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Un marinaio, il destino... il mare

Non c'è niente di misterioso per un marinaio se non il mare stesso, che è padrone della sua esistenza e imperscrutabile come il destino.

Un marinaio, il destino... il mare

La vita brulica intorno a lui, socchiude gli occhi assaporando i profumi dell'umanità che si mischiano con quelli della sabbia tiepida della sera e la luna disegna uno spicchio d'argento sulle onde calme.
L'orchestrina Jazz riempie l'aria tiepida confondendosi con i rumori della risacca.
Gusta il suo rhum per coprire quel terribile sapore d'alghe rancide. Le lunghe e magre dita battono il tempo sul tavolino, la barba rasa e i capelli scuri raccolti in una coda alla base della testa gli danno un'aria distinta.
Osserva la coppia seduta poco lontano.
Lui non più giovane, lei ha raggiunto da poco l'età in cui le donne diventano consapevoli della loro femminilità e sanno come usarla.
- Guardami.
Gli occhi di lei incontrano i suoi e le scava dentro scoprendo tutti i suoi più intimi desideri.
Alza gli angoli della bocca in un sorriso diabolico, è un attimo, una frazione di secondo, gli occhi blu diventano due pozzi neri.
I due si alzano e camminano fra i tavoli. La donna gli passa accanto e gli lancia uno sguardo fugace. Sente il battito del suo cuore, ora che le è così vicina può vedere i suoi capelli biondi, i tacchi vertiginosi le slanciano la magra figura e l'abito attillato mette in risalto le sue forme.
- Sei mia.
Lei annuisce rispondendo ad un comando, l'uomo che le è accanto le tocca il braccio scuotendola dal trance. Le cinge i fianchi e la guida verso l'uscita.
Dopo qualche minuto lui si alza per andare via, al suo passaggio le persone si spostano per fargli spazio.
Sull'uscio del locale guarda la luna, ascolta il richiamo del mare. Pensa che ha passato fin troppo tempo laggiù e ora vuole godersi la terra, si incammina nel buio della notte diventando parte di esso.

Nell'ombra della stanza osserva il corpo riverso sul letto, l'aria è impregnata dell'odore del sangue.
Il leggero vento di mare entra dalle finestre aperte accarezzando il corpo martoriato.
Gli occhi spalancati e vitrei guardano un punto fisso.
La bocca disegna sul viso una O sguaiata che deforma i suoi tratti, un tempo gli uomini la desideravano ora è come un manichino gettato via dopo averlo usato... abusato.
Lui inspira l'aria satura dei suoi odori; alza il petto, inclina la testa all'indietro socchiudendo gli occhi, le labbra si arricciano in un sorriso soddisfatto:
- Il sapore dell'anima.
È sazio, ma ha bisogno di sentire l'ultimo calore che abbandona il corpo. Si inginocchia sul letto e la guarda, poi alza la testa di scatto e vede la sua immagine riflessa nello specchio dell'armadio.
Strabuzza gli occhi, mette le mani sul volto. Si ripete più volte che sta sognando, toglie le mani, guarda la donna bionda e non può credere a ciò che vede, no... non può essere stato lui.
Si sta per sentire male, vuole dare di stomaco, si precipita alla finestra per prendere aria; vede il molo poco lontano, ma come è arrivato lì?
Massaggia con gli indici le tempie, si guarda intorno in cerca di indizi.
Improvvisamente ha un flashback: la barca che lo porta poco lontano dalla scogliera... si tuffa e nuota nell'immenso blu, i pesci, i colori... entra in una grotta sottomarina e poi... e poi... cos'è quell'ombra nascosta nel buio? Gli viene incontro veloce... un urlo soffocato... il nulla! Buio completo fino a quando non si è visto nello specchio.
Gli scoppia la testa e in un attimo acquisisce la consapevolezza che è nella stessa camera con il corpo martoriato di una giovane donna e non ha nessuna spiegazione logica.
Deve andare via subito. Gira per la stanza in cerca dei suoi oggetti personali, si veste e tenta di cancellare le prove della sua presenza. Prima di andare via guarda, ancora una volta, la donna sul letto. Ha un moto di disperazione, se è stato lui, come ha potuto commettere un atto così orribile.
Una voce sogghigna dal profondo:
- Sei sicuro di essere così orripilato da ciò che hai fatto? Mi hai nutrito, però è piaciuto anche a te.
Sconvolto chiude piano la porta dietro di sé.

