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25

Pov. Joshua

Era stato stupendo farla godere. Vedere i suoi occhi oceanici, dilatarsi e donarsi completamente a me, diventando un unico colore, un solo ansimo, un solo cuore. Di nuovo. Dio se mi era mancato il suo fottuto sapore. Sapeva portarmi a livelli di esasperazione, inimmaginabili. Non me ne fregava un cazzo della gente che passava di lì. Volevo solo vederla godere. Per ricordarmi ancora una volta quanto il mio tocco la facesse esplodere ed aprirsi come un fiore.
Quell'intimità calda dove sarei voluto scivolare, e spingere a fondo. Le sue natiche sode. Tutto di Carlotta. Volevo lei in tutte le maniere.

Arrabbiata, eccitata, frustrata, spocchiosa, odiosa, innamorata, incazzata. Ma la volevo. Mi ero ripreso la mia droga. E non sapevo più farne a meno. Non adesso. Non sarei andato di nuovo a finire ad un centro di riabilitazione mentale per scordarmi di lei.

Avevamo ammirato la Barcellona illuminata, quando forse noi due risplendevano più di tutte quelle luci che a poco a poco si sarebbero spente e si sarebbero addormentate, assopite. Al contrario delle nostre emozioni.

Tornammo in Hotel, sapendo che lei aveva vinto la scommessa. Era stata più perfida di me. Non ero riuscito a controllarmi. Quando c'era in gioco Carlotta nulla aveva più potere sulla mia mente. Mi risucchiava tutto.

"Sono stata bene stasera" affermò carezzevole, prima di vedere le porte metalliche aprirsi.

Fece un passo in avanti, mentre la ripresi con forza per il polso, strattonandola e spingendola contro la parete di metallo, con un tonfo metallico.
"Potrebbe essere migliore, se venissi in camera mia" le sussurrai sulle sue labbra, vedendola schiudere gli occhi e passarsi la lingua sul labbro che sfiorò anche il mio.

"Penso sia meglio così per stasera. Dobbiamo ancora parlare. Non me ne sono dimenticata. Ma qualcuno mi ha distratto..." lasciò la frase in sospeso, uscendo dall'ascensore.

"Mi stai accusando?" Le domandai sarcastico, passandomi una mano tra i capelli ed una in tasca, poggiandomi con la spalla contro la parete fredda dove prima c'era il suo corpo.

"Sempre e comunque. Ci vediamo. Magari domani sera dopo il concerto potremmo...potrei...in intimo...nuda...chi lo sa" mi stuzzicò, poggiando la schiena alla porta di camera, facendo oscillare la chiave della stanza sull'indice, producendo un tintinnio.

Ma fanculo!
Uscii dall'ascensore, andandole in contro, pressando il mio corpo con il suo. Un ansimo le sfuggì, dolce e debole. Da trapassarmi la pelle.
"Tu non sai quanta cazzo di voglia ho di scoparti" rivelai sul suo lobo che s'irrigidì, notando ancora il suo corpo febbricitante.

Sfiorò la mia guancia con la sua, arrivando al mio udito.
"Notte Joshua" affermò, passando una mano tra i miei capelli in modo delicato, e lasciandomi un bacio a fior di labbra, prima di vederla aprire la porta, e richiuderla con un sorrisetto ed un tonfo netto.

Cosa avrebbe detto ora al suo adorato Mitch? Che stavo riprendendo sicuramente il mio posto e che lui sarebbe stato fuori dai giochi.
Potevo sentirmi compiaciuto, fiero di me stesso. Ma non era una battaglia. La rivolevo perché il suo posto non l'aveva mai preso nessun'altra. Non potevo dire di essere stato un santo, potevo dire che cercavo di dimenticarla. Ma non puoi dimenticare qualcosa che hai inciso sulla pelle e sotto pelle.

Presi l'ascensore, sentendo il rumore metallico delle porte riaprirsi ed il campanellino. Ero arrivato al mio piano, senza di lei. Aveva vinto e non sarebbe venuta a dormire da me. Ma ciò che volevo l'avevo ottenuto. Farla ritornare come se non ci fossimo mai divisi neanche per una frazione di secondo.

