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Capitolo 19

-ok, hai fatto un immenso giro di parole per finire a parlare di Sebastian- lo guardai male e non detti risposta. Sentii un tonfo, le grida di una donna, le urla dei passanti e infine un silenzio tombale. Sapevo di chi erano quelle grida, sapevo tutto della vicenda. Guardai lo shinigami al mio fianco, aveva un'espressione cinica.
-Will, cos'altro devo fare per ritornare tranquillamente a casa? -
Will mi guardò sbigottito, prese delle forbici dalla sua giacca e me le porse.
-T/n, prendi queste forbici, e ritira l'anima di quella donna-
Presi le forbici e le guardai per qualche secondo.
-Signorinella, si deve sbrigare! - sentii il richiamo di Ronald.
Mi avvicinai al corpo di Jasmine.
-T-T/n- l'anziana donna sussurrò il mio nome.
-mi dispiace. Mi dispiace. Mi dispiace- colpii la donna con le forbici e vidi i suoi cinematic record. Vidi tutti i momenti felici passati insieme, cercai di trattenere le lacrime. Raccolsi gli ultimi ricordi e riguardai il volto della donna. Era sorridente come sempre.
-Addio Jasmine-  dissi per poi correre dai tre shinigami.
-ora posso andarmene? - guardai duramente Will.
-T/n, non guardare male il mio Will- disse Grell fissando lo shinigami corvino.
-Grell... Dai non voglio litigare con te. Mi stai simpatica. Forza Will, rispondimi. Ho deciso se Jasmine doveva morire e inoltre ho preso i suoi cinematic records. ORA POSSO ANDARMENE? O DEVO SOFFRIRE ANCORA? - tutte le emozioni che avevo trattenuto fin a quel momento si stavano mescolando dentro di me ed erano pronte ad uscire senza pietà.
-per ora puoi andare. Ho raccolto abbastanza documentazione- lo shinigami diede un'occhiata alle sue carte e poi fermò lo sguardo sulla mia figura.
-Ma Will! La prova non  doveva durare un mese? - chiese Knox guardandolo confuso.
-non ha fatto errori nello svolgimento del suo lavoro. Ha rispettato le regole. Può andare- Ronald non aprì bocca.
-In caso volessimo ulteriori accertamenti, fatti trovare sempre pronta- Aggiunse alla fine Will, per poi sparire insieme agli altri due shinigami. Nel frattempo con lo sguardo, Guardai in lontananza il corpo morto di Jasmine. Il becchino lo stava portando via dalla strada ed era rimasta una pozza di sangue sul luogo. Sentivo l'angoscia assalirmi. Non volevo tornare a casa e nemmeno andare alla villa del Phantomhive. Alla fine decisi di passeggiare fra le strade di Londra. Scelsi quelle meno affollate ma principali. In quel momento un'altra aggressione avrebbe peggiorato la situazione e inoltre con tutta la rabbia repressa accumulata ero capace di uccidere senza pensarci due volte.
-T/n? - sentii una voce familiare, mi voltai e vidi due occhi verdi guardarmi.
-Damien- vidi il gentiluomo camminare verso la mia direzione.
- che ci fai qui? E soprattutto perché sei sola?! - prese la mia mano, attendendo impazientemente la mia risposta.
-stavo facendo una passeggiata. E poi sono abbastanza adulta per camminare da sola, non credi? - cercai di reprimere tutte le emozioni. Mostrai la mia solita maschera felice.
-ti faccio compagnia-
-avrai di sicuro di meglio da fare, lascia perdere-
-no, tu ora vieni con me e mi dici cosa non va. Ti conosco da bambino, conosco troppo bene le tue espressioni. Chiamo una carrozza- cercai di negare, ma lui fece di testa sua. Alla fine ci ritrovammo a bere una tazza di tè, nell'immenso giardino in cui giocavamo da bambini.
-allora? Cosa è successo? -
- Jasmine è morta-
-COSA!?COME!? - a causa dello stupore si alzò di scatto.
-l'ha investita una carrozza - cercai di trattenere le lacrime. Mi alzai dalla sedia e  Per distogliere l'attenzione, guardai il paesaggio rurale.
Damien si avvicinò e mi abbracciò.
Poggiai la testa contro il suo petto, lui iniziò ad accarezzarmi gentilmente.
-andrà tutto bene, io non ti abbandonerò-
Sussurrai un grazie e non riuscii più a trattenere le lacrime. Sfociai nel pianto e lui mi diede una grande consolazione.
Dopo un po', riuscii a calmarmi.
-perdonami, ti ho bagnato di lacrime tutta la giacca- dissi con un tono divertito
- non fa nulla, da bambino piangevo sempre fra le tue braccia, sai quanti vestiti ti ho rovinato... - Guardai i suoi occhi verdi e i suoi capelli ricci, ricordai il suo viso fanciullesco e sorrisi debolmente.
-si è ribaltata la situazione- dissi guardando la sua giacca.
-già, è passata l'ora di pranzo- lui cercò evidentemente di cambiare argomento
-di già!? - lo guardai stupefatta. 
-andiamo in cucina e facciamoci preparare qualcosa- mi prese per mano e camminammo per il vasto giardino. Ragiungemmo la porta del retro della villa, entrammo e Damien parlò con la servitù. Successivamente ci accomodammo nella sala da pranzo.
-era da tempo che non pranzavamo insieme- Disse Damien.
-vero- affermai nostalgica
-ma guarda un po' chi abbiamo come ospite! T/n! - mi voltai e vidi il padre di Damien. Un uomo robusto, moro, con una folta barba e un vestiario stravagante.
-Buon pomeriggio, come state? -
-benissimo. T/n dopo devo parlarti in privato. C'è qualcosa che devo comunicarti. Dopo aver pranzato vieni nel mio ufficio, va bene? -
-certamente- vidi l'uomo andarsene, riportai l'attenzione su Damien.
Era abbastanza frustato.
-non arrabbiarti, se no farai le rughe prematuramente-  dissi scherzando per alleggerire la tensione nell'aria.
-ehh!? Non voglio avere le rughe- Damien iniziò a massaggiarsi la fronte. Ridacchiai vedendo le sue buffe espressioni.

.... Nel frattempo....

-quindi T/n è andata con gli shinigami- disse Ciel, firmando le sue solite scartoffie. Sebastian annuì.
-hai idea perché l'hanno convocata? - chiese il conte guardando il suo maggiordomo.
-no. Lei non mi ha voluto dire nulla. Ho provato ad usare la psicologia inversa, ma  si è arrabbiata-  replicò il maggiordomo con aria pensierosa.
-quella donna ha un bel caratterino- ribatté Ciel  non curante.
-forse...






Autrice
Sorry per gli errori e per l'attesa, ma ho pochissimo tempo libero. Spero che la storia sia di vostro gradimento

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