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Capitolo 11

-perché mi fai sempre questa domanda? - chiesi analizzando il sigillo della lettera
-non voglio che qualcun altro ti accarezzi - questa fu la sua risposta. Sentii un calore familiare inondare tutto il mio corpo.
Ma è davvero un demone? Ma sta giocando? Anche se ipoteticamente stesse mentendo, queste parole mi riscaldano il cuore.
Lui continuò ad avere lo sguardo fisso sul finestrino e io spinta dalle sue parole e da quel profondo desiderio dolce che avvolgeva il mio cuore, gli diedi un bacio sulla guancia.
Sgranò gli occhi sorpreso.
-grazie - gli sussurrai.
-oggi pomeriggio non eri tu quella che non voleva farsi toccare? Perché mi stai mettendo a dura prova? - mi guardò scherzosamente
-non so se tu stia giocando con me, quindi mi è difficile non restare in guardia. Però, Devo ammettere che parole dolci come quelle mi scatenano reazioni come queste- risposi arrossendo. Diamine perché era tutto così imbarazzante!?
-pensi che io stia giocando? Che faccio tutto questo solo per ordine del padroncino? - mi guardò con uno sguardo stracolmo di delusione.
-Non ho mai pensato che fosse un ordine di Ciel. Sappiamo tutti che ognuno ha i suoi limiti. Sono solo diffidente. Perché mai un demone dovrebbe volere una mortale? Questa è la domanda che mi pongo. E non ho una risposta certa. Voi demoni non amate l'impuro? La lussuria? - mi guardò sorpreso. Ad un tratto la Carrozza sbandò. Cercai di aggrapparmi al sedile per non cadere ma finii per strappare la parte inferiore del vestito. Sebastian aprì la portiera e scese dalla carrozza.
-hanno ucciso il cocchiere - si guardò intorno.
Un misto di ansia e paura mi avvolse.
-Sebastian, è meglio che ce ne andiamo. È rischioso- guardai la sua espressione preoccupata. Mi aiutò a scendere dalla carrozza. Alla vista del cadavere mi si raggelò il sangue. Il corvino si accorse del mio turbamento e mi strinse a sé.
-tranquilla. Chiudi gli occhi- feci come disse. Sentii che sfilò qualcosa dalla sua giacca, dopodiché udii un urlo umano. Spalancai gli occhi e vidi un altro cadavere. Ad un tratto mi sollevò da terra.
-ma - provai a concludere la frase ma lui poggiò l'indice sulle mie labbra per zittirmi
-shh, ora andiamo a casa- iniziò una corsa a dir poco sovrumana. In pochi minuti eravamo arrivati alla villa.
Entrammo, ma fummo scaraventati a terra dai tre servitori.
-il signorino non è ancora arrivato? - Chiese Sebastian al cuoco.
-no. Siamo terribilmente preoccupati- rispose Finnian.
-ah, Sebastian, il signorino ti ha lasciato questo- Bard estrasse un foglietto dalla tasca e lo consegnò al maggiordomo.
Quest'ultimo con una rapida occhiata lo lesse.
-dormirà dalla signorina Elizabeth - disse ad alta voce il corvino
-audace il ragazzino- commentai con un tono sia perverso che sarcastico.
Il maggiordomo mi guardò compiaciuto.
- T/n! Il tuo vestito! - la cameriera indicò lo strappo.
- tranquilla, È reperibile - dissi tranquillizzandola.
-Ah! Signorina mi hanno detto di consegnarle questa! - Finny sbandierò all'aria un'altra lettera.
-grazie - la presi gentilmente.
-chi te l'ha consegnata? - chiese Sebastian con aria pacata.
-un ragazzo alto. Sembrava simpatico!-
- concluse il giovane, sfoderando un grande sorriso.
-era biondo? - chiesi per curiosità, ma soprattutto volevo constatare la reazione del maggiordomo.
-si! - guardai di sott'occhio il corvino. Non dimostrava emozioni. C'era da aspettarselo.
-beh, vado in camera- passai per i lunghi corridoi. Ormai conoscevo quella residenza come se fosse stata sempre la mia. Entrai in camera. Aprii le lettere.
-mi ha invitata al ballo di domani sera e per giunta, vuole che io sosti da lui- dissi ad alta voce.
-tsk-
sobbalzai. Sebastian era vicino alla porta, aveva fra le braccia Kuro.
-di questo passo morirò d'infarto. Avvisa quando stai entrando in camera mia! Sono pur sempre una lady! - lo rimproverai.
-stavo seguendo Kuro e per caso mi sono ritrovato qui-
-È una mezza verità? - domandai sarcastica.
-io dico solo la verità - esclamò lui.
Mi avvicinai, ero a un passo da lui. Allungai la mano e accarezzai la testolina nera di Kuro.
-vabbè ti credo solo perché hai in mano Kuro- feci un occhiolino alla gattina.
-la vuoi prendere in braccio? - domandò, accennando un sorriso. Non me lo feci ripetere più di una volta, presi in braccio la mia adorata gatta e iniziai a riempirla di coccole.
-cosa risponderai al conte White? - lo guardai sorpresa.
-andrò al ballo con lui, così nessuno sospetterà. Sarò vista di buon occhio e attirerò di sicuro l'attenzione dei rapitori. Per quanto riguarda la sua ospitalità... Per quello se ne deve occupare mio padre. Dirà sicuramente di no, non posso fare avanti e dietro per le ville di due conti. Sarebbe uno scandalo- risposi analizzando la situazione.
-nessuno sa che sostate qui. Solo la servitù e il conte White. Penso che quest'ultimo vi segua- replicò il corvino
-perché dovrebbe? -
-come faceva a sapere dove sostavi? Ti ho appena detto che solo la servitù e tuo padre sanno dove sei-
-sarà stato mio padre. ASPETTA! SE DAMIEN HA LE GRAZIE DI MIO PADRE, VUOL DIRE CHE MI FARÀ STARE DA LUI- sgranai gli occhi.
Mi sdraiai sul letto, Kuro saltò in braccio al maggiordomo. Feci un grande sospiro e ritrovai la calma.
-tanto comunque dovrò andarmene. Domani finirà tutto e non vi servirò più- mi avvolse un velo di tristezza.
- T/n






Autrice
Sorry per gli errori. Spero che la storia vi stia piacendo.

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