Mi avviai lungo il corridoio rivestito da moquette nera, ma prima di aprire la porta sentii la voce di Yuri.
Mi girai di scatto, vedendolo venire verso la mia direzione, mentre tenevo le chiavi in mano.

"Joshua. Presumo sei stato fuori" affermò indugiando su i miei occhi, mentre alzai il mento come a dire -e allora?-.

"Si sono uscito. Qualche problema?" Gli domandai pacato, poggiando una mano sulla porta bianca fredda.

"Il problema subentra dal momento che, primo non mi hai avvertito, secondo...eri con Carlotta" rivelò duramente quelle parole mentre non capivo. Non erano affari suoi con chi volevo e dovevo spendere il mio tempo. Era il mio manager non mio padre.

"Non vedo il problema. Non esiste. Non ti ho avvertito perché non c'era nulla di cui avvertirti. Non sei la mia guardia del corpo. E secondo...io passo il mio tempo con chi cazzo voglio" ammisi ispido, vedendolo sogghignare, e strusciarsi i baffi con l'indice ed il pollice.

"Ricordati il motivo per il quale l'hai allontanata poi. Vuoi davvero dirmi che ora è cambiato qualcosa? Sarà sempre più dura Joshua. Il pubblico ti reclamerà sempre di più, la stampa, i giornalisti. E lei che fine farà? Si accontenterà di quel bacio che le dai prima di salire sul palco? Si accontenterà di una buona notte, scritta via messaggio, mentre lei starà a casa ad aspettare un tuo ritorno? Questa è la vita che puoi offrirle. Lei non è una che si accontenta" rivelò quelle parole in modo cristallino e deciso. Sentivo qualcosa sgretolarsi nel mio interno. Era tutto vero. Come le parole di mia madre, le sue raccomandazioni. Ma di Carlotta non potevo farne a meno. Avrei trovato una soluzione. Ci sarebbe stata da qualche parte. Non potevo perderla, non ora che l'avevo ritrovata. Era stato il destino cazzo, a far si che ci dovessimo di nuovo scontrare. E seppur fosse stato uno sbaglio, un disastro, l'avrei tenuta con me contro ogni tornado che la vita mi avrebbe presentato per risucchiarmi.

"Hai capito?" Mi riprese, piegando la testa per incontrare il mio sguardo perso, e ritornai su i suoi occhi per divenire gelido.

"Non è cambiato, hai ragione. Ma ti devo ricordare una cosa. Tu sei il mio manager Yuri e a parte assicurarti che svolga bene il mio lavoro, che accontenti il pubblico, la stampa e giornalisti di merda, e i testi delle canzoni...non devi preoccuparti di altro. La mia vita privata non ti deve interessare. So cosa faccio, so cosa voglio" sputai duro e netto quelle parole, che uscirono a forza, tanto da raschiarmi la gola secca. Erano vere le sue rivelazioni ma era di più vero, ciò che volevo nella mia vita.

Inserii le chiavi nella toppa, mentre si girò portando entrambe le mani nelle tasche dei pantaloni grigi gessati. La serratura emise uno scatto, ma prima di rientrare dentro di voltò con metà viso verso di me, e l'indice puntato.
"Stai sbagliando Joshua. Diventerà anche lei oggetto del mirino, e tu sarai la causa di una sua carriera rovinata, e lo sai. Ricorda il motivo, è questo. Notte" mi ricordò risoluto e vigoroso, il motivo per il quale Carlotta era scivolata via dalle mie mani.

Aprii la porta senza dargli più adito, richiudendola con un tonfo pesante che rimbombò tra le pareti delle mura e quelle del mio cuore.

Aprii il mini frigo, e presi una lattina di birra fredda al contatto con la mia mano che era rovente.
Dovevo trovare un modo per sfogare la mia frustrazione. Mi sentivo così. Ero sicuro che questa volta non ci sarebbero stati errori, muraglie ricostruite per dividerci. Le stavamo distruggendo mattone per mattone. Non avremmo più alzato barriere inossidabili. E se ci fosse stato il caso, avrei attraversato quelle lastre, come un personaggio irreale, che può trapassare tra le pareti, e raggiungere ciò per cui combatte. Avrei combattuto per il nostro cuore.

Presi un foglio dalla cartella verde delle canzoni che contenevo. Avevo bisogno di scrivere. L'insonnia ormai aveva vinto sul mio sonno. Non avrei chiuso le palpebre. Poco importava. Se domattina avrei avuto le occhiaie o la poca forza per tenermi in piedi. Necessitavo di buttare giù un pezzo, perché ogni volta suonavano nella mia testa parole. Viaggiavo sempre con la mente che non si stancava mai. E da una semplice parola si intersecavano altre, fino a divenire un testo che avrei suonato. Nella mia mente aveva un sound diverso, ma tutto nella mente è diverso dalla realtà. Ciò che non era diverso era quello che avevamo io e Carlotta. Superava il frutto dell'immaginazione.

Presi la penna con mani tremanti, ma sicure di ciò che avrebbero scritto. E così premetti la punta intrisa d'inchiostro nero, per lasciare tutto fuori, e scrivere con il cuore che dettava.

•-Una stanza, uno scenario, un lucernario per farti diventare pazza. Io suonavo e tu cantavi, una canzone cucita su i miei ricami.
Volevo restare un po' con te,
Di tempo resta, ce n'è.
Strappato via senza risorse,
Ora lo rincorro senza perdere le forze.

Mi hanno detto -non lo fare, non tornare-
Mi hanno confidato -non ti perdere, non farti scappare-
L'opportunità, l'unica cosa importante in questa civiltà.
Non avevano capito che l'unica cosa importante, era l'opportunità di non lasciarti più scappare.

Credimi, nelle notti che non mi vedrai.
Tu tienimi, stretto al petto un po' più forte, non sei sola questa notte.
Eh credici in ciò che sempre ti dirò, confidati ad uno specchio che non cede a ricatti e compromessi, mostra solo ciò che senti.

Un fiore delicato, l'ho posato sul terrazzo. Ho aspettato invano un Arrivo, dovevo capire che non avevi più un motivo. Incatenata ti avrei dovuto tenere, su un sedia con uno spago, per non scivolare in altre terre.

Mi hanno detto -non lo fare, non tornare-
Mi hanno confidato -non ti perdere, non farti scappare-
L'opportunità, l'unica cosa importante in questa civiltà.
Non avevano capito che l'unica cosa importante, era l'opportunità di non lasciarti più scappare.

Credimi, nelle notti che non mi vedrai.
Tu tienimi, stretto al petto un po' più forte, non sei sola questa notte.
Eh credici in ciò che sempre ti dirò, confidati ad uno specchio che non cede a ricatti e compromessi, mostra solo ciò che senti.

Le opportunità le porta via il vento,
Mi piego e scavo su questo terreno.
Combatterò e tornerò vincitore
Sei l'unica opportunità che necessita il mio cuore.

Credimi, nelle notti che non mi vedrai.
Tu tienimi, stretto al petto un po' più forte, non sei sola questa notte.
Eh credici in ciò che sempre ti dirò, confidati ad uno specchio che non cede a ricatti e compromessi, mostra solo ciò che senti.-•

Finì di scrivere la canzone, e rilessi il testo più e più volte. Avevo inserito metafore. Come non lasciarla scappare in altre terre. Era la metafora per dirle che lei si era donata a Mitch, una terra sconosciuta, quando avrei dovuto tenerla con me.
La metafora dello specchio, sapevo che prima o poi qualcuno avrebbe potuto metterla in guarda, insidiarle nella testa parole che le avrebbero fatto cambiare idea, ma io ero il suo specchio e solo a me doveva mostrare ciò che sentiva, perché eravamo sulla stessa barca.

Posai tutto e rilegai la canzone. Una nuova, perfetta per il mio stato d'animo. Avrei detto domani ai ragazzi della Band di provarla con il sound che avevo immaginato. Non l'avrei cantata al tour. Ormai avevo già una scaletta pronta.

