Capitolo 3: Colosso indomabile
Atsushi si era già un poco ripreso dalle ferite precedentemente subite.
Si era cambiato e ora stava passeggiando nei corridoi, accompagnato da Maeko.
I due studenti feriti erano stati portata tempestivamente in infermeria.
Per quanto ne sapeva, non avevano contratto gravi ferite, però erano entrambi in stato incosciente.
Per non parlare del fatto che il "numero 10" era ancora a piede libero per la scuola. Atsushi aveva deciso allora di prendere la sua arma, dato che la sua precedente arma era stata resa impugnabile e ora anche in agibile.
I professori si erano radunati quasi tutti all'esterno. Una infiltrazione nella scuola era un caso grave di mancata sicurezza. Questi stavano tutti indagando sulla scena avvenuta prima e soprattutto, stavano cercando tracce della fuga di quel Gild Goldhand.
Nonostante Atsushi fosse stato quasi sottoposto al terzo grado, da quante domande gli stessero ponendo i professori, questo aveva risposto con calma e in modo sincero, spiegando come l'azione si era svolta nei minimi dettagli.
La reale arma di Atsushi era un spada sacra, ereditata di generazione in generazione nella sua casata, solo allo spadaccino più forte. Atsushi era stato un record per quanto velocemente fosse riuscito ad ottenerla.
L'arma sacra, chiamata per semplicità Slicer, era un gigantesco spadone, lungo 1.80 m con un peso di 41kg.
L'enorme lama, di cui la sconosciuta lega metallica, larga circa 47 cm era stata consacrata più e più volte, era avvolta sulla guardia da quelle che ricordavano bende di lino, anch'esse, più volte durante i secoli, immerse in acqua benedetta.
La veritiera storia di questa spada è sconosciuta anche alla stessa casata, come se fosse una sorta di miracolo concesso da Dio.
Tuttavia questa aveva una strana caratteristica. Sia la spada, che le bende, all'apparenza un po ingiallite, non erano mai state scalfite da nulla.
Esatto. La leggenda diceva che la spada era infrangibile, anche se Atsushi non ci sperava troppo.
Lui ne era il 72esimo portatore e fino ad allora, anche il più giovane.
I due stavano parlando di ciò che era successo prima e Atsushi era inquieto per la faccenda del fuggitivo, quando un forte rumore rimbombò nella tromba delle scale.
Atsushi subito si lanciò a capofitto al piano superiore. La prima cosa che colse la sua attenzione fu un pezzo del pavimento che veniva scagliato verso di lui e che fece appena in tempo a schivare, abbassando il capo con velocità.
Appena si riposizionò, Atsushi notò che una ragazza era a terra, ancora cosciente, mentre un altro studente stava cercando di bloccare un villain, che più che tale somigliava nei movimenti ad una sorta di toro imbizzarrito. Eccolo lì. Numero 10.
Lo studente alzato aveva creato una sorta di nuvola di polline e spore che era stanziata in una certa zona. Il villain allora si mise nella posizione di colpire con un forte pugno il ragazzo.
Atsushi non aveva altra scelta.
Trattenne il respiro e si fiondò nelle spore. Gli bruciavano gli occhi, tuttavia ora non doveva pensarci, perciò piantò con forza la lama nel pavimento.
Il pugno arrivò forte e chiaro, urtando contro la spada e provocando un'onda d'urto che frantumò in un secondo tutti i vetri nella zone circostante. Gli altri furonono sbalzati un attimo indietro, mentre la nube si disperdeva con l'aria che stava entrando dei vetri rotti.
Le braccia e gambe di Atsushi tremolarono all'impatto, tuttavia lui riuscì a mantenere una presa salda.
Con un balzo indietro poi si allontanò, mettendo distanza tra lui e l'avversario.
Maeko intanto era salita a quel piano e sconvolta rimase prima indietro, per capire cosa stesse succedendo. Poi si avvicinò ad Atsushi.
<Stavolta ti copro.>Disse lei seria.
Atsushi annuì e subito si lanciò contro numero 10.
