Capitolo 7
-oddio, ma questo è...- ebbi un groppo in gola. Una marea di ricordi mi riaffiorarono in mente.
-si, è il nostro giardino. Ora ricordi? - chiese speranzoso Damien, stringendomi la mano.
-si, ora ricordo. Qui giocavamo sempre a nascondino. Se non sbaglio è poco distante dalla tua villa ma molto vicino alle stalle - dissi guardandolo.
-la tua memoria è infallibile - replicò per poi sorridere.
-si come no. Poi mi dimentico cosa mangio a pranzo - risposi sarcasticamente.
-a proposito, vuoi pranzare con me? - chiese ghignando. Accennai con il capo un sì. Ero dannatamente felice e nostalgica.
-Il nostro giardino- ripetei. Guardai il roseto, era ricco di rose rosse e bianche, erano appena sbocciate. Affianco al roseto vi erano delle aiuole ricoperte da fiori rosa e viola. Mi girai verso Damien.
-andiamo nel nostro solito posto? -
-speravo che me lo chiedessi- rispose. Camminammo mano nella mano e ci ritrovammo sotto la grande quercia. Era posizionata al lato dell'immenso giardino, era quasi nascosta. Sotto di essa vi era una panchina di legno, era stata leggermente rovinata dal tempo.
-questo posto non è cambiato di una virgola - ammirai il bellissimo paesaggio immerso nella natura.
-già. Quando ti ho vista al ballo ero rimasto di stucco. Mi ricordavo una nanetta con i capelli raccolti in due trecce. Non mi aspettavo che diventassi una bellissima lady. Ti ho riconosciuta a stento. - disse giocosamente Damien.
-vuoi morire? - chiesi con sguardo severo ma aggiunsi una nota scherzosa alla fine.
-mhhh, sinceramente no.-rispose facendo finta di pensarci
-beh, anch'io sono sorpresa di come tu sia cambiato . Mi ricordavo un bambino pestifero, con una folta chioma bionda che saltellava di qua e di là...invece ora sei un lord affascinante. Dai, almeno caratterialmente non sei cambiato- lo stuzzicai, ero curiosa della sua reazione.
-affascinante... - ripeté lui con malizia
-Non montarti la testa - dissi evitando il suo sguardo. Sentii che stava sghignazzando.
-ah, non evitarmi! Se no uso la mia arma segreta- con la coda dell'occhio, lo vidi sorridere .
-e sarebbe? - chiesi ingenuamente.
-ora vedrai- Iniziò a farmi il solletico.
-Ahahaha fermati, non respiro ahahaha-
-va bene- smise di farmi il solletico e sorrise compiaciuto.
-posso chiederti una cosa? - abbassai lo sguardo esitante
-certo- mi guardò incuriosito.
-che fine hai fatto per tutto questo tempo? - sentii tremare la mia voce, sperai che non lo notasse.
-ero in Francia. Mio padre decise di farmi studiare lì- rispose accarezzandomi la guancia.
-ti sono mancato? - chiede abbozzando un sorriso
-no... - distolsi lo sguardo.
Anche se fosse , non te lo dirò mai. Pensai.
- mi sei mancata tantissimo- ghignò
-scommetto che ti sei trovato una bella francese e già avete fatto qualcosa ehhh - dissi scherzosamente cercando di nascondere un briciolo di insensata gelosia.
-mh, no. Non mi attirava nessuno- rispose agitando la mano come se stesse scacciando via solo l'idea
-e io dovrei crederti? - chiesi sarcasticamente
-ehi, sono un uomo selettivo- fece la parte del finto offeso. La sua espressione era dannatamente buffa, a causa di ciò scoppiai in una fragorosa risata.
-non ho nemmeno dato il primo bacio, figuriamoci - disse a bassa voce per non farmelo sentire.
-guarda che ho sentito- lo stuzzicai.
Si alzò di scatto, imitai il suo gesto.
-scusa non volevo offenderti -replicai preoccupata. Ad un tratto lui si girò. Mi guardò intensamente e mi rubò un bacio. Le sue labbra erano morbidissime. Sentii perdere un battito.
-ma perché? - lo guardai sbalordita
-mi hai stuzzicato e questa è stata la tua punizione- lo vidi arrossire. La sua espressione tradiva le sue parole.
-era anche il mio primo bacio- sentii il suo sguardo su di me.
-oh... - poggiò la mano dietro il collo. Era a disagio.
-fa niente. Tirati su col morale. Facciamo finta di nulla. Ok? - cercai di non far pesare un innocente bacio.
Alla fine non era nulla di che.
