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Il diamante disperso

Mary tremava cercando di fermare le labbra livide, le nubi si erano ammassate precipitose, tanto che la principessa era già rientrata col poeta a seguito e gli altri ospiti stavano giungendo dai boschi, ma ancora non c'erano tracce di Edwina o del suo paffuto duca. Cominciava ad essere alquanto preoccupata. Un lampo squarciò il cielo scaricandosi sulla foresta; la donna sobbalzò spaventata. Vide il principe accompagnare sua cugina faticosamente lungo il pendio, verso la terrazza coperta, le aveva prestato la giacca e la ragazza procedeva lamentandosi del vestito completamente rovinato.

"Vostra altezza, scusate" si inchinò "avete visto mia figlia Edwina?"

Il principe si guardò intorno perplesso. "Non è ancora giunta? Comunque, non vi preoccupate il duca di Linderhoff è un esperto alpinista, sa benissimo quando è ora di rientrare da una passeggiata per non far bagnare vostra figlia. Vi assicuro personalmente che con lui è in buone mani."

"Vi ringrazio" sospirò Mary.

"Entrate o congelerete, chiederò se è stato visto dagli altri ospiti" si offrì.

Rientrò appena il tempo di cambiarsi la casacca, recuperare il mantello e poi tornò fuori a scrutare la piana pensieroso. Il cielo brontolava sopra di lui e le prime gocce cominciavano a cadere. La tempesta doveva averli sorpresi lontani dal castello, non c'erano altre spiegazioni. Intravide finalmente l'uomo al limitare della radura, corse verso di lui coprendosi la testa con la manica del mantello.

"Principe, brutto temporale" esordì l'uomo con un mezzo inchino.

"La signorina Edwina?" domandò perplesso.

"Non lo so, mi sono voltato per afferrare una delle carte e non l'ho più vista."

"L'avete cercata?"

"Tutto il tempo fino ad ora, ero giusto tornato a vedere se fosse qui, magari vedendo brutto aveva puntato in alto al castello, era chiaramente visibile dal sentiero."

"Qui non c'è, non è arrivata, dovete dirmi esattamente dove l'avete persa, riuscite a ricordarvelo?" Avrebbe scosso quell'uomo fino a farlo cadere a terra.

"Sì, il sentiero che costeggia il torrione, dopo il primo bivio a destra giù dal declivio, nell'ansa del fiume è letteralmente scomparsa."

"Ci sono buche, arbusti? Avete controllato?" insistette il principe col cuore che cominciava a battergli come una locomotiva a vapore.

"Nessuna, è un tratto tranquillo. Ho guardato perfino tra i rovi, ho seguito il sentiero in entrambe le direzioni più volte, l'ho chiamata a gran voce, nulla."

"Non ha senso che sia scappata da voi, a meno che non siate stato poco onorevole" minacciò il principe.

L'uomo già di bassa statura si fece ancora più piccolo, come schiacciato dal solo pensiero. "Vi giuro, vostra altezza, non l'ho sfiorata nemmeno con il pensiero, sono un uomo sposato, credente, non mi permetterei mai! Se permettete, conviene che prendiamo i cavalli, saremo più veloci a raggiungere l'area."

"Avete perfettamente ragione, seguitemi." Il principe gli fece strada verso le stalle. Incontrarono il patrigno nel cortile del palazzo. Pareva altrettanto preoccupato: perdersi il prezioso diamante della stagione inviato da sua madre era assolutamente disdicevole. Già si immaginava le urla della regina! La signorina Edwina andava soccorsa, immediatamente. "Prendete un paio di guardie, io farò altrettanto e pattuglierò il lato nord. Caso mai avesse perso il sentiero."

"Non mi sembrava affatto disorientata" assicurò il duca.

"Non lasceremo nulla di intentato, comunque" aggiunse Ernesto montando a cavallo. Partirono uno in una direzione e l'altro nell'altra seguiti dal grappolo di guardie a cavallo.

"Avrei dovuto dissuadere mia madre dall'idea alle prime nubi" bofonchiava il principe.

"Come potevate? Poche ore fa il cielo era terso!" negò il duca. "La montagna sorprende anche i più esperti, vostra altezza. Non dovete farvene una colpa".

Quel tozzo uomo aveva centrato il termine. Si sentiva mangiare l'anima al pensiero che a causa dei sotterfugi di sua madre ora Edwina si trovasse sola nella foresta, magari ferita, sotto un temporale del genere. Si asciugò la fronte coperta di acqua, il cielo stava riversando su di loro tutta la sua furia. Giunsero nella radura e scesero dai cavalli; le fronde degli alberi fremevano attorno a loro, la pioggia arrivava a sbuffi sferzando i loro volti.