Fu allora che Maeko usò il suo quirk.
Questo era la manipolazione del suolo, cioè il generare e controllare elementi solidi riguardanti il suolo quali ad esempio la sabbia o la roccia.
Lei si inginocchiò e toccò il pavimento del corridoio col palmo della mano. Subito dei tentacoli di pietra bloccarono le caviglie del mostro, insieme ai rampicanti, che ora stavano perdendo integrità.
Il villain, tuttavia, con un solo passo si liberò, frantumando la roccia come nulla. Atsushi fu costretto a fermarsi per bloccare un pugno con il piatto della spada, per evitare danni fatali, anche se l'impatto lo fece volare nella direzione opposta, facendogli sbattere la schiena violentemente contro il muro.
Rimase bloccato, sentiva la schiena fremere. Non riusciva a muoversi bene.
Si appoggiò sulla spada per tirarsi su, tuttavia sentì una fitta incredibile poco sopra lo stomaco. Aveva paura di essersi rotto una costola, nel migliore dei casi.
Maeko subito si avvicinò ad Atsushi.
<Cazzo, stai bene?> Chiese lei preoccupata.
Lui la guardò un attimo in viso poi si girò e tossì un po di sangue.
<Si, sto bene...ora... dobbiamo fermarlo...>
Provò a rialzarsi, nonostante il dolore lancinante.
Il ragazzo delle liane era appoggiato inginocchiato con i palmi appoggiati al suolo, terrorizzato dall'enorme figuro.
Numero 10 allora caricò proprio quel ragazzo, colpendolo con violenza e lanciandolo fuori dalla finestra spaccata.
<Dannazione...> Bofonchiò Atsushi.
Nonostante il dolore, lui si alzò e si lanciò verso la finestra, per cercare di afferrare il ragazzo. Tuttavia fu nuovamente respinto via dal bestione. Maeko subito provò a raggiungere Atsushi, tuttavia venne bloccata dal nemico, che si era messo tra lei e il ragazzo.
In quel momento, una ragazza, forse attratta dal rumore, comparse nel corridoio.
<Cavolo, state bene?> Chiese lei.
Solo allora notò il gorilla che aveva gettato a terra Atsushi.
Lei allora prese fuori una strana fiala, dalla borsetta a tracolla che si portava appresso.
Dopodiché, sfregando semplicemente le dita, riversò nell'oggetto una strana polvere brillante di colore biancastro-rosa.
La ragazza prese la boccetta e la scagliò contro numero 10. Appena la boccetta si frantumò, il contenuto cominciò a spargersi rapidamente sui vestiti del nemico.
<Dopo ne dovrò creare dell'altra, ora però muovetevi. La mia polvere di quarzo dovrebbe rallentarlo parecchio.> Disse lei.
Numero 10 si era apparentemente bloccato, tuttavia non sarebbe durato a lungo. Maeko subito afferrò l'opportunità di avvicinarsi ad Atsushi e assistendolo lo aiutò a raggiungere un luogo più sicuro. Lo aiutò poi, ad appoggiarsi contro una parete.
Questa poi raggiunse l'altra ragazza.
Quelle due si scambiarono uno sguardo di intesa, come per dire "Facciamolo".
In quel momento entrambe si accovacciarono poggiando i palmi delle mani a terra.
Numero 10 aveva appena ricominciato a muoversi, lentamente.
Un pavimento di pietra e cristallo azzurro-bianco percorse il corridoio, correndo nella direzione del nemico.
Nonostante il colosso avesse ripreso un poco possesso delle sue azioni, non riuscì a schivare quell'ultimo attacco.
Venne prima ricoperto di un sottile, ma resistente strato di cristallo e successivamente venne avvolto in un sarcofago di pietra.
Le due ragazze parvero tirare, finalmente, un sospiro di sollievo.
<Grazie per l'aiuto.> Disse Maeko sollevata.
<Ma di nulla. Ah non ho ancora avuto l'occasione di presentarmi. Sono Shinara Hoseki.> Disse lei con fare contento.
