Capitolo 1. Cioccolata per due
NdA. Gli avvenimenti di questa storia sono antecedenti all'Epilogo di Prima Pagina. Questo infatti è il primo Natale di Jamie e Charles, quindi sono eventi successivi al Capitolo 24.
Perdoname madre por mi vida loca, ma in versione natalizia. E che ve lo dico a fare: scene di sesso, linguaggio a volte scurrile ma tanto tanto fluff, siamo pur sempre a Natale! 💚🎄
1 Dicembre.
Londra è meravigliosa durante il periodo natalizio. Si trasforma completamente, diventando un tripudio di colori e melodie. Inizia tutto il primo Dicembre: come da tradizione alle sei del pomeriggio viene acceso l'albero a Trafalgar Square, un maestoso abete rosso alto più di venti metri. Non credo di essermi mai perso l'accensione dell'albero. Da piccolo mi ci portava sempre mio nonno, poi facevamo tappa a prendere una cioccolata calda. Seduti ad un tavolo, io con le labbra sporche di cioccolata e lui intenerito dalla mia imbranataggine, mi faceva scrivere la letterina per Babbo Natale.
È vero, sono cresciuto, ma certe cose non cambiano mai!
«Sei tutto sporco, ma quanti anni hai? Cinque?» mi rimprovera dolcemente Charles, avvicinandosi a me e prendendomi la testa tra le mani. Mi lecca il contorno delle labbra con la punta della lingua, lasciandola poi scivolare dentro la mia bocca. Sorrido mentre mi bacia, sentendomi davvero il ragazzo più fortunato del mondo, perché insomma cosa potrei desiderare di più? Ho un fidanzato meraviglioso, con l'anno nuovo pubblicherò il mio libro e oggi è il primo Dicembre, il che significa che possiamo dare il via alle danze sulle note di All I want for Christmas is you!
«Ma quanta cioccolata bevi?» chiede lui, ridendo. Io scrollo le spalle, portandomi nuovamente la tazza alle labbra e prendendo un lungo sorso. La cioccolata calda in questo periodo dell'anno è sacra! Ogni volta che vado a fare la spesa ne prendo una confezione, giusto per essere sicuro di non rimanerne senza.
«Ci credi se ti dico che sei ancora sporco?»
«Oh ma guarda!» dico con finto fare innocente, sorridendogli. Prendo un altro sorso dalla tazza, decretando che ormai la cioccolata è diventata fredda. Ci metto quindi l'indice dentro, tirandone su un po' e leccandomi il dito. «Sono proprio uno sporcaccione». Charles, rimasto per tutto il tempo a braccia conserte a guardarmi, si lascia sfuggire un sospiro.
Gli faccio segno con l'indice ancora sporco di cioccolata di avvicinarsi a me, e lui non se lo fa ripetere due volte. Me lo ritrovo addosso all'istante, il mio dito intrappolato tra le sue labbra. Me lo succhia mettendo in mostra tutta la sua bravura nel succhiare cose, come se già non ne fossi al corrente. Mentre lo fa tiene lo sguardo fisso nel mio, facendomi sentire improvvisamente come investito da una raffica di fuoco.
«Sì, lo so quanto tu possa essere sporcaccione», sussurra mettendo le mani contro i miei fianchi e facendole poi scivolare verso l'apertura dei pantaloni.
«Oggi è il primo Dicembre!» gli ricordo, fermandolo e guardandolo con entusiasmo.
«D'accordo...» sussurra. «Non si fanno pompini il primo Dicembre? C'è qualche strana festività? Io odio questo periodo dell'anno, ci sono troppe festività, delle quali a dirla tutta non me ne frega niente», mi fa sapere baciandomi. Sono frastornato, non ci posso credere! Com'è potuto succedere? Com'è...com'è possibile che Charles odi il Natale?! Lui non può odiare il Natale.
«Aspetta...mi stavi per fare un pompino?» gli chiedo, dimenticandomi di tutte le altre domande che mi frullano per la testa.
«Sì, lo stavo per fare, ma mi sembra di capire che-», dice cercando di allontanarsi da me, ma io lo prendo all'istante per il braccio e lo faccio fermare.
«No, cioè sì! Insomma...dipende da qual è la domanda. No, non ti sembra di capire un bel niente e sì, mi piacerebbe davvero tanto».
«Davvero tanto?» ripete lui ridendo e togliendomi la tazza dalle mani, la appoggia sul tavolo, poi torna da me e comincia a far scendere lentamente la mano, fermandola ancora una volta contro l'apertura dei miei jeans. Questa volta lo lascio fare; me li slaccia rapidamente e con la stessa velocità me li fa scendere lungo le gambe, assieme ai boxer. In un secondo è in ginocchio davanti a me, mi afferra il membro con la mano destra e se lo porta alle labbra. La sua bocca calda avvolge il mio glande delicatamente, stuzzicandolo con la punta della lingua. Io, incapace di trattenere i gemiti, gli faccio sentire quanto stia gradendo il suo lavoretto di bocca. Quando prende a succhiare con più insistenza, facendo entrare ed uscire velocemente l'asta dalla bocca, gli infilo una mano tra i capelli nel vano tentativo di farlo rallentare. Lui invece aumenta ancora di più il ritmo ed io, come previsto, vengo spaventosamente sulle sue labbra piene.
