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IX

Due giorni dopo io, Pizza, Federica, Ben, Andrew e Tom decidiamo di incontrarci di fronte alla yogurteria dove siamo andati qualche tempo fa io e Ben. Io e Ale già stiamo lí, mancano ancora tutti gli altri. Decido di chiamare Benedict per sapere a che punto si trovano.

G:"Pronto Ben sono Giada, dove siete?"

B:"Ehm... Non ne ho la piú pallida idea! Sono con Andrew, Tom e Fede, che ha insistito ad accompagnarci, ma secondo me ci siamo persi. Aspetta, ti vuole parlare Federica"

F:"Giadona, dove sei?"

G:"Sto alla yogurteria vicino alla casa di D'Annunzio, possibile che non la ritrovi?!"

F:"Il punto é che noi stiamo ancora ai colli!"

G:"Fammi capire una cosa: COSA CI FATE AI COLLI SE ABITI VICINO AL MARE?!"

Ale sobbalza e fa cadere lo yogurt che teneva in mano.

P:"Grazie eh!"

Guardo lo yogurt a terra e mi scuso in tutti i modi possibili con Pizza, poi torno a parlare con Fede.

F:"Il punto é che ci siamo persi e non sappiamo come andare alla yogurteria!"

G:"In che zona dei colli vi trovate?"

F:"Vicino a casa tua, ho appena passato l'Iper"

Inizio a darle indicazioni di ogni genere fino a quando Fede riconosce una zona e decide di chiudere la chiamata senza nemmeno ringraziare. Che mondo!

P:"Giada, ma quello non é Marco?"

G:"Nonloguardarenonrespiraregiratiandiamocenesubitononlosalutarenemmeno"

Ho detto questa frase talmente velocemente e a bassa voce che Ale mi ha sentita a malapena.

P:"Perché non lo vuoi incontrare?"

G:"Beh, forse perché ci siamo lasciati e non sa che ho una storia con Ben, mi pare logico!"

P:"Marco! Marco!"

La odio. Che cosa parlo a fare se lei poi fa di testa sua?! Mi giro dall'altra parte, ma purtroppo Marco mi vede e mi viene incontro.

G:"Ciao Marco, da quanto tempo!"

M:"Già...mi dispiace tantissimo di averti spezzato il cuore..."

G:"Figurati, fa niente, tanto già si é riparato"

Non credo che abbia capito l'antifona, tanto che mi dice:

M:"Che ne dici di ricominciare tutto dall'inizio?"

Ottio, e mo che gli rispondo?

B:"Mi spiace caro, ma lei esce già con me!"

Ben compare da dietro di me, mi giro e lo saluto con un sorriso.

G:"Ciao Ben"

Mi bacia, probabilmente per far ingelosire Marco. E ci riesce alla perfezione, poiché si scusa, gira i tacchi e se ne va.

G:"Ben graziegraziegrazie per averlo mandato via!"

Lo abbraccio forte e lui ricambia. Nel frattempo vedo arrivare anche Tom e Fede mano nella mano e Andrew da solo in un angolino. Povero, mi ricorda tanto me prima di incontrare tutti loro. Mi alzo, vado verso di lui e lo porto di fronte a Pizza che gli sorride. Andrew si siede al posto mio e lui e Ale iniziano a parlare amabilmente in inglese.

T:*Ei, che ne dite se ci dividiamo, nel senso che io e Fede andiamo da una parte, Ben e Giada da un'altra e Andrew e Alessia rimangono qui?*

Tutti:*APPROVO!"

Io e Benedict decidiamo di andare nella zona piú bella della città, Andrew e Pizza rimangono seduti a parlare e Tom e Fede entrano nella casa di D'Annunzio.

Ci avviamo mano nella mano verso il Belvedere e, una volta arrivati, ci sediamo su una panchina ad osservare il paesaggio. Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo, fino a quando Ben non apre bocca.

B:"Hai gli occhi sofferenti, che succede?"

Cavolo, se n'é accorto! Nessuno se n'era mai accorto...

