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5.UNA MIA NATURALE INCLINAZIONE AL PIACERE...
Piero pensò di affidare a Lorenzo alcune missioni diplomatiche a Milano e a Venezia, dove vi erano due filiali del Banco Dei Medici.
Il 17 aprile 1465 conosce nella città di Pisa Federico Di Napoli, diretto a Milano per rappresentare Alfonso al suo matrimonio con Ippolita Maria Sforza.
Lorezo è dispiaciuto di dover sepaarsi da Federico ma Venezia lo attende. Viene presentato al doge Cristoforo Moro. Deve fare un accordo con la Repubblica Serenissima sul commercio dello zucchero di canna.
In tutrta l'Italia i politàici sapendo che Lorenzo non ha neanche 20 anni restano stupiti dealla sua grande capacità diplomatica.
Lorenzo viene accolto nel Sentao da Cristoforo e gli altri vedendo che è un ragazzo adolescente ne restano sorpresi. Vicino a lui c'è Francesco.
"Benvenuto nella Serenissima, giovane Medici. Come possiamo aiutarvi? Rsiete stato mandato da vostro padre?"dice curioso Cristoforo osservando Lorenzo.
"Sì. Firenze vuole fare n accordo con Venezia per l'importazione dello zucchero di canna. Sono venuto ad aiutare Pazzi nelle trattattive."
"Vostro padre, ha mandato un principiante per fare l'accordo con una città moltio importante. Cosa vi fa credere che mi serva aiuto?"
"Pazzi! Medici! Lasciate i vostri problemi fuori da questa stanza!"ordina infastidito Cristoforo ed entrambi si zittiscono. Sono il potere e i soldi a comprare la gente. Inutile illudersi. Non cambier mai niente, devo impegnarmi per farlo accadere. Venezia ne è la prova: viene chiamata Repubblica Serenissima... eppure qua ogni giorno attracano tante navi negriere: trasportano gli schiavi presi dall'Oriente. Cambierò tutto questo. È il mio destino. Riflette deciso Lorenzo. Dimostrerà al padre di essere pronto a sfidare i nobili; se ignificherà lottare per il bene della Repubblica Fiorentina.
Finita la riunione Francesco e Lorenzo vanno a pranzare.
"A differenza vostra, Mediciho già fatto queste cose. Non capisco che aiuto potete darmi."
"Non lo so. Se mio padre mi ha mandato ad aiutarvi avr pensato che vi servisse aiuto."
"O... forse... vi ha mandato per spiarmi, cosicché possiate dirgli della nostra banca."
"Non è niente di tutto questo. Finiscila con questo essere sospettoso. Voglio solo mparare bene il mio lavoro. Credimi. Dammi una possibilità."
"Una possibilità? Non sono sicuro che ve la meritiate. Siete troppo arrogante per volere aiutarmi. State tramando qulcosa. E presto lo scoprirò."
"Non sto tramando proprio nulla. Voglio solo che mi dai una possibilità."
"D'accordo... Medici... avete vinto voi... vi darò una possibilità..."risponde rassegnato Francesco e Lorenzo contento si inchina. Preso il calice va nella sua stanza a scrivere una poesia. Non posso dimenticarti. Ti ricorderò con tutte lemie forze... sei al centro del mio cuore. Io... amo in modo esagerato. Non sbaglio perché sono cattivo, ma solo per questo amore. E allora.. sì. Amo sbagliare. È un piacere venerarti, amica mia. Mi viene naturale amarti... non so amare a metà. Riflette trasognato fissando la poesia per Lucrezia, scriveva le parole quasi fosse in trans. Quelle dolci frasi volevano essere scritte... uscire da lui, come se fossero vive. La piuma si muoveva rapida sul foglio... doveva scriverle.
Per i Fiorentini lui è un Dio, invece Lorenzo si sente tutto a parte questo.
Lorenzo cerca un bordello per fare sesso, vuole farlo ora che può. Appena tornerà a casa dovrà comprtarsi sempre bene. Niente distrazioni.
Lorenzo sale e scende dalle gondole, è nervoso pr la riunione con Cristoforo. Tornato in Piazza San Marco etra nel Duoo, per quanto si sforzi non riesce a stare lontano dall'arte... in qualsiasi forma essa sia: ne è ipnotizzato. Come quando vede Lucrezia. Guarda gli affreschi... dalle vetratre colorate entra una luce soffusa; che a sua volta si onde con le fiammelle dei candelabri. Siede sulla panca ad ascoltare i canti del coro.
