6 ( Will )
La mattina dopo fui svegliato da un raggio di luce che filtrava dalla finestra.
Mi guardai intorno e notai di essermi addormentato nel letto con Nico ieri sera.
Era così carino, volevo accarezzare quei capelli neri che incorniciavano quello spettacolo di viso.
Vedendolo così calmo e ancora nel mondo dei sogni decisi di fare un tentativo, allungai una mano verso i suoi capelli e li accarezzai dolcemente.
Dopo un po' di minuti ad osservarlo perso nei miei pensieri, mi accorsi che sulla sua testa c'era qualcosa che si muoveva ed io curioso la toccai.
Quel qualcosa si rivelarono due meravigliose orecchie da gatto completamente nere che si potevano tranquillamente confondere con i suoi capelli.
Erano morbidissime al tatto e rendevano il tutto più tenero.
L'avevo sempre saputo che in lui c'era un qualcosa che lo rendeva speciale, presi a fargli i grattini e lo vidi agitarsi felice come un cucciolo che desidera le coccole e non me lo feci ripetere due volte.
Poggiai la mano sui suoi capelli e lui si avvicinò a me in cerca di altre carezze ero così contento, non potete capire.
Vidi i suoi occhi aprirsi leggermente si doveva essere svegliato, però non si mosse né si scansò da me così continuai.
Rimasi sorpreso quando lo sentì emettere delle leggere fusa, mi sembrava di stare in un sogno.
Poi proprio come in uno di quei sogni meravigliosi ci si risveglia all'improvviso lo stesso accade a questa situazione.
Nico si alzò velocemente e tentando di allontanarsi terrorizzato cadde rovinosamente per terra, poteva anche far ridere se poi lui non si fosse rannichiato terrorizzato su se stesso come a proteggersi da una minaccia.
Io non volevo essere il suo nemico, volevo aiutarlo.
< Tutto bene?> domandai preoccupato.
Dopotutto aveva fatto una bella caduta, poteva anche essersi fatto davvero molto male.
Lo guardai perdersi nei suoi pensieri, tremando spaventato.
< Nico, tutto okay?> decisi di richiederglielo preoccupato per il fatto che non mi rispondesse più.
Lo vidi finalmente dopo molti minuti alzare lo sguardo verso di me e rilassarsi seppur impercettibilmente ad occhio umano.
Com'era possibile che lo conoscessi già così a fondo anche se lo amavo da così poco tempo.
Decisi di rompere quel silenzio carico di attese.
< Non mi rispondevi, mi stavo preoccupando.> affermai gentilmente e con dolcezza per non terrorizzarlo ulteriormente.
< Sì, sto bene.> rispose in tono brusco e freddo, un po' troppo forzato a mio parere, ma non isistei oltre.
Avevo ormai capito il carattere di Nico e più lo costringevi, più si chiudeva a riccio.
< Menomale, senti volevo sapere di quelle se non ti dispiace.> gli parlai cercando di tenere un tono dolce e controllato come quando si parla ad un animale selvatico impaurito e poi con un movimento calmo della mano gli indicai le orecchie.
< Sono finte.> rispose velocemente, non mi avrebbe detto nulla se continuavamo così quindi decisi di imbarazzarlo un po', giusto per fare cambiare l'atmosfera pesa che si era andata a creare.
< Quindi anche le fusa di stamattina mentre dormivi erano finte?>
Osservai le sue guance tingersi di rosso che risaltava davvero magnificamente su quella pelle pallida e poi il suo sguardo si fece per diversi secondi sfuggente, prima di tentare di riprendere un contegno.
"Tipico suo." pensai ridendo mentalmente, decisi quindi di continuare nel mio intento e di farlo diventare rosso come un pomodoro.
< Strano sai sembravano proprio quelle di un dolce ed indifeso felino domestico.>
Ripresi a parlare facendolo diventare bordeaux.
Stavo per scoppiargli a ridere in faccia ma mi riuscì a trattenere, no non è vero mi misi a ridere così tanto che iniziarono a farmi male i muscoli facciali.
< Non lo dirai a nessuno, vero?> chiese incerto, ma come si poteva dire di no a quegli occhi da cucciolo bastonato, io di certo non ci riuscivo.