Shinara era decisamente più bassa di maeko, con dei lunghi capelli della stessa tonalità del mare, stesso era il colore dei suoi occhi. Il viso un po rotondetto e bambinesco però dava una sensazione tranquilla. Il suo quirk consisteva nella creazione e manipolazione dei cristalli.
Ciò era applicato anche alle proprietà psico-terapeutiche di questi, come ad esempio proprietà curative o di rinforzo o addirittura alle loro proprietà chimiche.
<Io sono Maeko Akiyama.> Rispose semplicemente Maeko.
In quel momento, l'altro ragazzo, grazie a dei rampicanti era riuscito a tornare su, rientrando dalla finestra.
<State bene?> Chiese lui.
Atsushi lo guardò.
<Sono solo un po ammaccato... > Disse sputando altro sangue.
Sapeva che la costola lo stava lacerando dall'interno, tuttavia voleva mantenere la calma tra i presenti. Si alzò dolorante e arrancò verso gli altri, grazie al supporto della spada.
<Tu invece? Sicuro di stare bene? Hai fatto un volo di due piani...>Chiese Atsushi.
<Comunque hai bisogno di cure immediate. Bisogna portarlo in ospedale.> Disse lui.
Shinara prese delicatamente la ragazza a terra e se la caricò sulla schiena.
Atsushi subito rispose negativamente.
<Sto bene, portatemi da Recovery Girl.> Disse il rosso.
Gli altri si guardarono negli occhi, per poi annuire. Recovery Girl era anche più vicina.
<Sei un vero idiota, ma hai ragione, è più vicina recovery girl->
Sospirò, prendendo Atsushi, o per meglio dire, mettendosi sotto il suo braccio, per sostenerlo e andare verso l'ufficio della vecchietta.
<Mi chiamo...Sekai, piacere a tutti eheh->
Tossì per via della polvere, tornando però normale in poco tempo.
<Davvero, sto bene, solo il braccio ora è rigido per via della caduta, i rovi e i rami hanno attutito la caduta.>
Confessò, scostando con un soffio, una foglia tra i ciuffi biondo tinto.
Maeko allora afferrò il manico della spada di Atsushi. Gliela avrebbe portata lei, per faciglitargli il tragitto.
Appena provò a sollevarla si trovò ad affrontare il fatto che fosse decisamente più pesante di quanto avesse immaginato.
<È più pesante di quanto immaginassi.> Ridacchiò lei, appoggiandosi a fatica sulle spalle, in modo da rendere il trasporto decisamente più agevole.
Atsushi era oramai dentro la clinica da una decina di minuti.
Fuori, Sekai si era allontanato dal gruppo subito dopo aver accompagnato Atsushi. Le due ragazze stavano parlando del più e del meno.
In quel momento però il rosso uscì di fretta dalla clinica. Sotto la maglietta portava delle bende. Ricovery girl aveva già sistemato il sistemabile in 10 minuti di seduta.
Vide le due ragazze aspettarlo.
<Akiyama, Hoseki! La città sta venendo attaccata!! Dobbiamo muoverci o i civili non sopravviveranno.>
La sua faccia aveva un'espressione veramente preoccupata. Fosse anche perché la terapia gli avesse preso diverse energie.
Si avvicinò rapidamente alle due, trattenendo la spada in mano. Dentro la clinica, in TV era arrivata la notizia di un attacco alla città da parte di gigantesco mostro.
<La scuola ha dato a noi studenti il permesso di combattere... La situazione è seria. Vorrei il vostro aiuto, ma non dovete venire per forza.>
Maeko e Shinara annuirono. Non c'era bisogno di decidere nulla, anche se ai loro occhi Atsushi non avrebbe dovuto combattere. Tuttavia sapevano che era impossibile anche desistere dal desiderio di combattere, in primo luogo. Fecero un veloce cambio d'abito, vestendosi con i loro costumi da hero.
E con ciò, armati di speranza e della spada di Atsushi, i tre si diressero a strada spianata verso la città.
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