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41 • IMPOSSIBILE DIMENTICARE

Un mese dopo

Ci aveva provato a dimenticarla. Ma quella ragazza gli era rimasta incastrata dentro, incisa sopra la pelle come un marchio a fuoco. Una cicatrice che non si copre con un tatuaggio, non si lava via con una bottiglia di vino o con le carezze di un'altra donna.

E Domenico, di donne, in quel periodo gliene aveva presentate diverse. Nonostante il suo carattere più intrattabile del solito, gli era stato molto vicino, da fedele amico qual era.

La migliore era stata la pischella di cui gli aveva parlato in quella videochiamata, un mese prima. Solare, simpatica, bella.

In quel momento dormiva al suo fianco, nel suo letto. I capelli erano un campo di grano scivolato per sbaglio sul suo cuscino. Lei era uno sbaglio. Tutte lo erano state, dopo Stella. Ma Lauro continuava a raccontarsi bugie.

La dimenticherò, prima o poi. È solo questione di tempo.

E mentre pigramente afferrava il telecomando appoggiato sopra il comodino, anche quel pomeriggio scelse di farsi del male, mentendo a se stesso senza alcuna pietà.

Ma a differenza di tutte le altre volte, quel giorno il castello di menzogne crollò.

Accadde quando accese il televisore. Quando la vide.

Stella, fasciata in un elegante abito azzurro pieno di lustrini, era seduta con le gambe accavallate su una comoda poltroncina bianca, in uno studio televisivo super moderno, ospite del talk show Domenica Life. A fianco a lei, Barbara D'Orso la stava intervistando.

Per Lauro fu come essere investito da una Porche lanciata a tutta velocità.

*****

Tre giorni dopo

Fuori, la pioggia era fitta e insistente. Ticchettava sui vetri dell'unica finestra presente in quella stanza quasi con violenza. Gocce che scivolavano come lacrime.

Stella si era incantata a osservarle, buttata lì, su un letto disfatto, che da troppe notti ormai era culla di sogni inquieti, tristi, a volte semplicemente vuoti.

Il vuoto era apatia, non voglia di niente. Lunghi momenti passati a rimuginare con lo sguardo perso nel nulla e la mente persa nel buio.

La sua assenza corrodeva come acido. Scavava a fondo. Faceva più male di quanto pensasse.

A volte lo odiava per questo. Ma il più delle volte odiava se stessa.

E se da un lato avrebbe strappato tutti i suoi poster, tutte quelle stupide fotografie che tappezzavano i muri scrostati della sua cameretta, e bruciato tutti i suoi CD... dall'altro l'avrebbe scritto in cielo che l'amava.

«Ehi Stella...» fu sua sorella, Luna, a interrompere i suoi pensieri. Appoggiata contro l'armadio, si stava infilando un paio di jeans. «Sicura di non voler venire?»

Stella le rivolse uno sguardo apatico e spento. «No, ti ho già detto che non ci vengo al cinema.» Farfugliò. La voce ovattata. La faccia affondata nel cuscino.

L'altra sospirò. «Non ti buttare giù così, dai.» Con fatica si allacciò il bottone dei Levi's. «Dopo la tua intervista a Domenica Life vedrai che si farà vivo.»

«Sono passati tre giorni. Ormai non ci spero più.»

«Beh, c'è sempre l'opzione c'è posto per te!» Scherzò la sorella, cercando di tirarla su di morale. Ma non funzionò.

«Ah, mamma e papà mi hanno detto che stasera cenano fuori, quindi ti devi arrangiare.» Aggiunse dopo qualche secondo, recuperando una maglietta a mezze maniche da un cassetto.

«Tanto meglio.»

«In che senso?» Le chiese, corrugando leggermente le sopracciglia.

Stella scostò le coperte e si sollevò seduta, appoggiando i piedi scalzi a terra. «Non l'hai notato?» Si passò una mano sul volto, massaggiandosi le palpebre, dolenti per le scarse ore di sonno. «Non sono più gli stessi da un mese a questa parte.»

«Ma dai, non è vero!»

«Non me l'hanno mai detto in faccia, ma io l'ho capito, sai. Li ho profondamente delusi.»

«Stai parlando della tua uscita da un espresso a Pechino?» Si infilò la maglietta.

«Sì. Insomma, prima mi sono fatta esiliare, rinunciando così a tre quarti del montepremi... poi con quella sfuriata pazzesca mi sono fatta espellere a due giorni dalla finale. Sono stata a dir poco patetica.»

Luna si incupì, ricordando quei momenti. «Spero davvero che tu e Lauro torniate assieme. Vi ho seguiti per tutto il tempo ed eravate meravigliosi.» Scosse leggermente il capo, abbassando lo sguardo. «Non riesco ancora a capacitarmene come lui possa essersene andato così. Mi si è spezzato il cuore quel giorno!»

«Ne abbiamo già parlato, me lo meritavo. Però penso di meritare anche una seconda occasione.»

Luna tornò a fissarla. «Lontano da te Lauro non può capire che cosa si stia perdendo. Ma quando tornerà gliela darò io una bella strigliata!»

La loro conversazione fu interrotta dal suono del campanello.

*****

In quello studio televisivo Stella aveva parlato tanto di lui. Ma l'aveva fatto in modo molto vago e discreto, e nessuno aveva capito di chi (forse nemmeno di che cosa) lei stesse parlando. Ma lui sì. E le sue parole, seppur impacciate e confuse, gli erano arrivate al cuore.

Così, dopo tre giorni, dopo essersi liberato dai tanti impegni lavorativi, aveva rimediato il suo indirizzo, e veloce come un razzo era sfrecciato da lei.

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