< No, tranquillo.> lo osservai rilassare ma io non ero ancora pienamente soddisfatto.
Però ero così dannatamente curioso di sapere come si era ritrovato due paia di orecchie in più ed io ero peggio di un bambino quando ero curioso, quindi pensai di provare a farglielo dire.
< Però...>
Appena ricominciai a parlare lo vidi innervosirsi, forse non avrei dovuto ma provai comunque.
< Volevo sapere come sei diventato così, cioè ci sei nato o?>
Nico mi guardò come se fossi divenuto idiota tutto ad un colpo ed in effetti era proprio così che mi stavo sentendo.
< Beh, non ci sono nato ovviamente.>
< Sì, ma quindi perché?>
Il moro ci pensò un po' prima di provare a dire qualcosa come se avesse paura di affidarsi ad un'altra persona, alla fine provai ad incoraggiarlo visto che ci stava mettendo troppo.
< Andiamo non lo dirò ad anima viva o morta.>
Dopo aver detto questa frase mi resi conto della battuta implicita mettendomi a ridere come un pazzo e dovevo decisamente sembrarlo per farmi guardare così male da un figlio di Ade, ma finalmente cominciò a raccontare.
< Non l'ho mai detto a nessuno ma durante la seconda guerra mondiale, fui rapito da degli scienziati mentre ero fuori a fare una passeggiata con Bianca.
Mi portarono in una serie di edifici fino a che non giunsi ad un laboratorio.
Mi sistemarono con altri in delle specie di camere, erano sobrie e fredde senza nulla di particolare.
In ognuna c'erano dai tre ai quattro bambini.
Dopo un paio di giorni gli scienziati che mi seguivano avevano notato che ero diverso dagli altri.
Forse non lo so, era colpa del mio sangue divino, fatto sta che mentre gli altri dopo un po' morivano a causa di delle iniezioni giornaliere che ci facevano, io invece ero perfettamente in salute.>
Questa storia è orribile non avrei mai pensato che Nico avesse avuto una tale infanzia.
Io non riuscirei a raccontarlo se l'avessi vissuto dal vivo, cioè uccidere dei bambini?
Come si può essere così meschini da prendersela con essere tanto puri ed indifesi, ero profondamente orripilato da tutto ciò, ma volevo sentire la fine.
< e poi?> chiesi un po' impaurito della risposta.
< Poi un giorno mi spostarono in un altro posto stavolta da solo e cominciarono ad iniettarmi una sorta di DNA animale, sentivo che dicevano che sarei stato l'esempio del progresso dei loro esperimenti, ma faceva male e molte volte capitava che durante il processo perdessi i sensi.
Finché un giorno non mi risvegliai in un vicolo pieno di sangue non mio.
Ero libero riuscivo a pensare solo a questo, così corsi dove abitavamo io, mia sorella e mia madre, quando arrivai mi abbracciarono felici che fossi di nuovo con loro.
Poi con orrore le notammo, mi erano spuntate due orecchie e una coda da felino.
Mia madre decise di chiedere aiuto ad Ade perchè se qualcuno mi avesse visto mi avrebbe ucciso o peggio.
Non sapevo cosa fece mio padre a tal proposito, finché Percy non venne a liberarci.>
Finita la storia vidi Nico con le lacrime agli occhi e lo capivo pienamente.
Così lo strinsi forte a me, nessuno gli avrebbe più fatto del male, lo avrei protetto ad ogni costo anche con il mio corpo se necessario, nessuno gli avvebbe tolto neanche un capello.
Sentì le sue lacrime bagnare il mio camice e lo strinsi maggiormente, sentivo di doverglielo dire e così lo feci.
< Tranquillo nessuno ti farà più del male adesso che ci sono io.>
Detto questo gli accarezzai la schiena in modo circolare per rassicurarlo e lui iniziò a piangere maggiormente.
Un solo pensiero nella mia testa "tutto quel dolore era troppo per una persona sola."
Neko-ginny
Sono così felice di essere arrivata al sesto capitolo.
Ps: Vi sta piacendo la storia?
Pps: Scusate il ritardo avevo pubblicato il capitolo ma wattapad me l'aveva tolto😡😡
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