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25. Il nostro Natale (pt.3)

Ciao ragazze,
Eccoci arrivate alla fine della storia, sì, è l'ultimo capitolo e dopo ho finito di annoiarvi.
Ho lavorato a questa storia dai primi di ottobre e quindi sono tre mesi che cancello, rileggo e sistemo le parti. Alcuni errori mi sono scappati, non son brava in grammatica e ho la conoscenza ortografica di un criceto obeso🐹, ma ho messo una parte di me in queste parole, come cerco di fare sempre.
Detto ciò vi lascio all'ultimo capitolo che, a mio parere è quello scritto e pensato meglio.
Ancora buon Natale e buone feste, ci becchiamo l'anno prossimo con qualcosa a cui sto lavorando da un po'... ciao e grazie a tutte!

Resto immobile a fissarlo tremare nella mia mano. Rileggo la scritta, ancora e ancora. Non sono sicura di sapere leggere.

Ti amo A.J.

Sembra proprio esserci scritto quello.
Dopo aver letto e riletto la scritta per la millesima volta sollevo lo sguardo sul moro davanti a me che mi fissa mordicchiandosi il labbro inferiore.

Eli: -Ti amo?- leggo incredula la scritta.

Ava: -Ti amo.- ripete con un sorriso.

Eli: -Mi ami?- balbetto.

Ava: -Ti amo.- ribadisce.
Ava: -È un problema?-

Eli: -No... cioè, no. È che non me lo aspettavo dopo questo pomeriggio; voglio dire, eri così freddo e distante. Cos'è successo?- domando rigirandomi nella mano il piccolo cerchio d'oro.

Ava: -In realtà neanche io ero sicuro di dartelo; dopo ieri sera ci son rimasto parecchio male ed anche questa mattina non avevo idea di cosa fare. Ho avuto paura che fosse davvero tutto finito per una stupida macchina. Io non voglio queste chiavi se vuol dire perdere te.- dice tirando fuori la chiave della Chevrolet e porgendomela a palmo teso.

Eli: -Tu sai che non è la macchina il problema, vero?- domando chiudendogli il pugno.
Eli: -Non sei tu il problema, sono io. Quando sono arrivata qui pensavo che i miei ci mettessero più tempo ad accettarti, che ci tenessero a me, che mio padre ti squadrasse facendoti un discorso del tipo "tratta bene la mia bambina" mentre invece siete diventati subito amiconi... parlate di auto, ti chiede consigli, ti ha regalato una delle sue macchine preferite! Non so, sono rimasta un po' delusa.- confesso abbassando lo sguardo, lui mi prende per mano e mi stringe a sé.

Ava: -Tuo padre mi ha minacciato di morte se solo oso sfiorarti, ha detto che prima di farti partire ti porta dal ginecologo per sapere se sei ancora vergine e in caso contrario mi taglia le palle e me le fa ingoiare. E che lo farà anche a pasqua. E ogni volta che ti vedrà. Che sei la sua bambina e devi restarlo ancora per un decennio. Non vuole che uno qualunque si prenda la tua verginità... Matt mi ha detto più o meno le stesse cose ieri sera. Poi, tra l'altro, non sapevo tu fossi ancora vergine.- dice accarezzandomi la schiena, il gli circondo il collo con le braccia e mi alzo in punta di piedi per baciarlo.
Ava: -O almeno, spero tu lo sia perché in ogni caso ci vado di mezzo io.,-

Eli: -Si, ma pensavo lo sapessi... o che almeno lo immaginassi dopo lunedì.- bisbiglio azzerando la distanza tra i nostri visi.

Ava: -Forse...- gli bacio le labbra, dura poco perché poi si stacco, memore di quella sera in macchina e di come potrebbe finire vista la mia misera mise.

Eli: -Questo vuol dire che non mi toccherai mai?- sussurro passandogli l'indice sul petto con un sorrisino.

Ava: -Ci tengo ai miei testicoli ed anche all'avere dei figli, un giorno.- borbotta fermandomi la mano un istante prima di toccare la cintura dei suoi jeans.
Ava: -E poi non è ancora arrivato il momento per noi, ci sarà tempo; non qui, con tuo padre e Matt a due passi...  qui sarebbe complicato.-

Eli: -Okay, quanto attenderai?- domando un po' delusa dal suo rifiuto; non so perché ma dopo quest'anello mi sento pronta a donarmi completamente a lui.