«In...in che senso odi questo periodo dell'anno? Andiamo, nessuno odia il Natale», dico mentre mi sistemo, richiudendomi i pantaloni.
«Non è che odio il Natale. Solo...insomma, non ho voglia di fare l'albero, mettere stupidi maglioni, andare a comprare regali solo perché devo e cose così», mi spiega. Il mio sguardo vaga nel vuoto, mentre il mio cervello cerca di razionalizzare il tutto.
Calma, calma Jamie! Analizziamo la situazione: io amo il Natale, amo fare l'albero, anzi il mio albero deve essere il più grosso e bello di tutti, amo i stupidi maglioni natalizi, le canzoni, andare a fare compere, impacchettare i regali, fare i biscotti di pan di zenzero. Ho sempre desiderato di poter baciare qualcuno sotto il vischio...voglio baciare Charles sotto il fottuto vischio! Ma Charles odia tutto questo. T u t t o.
«Jay? Jay che ti prende?!» mi chiede allarmato, prendendomi per la spalla. Io punto lo sguardo nel suo, non riuscendo però ad uscire fuori dallo stato di trance in cui mi trovo.
«Ahia, che fai?!!» mi lamento appena Charles mi da una sberla.
«Scusami, non sapevo cosa fare», si giustifica. «Ma che ti prende? Stai male? Sarà perché hai bevuto troppa cioccolata, ci mettono tutta roba chimica lì dentro!»
«Tu odi il Natale», bisbiglio. «Merda, TU ODI IL NATALE!» ripeto a gran voce, prendendomi la testa tra le mani e mettendomi a camminare avanti e indietro.
«Pensavo che per Natale volessimo stare da soli, io e te: a fare l'amore, guardare la TV, magari andare qualche giorno in montagna».
«Sì, sì che lo voglio!» lo rassicuro. «Voglio fare l'amore qui per terra, in sala, illuminati solo dalle luci dell'albero di Natale. Voglio guardare Mamma ho perso l'aereo, Una poltrona per Due, Miracolo sulla 34° Strada. Voglio preparare i biscotti mentre ascoltiamo canzoni natalizie. E voglio andare a vedere l'accensione dell'albero a Trafalgar Square», dico guardando l'orologio. «Siamo già in ritardo, dobbiamo andare!» esclamo.
«Ehi, rallenta!» cerca di calmarmi Charles, fermandomi di colpo. «Io...credo che dobbiamo arrivare ad un compromesso».
«Un compromesso?»
«Sì, un compromesso», ripete. «Ad esempio: possiamo fare l'albero qui da me, però tu rimani a dormire per tutto il periodo natalizio».
«E Chase? Che faccio, lo lascio da solo a casa mia?»
«Jay, Chase ultimamente sta più da Lando che a casa tua. Davvero credi che non passerà il Natale insieme a lui?» mi fa notare. E sì, in effetti a ragione.
«Quindi stipuliamo un accordo?» Charles ride, facendo però cenno di sì con la testa. Vado a prendere all'istante la mia agenda, strappo un foglio e ritorno da lui, appoggiandomi sul tavolo. Scrivo al centro Natale 2020, da una parte il mio nome e da una parte quello di Charles, poi tiro una riga in mezzo.
«Andiamo a vedere l'accensione dell'albero e poi mi porti a prendere la cioccolata», dico, segnandolo dalla mia parte.
«Okay», accetta Charles. «In cambio vieni con me a Monaco, così ti presento mia madre e i miei fratelli. Non puoi rimandare per sempre». Lo guardo stringendo un po' più forte la penna tra le dita, ma alla fine lo scrivo.
«Quindi l'albero in cambio di una mini convivenza natalizia?»
«Sì, e mi prepari la colazione al mattino, ma niente biscotti di pan di zenzero!»
«Ma Charlie!»
«No, niente biscotti di pan di zenzero».
«Nemmeno il giorno di Natale?» chiedo, facendo il labbruccio, così da intenerirlo. E funziona! Lo capisco dal modo in cui alza gli occhi al cielo, sbuffando.
«Ci facciamo un solo regalo. Uno solo», dice subito dopo.
«Ma che dici? Te ne ho già presi sette».
«Sette?»
«C'era il Black Friday...» dico sorridendogli. «Ma tu me ne puoi fare solo uno, in cambio però mi lasci ascoltare le canzoni natalizie».
«Dio, che supplizio», sospira lui, passandosi una mano tra i capelli.
«Vuoi andare in montagna qualche giorno?» domando, scrivendo frettolosamente ogni cosa che abbiamo detto fino ad ora e non solo. Aggiungo dalla mia parte anche cose che Charles non ha ancora accettato, ma che sono sicuro riuscirò a convincerlo a fare. «Scegli tu il posto!»
«Sì, pensavo che potessimo andare a sciare».
«In un posto dove ci sono i mercatini di Natale?»
«Jay...»