-va bene- fece un sorriso raggiante.
-ti piace ancora leggere? - chiese cercando di cambiare argomento
-certo-
-ho fatto espandere la biblioteca. Vuoi vederla? -
-ovvio- lo presi per mano. Odiavo vederlo a disagio. Camminammo per un po', fin quando non vidi l'enorme villa. Damien proseguì per i lunghi corridoi e mi scortò in biblioteca.
Vidi una grande quantità di scaffali pieni zeppi di libri, rimasi stupita.
-wow, ce ne sono tantissimi - accennai un sorriso
-prego my lady. Può esplorare - disse scherzosamente. Passai lo sguardo su alcuni libri. Ce n'erano di tutti i tipi , dai romanzi storici ai gialli. Cercai con lo sguardo Damien. Lo vidi lì, alzato. La sua figura romantica ma allo stesso tempo autoritaria. Stava scrutando i fogli di un libro di poesie. Era bellissimo. I riccioli lunghi percorrevano le grandi spalle e i suoi occhioni verdi seguivano le parole del libro. Per un attimo vidi Sebastian al suo posto.
L'immaginazione fa brutti scherzi. Pensai. Eppure per quel breve attimo... L'avevo visto lì. Di fronte a me, con i suoi morbidi capelli corvini che incorniciavano il suo bel viso. Stavo sognando ad occhi aperti.
-T/n, che c'è? - la voce gentile di Damien mi fece tornare alla realtà.
-niente- risposi imbarazzata
-allora perché mi stavi fissando? - disse con voce indagatoria. Chiuse il libro e si avvicinò lentamente.
-oh, volevo sapere cosa stessi leggendo - mentii spudoratamente. Ma non potevo di certo dire la verità.
Hey senti, ho appena immaginato il maggiordomo di un altro mio amico al tuo posto e ho sentito il cuore accelerare.
-stavo leggendo delle poesie- rispose pacatamente
-leopardi? Foscolo? D'Annunzio? - chiesi incuriosita
-si,come fai a conoscere questi poeti italiani? -
-la poesia italiana è abbastanza romantica e profonda. Poi mio padre ha parenti in Italia, quindi per comunicare con loro ho dovuto imparare la lingua- risposi con fare sapiente.
-capisco - Vidi Damien prendere l'orologio da taschino.
-è mezzogiorno - disse stupefatto.
All'improvviso sentimmo bussare alla porta.
-signori il pranzo è pronto - il vecchio maggiordomo ci guardò e fece un inchino per congedarsi. Damien mi prese per mano e ci incamminammo verso la sala da pranzo.
-certo che la villa è cambiata parecchio - commentai guardando la grande vastità di quadri variegati
-dopo la morte di mia madre ho deciso di ristrutturare tutto- rispose Damien
-Aspetta! Quando è successo ? - chiesi sbigottita. Nessuno mi aveva avvertita.
-un anno- rispose il giovane come se nulla fosse.
-non lo sapevo - sussurai a malincuore
-tranquilla. Tuo padre è un uomo rigido e riservato, è normale che non ti abbia riferito una tale inerzia - replicò senza mai far trasparire un'emozione.
-non è un inerzia! È importante. Se lo avessi saputo sarei corsa qui! - dissi stringendo di più la sua mano alla mia. Damien mi scrutò.
-in tal caso, cosa avresti fatto? Consolarmi? - chiese ironico
-si- risposi senza esitazione.
-va bene, puoi consolarmi più tardi. Ora mangiamo - replicò il biondo. Ci sedemmo. Dopo aver consumato il pasto senza dire una parola, ci alzammo, andammo in salotto e ci accomodammo su un sofà.
-Damien- lo abbracciai. Mi doleva la notizia appena ricevuta. Trascorrevo un sacco di tempo con sua madre. Lady White era una donna davvero gentile e a dire il vero suo figlio è identico a lei.
-T/n, tranquilla. Sto bene- disse il ragazzo accarezzandomi la schiena
-so cosa si prova. Mia madre è morta due anni fa a causa di un incidente... Perciò - non conclusi la frase poiché Damien mi baciò di nuovo.
-era l'unico modo per zittirti - replicò gentile.
-uhm, ho capito. Non vuoi parlarne. Vogliamo uscire? - chiesi per sviare la conversazione
-andiamo al centro di Londra? Lì hanno aperto una nuova pasticceria. Dicono che fa dei dolci buonissimi! - disse Damien brillando di gioia
-ahh, dimenticavo quanto tu amassi i dolci. Comunque si, andiamo- replicai ghignando. Uscimmo dalla sala e ci dirigemmo verso la carrozza. Una volta saliti, Damien fece segno al cocchiere di partire. Appoggiai il capo sulla sua spalla.
