35 • DAGLI ERRORI NON SI TORNA
Era accaduto tutto tremendamente in fretta. Dopo il suo breve discorso Lauro si era avventato su Jared, unendo le loro labbra in un bacio appassionato, sotto lo sguardo sconvolto di tutti.
Poi la sua teatrale uscita di scena.
«Signore e signori, addio.» Aveva mandato un bacio, rivolto ai compagni, al presentatore e a tutta la troupe, portandosi una mano alla bocca, per poi allontanarsi dal gruppo, sprezzante e sfacciato. Si era mescolato tra la folla.
Stella, sotto shock, impiegò del tempo per metabolizzare ciò che era appena successo. Ma poi ne prese consapevolezza. Con quel gesto e quelle parole Lauro aveva voluto eliminarsi dal gioco.
Fu una pugnalata dritta al cuore. Ma allo stesso tempo adrenalina che la fece schizzare come un razzo.
Corse a perdifiato lungo tutta la Biff Square, urtò diversi passanti senza preoccuparsi di chiedere scusa, cercandolo con lo sguardo tra le varie bancarelle e i tanti volti che incontrava. Ma lui non c'era. Il cuore come una Mustang in avaria.
Solo quando sentì le forze venirle a meno si fermò. Era di fronte a un centro commerciale tappezzato da enormi e colorati tabelloni pubblicitari. Si chinò, appoggiando le mani alle ginocchia per sostenersi.
Il respiro accelerato, un nodo allo stomaco, le gambe che tremavano come foglie.
Sopraffatta da una furia cieca, spalancò la bocca in un grido disperato. Con tutto il fiato che aveva in corpo urlò il suo nome più e più volte.
Alcuni passanti si voltavano verso di lei, guardandola con sconcerto. Altri correvano via spaventati, altri ancora si portavano una mano alla bocca in una risata composta e contenuta.
Purtroppo fu tutto inutile. Lauro era scomparso.
*****
Dopo aver provato invano a rintracciare Lauro tramite cellulare, fu inviata una squadra di ricerca.
Il gioco fu sospeso per un po'.
Jared, David e le coreane, gironzolavano pigramente lungo la Biff Square, ma senza allontanarsi troppo dalla troupe. Stella invece era seduta a terra, di fronte al negozio di prodotti cosmetici e dietro alla bancarella che vendeva il Kofta Kari.
I passanti le lanciavano occhiate incuriosite, sconcertate, talvolta preoccupate. Qualcuno la indicava, mentre con le mani sul volto lei piangeva disperata, prendendo pian piano consapevolezza di ciò che era successo nelle ultime ore.
Col Damerino aveva commesso un grosso errore, uno sbaglio imperdonabile. Impietosita dalle sue sofferenze, e al contempo ammaliata dal suo fascino, si era lasciata andare, fino a ritrovarsi completamente nuda sotto di lui, senza nemmeno rendersene conto. Era stato un maledetto momento di debolezza, e Dio solo sapeva cosa non avrebbe fatto pur di riavvolgere il nastro del tempo e cancellarlo.
David non era niente per lei, e non lo sarebbe mai stato. Ma ormai era tardi. Era successo un casino. Lauro, in qualche modo, li aveva scoperti. Ma come? Com'era stato possibile?
Ma certo... David... doveva averglielo riferito! Probabilmente faceva tutto parte del suo folle e crudele gioco per riconquistarla!
Quando quel pensiero le attraversò la mente, sopraffatta da un impeto di rabbia schizzò in piedi, asciugandosi le lacrime con la manica della felpa e iniziando a correre.
Lo individuò quasi subito. Fermo di fronte a una bancarella che offriva delle spiral potatoes. Mani infilate nelle tasche dei pantaloni, sguardo distratto, fisso sulle unghie colorate e lunghissime della giovane venditrice, che ticchettavano nervosamente sul dispenser dei tovaglioli, mentre attendeva con impazienza l'arrivo di qualche cliente.
Stella lo raggiunse con un paio di falcate, afferrandolo per una spalla in modo piuttosto brusco, quasi violento, e costringendolo a voltarsi.
«Sei stato tu, non è vero?» Gli urlò contro. Nei suoi occhi bruciavano le fiamme dell'inferno.
Quella reazione lo spiazzò. «Marlena, ma di che cosa stai parlando?!»
«Lo sai benissimo! Non provare a fare il finto innocente!»
«Marlena, non ci sto capendo niente.» Si portò le mani sopra il capo in un gesto rapido e nervoso. «Che caspita sta succedendo?» Scandì lentamente, allargando le braccia in un gesto teatrale.
«Non provare a negarlo!» Sibilò. «Sei stato tu a dirglielo a Lauro. Gli hai spifferato tutto!»
Solo in quel momento lui capì, e ci rimase malissimo. «Mi credi davvero così squallido?!» Il volto contratto in una smorfia delusa e allo stesso tempo seccata. «Come potrei fare una cosa simile?»
Ma lei non gli credette. Anzi, calcò la mano. «Non mi avrai mica... non mi avrai mica fatto un filmino?» Gli occhi sbarrati, la bocca spalancata in un'espressione sconcertata.
«Ma stai scherzando?!» Urlò lui. «Ma come potrei?!»
«Tu saresti capace di qualsiasi cosa!»
I toni erano decisamente accesi. Alcuni passanti lanciavano loro occhiate torve, a volte spaventate.
«Mi avrebbero già squalificato, a quest'ora, non credi?!»
«Ma magari non ti hanno scoperto!»
«Il gesto di Lauro deve averti dato alla testa, stai dicendo un mucchio di assurdità!»
«Sei un bugiardo! Una persona pessima!»
«E smettila di incolparmi per un errore che hai commesso tu!»
«Dimostrami di aver detto la verità!»
«Ah non ti fidi? Okay, perfetto, tieni!» Si sfilò il cellulare dalla tasca dei pantaloni, sbattendoglielo sul palmo della mano. «Controlla tu stessa!»
Lei, con pazienza, cercò ovunque. Ma non trovò nulla. Glielo riconsegnò con disprezzo e noncuranza. Lui glielo strappò di mano.
«Stammi alla larga Damerino David.» Si voltò, allontanandosi da lui a passo svelto.
*****
Tra le numerose bancarelle, offerenti varie qualità di street food (non solo quello tipico coreano), la gara riprese solo in tarda mattinata. I cinque concorrenti rimasti in gioco disposti in un'ordinata fila, in attesa. Alle spalle un negozio di cosmetici dalla vetrina particolarmente luminosa, ma scarna. Di fronte a loro, il presentatore e tutta la troupe, impegnati ad aggiustare un piccolo guasto a una delle telecamere.
«Non voglio più starci qui, voglio andarmene.» Sussurrò Stella tra sé e sé, tirando su col naso e pulendosi le traccie di mascara colato sulle guance, con la manica della felpa.
Jared, accanto a lei, la udì. «Tu non agire troppo veloce. Magari loro non eliminano lui da gioco.»
«Se non lo eliminano lo manderanno in esilio sull'isola di Jeju.» Rispose la compagna. Lo sguardo stanco, fisso nel vuoto. La visione sfocata dalle troppe lacrime.
«Forse sì. Ma tu aspettare poi agire. Pensare bene a cosa fare. Non lasciare gioco proprio verso fine e rischiare di perdere lui.»
«A me non frega più niente del gioco.»
Dopo quella breve conversazione le riprese finalmente incominciarono.
Stella cercò di calmarsi e di smetterla di singhiozzare. Come le aveva suggerito Jared, magari l'avrebbero solo trasferito su quell'isola. O forse, avrebbero semplicemente sottratto alla squadra alcuni punti, come già era successo.
Ma purtroppo il presentatore non diede alcuna delucidazione al riguardo. Si limitò a spiegare la nuova prova, senza spendere una singola parola su Lauro.
Forse la sua sorte doveva ancora essere decisa?
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