È l'alba nella piccola città di mare, non si sente alcun rumore, le strade sono deserte.
L'arsura lo tormenta, come un richiamo si dirige al molo e più si avvicina al mare, più sente in lui crescere il desiderio di immergersi.
Si ferma sulla banchina e guarda l'acqua affascinato, un altro flashback: si trova nel bar del molo e sta bevendo una birra. È arrivato da poco nel paesino famoso per le sue grotte sottomarine e vuole affittare una barca per le sue escursioni. Qualcuno gli ha indicato il bar e... quel vecchio, il marinaio... cosa gli ha raccontato?
Guarda la sua immagine riflessa nell'acqua e vede il suo viso, non si riconosce, non è lui. Si tocca le guance, si strofina gli occhi e quando li riapre sta sogghignando. Fa un passo indietro, lui non ha sorriso e non ha quell'espressione malefica. Di certo non è un santo, ma non può avere ucciso una donna. Lo ripete a voce alta per rendere più convincente la sua frase:
- Quell'uomo riflesso nell'acqua non sono io!
Poi improvvisamente raggiunge una consapevolezza: il marinaio, devo trovarlo, cosa mi ha raccontato della grotta?
Cammina avanti e indietro stringendosi la testa, quasi a voler far uscire il ricordo. Si blocca e il suo sguardo si ferma a guardare l'insegna del bar, corre verso di esso.
Il bar è quasi invisibile, la piccola e scrostata insegna quasi sparisce nel palazzo mangiato dal tempo, dal sole e dalla salsedine.
Prima di entrare si dà una sistemata, sembra un pazzo... o forse lo è!
Entra e lo investe la penombra; il locale è arredato con tavoli e sedie di legno, quadri del mare e reti da pesca, sembra di essere entrati nella cambusa di un vecchio peschereccio. Cerca con lo sguardo il vecchio marinaio e lo vede seduto a un tavolo nell'angolo più lontano, sembra che il buio lo avvolga.
Si avvicina a grandi passi, si piomba davanti a lui.
Il vecchio lo ignora, si versa da bere e tracanna il liquido, poi sbatte il bicchiere sul tavolo; continuando a ignorare ostinatamente l'uomo che sta cominciando a dare segni di insofferenza.
- Cosa vuoi? Hai scelto il tuo destino.
L'uomo cade seduto sulla sedia e guarda il vecchio, disperato.
- Ma che stai blaterando? Quale destino? Ho vaghi ricordi e stamattina... è come se mi fossi risvegliato da un incubo.
Si guarda le mani e le immagina sporche di sangue, si copre il viso, quello che gli esce dalla bocca è un suono gutturale che si confonde tra un pianto e un ghigno di soddisfazione.
Il marinaio lo guarda, riempie di nuovo il bicchiere:
- È rhum, bevi!
L'uomo inspira profondamente e caccia l'aria in un soffio, toglie le mani dal volto, gli occhi azzurri diventano due pozzi neri e sorride diabolico al vecchio.
- Come hai fatto a convincerlo a venire nella grotta?
Il vecchio sghignazza:
- Ogni uomo è alla ricerca del proprio destino, ogni marinaio cerca le risposte nel mare.
Si avvicina a lui attraverso il tavolo e l'uomo lo imita:
- Ti ho fornito ciò che volevi, ora devi darmi ciò che mi hai promesso.
Il demone afferra la bottiglia e tracanna il rhum:
- Per migliaia di anni l'unico sapore che sono stato costretto a sopportare era quello delle alghe rancide e del mare salato. Vecchio, quando sei venuto nella mia grotta ti avevo promesso la vita eterna se mi avessi procurato un corpo da occupare.
- Ho fatto ciò che mi hai chiesto. Ti ho portato un uomo e ora sei libero di camminare sulla terra.
- Sì, ma un'anima per un'anima e un demone per un demone... spero per te che tu conservi il sapore del rhum nella gola perché dove stai andando c'è solo il mare.
Il vecchio spalanca gli occhi e tenta di spostarsi, ma il demone è più veloce. Gli afferra la gola e stringe. Per un attimo i suoi occhi si spengono per poi riaccendersi in un blu profondo.
- Il tuo corpo è mio e tu sei ai miei ordini. Sai cosa fare.
Il marinaio annuisce.

Una coppia entra in quel bar sul molo, sono stanchi e hanno bisogno di ristorarsi.
Nell'angolo più buio del locale c'è un vecchio marinaio che beve rhum.
L'uomo lo guarda e sente il bisogno impellente di parlargli, si avvicina.
Il vecchio marinaio ha profondi occhi blu:
- Tu sei un marinaio in cerca del tuo destino e solo il mare ha le risposte che cerchi. Seguimi e saprai.
Il vecchio si alza e l'uomo lo segue. Si ferma e sussurra qualcosa alla donna.
I tre salgono su una barca e si perdono nelle ombre della sera.

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