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La spina rimossa

Atto spiccatamente umano sposarsi, gli animali non richiedono né contratti né doti, gallina e gallo non si scambiano giuramenti. Che siano le persone a complicarsi la vita con le loro cerimonie e le loro torte? Non ci si stupisce che la gente si sposi ancora? In verità alcuni definiscono il matrimonio l'estremo atto di fede, mentre altri si azzarderebbero a dire che è l'estremo atto di follia. Attendo con impazienza due parole "lo voglio". Gli sposi dichiarano esclusivamente un intento senza alcuna garanzia di felicità. Il matrimonio a conti fatti non è che un rituale umano. Non possiamo costringere il gallo o la galline, eppure, continuiamo a raccogliere uova, questo fa di noi esseri più complicati o semplicemente troppo ostinati nella convinzione di dover orchestrare quanto la natura ha già predisposto?

(Le cronache di Lady Whistledown - 20/04/1814)

10 mesi dopo

L'Imbarcazione procedeva tra i flutti del mare agitato del canale della Manica. Edwina inspirava nell'aria pungente, coprendosi il volto dalle gocce gelide che schizzavano sulla prua della nave. Il continente si profilava all'orizzonte come un lungo serpente addormentato sul mare. Le sembrava per la prima volta di respirare, da mesi. Quell'inverno a Londra, ospite di Lady Danbury con la madre, invece che darle sollievo l'aveva gettata nella tristezza più totale. Il rientro di Kate dalla luna di miele poi le aveva sbattuto in faccia sentimenti controversi che pensava di essere riuscita a seppellire nel suo cuore, ma che erano improvvisamente riaffiorati di nuovo, come navi sommerse nell'oceano e riportate a galla da una tempesta. La sorella era così felice della sua nuova casa, del suo nuovo ruolo, della sua nuova famiglia allargata, delle responsabilità e della complicità col visconte, che Edwina si sentiva un mostro a non riuscire a partecipare. Aveva perdonato Kate, non aveva potuto altrimenti, era sua sorella, ma il visconte era rimasto molto sulle sue dopo il matrimonio. Era sempre educato, ma in gran parte si ammutoliva alla sua comparsa, forse vinto dall'imbarazzo o dalla vergogna. Il pensiero incredibilmente non l'aveva affatto rincuorata. 

Non era mai stata rancorosa o vendicativa di carattere, ma quello che le era accaduto, forse, esulava un po' dalla normalità, per non parlare delle ripercussioni che si era tirato dietro e che i due sposi avevano accuratamente potuto evitare partendo di fretta per la luna di miele dopo un matrimonio ristretto ai soli familiari in una chiesa vuota. Su consiglio della madre era rimasta al suo posto tra i banchi in silenzio, stringendo la lingua tra i denti e trattenendo il fiato finché non si era accorta di avere il sangue in gola. Non è facile guardare tua sorella sposare l'uomo che hai amato. Perché, nonostante tutto, Edwina pensava di avergli dato il suo cuore, come una stupida certo. D'altronde come resistere al suo fascino navigato da libertino, ai suoi sguardi ammiccanti che ti facevano sentire la più bella del ballo. 

Era stata un diamante, la preferita della regina, le sembrava fosse passata una vita, invece che pochi mesi. Inaspettatamente, tra tutti era stata proprio lei a fornirle una via di fuga quella stagione, invitandola a raggiungere suo nipote a Berlino e poi nei loro possedimenti, in Prussia.  In realtà sarebbe andata in capo al mondo, le bastava lasciare Londra, il suo cielo piovoso e grigio. Non rimpiangeva la sua scelta: accettare di essere un ripiego solo perché sua sorella era troppo orgogliosa di ammettere di essersi innamorata del bel Bridgerton, non era mai stata nemmeno un'opzione. Benediceva la sua sorte da un certo punto di vista, almeno aveva visto la verità in tempo, per quanto male le avesse fatto. Dopo sarebbe stato peggio, legata a un uomo che avrebbe vissuto con lei come un condannato al patibolo, per il suo dannato senso del dovere. Era una sorte che non avrebbe augurato nemmeno a una persona spregevole, meno che mai a sé stessa. Lei si era presa quella scelta, con le unghie e con i denti, pagando lo scotto delle ripercussioni sulla sua famiglia e non ultima anche su Lady Danbury.  Si era trasformata nella spina, "agevolmente rimossa" dalla vita dei due giovani innamorati, per sua stessa scelta.  Oltre quel mare tempestoso poteva almeno sperare che nessuno avesse portato una copia del Whistledown, che la sua reputazione fosse ancora data soltanto dall'invito della regina Carlotta e non macchiata da spiacevoli pettegolezzi.

Fa male non essere scelti, certo, ma era orgogliosa del suo coraggio. Eppure, dentro di lei non faceva che chiedersi se potesse davvero essere qualcuno, se poteva rifulgere, brillare senza Kate. La sorella era sempre stata al suo fianco da quando ne aveva memoria, tanto che le sembrava soltanto di aver brillato della sua luce riflessa per tutto il tempo e, ora che era sola, si chiedeva se mai sarebbe stata capace di ammaliare ancora qualcuno, lei che aveva avuto corteggiatori quanto più dei gradini dello scalone centrale di casa Danbury e che per quella scelta fuggiva cercando di lasciarsi alle spalle la sua cattiva sorte. Aveva sempre letto ogni libro che Kate sceglieva per lei, sempre suonato la musica che le consigliava, sempre ballato come lei le aveva insegnato a fare, perfino il suo gusto preferito di the le era stato sconosciuto fino a pochi mesi prima, ma ora sapeva che il the nero che tanto amava Kate, non faceva per lei, preferiva i gusti fruttati e floreali, che portavano in sé il profumo della rinascita della stagione e della nuova vita, come quella che sperava di trovare, giusto di là dal mare.

https://youtu.be/b_jKUKNWBWQ

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