Sono passate tre ore dall'ora di pranzo, quindi io e Ale decidiamo di farci l'ennesimo bagno. Entriamo in acqua e subito Pizza inizia a schizzarmi.

"Vuoi la guerra? Ebbene, che guerra sia!"

Mi immergo in acqua e sparisco velocemente dalla sua vista. Fortuna che il mare oggi é pieno di alghe e io ho la maschera graduata, cosí riesco a vedere sott'acqua anche senza occhiali, mentre Ale deve faticare per trovarmi in mezzo al mucchio di alghe.

"Dove stai?"

"Buh!"

Le sbuco da dietro la schiena e caccia un urlo cosí acuto che, a parer mio, l'hanno sentita pure in Alaska. In effetti, tutti i bagnanti si girano verso di noi.

"Ehm...Ale, non mi piace essere osservata, che ne dici se usciamo fuori, torniamo alla palma e ci mettiamo a giocare tranquillamente a carte?"

"Approvo"

Torniamo alla palma ancora rosse in viso per l'imbarazzo, prendo UNO e ci mettiamo a giocare. Ale prova a distrarmi facendomi delle domande, ma é inutile, tanto vinco sempre io!

"Basta, ci rinuncio, sei troppo forte a questo gioco!"

"Non per niente é il mio gioco di carte preferito!"

"Oh guarda chi si rivede, il tuo amico. Benedict, mi pare che si chiami"

"Sí, si chiama cosí, vediamo cosa vuole"

Non mi interessa di come posso apparire fisicamente alla gente, ma questa volta é diverso: lui nonné una persona qualunque, é un inglese! Perciò decido di avvolgermi in un accappatoio per attirare la sua attenzione solo lui mio viso.

"Ehm...riciao...stavate giocando a carte, vi ho disturbato?"

"No, anzi! Vuoi giocare anche tu?"

Accetta la mia proposta e si siede vicino a me. Un brivido mi percorre la schiena e Ale inizia a dare le carte.

I minuti corrono veloci e io e Ben abbiamo vinto lo stesso numeto di partite. Pizza ne ha vinta solo una: povera ragazza!

"Dai Ale, non ti abbattere: sfortunata in gioco, fortunata in amore!"

"Seh, convinta!"

Ridiamo tutti e tre di gusto. Cavolo, quanto é bella la risata di Benedict.

A un certo punto sento il mio telefono squillare. Mi metto a cercarlo, ma non lo trovo. Cavolo, e se sia mia madre? Se non le rispondo velocemente poi si preoccupa e chi la vuole sentire lamentarsi che non le ho risposto!

"Cercavi questo?"

"Brutto essere spregevole, ridammi il telefono che se é mia madre mi viviseziona, tornata a casa"

Lo sapevo che ce l'aveva Ale! Ben ridacchia sotto i baffi.

"Comunqie non é tua madre, é Marco"

"Ancora peggio, ridammi subito quel telefono! Sta squillando da un quarto d'ora!"

"Uff, va bene. Vorrà dire che mentre tu parli con Marco, io simpatizzo con Benedict"

"Fate, fate, cosí vi conoscete meglio e magari nasce pure l'amore!"

Le strappo il telefono dalla mano, rispondo e mi allontano dalla palma.

"Pronto Marco?"

"Ciao Giada senti, ti devo parlare assolutamente il prima possibile. Tipregoooo, puoi venire domani pomeriggio al parco vicino casa mia verso le 16:30? Non portare nessuno però!"

"Ok, allora a domani"

Mi chiude senza salutarmi. Cavolo, deve essere successo qualcosa di grave.

Torno da Ale e Ben e noto che stanno discutendo amabilmente in italiano. Che dolci!

"Ah ciao Gia, come é andata?"

"Ti racconto domani, ora si sta facendo tardi e devo tornare a casa. Mi accompagni, vero?"

Le faccio gli occhioni da cucciolo, lei rotea gli occhi e accetta.

"Beh, allora noi andiamo. Ciao Ben"

Mi dispiace lasciare Benedict da solo al mare, anche se con lui c'é quella piccola peste di Martin.

"Come possiamo rimanere in contatto? Mi é piaciuto parlare con voi"

"Aspetta, ti do il mio numero: 334........"

"Ok grazie mille, stasera ti invio un messaggio per vedere se ho scritto bene il numero"

"Ok, allora a stasera"

Gli sorrido e lui mi fa un sorriso di rimando. Quanto é bello quando sorride! Io e Ale ci allontaniamo da lui, ma giro un attimo la testa verso il nostro nuovo amico. Ha la testa bassa, probabilmente sta piangendo perché prende un fazzoletto e si asciuga gli occhi. Mi dispiace vederlo triste, chissà che gli é successo!