Leo
Facevo parte del programma protezione testimoni da quando a sei anni, avevo assistito alla morte di mia madre, per mano di Gea.
Ero cresciuto con piú e piú membri della CIA.
Loro avevano sfruttato il mio fisico da folletto, la mia intelligenza e la mia capacità di saper costruire di tutto, per usarmi come agente sottocopertura. Vivo a New Olimpius da tre anni.
Mi piace questo posto. È piccolo, in mezzo alla natura, con una mentalità ristretta, con pochi abitanti e soprattutto tanti, troppi pettegolezzi, a discapito dei poveri scemi protagonisti, ma è il primo posto che mi sento di chiamare casa.
Piú o meno sei mesi fa, finii in questa specie di prigione.
Li incontrai Calipso. Era stato un processo graduale.
Inizialmente la odiavo, con tutto me stesso. Poi diventammo amici, e prima che potessi rendermene conto, e impedirlo, io mi ero innamorato di lei.
Restai chiuso li per circa un mese. E miseriaccia, era bastato a farmi perdere la testa.
Mi aveva aiutato a fuggire. Ma era rimasta li.
Ma io tornerò a prenderla. So già come fare. Quando farlo. Da dove partire, e dove la ragazza sarà effettivamente al sicuro.
E mi è restata in mente.
Ogni volta che chiudo gli occhi,lei è lì. Il volto sottile e definito.
Le mani da lavoratrice. La dolcezza da cucciolo, dentro la corazza d'ossidiana.
Mi torna in mente il suo profumo di cannella e fumo del falò.
Il modo sognante in cui osservava il tramonto. La sua sottile arte nel tessere, alla maniera antica.
Quel sorriso caldo. La sua bellissima voce. E il sapore delle sue labbra.
E mi manca.
Mi manca battibeccare con lei.
Farla sorridere. Sorridere. Mi mancano le chiacchierate nel bel mezzo della notte. Mi manca sentirla cantare. E sentirla lamentarsi della mia presenza.
Mi manca il modo in cui mi guardava, come se dovesse ancora capire, se fossi uno dei buoni o no.
Perché si. È cosí. Abbiate fiducia. Io tornerò a prenderla, Calipso, lo giuro sullo Stige.
Io tornerò a prenderti, Calipso. Lo giuro sullo Stige.
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