Lorenzo crede che l'arteè il modo in cui si esprtime Dio per parlare con la gente, non avendo altri metodi. E lo fa attraverso gli artisti. Per Lorenzo addiruttura le statue che mostrano i corpi nudi sono belle.
Lorenzo cerca una festa in cui imbucarsi. I presenti lo guardano incuriositi dai suoi vestiti: indossa una camicia grigia insieme ai pantaloni marroni e un capello da cui si vedono i capelli legati.
Lorenzo balla tutta la notte e senza neppure andare a dormire va direttamente al Senato. Francesco lo guarda sorpreso, ogni tanto vedeva il ragazzo durante la messa ma mai in questo modo. Sembra stanco.
"State bene? Avete festeggiato tutta la notte? Siete sveglio da ieri?"
"Sì ma stai tranquillo... dormirò dopo. Resisto finché non sarà finita la riunione."
"Sarà meglio, Medici. Non causarmi problemi con Moro. Ricordate la promessa."avverte serio Francesco sedendo sulla panca, fissa torvo il ragazzo.
"Messeri, se volete seguirmi. Sta iniziando la riunione. È in un'altra stanza."annuncia ansioso il segretario di Cristoforo, lo seguono nella stanza.
Cristoforo soprende di tutti: fa un accordo con il Banco Medici. Lorenzo quando si impegna sa essere molto persuasivo, lo ha convinto che Veneziavr dei vantaggi maggiori rispetto alla banca dei Pazzi.
"E' solo la fortuna del principiante. Non sapete neanche come avete fatto."commenta irriato Francesco e Lorenzo gli sorride felicissimo.
Conclusa l'esperienza Veneziana, Lorenzo dopo tre giorni di viaggio arriva a Milano. La prima cosa che fa è scrivere al padre del suo successo con Venezia!
Lorenzo si reca a Milano dove conosce Francesco Sforza, amico e alleato del nonno Cosimo. Viene ospitato nel Castello Sforzesco per il matrimonio di Ippolita Maria con Alfonso (il quale viene rappresentato da suo fratello).
Lorenzo viene informato da Pigello Portinari, direttore della filiale; su come deve comportarsi durante la riunione col duca Sforza. Si parleranno dopo il matrimonio di Ippolita Maria. Lorenzo festeggia insieme agli altri. La ragazza è nervosa, quindi lui le si avvicina.
"Non dovete avere paura, Sforza... starete bene. Sono sicro che vostro padre vi ha fatta sposare con una brava persona... tranquilla."
"Ci provo. Ma non riesco. Sono agitatissima. Napoli è moèto lontana."risponde ansiosa rovesciando il calice sulla tovaglia, l'acqua bagna anche i tovaglioli; Lorenzo le asciuga la mano solo per parlarle. Non potrebbe farlo visto che è il compito dei servi... si piacciono.
"Va meglio, vero? Quando volete sentirmi basta che spedite un messaggio a Lorenzo De' Medici. Firenze. Potrete scrivermi di qualsiasi cosa."spiega gentile ad Ippolita sussurrandole con voce dolce, sembra tranquillizzarsi un po'. Non sa neanche lui come fa a rassicurare le persone con cui arla, lo faceva quando sua sorella aveva paura o era agitata.
Lorenzo ed Ippolita diventeranno amici, ma non di quelli che poi si innamorano;perché lui ama già Lucrezia. Sarebbe impossibile che riesca dimenticarla.
Lorenzo non puòfar sapere a nessuno che ha due femmine come amiche o Jacopo direbbe ai cittadini questa cosa, Francesco pur odiandolo non fa queste azioni meschine.
Ma Lorenzo vorrebbe tanto dirlo al fratello, sa che lui non lo tradirebbe mai.
Lorenzo non vede l'ora di dire a Giuliano della sua nuova amica, sa che lo capisce. E non giudicherebbe mai l'amicizia con Ippolita. Ma a Lorenzo manca anche la sua amata arte... Milano neha poca, Firenze è piena di artisti.
Lorenzo attende con impazienza il giorno in cui entrare a far parte della Signoria, vuole sfidare i nobili facendogli vedere che pure un banchiere sa essere come loro. Devono finirla di credersi i padroni della città, perché in realtà è la sua famiglia ad esserlo non loro. E anche clui come Cosimo lotterà per tenersi Firenze. A differenza del nonno però, userà sempre metodi legali... non farà mai scelte illegali ed immorali. Risolverà i problemi usando le parole. Sempre. A qualsiasi costo. Sarà un ragazzo peretto.
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