Tenevo sempre nella mia valigia, CD miei, biglietti del concerto.
Ed ora osservai quella lattina, divenuta calda Grazie al calore del mio palmo. Finita, senza più liquido che oscillasse all'interno. Mi sentivo un po' così.

Andai verso il letto, quando sentii il rintocco di nocche bussare fievoli sulla porta.
Mi passai una mano tra i capelli ed andai ad aprire.

Un sorriso mi nacque spontaneo nel vederla, innalzò un sopracciglio, superandomi e mi voltai per vederla camminare, mentre tenevo ancora la mano sulla maniglia fredda.
Chiusi la porta con un tonfo debole. Vedendola fermarsi al centro della stanza e slacciarsi il trench beige.

Rivelando il suo corpo, coperto quel poco da un baby doll di seta turchese, ed il suo Mr Wilson tenuto stretto al petto, coccolandolo.
"Avevi vinto" le rammentai rauco, andando vicino al suo corpo che trasudava sensualità, guardandola famelico.

Si morse lentamente il labbro inferiore, rilasciandolo. Struccata era ancora più bella ed eccitante. Perché i suoi occhi erano ancora più luminescenti.
"Mr Wilson, è colpa sua. Voleva dormire con te..." azzardò dolcemente, mostrandomi il pupazzo, e facendogli muovere la zampetta da porco spino.

Divisi la distanza che mi stava uccidendo, prendendola delicatamente per il fianco, e sentirla sospirare, chinando appena la testa lateralmente per farmi assaggiare l'incavo del suo collo e morderlo dolcemente, senza furia. Avevo ancora bisogno di assorbire tutto di lei.
Sospirò di nuovo, tenendo più stretto il porco spino, mentre con la punta del naso tracciai il contorno del suo collo che sapeva di vaniglia, fermandomi sul suo lobo.
"E tu avevi voglia...di dormire con me?" Le accarezzai più esigente il fianco, sentendo la seta turchese liscia, frusciare sul mio palmo, per formare piccole pieghe, fino alla vita.

La sentii deglutire gracile, ed annuire.
"Voglio che tu sappia che nessuno mi farà cambiare idea. E che Mitch...in questo momento voglio stare con te. Voglio dormire tra le tue braccia" ammise con la voce sommessa ed esile. Traballava appena, e le circondai la vita con entrambe le mani, prima di portare il mio palmo destro sulla sua guancia, e scacciare lacrime invisibili con il pollice.

"Ti terrò stretta quanto vorrai, ed anche quando mi dirai di non farlo, lo farò lo stesso. Princesa" appoggiai la fronte contro la sua, vedendola ridere e mostrare la dentatura perfetta.

Prima di prenderle la mano, ed accompagnare lei è Mr Wilson nel mio letto. Scostai le lenzuola vedendola gattonare sopra ed infilarsi sotto. Non potevo desiderare di più.
"Dormirà nel mezzo Mr Wilson?" Mi feci beffa di lei in modo vellutato, vedendola dissentire con la testa.

"Mr Wilson dormirà alla mia sinistra, e..." non la lasciai finire, che la vidi rincalzare le coperte anche al porco spino, come se avesse avuto paura che prendesse freddo e l'attirai con la schiena contro il mio petto caldo, dove batteva forte il mio strumento più importante.
La sentii rilassarsi, e notai che chiuse gli occhi con i capelli aperti sul mio cuscino e su parte del mio petto, tenendola ancorata a me.

💕💕💕💕💕💕💕
Ciao dolci donzelle. Quando non vi parlo sto male 😂😂 non lo faccio quasi mai. Perché sono crudele 😔😂
Per questo capitolo non avevo cercato il finale così, ma non sono più dolcini insieme?!? E Joshua?!? 😍😍😍 quanto è tenero quando le dice PRINCESA 😍😍😍 mi sono sciolta io nello scriverlo.

DISAGIO

Comunque secondo me il testo di Jason Derulo che ho postato nella Song, rispecchia benissimo il capitolo, poi è uno dei miei cantanti preferiti. Quindi spero che vi scioglierete, e tanti bacini.

VI VOGLIO BENE PRINCESAS!!

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