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2-Il treno

Albus stava ancora guardando meditabondo il finestrino del treno pensando al fatto che l'anno prima fosse quasi riuscito a distruggere il mondo così come lo conosceva, quando Scorpius lo distrasse tossicchiando da quei cupi pensieri.

Scorpius odiava vederlo così. Lo rendeva triste vederlo in quello stato. Non era bravissimo a consolare le persone, però ci provava e in quel momento sapeva che Albus aveva bisogno di pensare ad altro.

«Ehm... Rose ha mai accennato a me durante l'estate?» chiese rosso in viso il biondino.

Ad Albus l'ossessione per Rose dell'amico dava sui nervi. Lei era evidentemente disintetessata a lui ma lui, come se ci godesse ad essere di continuo rifiutato, continuava a provarci e a sperare.

Albus aveva paura che un giorno Rose avrebbe distrutto il fragile cuoricino di Scorpius e sapeva che sarebbe toccato proprio a lui rincollare tutti i pezzi. Non era ancora pronto a vedere l'amico in quello stato.

Lo aveva messo in guardia più e più volte dalla cugina ma senza nessun risultato.

In certi momenti pensava che Scorpius meritasse una lezione. Forse se Rose gli avesse calpestato il cuore avrebbe capito che per certe cose era meglio lasciar perdere.

«Te l'ho detto molte volte Scorpius: Rose non è minimamente interessata a te»
«Pessimista» lo schernì l'altro «un giorno avrò il suo cuore!»
«O forse lei farà a pezzetti il tuo» borbottò Albus «Non venire poi a piangere da me quando ti accorgerai di non avere la minima speranza»

Scorpius però non voleva dargli retta. Non gli dava mai retta.

«Ti dico che un giorno diventerà mia moglie e tu mi farai da testimone!»
«Prima procurati un appuntamento, poi penseremo all'eventuale futuro»

Scorpius alzò gli occhi al cielo borbottando tra sé e sé parole incomprensibili mentre Albus sospirò sconsolato all'idea di avere un amico così ingenuo.

«Penso che tutti quei romanzi rosa che ti leggi ti abbiano annebbiato la mente» gli disse ad un certo punto.

«È colpa tua se li ho scoperti Albus! Sei stato tu a portarmi in una libreria babbana!»
«Già; l'errore più grande della mia vita» sospirò ridendo il ragazzo, ben consapevole di avere commesso errori ben più grandi di quello nella sua vita.

«Beh, non mi hanno annebbiato la mente!» strillò l'altro stizzito. Aveva la punta del naso e le orecchie rossi. Albus sapeva benissimo che in quel momento l'amico era più che arrabbiato ma non riuscì a reprimere un sorriso dolce. Era maledettamente carino.

«Meglio i thriller» annunciò Albus con la voce più solenne che gli riuscì dato che si stava sforzando di trattenere le risate. Scorpius arrabbiato assomigliava ad un dolce gattino arrabbiato.

«Ti odio Albus» disse ridendo il biondino.
«Mi ferisci» rispose il moro con un finto broncio.
«Sei un idiota Albus Potter»
«Ti voglio bene anch'io Scorpius» rispose Albus mandando un bacio all'amico.

Era felice anzi, erano felici entrambi. La compagnia reciproca li rafforzava e li rendeva più felici.

Scorpius non riusciva ad immaginare di riuscire a vivere in un mondo senza Albus ed Albus, dal canto suo, non riusciva ad immaginare un mondo senza Scorpius.

«Mi eri mancato» disse Albus.
«Anche tu» rispose Scorpius.

Pochi minuti dopo i ragazzi arrivarono ad Hogwarts.

La vista di quel castello, nonostante i numerosi ricordi dolorosi che entrambi avevano di quel luogo, mise di buonumore i ragazzi che sorridendo seguirono la folla fino alla sala grande dove si accomodarono al tavolo della loro casata: i Serpeverde.

Aspettarono che il cappello parlante cantasse la sua nuova canzone e smistasse la miriade di ragazzini del primo anno nelle rispettive case così, dopo il discorso della preside; la professoressa McGonagall, si fiondarono sul cibo.

«Delizioso come sempre» bofonchiò Scorpius.
«Mmmhh» gli rispose Albus con la bocca piena di purè.

«Non riesci a mangiare in modo normale?» domandò Scorpius al moro che aveva la faccia tutta impasticciata di purè.
«Sai che quando si tratta di purè non faccio tanti complimenti!»
«Lo vedo!» lo canzonò l'amico che sapeva dell'amore verso quel cibo da parte di Albus.

Sorridendo prese un tovagliolo pulito e pulì premurosamente una macchia di purè dalla guancia di Albus.

Albus sorrise. Una sensazione di calore lo pervase. Gli venne voglia di abbracciare Scorpius ma non lo fece. Si limitò a prendere il tovagliolo che l'amico gli stava porgendo, sussultando quando le loro mani si sfiorarono.

Scorpius lo guardò per un attimo, distogliendo poi lo sguardo imbarazzato e concentrandosi sul cibo che aveva davanti.

Era arrossito ma nessuno a quel tavolo sembrava essersene accorto.

Per il resto della cena i due non si scambiarono una sola parola e, quando la cena finì e la preside annunciò gli ultimi avvisi, gli studenti si recarono nei dormitori delle rispettive case.

Il quinto anno ad Hogwarts era ufficialmente iniziato.

L'anno dei GUFO era ufficialmente iniziato.

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