Ava: -Un po'.-

Eli: -E lui? Riuscirà ad aspettare?- chiedo spingendo il mio bacino contro la sua erezione.

Ava: -Elizabeth, da brava, vai a vestirti e smettila di fare così. Non ti svergino nella casetta in giardino dei tuoi genitori!- borbotta, la sua voce sta lentamente cedendo al desiderio e le sue mani avide faticano ad abbandonare il mio corpo scendendo sempre più verso il mio culo.

Eli: -Okay, d'accordo, mi vesto.- sbuffo allontanandomi da lui per tornare nella stanzetta di là. Lascio cadere il maglione, un po' troppo largo, dalle spalle e ancheggio camminando verso l'altra stanza. Mi volto un istante prima e gli sorrido per poi sparire nell'altra stanza.

#Avan's pov:

La vedo sparire oltre la porta di legno chiaro e socchiuderla, completamente a disagio incrocio le braccia al petto cercando di ignorare ciò che sta accadendo nei miei jeans qui sotto.

Voglio fare le cose per bene con lei e ciò vuol dire dar tempo al tempo.
Non voglio che si senta costretta a fare sesso con me adesso se non è pronta.
Posso e devo aspettare.
Si tratta solo di evitare queste situazioni in cui è poco vestita e i baci che durano più di un minuto, e il gioco è fatto.
La mia mente non riesce a cancellare l'immagine del suo corpo pallido a contrasto con la lingerie scurissima ed il suo viso innocente nel muovere i fianchi e sculettare. Chiudo gli occhi e mi sembra d'averla ancora qui, tra le mie braccia con il suo bacino premuto contro la mia erezione incontrollabile. Infilo le mani in tasca e trovo la lettera che mi ha appena dato come regalo di natale. La apro e scorro le poche righe scritte in biro su un foglietto.

Ho deciso d'aprirti il mio cuore, nonostante ti conosca davvero solo da poche settimane. Ho deciso di darti tutta me stessa e per me è difficile. Ho scelto di stare con te perché sei il sole del mio inverno. Ho deciso di scriverti queste poche righe per dirti che t'amo.
È presto per farlo? Forse si.
Ma sono sicura di quello che mi fai ogni giorno; di come mi fai sentire, di cosa mi fai sentire.
TI AMO e spero tu non mi prenda per pazza dopo questo.
Tua Elizabeth❤

Con un sorriso intenerito apro l'altro foglio piegato nella busta, rimango senza fiato quando capisco che sono i biglietti per il campionato di Rally a New York di questo marzo. È il regalo più bello che lei potesse mai farmi.
Senza poter smettere di sorridere e con il cervello annebbiato dalla felicità e dalla bellezza di tale regalo la raggiungo nell'altra stanza.

Ava: -So d'avertelo già detto, ma ti amo.- esclamo entrando, lei è seduta su di un letto, ancora indossa la biancheria intima con il maglione, alza lo sguardo su di me.

Eli: -Per cosa?- chiede confusa, io mi avvicino a lei e le lascio un bacio sulla bocca prima di risponderle:

Ava: -È il regalo più bello che io abbia mai ricevuto nella mia vita!-
La bacio ancora e ancora, non vorrei abbandonare mai le sue labbra.
La sua mano si posa dietro la mia nuca mentre l'altra mi accarezza il petto attraverso la stoffa del maglione e della camicia. Le mie mani trovano i suoi fianchi e li stringono spingendola involontariamente contro il mio bacino. Sento che tiene il fiato a questo contatto e mi rendo conto d'aver forse esagerato.
Ava: -Scusa.- ansimo staccandomi di poco da lei.

Eli: -Per cosa?- bisbiglia, le sposto una ciocca di capelli dalla fronte.

Ava: -Forse non era il caso di...-
Lei mi posa l'indice sulle labbra per zittirmi.

Eli: -Sssh, Avan ti prego, non dire niente, non lasciarmi così.- mormora tirandomi per il colletto della camicia affinché la baci ancora, lentamente si distende e mi tira sopra. La bacio senz'osare toccarla, ho paura di fare qualcosa di sbagliato.
Le sue mani si muovono insicure sulla mia schiena, si posano sul bordo inferiore del mio maglione e lo sollevano togliendomelo.
Sento l'adrenalina e l'eccitazione crescere in me, le mie mani accarezzano il suo torso semi nudo mentre con fare tremante slaccia i bottoni della mia camicia.

Ava: -Sei sicura di quello che stai facendo?- chiedo col respiro corto e i capelli davanti il volto, lei si prende qualche istante di riflessione guardandomi fisso negli occhi.

Eli: -Si.-
Dopo questa sua conferma decido di prendere in mano la situazione guidandola nello sfilare la camicia dalle mie spalle e scoprire il mio petto. Passa l'indice sul tatuaggio che ho all'altezza delle costole nella parte destra del torace e legge la scritta con le labbra "Buy the ticket take the ride".

Eli: -Non mi ero mai accorta che avessi un tatuaggio.- confessa senza distogliere lo sguardo.

Ava: -Non ti piace?-

Eli: -È strano, tutto qui.-
Con un sorriso mi chino a baciarle il collo mentre le sue mani indugiano all'altezza del mio pube indecise se slacciare o meno la cintura. Affondo il viso nell'incavo del suo collo sussurrando di continuare, mi sfilo le scarpe e le lascio cadere in terra.
Finalmente si decide ad aprire la cinghia e, con fare lento ma un po' più deciso, mi abbassa i pantaloni fino a toglierli e lasciarli in terra accanto agli altri indumenti.

Ansima qualcosa di incomprensibile quando i nostri genitali si toccano attraverso il solo e sottilissimo strato della nostra biancheria intima. Sollevo lo sguardo e un sorriso solca le mie labbra quando incontro il suo viso; tiene gli occhi e le labbra socchiuse, i capelli incorniciano il suo viso sempre pallido, animato da un'espressione di abbandono e piacere.

Dio, quant'è bella.

Le sfilo dalle spalle il maglione, il suo torso caldo e il suo seno morbido si premono contro il mio petto.

Ava: -Ti senti pronta davvero?- mormoro sollevando il viso dal suo collo.

Eli: -S...si...- geme; le mie mani si muovono per la prima volta insicure sul corpo d'una ragazza, con facilità trovo il gancio dei suoi reggicalze e le allento sfiladogliele poi. Lei resta ferma ad osservarmi mentre le accarezzo l'interno coscia e il basso ventre. La sento trattenere il fiato quando la tocco attraverso il sottile strato delle sue mutandine in pizzo, lo faccio nuovamente e lei sobbalza come prima. Con un sorrisino intenerito da tanta inesperienza, prendo l'elastico dei suoi slip tra indice e pollice e inizio lentamente a farli scendere lungo le sue gambe fino a sfilarli completamente e lasciarli cadere ai piedi del letto. Faccio per alzare lo sguardo sulla sua intimità ma lei la copre con una mano. Senza capire le guardo il volto e vedo il suo rossore e gli occhi lucidi.

Ava: -Stai bene?- domando preoccupato accarezzandole il viso, lei scuote la testa. La faccio mettere seduta davanti a me e con un amorevole sorriso la stringo tra le mie braccia.

Eli: -Ho paura Avan...- mormora bagnando la mia spalla di lacrime.

Ava: -Lo so, è la prima volta, è normale.- rispondo accarezzandole la schiena per calmarla, da qui la visuale sul suo culo è niente male.

Eli: -Avan, mi vergogno.- sussurra con un singhiozzo, effettivamente non ho badato troppo nel metterla a suo agio.

Ava: -Non c'è niente di cui tu debba vergognarti: sei fantastica.- la rassicuro, lei tira su col naso e si separa da me quel che basta per incontrare il mio sguardo.
Ava: -Andrà tutto bene.- ripeto cullandola un poco tra le mie braccia.

Eli: -Okay...- lascia che io la stenda nuovamente sul letto, evito di guardarla per non metterla a disagio. Mentre la bacio guido le sue mani nello sfilarmi i boxer una volta tolti mi metto a sedere sul suo bacino. Lei distoglie lo sguardo rossa in viso. Anch'io sento un po' le guance bruciare sotto i suoi occhi. La prendo per mano e le faccio toccare il mio membro. Gemo a denti stretti il suo nome. Chiudo gli occhi e lascio che faccia da sola, mi abbandono al suo tocco delicato.

Ava: -Elizabeth...- gemo ancora con voce più alta e distinta. Lascio mi tocchi un paio di volte, affinché prenda confidenza e sciolga l'imbarazzo. Poi mi sposto indietro, scendendo dal suo bacino, posizionandomi tra le sue cosce. Cerco il suo consenso.

