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Capitolo 17


Andrea

Vederla allontanarsi nello specchietto retrovisore mi riempie il cuore di tristezza, sapendo come si senta dopo quello che è successo.

Avrei voluto rimanere con lei, oppure portarla via, pur di non lasciarla lì.

Ma purtroppo non posso farlo e mentre i miei amici ridono e scherzano, io guido pensandola.

"Allora quando pensavi di dircelo?" chiede allegramente Nicholas seguito a ruota da Lucas

Nicholas fa finta di essere all'oscuro di tutto e io rido internamente.

"Siamo i tuoi amici e dovevi dircelo" brontola quest'ultimo

"Ehi, ehi ragazzi lasciatelo stare" li rimprovera Silvia

Sospiro ai loro discorsi, devo parlare e fargli sapere quello che sento e provo.

"Grazie Silvia ma hanno ragione. Noi siamo una squadra, lo siamo sempre stati e là dentro, dove è rimasta Ginevra, ci chiamavamo gli inseparabili"

Queste parole fanno sì che lei mi ascolti con interesse, ho capito quello che questa ragazza prova, per quel testone del mio amico, e mi auguro che lo capisca anche lui prima o poi.

Kitty non è fatta per Nicholas.

"Ho sempre avuto un debole per lei, e questo non se n'è mai andato nel tempo" le dico dandole un'occhiata dallo specchietto

"Ammettere l'amore della tua vita è bello da parte tua, Andrea" mi risponde sollecitandomi a parlare

"Più che bello credo che sia doveroso. Ho sempre pensato che lei avesse e potesse avere una marcia in più delle altre" preciso

"E ce l'ha. Guarda cosa non ha fatto per quel posto, e del sacrificio per la sua vita" sentenzia Lucas

"Condivido in pieno, tutto" precisa Nicholas

"Ginevra è una ragazza stupenda, sono onorata e orgogliosa di averla conosciuta e poterle essere amica" dichiara Silvia

"Sarà felice di saperlo" le rispondo di rimando

"Che intenzioni hai?" chiede Nicholas

"Credo che per il momento ci sia poco da fare. Quando potrà verrà lei a Milano e viceversa" gli spiego dandogli un'occhiata

Lui annuisce

"Mi sembra un'ottima idea" dichiara Lucas

"Non sarà facile" preciso

"Quando c'è amore tutto risulta facile" esordisce Silvia

Io le sorride con enfasi.

Arrivati a Milano accompagno tutti alle loro destinazioni per poi dirigermi nel mio appartamento.

Ginevra

Sono passati quindici giorni e questo fine settimana andrò a Milano, starò da Andrea.

Con Kristina le cose non vanno molto bene è distante anni luce da quella che era, anche con me.

Ho saputo da Andrea quello che è successo tra lei e Nicholas e sono arrabbiata, perché non si è neanche premurata di raccontarmelo.

Appena scendo dal treno mi ritrovo tra le braccia del mio ragazzo che mi bacia con passione.

"Stiamo dando spettacolo" gli dico ridendo appena si stacca

"Non m'importa mi sei mancata troppo" mi risponde prendendomi la valigia e poi la mano avviandoci alla macchina.

A Milano il traffico è più intenso di Firenze e mentre Andrea guida io mi guardo attorno.

Parcheggia l'auto davanti ad un bellissimo palazzo pieno di piante e fiori sulle terrazze.

Entriamo salutando il portiere.

"Wow che bello e che lusso" esclamo con enfasi

"Sì sono fortunato a lavorare per i De Angelis, questo palazzo l'hanno acquistato per i dipendenti e l'affitto è irrisorio" mi spiega mentre saliamo in ascensore

Appena entriamo nel suo appartamento non faccio in tempo a guardarmi attorno che lui mi agguanta per la vita e sbattendomi al muro mi bacia, con la mano che s'intrufola sotto la mia camicetta.

"Non ti rendi conto quanto sia bello averti qui con me" sussurra mentre mi bacia il collo

"Lo so perché è lo stesso per me" gli rispondo

Ci guardiamo con intensità e lui mi dice con voce sexy:
"Ti amo Ginny"

Sorrido felice mentre il cuore batte forte e un fuoco divampa in me.

"Andrea ti..."

Ma non mi fa finire la frase perché si rimpossessa della mia bocca trasportandomi in camera e ritrovandoci nudi nel suo letto.

Non so dove tutto questo ci porterà. Non so se forse stiamo correndo troppo, ma so che lo voglio, che lo desidero.

Le sue coccole mi mandano in estasi, facendomi ansimare quando s'impossessa con la sua bocca del mio clitoride gonfio.

Torna a baciarmi intrecciando le nostre lingue e i nostri sapori.

E' così eccitante, lui è così eccitante.

Si stacca da me per prendere un preservativo, ma io lo fermo confessandogli che ho iniziato a prendere la pillola, mi sorride maliziosamente.

"Posso prenderti quando voglio, allora" precisa con voce roca dal desiderio

"Ti amo" gli dico guardandolo nei suoi occhi scuri

Nel mentre entra in me facendomi inarcare e portandomi con le sue spinte all'orgasmo che arriva prepotente, facendomi urlare il suo nome seguita da lui che grugnisce accasciandosi su di me.

Dopo poco si solleva e si mette su un fianco guardandomi.

"Sei bellissima Ginny"

Arrossisco e lui mi accarezza una guancia.

"Non voglio sciupare questo stupendo momento, ma ho bisogno di parlare con te" mi dice facendosi serio

Lo guardo annuendo, so già di cosa vuol parlare e ha ragione è arrivato il momento di dirci tutto, se vogliamo andare avanti nel nostro rapporto.

Ci facciamo una doccia, per poi pranzare seduti sul divano del salotto openspace. Davanti a noi la meravigliosa vetrata con vista sulle colline di Milano.

"I miei sono morti a quanto pare in un'incidente automobilistico. Ero piccolo e loro non avevano parenti prossimi, così gli assistenti sociali mi hanno portato al San Matteo"

Lo dice tutto d'un fiato come se quelle parole bruciassero in bocca.

"Mi dispiace tantissimo" gli dico abbracciandolo

"Ma sono anche stato fortunato se ci pensi Ginny, ho avuto una famiglia che mi ha amato e che mi ama" mi fa presente

Annuisco dandogli ragione, sospiro guardando fuori dalla finestra, ripenso al mio passato, torno poi con lo sguardo su di lui.

"Io sono stata portata al San Matteo dall'uomo che adesso né è il proprietario... mio zio Stefano Borracelli, il marito della sorella di mia madre"

Flashback

La mamma non è più tornata a casa.

Sono triste non sorrido più.

Lo zio Stefano ha litigato per giorni con la zia Federica.

Sono piccola ma ho capito che litigano a causa mia.

Stamattina lei mi ha stretto a sé e poi è corsa via piangendo.

Lo zio mi ha portato in macchina in un posto pieno di bambini e con delle signore vestite di nero.

La casa ha i muri sporchi e le finestre scure come la porta.

Non mi piace questo posto ma ci sono i bambini e questo è bello.

Lo zio mia ha detto di giocare con loro e io l'ho fatto.

Ma poi l'ho visto salire in macchina e andarsene senza voltarsi.

Mi ha lasciata qui e non è più tornato.

Fine flashback

Lo sguardo di Andrea è allibito, esterrefatto, triste ma allo stesso tempo curioso.

E' giunto il momento di tirare fuori quello che mi porto dentro da una vita.

Nota autrice

Ecco cosa è successo a Ginevra chi l'ha portata all'orfanotrofio.

Ma perché l'ha portata lì?

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