1 • UN INIZIO DISASTROSO
La terza edizione del programma Un espresso a Pechino si preannunciava un vero disastro. Per incominciare, la data di inizio fu rinviata diverse volte a causa di imprevisti vari, tra i quali numerosi ripensamenti da parte dei concorrenti selezionati, che continuavano a dare forfait all'ultimo minuto.
Il famoso cantante Ettore Lauro, per esempio, aveva scelto come compagno il proprio produttore, Domenico Boss, ma la moglie di quest'ultimo, a pochi giorni dalla partenza, gli aveva confessato di essere incinta... di nove mesi.
Il cantante Jared Liuto, invece, si era iscritto assieme a un amico, che però si era ricordato di dover partecipare a un matrimonio a cui non poteva mancare. Il proprio.
Per quanto riguardava Luna, lei non aveva in programma matrimoni o battesimi. Ma soffriva di aerofobia. Un importante dettaglio che aveva considerato solo poco prima della partenza, in quanto convinta si viaggiasse in pullman.
Alla fine una data venne scelta.
Ma i guai non erano finiti.
Come se non bastasse il decollo tardò di diverse ore per problemi tecnici.
Stella, la sorella dell'aerofobica, sperò non fosse il primo e ultimo volo della sua vita. Si toccò una chiappa per scaramanzia.
Quella lunga attesa l'aveva già stremata, come aveva sfinito i suoi compagni. Sei figure, come lei, incappucciate di nero come membri di una setta massonica. Occhiali scuri e guanti in pelle nera. E non si poteva parlare. Vietato socializzare, vietato farsi riconoscere.
Dopo quello snervante volo di ben undici ore, i sette massoni scesero dall'aereo come ubriachi con la nausea e le gambe intorpidite.
Per Vittoria l'ultimo scalino fu fatale. Il tacco dodici si spezzò e la sua caviglia si distorse con un sonoro "crack". Per lei, per quell'edizione, la vittoria era sfumata. Se ne tornò in Italia assieme all'amica, che aveva deciso di ritirarsi per solidarietà femminile.
E con loro il bollettino di guerra arrivava a cinque vittime, che mai avrebbero potuto accaparrarsi il succoso bottino finale di duecentomila euro, e tante ospitate nei talk show domenicali di Barbara D'Orso.
Dopo aver toccato terra, i sopravvissuti vennero bendati e fatti salire su un pulmino che li portò nel cuore della città.
Solo una volta arrivati in base (uno stanzone arredato per l'occasione), il reality show incominciò.
I cameraman iniziarono le riprese col presentatore piazzato di fronte a un mega quadro col logo della trasmissione, un caloroso saluto ai telespettatori e un sorridente benvenuto alla terza edizione di Un espresso a Pechino.
Venne fatta una lunga introduzione di rito. Poi i sette massoni, disposti tre contro quattro come in un ruba bandiera mal riuscito, vennero liberati da benda e cappuccio.
Le prime furono le due partecipanti coreane, fresche e riposate. Loro non avevano dovuto prendere nessun aereo, beate loro!
Poi fu la volta della famosa attrice colombiana Alma Caliente. Infine della nostra protagonista, Stella.
Non appena i suoi grandi occhi azzurri si spalancarono su ciò che la circondava, il suo cuore perse un battito. Non fu il sexy Ettore Lauro, e nemmeno il bellissimo Jared Liuto (loro erano ancora incappucciati). Non fu nemmeno l'affascinante bandiera coreana, i caratteri in alfabeto hangul disegnati sulle sensuali pareti dorate, o i seducenti alberi di ciliegio (finti) posti ai quattro lati della stanza.
Furono le impressionanti quantità di soju a farle brillare gli occhi. Ma soprattutto quel ben di Dio disposto su un tavolo lungo almeno otto metri: kimchi jjigae, bibimbap, tteokbokki, samgyeopsal, pajeon, sundubu jjigae, seollongtang, mul naengmyeon, hoddeok, pollo fritto e pesce pene.
Con tutte quelle leccornie Stella si leccò i baffi, mentre Fede Fedex presentava le quattro donzelle superstiti con l'aiuto di alcune clip, proiettate su un mega schermo. Di lì a poco fu la volta dei tre maschietti. Il primo a essere sbendato e liberato dal cappuccio fu Gustavo Coca, un energumeno alto due metri e largo tre. Un famoso pugile romano tutto muscoli e vanità. Stella sperò di non capitare con lui: metteva paura.