Eli: -Fallo Avan.- scandisce stringendo i pugni lungo i fianchi, io abbasso lo sguardo sulla sua intimità.
La sfioro, sussulta.
Infilo un dito tra le grandi labbra e faccio movimenti circolari, il suo viso si contorce a metà tra il piacere e il dolore, ne infilo un secondo e questa volta è chiara la smorfia. Tento di premere, le scappa un grido soffocato di dolore. Mi chino in avanti per baciarla e rassicurarla. Le mie mani raggiungono il gancetto del suo reggiseno, l'ultimo indumento che indossa, con facilità lo apro e si allenta la stoffa sul suo seno.
Le sfilo le spalline e sollevo il tessuto scoprendo l'ultima parte di lei, non riesco ad impedire al mio sguardo di fissarsi sul suo petto.

Ava: -Sei la ragazza più bella che io abbia mai visto.- sussurro avvicinando le mie labbra al suo décolleté. Le lascio una scia di baci a stampo, le sue dita si infilano tra i miei capelli. La sento gemere qualcosa.
Affondo il visto tra i suoi seni.
È la sensazione più bella che io abbia mai provato.

#Elizabeth's pov:

Preme il suo viso nel mio petto e mormora qualcosa, gli accarezzo la testa mentre sento le sue mani salire il mio busto e fermarsi sull'incavo dei fianchi. Resta qualche minuto così, abbandonato sul mio seno. Poi solleva lo sguardo e cerca il mio.
È il momento.
Degutisco annuendo, sono pronta.

Lui si solleva e mi guarda ancora qualche istante prima di aprire le mie gambe e mettersi in mezzo, mi accarezza ancora qualche istante e poi si sporge giù dal letto a prendere il portafoglio dalla tasca dei suoi jeans; prende una bustina azzurra, la apre e ne estrae un preservativo. Con facilità lo indossa e posa il portafoglio nuovamente in terra. Le sue mani si muovono sul mio bacino mente si sistema in modo ottimale tra le mie gambe. Tenta nuovamente con un dito ed un dolore mi pervade, cerco di trattenermi, per quanto possibile. Infila un secondo dito ed il dolore aumenta; chiudo gli occhi ed inarco la schiena, ogni mio muscolo è in tensione. Estrae entrambe le dita ed avvicina il suo bacino, sento il suo membro a contatto con la mia intimità. Tenta una prima spinta che mi provoca un dolore indescrivibile, stringo nei pugni il lenzuolo e serro i denti. Spinge ancora, e ancora. Ad ogni stoccata il dolore si rinnova e peggiora. Inarco la schiena e mi aggrappo alle sue spalle mordendomi il labbro inferiore per non urlare. Lui soffoca un gemito e spinge nuovamente.

Dopo diverse spinte il dolore inizia a sfumare lasciando spazio ad un piacere immane e totale. Allento la presa sulle sue spalle e i miei muscoli si rilassano. Inizio anch'io a gemere il suo nome, anche lui sembra lasciarsi andare con più abbandono al piacere.

I respiri, già affannati, si spezzano in modo irregolare, le nostre guance si tingono di porpora, uno strano calore si diffonde dalla mia intimità per tutto il corpo distendendo anche le mie labbra in un sorriso. Le mie mani corrono lungo la sua schiena e seguono la curva dei suoi glutei arrestandosi sotto la piega del suo culo. Le sue si infilano tra i miei capelli.

È una delle sensazioni più belle che io abbia mai provato. Ora capisco Jenette.

Le spinte si fanno sempre più veloci e e i nostri gemiti sempre più distinti. Sento d'aver raggiunto il culmine del piacere quando un grido si leva dalle mie labbra.

Eli: -Ah, Avan!-

Ava: -Mh... Elizabeth, ah!-

Veniamo entrambi quasi nello stesso momento. Con il respiro mozzato si sfila il condom e, dopo averlo annodato, lo lascia in terra accanto a tutti i nostri vestiti. Si stende al mio fianco coprendo entrambi con il piumone. Restiamo in silenzio per diversi minuti, cercando di recuperare fiato.

L'orologio a cucu suona la mezzanotte nell'altra stanza. È passato il natale dei miei 17 anni.

**FINE**

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