*Nel capitolo precedente*

"Lui mi sorride,con uno sguardo preoccupato,tirandosi indietro,temendo un mio assalto improvviso.
E io che lo guardo imbabolata.In questo momento prego i santi,di far sprofondare la terra.
Mi giro all'improvviso coprendo gli occhi con le mani,tutta rossa in viso.
Mi avete capito?Ho scontrato Cameron Dallas"

In questo momento,spero solo di aver centrato un palo,e che tutto ciò sia frutto della mia immaginazione,adesso magari mi troverò a fissare il tappeto rosso aspettandolo,e magari avrò anche la borsa.
A svegliarmi,è la sua mano,che appoggia  sulla spalla;al suo tocco,le mie spalle bruciano,insieme alle mie guance.
<Tutto ok,ragazza?>la sua voce è preoccupata,e si mette di fronte a me.
Mi giro,voltandogli le spalle.
<Si si,sto benissimo,ora vai,le altre ti aspettano.Sei pure in ritardo>riesco a dire con la voce tremante.
I miei piani non erano questi.
Avevo pure preparato un piccolo discorso da fargli,ma adesso tutto è andato a farsi benedire.
Dandogli le spalle,cammino dritto,finché non mi afferra un polso,e mi gira a sé,guardandomi negli occhi.
Non oso togliere le sue  mani calde dai miei polsi,la mia coscienza non me lo permetterebbe mai.
Mi limito,invece,a guardare verso sinistra e verso destra.
Il silenzio che si creato è piuttosto imbarazzante,e a rompere il ghiaccio,come ho rotto la sua testa,devo essere io.
<Scusami veramente,se ti sto facendo fare tardi,e soprattutto se ti ho urtato in questo modo>non riesco più a trattenermi e lo guardo negli occhi.Con il sole pomeridiano brillano,come se ci fossero stelle,che in questo momento danzano una con l'altra.
<Ei,tranquilla non mi hai fatto nulla.Perché correvi in quel modo?>la sua risata comincia a farsi sentire,accompagnata dalla mano per tirarsi all'indietro i capelli color castano chiaro.
<Oh,sono proprio una stupida.Correvo perché ho dimenticato la mia borsa proprio in quel bar, -indico con il dito il posto- e avevo paura di perdermi la vostra sfilata, -deglutisco cercando di togliere la secchezza nella mia bocca-  e in particolare..la tua.>
Ride ancora un'altra volta,e delle fossette gli si formano in viso.
<Vengo proprio da lì,ti accompagno?>
Oh,guardalo è disposto a ritardare per te...
Eccola qui a voi,quella è la mia coscienza.
Quella che non mi lascerà mai in pace,e mi fa pensare chissa' cosa su chissa chi,la maggior parte delle volte.
<No,CAm,sul serio.Sei in ritardo di 10 minuti!Ce la posso fare anche da sola>
<Le tue proteste con me sono inutili,su,andiamo!>
Io non posso crederci.È un sogno.Una lacrima di gioia scende inumidendomi la guancia.
<Grazie mille per averla conservata!>ringrazio il barista per aver custodito la mia borsa,notando che lancia delle occhiate curiose a me e a lui.
Cosa? Noi?no no.Ma magari!
Vabbe'.
<Facciamo un gioco?>domanda cam.
<Un gioco?>scoppio in una risata. <Su avanti,mettimi alla prova>
<Sono in ritardo di ben quindici minuti,che ne dici,se ora facciamo una gara?Chi arriva primo vince.>
<Non posso dirti che non sono tentata>il mio tono lo sfida.
<Ci sto!>e corro,sfrecciando,invertendo la strada.Cameron mi raggiunge,superandomi quasi.
<Non è giusto!Eddai!>urlo.
Sembra fermarsi,mi prende la mano,e mi porta a correre con lui.
Bene.Se qualcuno mi avesse detto che mi sarei trovata a correre mano nella mano con Cameron dallas,con le nostre risate,e la gente che ci guardava strano,molto probabilmente sarei scoppiata a ridere,e sicuramente gli  avrei consigliato uno psicologo.Bravo ovviamente.
Ma invece ora non posso fare altro che crederci.È veramente con me.Io ho le sue mani calde nelle mie.
Non è vero che le persone famose sono serie,che firmano autografi e se ne vanno.
No.Lui non è così.Lui è disposto anche a 15 minuti per te.A giocare.
Bhe,lui è lui.Perfetto così com'è.