G:"No, ti sbagli, sto benissimo"

Mi guardo istintivamente il polso coperto dalla giacchetta di jeans. Benedict mi guarda e abbassa piano piano la mia manica, rivelando una serie di braccialetti e elastici per i capelli lunga fino a metà avambraccio.

B:"E questi?"

G:"In genere dico che mi piacciono i braccialetti, ma credo che tu abbia già capito tutto, non é vero?"

Mi levo i bracciali uno a uno e rivelo tanti piccoli taglietti sul polso sinistro.

B:"Perché lo fai?"

G:"Non lo so nemmeno io, ho iniziato e non riesco piú a smettere..."

Mi prende il polso delicatamente e lo bacia. Stranamente non brucia, ma le lacrime iniziano a scendere comunque.

B:"Vuoi che ti aiuto a smettere?"

G:"Sí, per favore!"

Adesso sono letteralmente in lacrime. Lo abbraccio piú forte che posso, come se non volessi piú lasciarlo andare o per paura che possa scivolarmi dalle mani. Sono sicura che lui mi aiuterà a smettere.

G:"Non l'ho mai detto a nessuno e nessuno se n'é mai accorto, o almeno fino a oggi. Come hai fatto a rendertene conto?"

B:"Perché capisco quando soffri, una parte di me vive in te!"

Gli sorrido e mi passa un fazzoletto sul viso per asciugarmi le lacrime.

G:"Secondo te devo dirlo a Pizza?"

B:"Sí, devi dirglielo, non posso aiutarti da solo. Quando tornate a casa diglielo. Vedrai che saprà aiutarti"

G:"Grazie per i consigli Ben. Non so come farei senza di te"

Mi rimetto gli elastici sul polso e torniamo alla yogurteria. Ho paura a dire ad Ale che sono autolesionista, ho paura della sua reazione.
Andrew e Pizza stanno parlando in inglese. Si tengono la mano, che carini!

A:*Ei Ben, chiama Tom e digli che dobbiamo tornare a casa, ok?*

Benedict prende il telefono e chiama Tom e Fede. Io mi avvicino a Pizza che, approfittando della distrazione di Andrew, mi sussurra:

P:"Mi hai mentito!"

G:"Perché?"

P:"Tu hai detto che era solo carino e simpatico. É bellissimo e divertentissimo! Grazie per avermelo fatto conoscere!"

G:"Ahahah figurati! Senti, va bene se andiamo a casa mia, dopo? Tanto i miei non ci sono e ti devo dire una cosa"

Accetta. In lontananza vedo arrivare Tom e Federica a braccetto. Fede tiene in mano il telefono e vedo Tom parlarci dentro.

F:"Giadona, non servi piú da traduttore, adesso ho l'app di Google translate quindi possiamo capirci a meraviglia!"

G:"Sono felice per te!"

Verso le 17:30 saluto i ragazzi e Fede e mi avvio verso la fermata dell'autobus piú vicina insieme ad Ale.

Arrivate a casa mia la faccio accomodare.

G:"Pizza, io...ti devo far vedere una cosa..."

Mi abbasso la manica del polso sinistro, tolgo i braccialetti e scopro i tagli.

P:"Ottio amore, quando hai iniziato?!"

G:"All'incirca da 3-4 mesi..."

P:"E perché non me l'hai detto prima?! Avrei potuto aiutarti già da prima!"

G:"Beh, in realtà non te l'avrei detto se non avessi parlato con Ben, prima. Ma ora basta parlare dei miei problemi: com'é andata con Andrew?"

Le do una pacca sull'avambraccio e le faccio un mezzo sorriso malizioso. Ale fa un sorriso imbarazzato.

P:"Oh, lui é semplicemente fantastico! É spiritoso, non estremamente dolce ma nemmeno troppo scorbutico...insomma, mi piace da matti!"

Continuiamo a parlare fino alle 19:30 quando i suoi genitori la vengono a riprendere. Una volta sola, lo sguardo mi cade su quella lametta bastarda che mi ha rovinato il polso. La prendo ed esco di casa. Al primo cestino che trovo, la butto con violenza e torno a casa correndo come a evitare che i sensi di colpa mi invadano.

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