Poi fu la volta di Jared Liuto. Gli occhi di Stella brillarono come stelle durante la notte di San Lorenzo.
Infine toccò a Ettore Lauro. Le pupille della giovane sfavillarono come comete di Betlemme, il cuore rotolò fuori dal petto, andò a farsi un giro, poi tornò al suo posto.
Lauro la vide come lo guardava e ne fu lusingato. Le mostrò un seducente sorriso, facendole l'occhiolino. Il cuore di lei, questa volta, salì su una navicella spaziale e partì verso lo spazio infinito.
Era dannatamente bello.
No, diciamoci la verità.
Non era solo bello, era un figo da paura.
Dalle sensuali labbra, ai tatuaggi sul volto... dagli occhi verdi contornati di matita nera, a quei capelli mori e scompigliati che gridavano ribellione.
Le tornò in mente quell'esibizione a Saremo 2021, quella in cui cantò Prince Royce. Sorrise. Mancava solo il sexy pomposo vestitino da sposa, morbido e piumato quanto la pancia di uno struzzo... e il look era praticamente lo stesso.
Quando le presentazioni finirono, Stella si impose di tornare coi piedi sulla terra. Era il momento di pescare le sfere colorate e scoprire le coppie.
Il presentatore si avvicinò a ciascun concorrente con in mano un'urna di vetro.
Le due coreane furono le prime a pescare, capitarono assieme. Jared Liuto finì con Alma Caliente. Stella pescò con mano sudata e tremante. Erano rimasti Lauro e l'energumeno. Aprì la sfera. Palla rossa.
Fu la volta del lottatore, che con un'inquietante ghigno si rigirò le due sfere rimanenti tra le dita. Le pupille ancorate a quelle della giovane, che aveva i sudori freddi.
Dopo interminabili secondi ne scelse una. L'aprì. Lo sguardo ancora incatenato a quello di lei.
Palla rossa.
La povera malcapitata si sentì svenire. Ma non perse le speranze: magari era rossa anche quella di Lauro.
E invece no, la sua era nera.
Fedex a quel punto diede il via all'abbuffata. Stella per consolarsi decise di buttarsi sul cibo, cercando di non pensare all'occasione che aveva appena perso: quella di vivere un'incredibile avventura assieme al suo più grande idolo.
Purtroppo, però, gli altri concorrenti, ancora più affamati e agguerriti di lei, avevano spazzolato via quasi tutto ancor prima che lei raggiungesse il tavolo. Così si dovette accontentare di riempirsi lo stomaco con l'unica pietanza rimasta ancora intatta: il pesce pene.
I pesciolini in questione erano ancora vivi. Immersi in una bacinella d'acqua, brulicavano spensierati come bigattini su un succulento cadavere.
I primi tre che afferrò le scivolarono dalle dita, viscidi come lombrichi. Il quarto finì nella sua bocca.
Fu come annegare nell'oceano Pacifico. Una gommosa esplosione salina, contornata da tutti gli olezzi che il mare poteva offrire.
Si tolse il saporaccio con del soju, ma ci pensò l'energumeno guastafeste a rovinare anche quel momento.
«Vacci piano con quello!» La rimproverò.
Lei lo fulminò con lo sguardo.
«Ti voglio in forma per la prova.» Aggiunse, aggrottando le sopracciglia.
«Senti coso, io bevo quanto cavolo mi pare.» Si attaccò nuovamente alla bottiglia, ingurgitando alcol a lunghe sorsate, e sfidandolo con occhiate di fuoco che avrebbero potuto incenerire l'intero pianeta.
Lui gliela strappò di mano. «Smettila!»
Stella esibì un sorriso ubriaco, mantenendo a stento l'equilibrio sulle sue décolleté nere. «Sono più bevuta del cervello di un pazzo!» Farfugliò, sghignazzando, mentre il mondo aveva preso a girare.
«Se nella sfida linguistica non totalizzeremo un punteggio più o meno uguale, cambieranno le coppie!» Si infuriò lui, minacciandola con un dito e uno sguardo inquietante. «Quindi ripigliati e vedi di prendere un buon voto!»
Fu in quel momento che a Stella venne un'idea.
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