Capitolo 28
Andrea è in piedi davanti alla macchina, ha lo sguardo perplesso e preoccupato.
Lo saluto andandogli incontro.
"Questa me la spieghi" mi dice con la voce adirata
Annuisco per poi salire in macchina e iniziare a raccontargli tutto tra una lacrima e l'altra.
"Cazzo questa non me l'aspettavo" dichiara diretto
"Non capisco perché non te l'abbia detto" chiede perplesso
"Credo che non sia facile accettare la malattia, figuriamoci parlarne" puntualizzo
Andrea continua a guidare perplesso e pensieroso, fino a casa.
Entriamo nell'appartamento dirigendoci sul divano.
Andrea si versa da bere offrendomi qualcosa, lo ringrazio sedendomi.
"A cosa stai pensando?" chiedo con la tristezza nel cuore
I suoi occhi si posano su di me.
"Potevamo pensare noi al bambino" sentenzia quasi rabbioso
"Scusa forse non ho capito quello che intendi" domando basita
Il suo comportamento non mi piace.
"Non hai pensato che avremmo potuto adottarlo noi?" puntualizza diretto
"Noi?"
"Scusa Andrea e con quale diritto? Non siamo sposati, nessuno ci darebbe il consenso" preciso
"Non ci vuole tanto a sposarsi, sai? Basta andare in comune" dichiara irritato
Poi il suo sguardo cambia ed esprime serio:
"Ma forse tu non ci hai pensato perché non te ne frega un cazzo di sposarmi" sbraita irritato
Sgrano gli occhi incredula alle sue parole, mi alzo in piedi guardandolo fisso.
"Tu pensi questo di me?" chiedo con un nodo alla gola
Continuo a guardarlo nei suoi occhi color cioccolato, il cuore batte tristemente per Kitty, il pensiero che Giorgio potesse rimanere senza famiglia mi ha attanagliato fino a poco fa e adesso il dispiacere delle sue parole mi ha avvolta del tutto.
"Non pensavo di meritarmi queste parole da te" gli dico guardandolo arrabbiato
Si passa una mano tra i capelli scuri infastidito, poi sul viso.
"Non volevo dire quello che ho detto" inizia a giustificarsi
Alzo una mano bloccandolo.
"Non è vero, lo pensi e l'hai detto" puntualizzo
"Mi sono espresso male Ginny, volevo dire..."
Non lo faccio continuare dicendogli:
"Credo che non sia il caso di continuare questo discorso. Sono stanca, avvilita e triste per tutta questa faccenda. E prima di ritrovarci a dirci cose che non vogliamo, è meglio evitare"
Mi guarda in modo torvo.
"In che senso?" chiede
A quel punto sono io che sbotto.
"Pensi che per me sia facile tutto questo? Penso a noi tutti i giorni, a come poter fare. Lascio andare il mio lavoro? Chi prenderà in mano il San Matteo? Persone brave? Vorranno bene ai bambini? So cosa vuol dire, so cosa si prova"
"Ginny io..." prova a dire
"Stà zitto non ho finito" sbraito fuori di me
"Poi penso a te. Vorrei essere qui con te, viverti nel quotidiano. Amarti e essere amata. Avere una famiglia, ma se non siamo in due a lavorare come possiamo fare ad avere quello che più ci aggrada?"
"Niente è facile nella vita" finisco di dirgli mentre alcune lacrime scendono sulle guance
"Insieme troveremo una soluzione" mi dice a bassa voce avvicinandosi
"Mi dispiace Andrea ma prima di fare un passo così importante, io ho bisogno di certezze" gli faccio presente
"Io sono una certezza" ribatte serio
Scuoto la testa avviandomi alla porta.
"Dove cazzo stai andando?" chiede con voce dura
"Ho bisogno di schiarirmi le idee, scusami" rispondo uscendo dall'appartamento
Faccio pochi passi quando mi sento afferrare e strattonarmi all'indietro. Le braccia di Andrea mi stringono a sé.
Rimango addossata a lui col cuore che batte a mille, il suo respiro che alita sul mio collo e la sua voce roca che vibra nell'orecchio, mentre mi dice:
"Le idee te le schiarisci con me. Non ti lascio andare per due motivi"
"E quali sarebbero?" domando tenendo gli occhi chiusi
"Il primo è che fuori è buio e il secondo è che ti amo. Qualsiasi discussione che avremmo in futuro l'affronteremo guardandoci. Non ti riazzardare ad andartene Ginny"
Le sue ultime parole sono dette con voce più soave.
Mi stringo a lui per poi sentirmi voltare e riapro gli occhi affogando nel suo sguardo di cioccolato.
Mi porta dentro casa chiudendo la porta dietro di sé senza mai staccare gli occhi dai miei.
Un mese dopo
I fogli per l'adozione di Giorgio sono stati firmati e consegnati a chi di dovere.
Una settimana fa ho parlato con Kristina, l'ho sentita affaticata ma è felice di sapere che il suo bambino vivrà con Nicholas e Silvia.
"Grazie per quello che hai fatto e che stai facendo. Perdonami se non sono stata una buona amica negli ultimi tempi. Ricordati che ti voglio bene" mi ha detto con voce fievole
"Te ne voglio anch'io. Non hai niente da farti perdonare. Ognuno fa le sue scelte nella vita a prescindere se siamo sbagliate o giuste" le ho risposto con serenità
Ho sentito un sogghigno e prima di salutarci mi ha detto:
"Tesoro ricordati che la vita è una sola. Non farti condizionare dal passato, vivi il futuro con l'amore della tua vita. Hai un cuore grande"
Da quel giorno ho ricevuto qualche messaggio da suo fratello, dicendomi che hanno iniziato a darle antidolorifici per alleviarle il dolore.
E il dispiacere mi ha avvolta di nuovo, piangendo spesso anche a telefono con Andrea, che cerca di consolarmi al meglio.
Sono nel mio ufficio con Giorgio, quando Nicholas con Silvia accompagnati da Giacomo ed Elisabetta arrivano a conoscere e prendere il piccolo.
Appena Suor Paola li fa accomodare ci salutiamo e Giorgio li guarda per alcuni secondi poi spalanca la sua piccola bocca ridendogli e allunga le braccia verso Silvia che lo prende in braccio dicendogli:
"Ciao piccolo"
Mentre io sorrido guardandolo gli informo dicendo:
"E' molto buono, ha iniziato lo svezzamento da poco ed è già un mangione"
Il piccolo guarda anche Elisabetta e le tende poi le braccia, lei lo prende iniziando a coccolarlo.
"Credo che dovremmo tenerlo d'occhio fratello, ha già adocchiato le donne" sentenzia Giacomo ridendo
"Non sarò certo io a fermarlo da grande" precisa Nicholas
Silvia lo fulmina con lo sguardo e lui sorride sornione.
Rimaniamo a parlare per alcuni minuti, per poi scendere consegnando tutto quello che appartiene al piccolo.
Li saluto abbracciandoli e ringraziandoli nuovamente.
Tengo stretto a me Giorgio, lui ride come sempre. In questo lasso di tempo è sempre stato con me e noi due siamo legati. Anche se so che lo rivedrò, sento già la sua mancanza.
Rimasta da sola mi chiudo nell'ufficio cercando di finire quello che stavo facendo, ma i pensieri vorticano nella testa come insetti fastidiosi.
In questo mese stare dietro a tutto quello che riguardava Giorgio, io e Andrea non abbiamo avuto il tempo di parlare di noi, della nostra futura vita insieme.
Sono combattuta perché so quello che vorrei come lo sa il mio cuore, ma quest'ultimo è anche spezzato a metà al pensiero di lasciare Suor Paola, ma soprattutto i ragazzi.
Questo posto e queste persone sono da sempre la mia casa e la mia famiglia.
Ho chiesto alla sede centrale se ci sono richieste per potermi sostituire a tempo indeterminato e appena avrò qualche risposta dovrò parlarne con Stefano Borracelli e company.
Mi ridesto dai pensieri sentendo bussare alla porta e prima che io risponda, quest'ultima si apre facendo apparire Cristian.
"Ti disturbo?" chiede guardandomi
"No dimmi pure" gli dico facendogli cenno di entrare.
"Hai lasciato il telefono nella sala, credo che ti sia arrivata l'email che aspettavi" mi fa presente porgendomi l'oggetto e sedendosi
Apro la posta elettronica e mentre leggo il mio cuore perde un battito, rivolgo lo sguardo verso il ragazzo che ritengo mio fratello dicendogli:
"C'è una ragazza disposta a prendere il mio posto"
Lui sorride per poi chiedermi diretto:
"Se non fosse adatta, hai mai pensato di chiedere ad Andrea di lasciare tutto e venire qui?"
Rimango alcuni secondi in silenzio per poi rispondergli:
"No, non l'ho mai fatto. E lo sai perché?"
Lui scuote la testa.
"Perché lui è felice lì, ha il suo lavoro a cui è legato tantissimo. Ha sempre avuto accanto Nicholas e Lucas e non li lascerebbe mai"
"Già, gli inseparabili" puntualizza sorridendo Cristian
Rido divertita.
"Te ne ha parlato, eh?"
Lui annuisce per poi dirmi:
"Non rimane che sperare che questa ragazza sia valida e che tu possa finalmente vivere la tua vita"
"Sbagli"
Mi guarda basito e io ribatto:
"Se questa ragazza è valida, noi due possiamo andarcene"
Cristian mi guarda con i suoi occhi azzurri e io proseguo:
"Lascerò un pezzo di cuore qui, ma non lascio te. L'ho promesso tempo fa dove vado io, tu verrai con me"
Mi soffermo un'attimo per dirgli:
"Se lo vuoi anche tu naturalmente, tra poco sarai maggiorenne e potrai scegliere"
Sorride dicendo:
"Non abbandono mia sorella"
Abbasso lo sguardo sul telefono rispondendo all'email organizzando l'incontro con Annalisa Venturi, la ragazza che si è proposta per il lavoro.
Dopo l'avvio dell'email tiro un profondo respiro e chiudo il telefono, per poi tornare a guardare Cristian che mi sorride felice.
Nota autrice
La loro prima litigata ci voleva per chiarire determinati punti.
E ci è scappato il Ti Amo.
E lei pensa a Cristian.
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