Capitolo 30
-bene, lady Hansford... -
L'uomo mi accarezzò i capelli.
-pensate alle conseguenze - ribattei.
-sono un uomo adulto, so come affrontare un ragazzino- disse pacatamente.
Voltai lo sguardo verso la finestra e una lucina rossa colse la mia attenzione. Erano gli occhi di un corvo. Sebastian pensai.
Ad un tratto sentii le mani del visconte stringermi.
-siete insaziabile, oggi il conte non vi ha soddisfatto abbastanza? - feci un sorriso di scherno
-ah quindi avete sentito. Comunque no, non mi ha soddisfatto. Sinceramente preferisco corpi più femminei- mi diede un bacio sul collo.
-siete già stato a qualche altra vendita? - lo incalzai. Stavo rischiando esageratamente ma nonostante ciò continuai a stare al gioco.
-si, ma stranamente nessuna mi ha mai colpito come avete fatto voi- mi bloccò i polsi e iniziò a baciarmi. Cercai di dimenarmi ma più lo facevo e più lui si divertiva. Ad un tratto iniziò a usare anche la lingua. Mi lasciai andare a quel bacio lussurioso.
-andiamo sul divano- dissi prendendolo per mano. Guardai il candelabro sul tavolino che era accanto al divano. Era l'unica luce della stanza.
Mi sedetti a cavalcioni su di lui e iniziai a sbottonargli il panciotto.
-finalmente ti sei lasciata andare- sorrise maliziosamente
-chiudete gli occhi- sussurrai.
-va bene- vidi le sue mani dirigersi verso i miei seni.
Presi il candelabro e glielo tirai in faccia. Mi alzai e mi diressi verso la finestra.
Lo sentii gridare e iniziai a sorridere.
L'uomo mi guardò con l'occhio sanguinante. Rabbrividii vedendolo ridere.
-sapevo che non eri come le altre, ma di sicuro non avrai il fegato per uccidermi-
Guarda sempre in che direzione può muoversi il nemico le parole di William mi ritornarono in mente. Vidi che la candela del candelabro stava bruciando il tappeto.
-che c'è? Hai paura del fuoco? - disse il visconte
-no. L'unica cosa che mi inquieta è vedervi vivo con un occhio sanguinante mentre ridete di gusto- guardai di nuovo verso il corvo. Perché non mi aiuta? Non vede che sono in pericolo? Secondo me si sta vendicando. Tsk.
Andai in direzione del visconte, ripresi il candelabro e sta volta gli colpii il fianco. Mi diede un pugno sul ventre e mi spinse fra le fiamme. Vidi i miei vestiti prendere fuoco ma la mia pelle rimaneva intatta. Provai dolore per quel dannato pugno ma cercai di non darlo a vedere. Il visconte spalancò gli occhi.
-tu... Tu non sei umana- indietreggiò.
Guardai i miei vestiti bruciati, poi rivolsi di nuovo lo sguardo verso l'uomo.
-che c'è? Ora avete paura? Prima ve la stavate spassando. Eravate così orgoglioso e arrogante...- non riuscii a trattenere la risata scaturita dallo sbiancare dell'uomo. Mi riavvicinai a lui per dargli il colpo di grazia.
-SIETE FIGLIA DEL DEMONIO! ALLONTANATEVI DA ME- il fuoco stava crescendo, ormai aveva raggiunto i libri che riuscivano a riavvivarlo.
-Ma se fino a poco fa mi stavate toccando? Bugiardo, vigliacco... Avete fatto del male a Damien e ora ve la farò pagare con gli interessi- gli piombai addosso e iniziai a riempirlo di pugni. Stavo sfogando il rancore accumulato. Persi totalmente il controllo, sentivo solo le sue grida di pietà.
-una lady non dovrebbe sporcarsi così le mani- mi voltai e vidi Sebastian.
-se ti avessi aspettato ora starei facendo la sua fine- indicai il viso dell'uomo che era divenuto irriconoscibile.