"Eravamo qui, ne sono certo, la carta era laggiù, la signorina Edwina era vicino a quegli arbusti."

"Disponetevi a raggiera da questo punto" ordinò il principe. Il principe osservò l'area attentamente per quanto l'oscurità del cielo gli permettesse, spostava le foglie verdi gettate a terra dalla tempesta, i cespugli e poi quasi per caso vide un nastrino viola impigliato in un albero a poco meno di un paio di metri di distanza, si intravedevano ancora impronte a terra, ma tutt'altro che femminili. O quel duca non gli stava dicendo la verità o qualcuno li aveva seguiti, un uomo senza dubbio! Quel maledetto poeta! Era pronto a scommetterci la sua giubba. L'avrebbe preso a schiaffi, anzi sviscerato con la spada. La forca gli spettava, nient'altro che quella e se l'aveva sfiorata l'avrebbe avuta! Allontanò la rabbia cercando di rimanere lucido. C'era un altro nastrino poco più avanti a fianco di un cespuglio: in quel momento benedisse le complicate acconciature delle cameriere. Se gli avessero permesso di ritrovare Edwina, almeno sarebbero valse a qualcosa, perché di certo non incontravano il favore maschile o il suo per lo meno. Recuperò il cavallo, balzò in sella e cominciò a seguire quella tortuosa strada di fermagli nel bosco.

"Edwina!" provò a chiamare, ma non ottenne alcuna risposta. "Edwina!"

Non poteva finire così! Era molto peggio che con Daphne, almeno la sapeva al sicuro, nella sua nobile casa, contornata da figli e un marito amorevole, ma morire da sola in un bosco era un atroce destino, specie perché gli sarebbe rimasto per sempre il rimpianto di non averle potuto dire quello che aveva nel cuore. Quanto aveva tremato nei giorni precedenti all'idea di doverle dichiarare il suo amore, di essere rifiutato e il pensiero che ora non fosse più possibile faceva sembrare quei timori ancora più sciocchi.

"Dai corda a tua cugina per un paio di giorni, vedrai che Edwina cadrà ai tuoi piedi" così aveva suggerito la madre, promettendo di tenere lontano il poeta. E invece? Respinse le lacrime in gola. Se avesse seguito il suo cuore le avrebbe parlato la sera prima, dopo aver a lungo ascoltato la madre Mary, mentre lei se ne stava chiusa nella sua camera a leggere. Aveva pensato tanto alle parole di quella donna dolce e irrimediabilmente spezzata dalla morte del marito. Dopo aver ascoltato la sua storia, ancora di più, non gli importava più del titolo di Edwina, ne era irrimediabilmente innamorato e non voleva rinunciare a lei per niente al mondo, anche a costo di prendere insieme una nave per l'india come avevano fatto i suoi genitori, prima ancora che da Londra trovassero un modo per farla sembrare o non sembrare una nobile. Edwina era parte di lui e se moriva, il suo animo sarebbe volato via con lei, come ogni possibilità di gioia in questo folle mondo sull'orlo del baratro.

Edwina poteva forse non avere una grande dote o un titolo importante, ma era terribilmente più regina di quanto sua cugina Luisa avrebbe mai potuto esserlo, fiera, coraggiosa, dolce, comprensiva, quando parlava non riuscivi che a trattenere il fiato e non diceva mai nulla senza aver riflettuto ed essere certa di ognuna delle sue belle parole. Era lei stessa una poetessa senza sapere di esserlo, non aveva bisogno di un uomo per capire un quadro, quanto per essere la persona interessata, curiosa e vorace di conoscenza che era. Ora capiva, ora vedeva chiaramente cosa aveva visto in lei la regina Carlotta. Era stato talmente cieco per tutto quel tempo. Troppo impegnato a cercare di capire quei sentimenti invece di accettarli, senza approntare fragili scuse o strampalate ipotesi. C'era un solo modo per capire cosa avesse nel cuore quella ragazza: avere il coraggio di chiederlo e di ascoltarlo, qualsiasi cosa fosse, solo che ora tremava all'idea di aver sfumato anche quell'ultima occasione. Si riscosse arrestando il cavallo, la radura risaliva per un breve tratto per sprofondare di nuovo nel bosco.

"Edwina!" chiamò nuovamente. Gli rispose soltanto la sua eco.

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