dove avevano portato le loro ragazze ad il primo appuntamento.

Ma come ho fatto a prendermi una cotta per questo scemo.
Alla fine io, il figlio di Zeus ed il figlio di Poseidone ci dividemmo solo per pranzare e cenare.
Durante la cena non feci altro che osservare Will e di come anche mentre mangiava sembrava un essere angelico.

Appena l'osservai alzarsi dal tavolo lo seguì e dopo aver svoltato un angolo, gli saltai addosso spaventandolo e facendolo gridare.
< Di la verità principe delle tenebre ami tanto spaventare le persone.> chiese ridendo.
< No, ma amo te.>
"ASPETTA COSA AVEVO DETTO?!"

< Chiariamo, non ho detto quello che hai sentito. Anzi non ho proprio detto nulla. Non ti amo okay, cioè mi piaci, ma come amico, capito?> dissi gesticolando come un pazzo.
Adesso perderò anche l'unica persona che mi piace e probabilmente non mi rivolgerà neanche più la parola.

< Nico, stai tranquillo, mi piaci anche tu.>
Ecco lo sapevo che ora mi avrebbe odiato e andrà anche a dirlo a tutto il campo ci scommetto.
Aspetta un secondo.
A detto che gli piaccio anch'io.
< Quindi che mi ami?> chiesi per conferma.

E lui mi rispose con un bacio, uno stupendo e lungo bacio, era cominciato come un qualcosa di casto per poi in modo appassionato, con le nostre lingue che giocavano ad intrecciarsi.
< Wow.> disse appena ci staccammo.
Non potei che essere d'accordo, era stato davvero qualcosa di meraviglioso.

Continuammo a baciarci fino a che non arrivammo alla porta della mia casa.
Lo salutai abbracciandolo, una volta entrato però non riuscì a fare due passi che notai qualcuno seduto sopra il mio letto disfatto da una settimana ormai.
Era mio padre.
Era Ade in persona.

Neko-ginny
Dan Dan Dan e così fa la sua comparsa Ade.

Ps: Vi piace l'andamento della storia o è troppo affrettato?

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