Mi alzai e lo fissai con disprezzo.
-che fine avevi fatto!? - guardai il corvino.
-ero occupato con la servitù - rispose pacatamente
-non mi dire che stavi di nuovo combattendo contro Grell-
-esattamente- squadrai i suoi vestiti lacerati
-aspetta... Se tu stavi combattendo, allora chi era quel corvo alla finestra?? Inizialmente pensavo fossi tu...-
-non saprei. Però penso sia meglio andare via da qui, prima che le fiamme si espandino per tutta la residenza-
-controlla che sia morto e poi andiamocene- Sebastian gli lanciò due coltelli nei punti vitali.
Beh se prima non era morto, ma poco ci credo, ora lo è.
Alla fine mi aggrappai al corvino e in un batter d'occhio giungemmo alla villa.
-T/N! STAI BENE!? I TUOI VESTITI.... COS'È SUCCESSO!? TI HANNO FATTO DEL MALE? - Damien mi piombò addosso preoccupato.
-tranquillo. Sto benissimo- sorrisi.
Come gli dico che ho fatto fuori quel bastardo? Inoltre ho paura che ci sia qualcuno ad origliare...
-bene, io devo andare. Buonanotte my lady. Faccia attenzione - Sebastian mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò.
-ah è sempre così occupato... - dissi guardando la sua figura allontanarsi.
-T/n, raccontami tutto- Damien mi prese per mano e mi fece accomodare sul letto.
-L'ho ucciso. Ora sei libero- sussurrai.
Mi strinse fra le sue braccia. Sentii le sue calde lacrime scorrere sulla mia pelle scoperta.
-Grazie- cercai di calmarlo.
-Damien, nonostante io sia un'assassina.. mi ami ancora? - in realtà non sapevo che cosa volessi sentire.
-certo che ti amo. Hai ucciso per far del bene. Quindi, non metterti l'anima in pena... A dir la verità anch'io ho commesso peccati ma questo non ha importanza, perché ti amerò sempre. Ti supporterò in tutto quello che farai e semmai perderai la retta strada, ti aiuterò a ritrovarla. Inoltre non aver paura di mostrarmi le tue cicatrici. Non coprirti, non creare altre barriere, non metterti sulla difensiva. Lasciati a me, abbandonati al calore delle mie braccia, dammi un po' di quel fardello che porti sulle spalle- lo guardai sorpresa. Non mi aspettavo quella risposta.
-Damien, hai già passato le tue disgrazie. Non voglio che ti addossi anche le mie. Voglio solo vederti felice. Ho fatto fuori quell'uomo solo per proteggerti. Ti giuro non sto creando barriere, non sono sulla difensiva. In questo momento penso di essere la persona più debole e fragile del mondo. Mi sento così esausta. Però non voglio assillarti con queste stupidaggini e inoltre è anche tarda notte, quindi andiamo a dormire- volevo tagliare a corto quella conversazione, aveva un qualcosa che mi spaventava. Forse ero consapevole delle mie emozioni ma non volevo seguirle.
-T/n, non sai quanto io sia preoccupato per te. Voglio essere al tuo fianco, per favore lascia che divenga parte della tua quotidianità - Guardai il biondo. I suoi occhi erano lucidi e ancora gonfi di pianto.
-già lo sei-
-questo mi rincuora più di qualsiasi altra cosa - sorrise.
Mi sdraiai esausta. Lui salì a cavalcioni su di me.
-che hai in mente? - gli chiesi già sapendo la risposta
-voglio darti un premio-
-un premio? forse sei tu che vuoi il premio da me -
-beh, voglio solo farti stare bene- vidi un guizzo di malizia nei suoi occhi.
Autrice
Probabilmente vi sarete anche dimenticati di questa storia ahahahaha. Però ora è finita la scuola e iniziano le vacanze... Questo vuol dire che torno come un cantante spagnolo random che cerca di cantare qualcosa di orecchiabile :)
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro