Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

25 • IL NUOVO ARRIVATO

Al Jungoe Park, attorniati da colorate giostre e una rigogliosa natura, i cinque viaggiatori, baciati dalle prime luci dell'alba, erano disposti in un'ordinata fila, di fronte al presentatore e un tizio misterioso, vestito come l'uomo nero nell'incubo di un bambino.

Lauro e Stella erano in trepidazione. Stavano per scoprire il loro destino... la loro avventura sarebbe potuta finire di lì a pochi minuti.

«...e le due importanti comunicazioni sono le seguenti.» Proseguì Fedex, estraendo un foglio da una busta nera. «Stella e Lauro...» lui iniziò a torturarsi le mani, giunte dietro la schiena. Lei chiuse gli occhi per qualche istante, scaricando la tensione in un lungo sospiro. «Avete infranto le regole del programma, e per questo motivo, la redazione ha deciso...» altri lunghissimi secondi di suspense.

«Ha deciso di togliervi ben dieci punti dal vostro attuale punteggio, che scende così a sessantotto.»

Entrambi trassero un grande sospiro di sollievo, Stella si portò una mano sul cuore, esibendo un sorriso a trentadue denti.

Il secondo annuncio arrivò di lì a poco. Riguardava l'uomo incappucciato: un nuovo viaggiatore che si sarebbe unito alla coppia Stella-Lauro. Il sorriso di lei si spense immediatamente.

«Ma ora, passiamo alla prima sfida della giornata.»

Dopo aver spiegato la prova, e dato via al tempo, i giocatori schizzarono come razzi.

Con i loro cellulari in mano iniziarono a scattare fotografie a ciascun personaggio raffigurato sulle varie giostre, da quelli di One Piece, a Hulk, a Paperino e Topolino. Ogni immagine andava inviata con il nome del rispettivo personaggio come didascalia.

La sfida durò pochi minuti, e finì con una quasi parità. Le coreane e Jared guadagnarono dieci punti, mentre gli avversari nove punti.

«E ora, alla squadra perdente, l'onore di liberare l'incappucciato.» Concluse Fedex.

I due compagni si accordarono in pochi secondi. Bastò un cenno, uno sguardo.

«Molto bene Stella, avvicinati pure e rivelaci l'identità del nuovo viaggiatore.» Le concesse il presentatore.

Lei avanzò col cuore in gola e le gambe che tremavano.

Chi si nascondeva sotto quel cappuccio nero?

Quando arrivò di fronte a quella figura alta e possente, prese un paio di respiri profondi, poi con delicatezza afferrò il cappuccio e sollevò.

Quando un sorriso sfacciato le si parò davanti (un sorriso che purtroppo conosceva molto bene), per poco non le venne un coccolone. Con una mano sul petto e gli occhi sbarrati barcollò, indietreggiando di qualche passo e rischiando di scivolare rovinosamente a terra. «Oh mio Dio!»

Lui sghignazzò, incrociando le braccia al petto. «Dopo dodici ore di sesso selvaggio mi aspettavo un altro tipo di reazione, ma va bene così.»

Lei si sentì morire. Damerino David era tornato. E l'aveva appena umiliata davanti a mezza Italia.

«Bella maglia comunque. Ti fa un bel davanzale.» Proseguì, mangiandosela con lo sguardo.

Lauro l'avrebbe preso a pugni. Stella avrebbe tastato il suo fantastico lato B, poi l'avrebbe preso a calci. La convivenza era già iniziata malissimo.

*****

Ai confini del parco, sul ciglio di una strada piuttosto trafficata, i tre viaggiatori cercavano un passaggio.

«Senti coso, abbottonati quella camicia che mi dai urto.» Lo aggredì subito Lauro. Lo odiava già, almeno quanto un'indigestione di pesce avariato prima di un concerto.

«Coso lo dici a qualcun altro, sfigato.» Sghignazzò. «Scommetto che in cinque giorni ancora non te la sei portata a letto.»

Stella lo mandò a quel paese con la finezza di uno scaricatore di porto.

«Sfigato lo dici a qualcun altro, sbruffone!» Gli ripose per le rime Lauro.

«Sbruffone lo dici a qualcun altro, dannato brufolo tra le chiappe!»

«Dannata pustola sugli zebedei!»

Il Damerino sollevò un braccio e si grattò l'ascella destra, mimando uno scimpanzé. «Orticaria sotto le ascelle.»

«Puzza di vomito nella lettiera di un pulcioso gatto malato!»

«Basta!» Strillò Stella, con le mani tra i capelli. «Sembrate due bambini dell'asilo! Dannazione!»

«Lei è mia, ricordatelo.» Sbuffò David.

«Ti sbagli di grosso, amico.»

«Comunque bella quella del gatto malato.» Commentò lei, dopo un po'. «Dove l'hai presa, Lauro? Nei hai altre?»

«Avoja.» Rise. «Ne ho un casino in repertorio. E comunque quella me la sono inventata adesso.»

In quel momento una macchina si fermò dinnanzi a loro. Un uomo di mezz'età vestito in modo distinto li salutò con un cortese sorriso, invitandoli a salire.

«Grazie al cielo, era da mezz'ora che aspettavamo qualcuno.» Sussurrò Lauro tra se e se, estraendo la piantina dalla tasca della tuta, e mostrandola al conducente.

Di lì a poco l'uomo annuì, farfugliando qualcosa nella sua lingua.

«Credo che abbia detto che ci accompagna fino a Pusan.» Annunciò entusiasta Stella, seduta tra i due contendenti. «E non fate quelle facce da mummie, cavolo! Almeno non dovremo impazzire per cercare nuovi passaggi!»

Dopo quelle parole l'auto partì. Li aspettava un estenuante viaggio lungo più di duecento chilometri.

Saranno le ore più lunghe della mia vita, pensò Stella.

Durante la prima mezz'ora cercò di dormire. Ma non ci riusciva. Tra sbuffi e occhiatacce la tensione che aleggiava in quell'abitacolo era palpabile. Finché quei due non avrebbero fatto la pace non avrebbe chiuso occhio. Allora pensò a uno stratagemma.

Appoggiò la mano sinistra al sedile, per poi allungarsi, con cautela, in direzione della coscia di Lauro, iniziando a sfiorarla con un lento ma provocante movimento delle dita. Lui, continuando a guardare fuori dal finestrino, sorrise.

«Se non fai pace con il Damerino non te la faccio più vedere.» Gli sussurrò in un orecchio.

Quel sorriso si spense all'istante, trasformandosi in un ghigno di rabbia.

Poi toccò a David. Allungò una mano verso la sua coscia, e fece lo stesso. Lui si voltò verso di lei, piacevolmente sorpreso da quel cambiamento d'umore.

«Se fai pace con Lauro domani mi calo le mutandine.» Gli sussurrò.

Le sua bocca si schiuse appena, in un'espressione meravigliata e sognante. Si morse un labbro, lanciando una veloce occhiata fuori dal finestrino, compiaciuto, già eccitato all'idea.

Poi si rivolse a Lauro. «Senti amico, mi dispiace per prima.»

«Oh no, non dirlo neanche. Ho iniziato io. Sono io che mi dispiaccio.»

«Non dirlo neanche per sogno. È tutta colpa mia.» Proseguì il Damerino.

«Non pensarlo neanche. È solo colpa mia.»

«Ti ho detto che è colpa mia, non contraddirmi!» Iniziò ad alternarsi David.

Stavano ricominciando a litigare.

«Okay, okay, può bastare!» Li interruppe Stella. «Fermatevi qui o rischiate di farmi esplodere la testa!»

Lauro sbuffò, chiudendo gli occhi e appoggiando il capo contro il finestrino

Doveva toglierlo di mezzo. Trovare un modo per farlo espellere dal gioco.

Gli vennero in mente un paio di idee.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro