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11- Hogsmeade, again

Albus era seduto alla scrivania del dormitorio e stava guardando annoiato l'inchiostro asciugarsi lentamente sulla carta. Si chiese come mai tra i maghi non avessero iniziato ad usare tutti le penne a sfera che aveva visto usare dai babbani al posto di quelle datate penne d'oca da intingere continuamente nell'inchiostro. Per risolvere in parte il problema suo zio George gli aveva regalato una penna stilografica, ma purtroppo la sua si era rotta lasciando una grossa macchia di  inchiostro sul suo libro di pozioni. Se solo James non avesse perso la sua terza stilografica in un mese probabilmente i suoi genitori non avrebbero impedito a zio George di spedirgliene una nuova. E sua sorella magari gli avrebbe prestato la penna se James non avesse perso anche la sua.

"Ehy Albus, mio padre mi ha mandato un po' di soldi. Ti va di andarli a spendere ad Hogsmeade?"

"L'ultima volta che mi hai detto una cosa del genere sono finito incastrato in un appuntamento a quattro. E poi devo ancora finire quella ricerca per storia della magia..."

"Se vuoi posso darti una mano con quella ricerca. E poi questa volta ci saremo solo noi due, te lo giuro"

"Stavo scherzando Scorp, l'ho finita. Però se poi hai voglia di leggerla e dirmi se posso consegnarla così com'è mi faresti un favore"

Scorpius lo attaccò da dietro mettendogli improvvisamente le braccia attorno al collo.

"Scorp, mi stai strozzando"

Il ragazzo allentò la presa ma non lasciò andare Albus.

"Stai comodo messo così?"

"Shh, sto leggendo la tua ricerca. Però ora che mi ci fai pensare se potessi sedermi starei meglio"

"Oh già..." Albus si alzò "vado a... sistemarmi i capelli. Torno subito" e uscì.

Scorpius lo guardò uscire poi sussurrò: "In realtà avresti potuto rimanere dov'eri..."


"Ti sei realmente sistemato i capelli? A me sembrano quasi più in disordine di prima"

"Non c'era bisogno che riordinassi la scrivania, l'avrei fatto io"

"Ci avresti messo secoli, ed io stavo iniziando ad annoiarmi"

"E' così noiosa la mia ricerca"

"No, ho trovato solo un'imprecisione nel passaggio in cui parli di come i babbani vedevano la magia durante il medioevo e di come la vedono oggi"

"Ovvero?"

"Non è vero che oggi ne hanno superato la paura, oggi ne hanno ancora paura ma ne negano l'esistenza parlando di scienza"

"La scienza è magia Scorp, l'hai detto pure tu"

"Oh sì, quella macchina che fa vedere più fotografie che si muovono in un unico posto è eccezionale, però questo non lo puoi scrivere a Binns, non lo capirebbe" 

"Perché al posto di continuare ad insegnare non si gode la sua vita da fantasma e lascia il posto a qualcuno di più giovane e meno noioso nelle spiegazioni? Magari qualcuno che ne sappia qualcosa della storia moderna"

"Vuoi dirmi che se un giorno non lo vedessimo più non ti mancherebbe?"

"Forse mi mancherebbe dormire durante le sue lezioni. Hai intenzione di farmi sentire in colpa per volere un professore che coinvolga durante la lezione e mi chiami con il mio vero nome o possiamo andare?"

"Andiamo, andiamo"

"Bene"

"Però ti metti la sciarpa e il cappello per uscire"

"A che è servito allora sistemarmi i capelli"

"Per farti vedere da me così, no? Ed io ti ho visto, stavi benissimo, hai fatto colpo" fece una faccia seria provando a trattenere una risata ma fallendo miseramente quando Albus gli tirò un pugno sulla spalla.

"Hai vinto, ma solo perché sono già raffreddato"


Arrivati ad Hogsmeade i due ragazzi si misero a girare, senza una avere una meta precisa in mente, per il paese. Girando per le vie arrivarono davanti a Mondomago, un negozio che vende e ripara vari oggetti magici.

"Albus... sai che ho intenzione di fare?" disse Scorpius fermando l'amico e iniziando a sorridere.

"Ah... sì, io però non ho niente con me"

"Non importa. Te ne devo una dall'anno scorso, ricordi? Dai Albus, dammi qualche indicazione"

Gli occhi di Scorpius si erano accesi e aveva iniziato a guardare Albus insistentemente. Come potergli dire che quel gioco oramai faceva parte del passato e che forse avrebbero dovuto iniziare a spendere i soldi che gli mandavano i loro genitori in maniera più ragionevole? Albus non se la sentiva affatto di farlo e poi, alla fin fine, era un gioco che aveva inventato lui al terzo anno. Un gioco stupido ma divertente che consisteva nel dare una descrizione vaga e incompleta di qualcosa e nel mandare l'altro a comprare qualcosa che possa ricadere nella descrizione. 

"Ok... un oggetto che posso portare in giro e con il quale posso difendermi. Ti basta questa descrizione o devo aggiungere altro?"

"Ho già una mezza idea. Tu aspettami qui. Se non torno fra cinque minuti vuol dire che sono rimasto incastrato in qualche armadio o che il proprietario del negozio mi ha fatto a pezzettini per vendermi al mercato nero"

Si girò ed entrò nel negozio facendo cigolare la vecchia porta e lasciando Albus da solo fuori, al freddo. 





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