-hai sonno? - chiese il giovane con voce dolce
-si, ho dormito pochissimo stanotte -
-allora addormentati. Ti sveglio io appena arriviamo - disse guardando fuori il finestrino. Dopo una buona oretta, Damien mi svegliò.
-my lady siamo arrivati -
-mh ok- scesi dalla carrozza. Damien mi prese a braccetto. Iniziammo a camminare. Entrammo in pasticceria, ordinammo i nostri dolci preferiti. Appena finimmo, uscimmo e incontrammo Ciel.
-buon pomeriggio Conte Phantomhive - salutò Damien
-Buon pomeriggio a voi- replicò Ciel. Mi guardò.
-T/n potevi avvisare che eri uscita con il conte White. Mi hai fatto preoccupare - mi rimproverò lui
-scusa Ciel. Non volevo darti fastidio,per questo non ho detto nulla - risposi pacatamente. Cercai di non guardare Sebastian, qualcosa mi portava ad abbassare il capo pur di non incontrare il suo sguardo.
Notai Ciel fulminare con gli occhi Damien.
-beh, T/n se vuoi, puoi andare con loro. Non preoccuparti per me. In un altro di questi giorni Ti inviterò a uscire ancora- disse Damien lasciando la mia mano. Mi diede un bacio sulla guancia e si diresse verso la sua carrozza. Ciel mi guardò irritato.
-che c'è? - gli chiesi innocente
-come hai passato la giornata? - chiese lui, ignorando la mia domanda.
-benissimo, mai stata meglio - risposi.
-ottimo. Da quanto conosci il conte White? - disse iniziando a incamminarsi verso la carrozza.
-da quand'ero bambina- replicai.
-ah, sai che fine ha fatto negli ultimi anni? - continuò guardandomi severo
-non ho il diritto di divulgare informazioni personali. Quindi non posso rispondere -
Cosa vuoi ottenere Ciel Phantomhive, O meglio cane della regina? Chiesi fra me.
Vidi l'espressione di Ciel impassibile. Mi fece salire in carrozza, parlò a bassa voce con il suo maggiordomo e salirono. Sebastian si sedette al mio fianco. Sentivo il suo profumo al muschio. Lungo il viaggio calò un silenzio tombale, io e Ciel guardammo fuori dal finestrino. Per tutta la serata non guardai il maggiordomo. Tornammo alla villa e cenammo. Mi congedai e salii in camera mia.
...
-il conte White! Dannazione! Sebastian dobbiamo fare qualcosa! Se lei andrà con lui, addio informazioni. Addio esca. Addio piano!- la voce isterica di Ciel rimbombò nella stanza
-my lord è tutto sotto controllo - rispose Sebastian
-certo come no. Non ti ha degnato di uno sguardo per tutta la serata. Ti sta chiaramente evitando. E poi hai visto come lei e il conte sono intimi. Non mi meraviglio se tra poco si fidanzeranno- replicò il conte guardando furibondo il maggiordomo.
-me ne occuperò io my lord. Troverò un modo per conquistarla - disse Sebastian
-non perdere tempo. Va da lei- ordinò Ciel
...
Mi stavo togliendo i gioielli quando sentii bussare alla porta.
-avanti- dissi ad alta voce.
-my lady, non la disturbo vero? - sentii la profonda voce di Sebastian. Tolsi il braccialetto.
-certo che no. Tranquillo - posai il gioiello in un cofanetto, nel mentre sentii chiudere la porta.
-t/n- Sebastian mi richiamò.
-si? - mi sedetti comodamente sul letto.
-mi stai chiaramente evitando - disse l'uomo sedendosi al mio fianco
-non è vero. Se ti stessi evitando ora non staremmo parlando - risposi giocherellando con l'orlo della gonna
-allora guardami negli occhi- mi invitò lui. Alzai debolmente il capo ma non lo guardai. Si avvicinò al mio volto, con il pollice e l'indice mi prese delicatamente per il mento, in modo tale da farmi alzare lo sguardo.
Vidi i suoi occhi rossi magnetici.
Sentii il cuore accelerare.
-perché mi eviti? Lui ti ha detto qualcosa? È successo qualcosa fra voi? - mi chiese Sebastian con aria innocente, continuando a scrutarmi il viso.
-non ti sto evitando - fu l'unica risposta che diedi.
- È successo qualcosa fra voi? - continuò insistentemente lui
-
Autrice
Sorry per gli errori, spero che il capitolo vi piaccia
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