«Stai per dire di sì, vero?» dico mordendomi il labbro. Charles annuisce, ritrovandosi un secondo dopo a dovermi reggere, infatti mi butto tra le sue braccia, abbracciandolo forte. «Ma i maglioni natalizi coordinati proprio no?»
«No», dice categorico ed io capisco che forse è meglio non esagerare. Per il momento. Rimango tra le braccia di Charles, accarezzandogli i capelli con la punta delle dita e appoggiando la testa contro la sua spalla.
«Andiamo, rompipalle», sussurra, «prima che cambi idea. E credimi, potrei anche farlo!» si affetta a dire. Mi stacco all'istante da lui, andando a mettermi le scarpe e infilandomi la giacca. Con decisamente molta più calma, anche Charles lo fa e mi segue, chiudendosi la porta alle spalle.
***
Trafalgar Square è piena di persone, un piccolo coro di ragazze sta cantando Jingle Bell Rock (con tanto di campanelle e tamburello!) e tutti, in particolar modo i bambini, stanno aspettando l'accensione dell'albero. C'è un tale entusiasmo nell'aria che non riesco nemmeno a starmene fermo. Charles questo lo nota, lasciandomi un'occhiata tra il serio e lo spaventato.
«Non sapevo ti piacesse così tanto il Natale», mi dice all'orecchio, prendendomi per i fianchi da dietro. Lo guardo da sopra la spalla, appoggiando le mani sulle sue, prive di guanti e quindi gelide; mi giro, perdendogliele tra le mie e soffiandoci sopra.
«Non so perché ti ostini ad uscire senza guanti. Guarda che non ti scalderò le mani per tutto l'inverno», sussurro contro le sue nocche arrossate, sfiorandole con le labbra. Charles mi guarda con un sorriso, ma prima che possa rispondere un boato collettivo mi spinge a girarmi. L'albero viene finalmente acceso e tutti si mettono ad applaudire, me compreso.
Le lucine, quest'anno di un azzurro chiarissimo, cadono a cascata su tutto l'abete, mentre in cima c'è una stella, anch'essa illuminata di azzurro.
Il Natale è ufficialmente iniziato!
«Io invece non sapevo che tu odiassi il Natale», dico a Charles, mentre entriamo al Coco Momo, riprendendo così il discorso di prima. «Voglio una valida motivazione!»
«Sono troppo pigro per provare entusiasmo per una moltitudine di cazzate come i regali, gli addobbi e i parenti che ti colonizzano casa», mi risponde togliendosi la giacca, appoggiandola allo schienale della sedia e sedendosi. Io, ancora in piedi, lo guardo sospirando.
«Ehi ciao!» ci saluta Chase, arrivando al nostra tavolo.
«Charles odia il Natale», lo informo lasciandomi cadere sulla sedia. Il mio amico mi guarda alzando le sopracciglia, dando poi un'occhiata a Charles, che si è appena preso la testa tra le mani.
«Charles, hai scelto il ragazzo sbagliato allora», gli dice. «L'anno scorso ci abbiamo messo ben cinque ora a fare l'albero e tutto perché Jamie era indeciso su come mettere le ghirlande».
«Le ghirlande sono la cosa più importante!» intervengo, ma gli altri due rimangono in silenzio. E questa mi sembra una decisione più che giusta: non si discute mai con Jamie Richard quando si parla dell'albero di Natale.
«Cioccolata?» chiede Chase, porgendoci una delle liste. Io opto per quella al cioccolato bianco, mentre Charles per una al cioccolato fondente e peperoncino.
«Comunque io non voglio obbligarti a fare qualcosa che non vuoi», bisbiglio, tirando su con il cucchiaino un po' della mia cioccolata.
«L'importante è che lo facciamo insieme, no?» chiede Charles, appoggiando la mano sulla mia. Alzo lo sguardo, sorridendogli. «Quindi farò l'albero con te, e anche i biscotti di pan di zenzero, probabilmente guardò qualche brutto film di Natale e tu sicuramente ti addormenterai dopo neanche venti minuti. Ma tu cerca di contenere il tuo spirito natalizio, almeno un pochino, d'accordo?» Annuisco, promettendogli silenziosamente che lo farò.
«Com'è la tua cioccolata?» chiedo appena lui la assaggia.
«Buona. La vuoi assaggiare?» Gli sorrido, guardandolo con la testa piegata di lato. Vorrei dirgli che in fondo, molto in fondo, anche lui ha dello spirito natalizio, perché insomma...lui che condivide qualcosa di dolce con me? (Tralasciamo il cibo abbinato ai giochetti erotici, quello non contano!).
«Cosa? Perché mi guardi così? Non la vuoi? Meglio così, tutta mai!»
«Sarà un Natale meraviglioso Charles, te lo permetto».
***
Angolo autrice: Finalmente ci siamo! Oggi è il primo dicembre e possiamo dare il via a questo mese insieme a Jamie e Charles. La storia avrà 5 capitoli, pubblicherò: l'8, il 14, il 24 e il 31! Spero questa piccola avventura possa piacervi. A settimana prossima,
Ale.
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