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Mi sveglio come sempre a dieci minuti prima della lezione e inutile dire che oggi ritarderó.
Provo a coprire il livido viola che ho in faccia con il correttore,ma non serve a nulla,anzi,peggiora anche la situazione creando una macchia aranciata attorno alla macchia viola.
Per fortuna ieri sera mio padre non è ritornato a casa,"imprevisti di lavoro" li ha chiamati nel messaggio che mi ha inviato per farmi sapere della sua assenza, così non ha visto quella bruttissima sfumatura di viola che si trova impressa sul mio volto un pò paffutelo.
Esco di casa e corro verso scuola,non ho tempo per prendere l'autobus,anche perché sarà già passato.
Arrivo a scuola con venti minuti di ritardo,la porta è già chiusa.
Prendo coraggio e busso.
<<Hudgens ritardo già dal secondo giorno?>>mi chiede il prof di matematica, che più che una persona mi sembra il personaggio del cartone animato "Harry Potter" che interpreta appunto Harry.
<<Mi scusi>>dico soltanto,perchè so che ha pienamente ragione e mi vado a sedere vicino a Zac.<<Che ha fatto in viso?>>mi chiede scrutandomi la macchia che non è passata inosservata.
<<Sono caduta per le scale!>>dico la prima cavolata che mi viene in mente.<<Oggi è il giorno delle cadute!>>esclama guardando in direzione di Lily, che mi guarda incavolata.E' messa un po' meglio di me, ha solo una macchia violacea sulla fronte che non si nota più di tanto.Ma sicuramente ci avrà aggiunto un po' di trucco per rendere il tutto più drammatico.
Vedo Victoria sorridermi e alzarmi un braccio per farsi notare,la guardo e le sorrido.
<<Ehi>>mi chiama John guardando che il prof non lo becchi a non stare attento alla sua lezione di equazioni per parlare con me.
<<John>>dico a bassa voce, più che altro mimandolo solo con le labbra, non facendo uscire neanche un suono o un bisbiglio e tenendo sott'occhio il prof,in modo che non mi veda.
<<Dopo ti devo chiedere una cosa importante>>dice e annuisco chiudendo il discorso, sto già rischiando oggi.
Zac prende una matita e inizia a scrivere sul suo quaderno in un lato del foglio bianco,poi me lo passa e leggo cosa ci sia scritto "dato che ora ci provi un po'con tutti che ne dici di farmi un pensierino?"leggo e mi alzo di scatto urlando <<che cosa?>>
<<Hudgens fuori dalla porta>>urla immediatamente il prof sbattendo le mani sulla cattedra.
<<Ma..>>provo a difendermi ma vengo interrotta da lui stesso<<ma niente ,sta disturbando la lezione>>.
Prendo le mie robe ed esco,ma non prima di guardare Chad che fa cenno di no a Zac,sicuramente deluso di lui.
"E ora dove vado?"mi domando.
Ma opto per rimanere seduta qui,attaccata al muro e a pensare un pó alla frase che mi ha scritto Zac nel bigliettino e al suo cambiamento.Chiudo per un attimo gli occhi pensando a come sarebbe stata la mia vita se non mi sarei dovuta trasferire qui: non avrei mai incontrato persone come Lily, non sarei mai andata fuori dalla porta o non mi sarei beccata una sgridata per aver ritardato, e sicuramente non avrei mai fatto a botte.
<<E ora dormi in piedi?>>mi chiede una voce che in questo momento non voglio neanche sentire.
<<Zac che diamine vuoi da me ancora?>>gli chiedo innervosita per il suo atteggiamento verso i miei confronti.
<<Da te non voglio assolutamente niente>>dice avvicinandosi.
<<Allora vai a fotterti altre ragazze>>dico, non pentendomene per niente delle parole dure che ho usato.
La situazione sta degenerando,soprattutto quando la mano di Zac si posa sulla mia guancia, girandomi completamente il volto dall'altra parte della direzione in cui stavo guardando cioè lui.
Mi ha dato uno schiaffo?
<<Ma..>>dico con le lacrime agli occhi essendoci rimasta male e delusa del gesto che ha appena fatto.
Da lui non me lo sarei mai aspettata.<<Vane,io...>> dice preoccupato avvicinandosi di un passo.
Scappo da quella cavolo di scuola e corro a casa.
Arrivo in camera mia e mi metto nel letto a piangere.
Fisso il mega poster e penso che non avró mai foto da attaccarci,dato che non ho amici, e che le foto che ci avevo attaccato prima sarebbero rimaste solo ed esclusivamente bellissimi ricordi.
Accarezzo il ciondolo che porto sempre sul mio collo, quello di mia madre, come se in qualche modo mi aiutasse in questa situazione.
Forse doveva veramente succedere, forse mi sta bene per farmi capire che la vita non è tutta rose e fiori, e che le difficoltà sono presenti apposta per affrontarle e uscirne fuori una persona migliore, più forte e più sicura di sé stessa.
Fisso il tramonto fuori dalla finestra e mi addormento in un sonno profondo tra l'aria fresca di un venticello di Febbraio nella città di Miami.
Il suono della sveglia mi fa aprire gli occhi,e solo quando vedo che di fuori è tutto buio perdo la cognizione del tempo.
<<Finalmente bella addormentata>>sento dirmi da una voce roca.
<<Che cosa vuoi ancora da me Zac?Perchè non mi lasci in pace?>>chiedo alzandomi di scatto dal letto e indietreggiando impaurita di quello che sarebbe in grado di fare.
Mi si avvicina con cautela quando vede che indietreggio spaventata e guarda la mia guancia con l'impronta della sua manata rossa sopra al mio livido.
Mi bacia dolcemente la guancia,ma emetto un lamento di dolore,spostandomi dal suo tocco.
<<Mi dispiace>>dice accarezzandomi delicatamente il punto dolorante con il pollice della sua mano.
<<Ero nervoso,non so perché l'ho fatto,mi dispiace lo giuro>>dice,è serio,lo capisco dal modo in cui si tocca continuamente i capelli e sorride dolcemente, è anche nervoso, si muove facendo avanti e indietro tra i talloni e la pianta del piede.
Lo abbraccio e gli dico:<<perché sei così?>>
Ma non ricevo una risposta.
Andiamo in balcone e ci sediamo abbracciati sullo sdraio a guardare le stelle.
<<L'hai vista anche tu?>>chiedo entusiasta quando vedo una stella cadente.
<<Si,esprimiamo un desiderio>>dice dolcemente stringendomi a se.
<<Appena ho scoperto che le stelle cadenti in realtà sono dei meteoriti che lasciano una scia di polvere luminosa ci sono rimasto molto male>> ammette e mi alzo per un attimo a bocca aperta per capire se mi stia prendendo in giro, ma nel suo sguardo noto solo sincerità e serietà:<< non sono stelle?>> chiedo con le lacrime agli occhi delusa.Avevo sempre pensato che le stelle cadenti fossero stelle ed ero anche sicura della mia teoria, e aspettavo veramente con ansia la notte del 10 agosto per ammirare il cielo ricco di piccoli cristalli microscopici, e attendere l'arrivo di una scia luminosa che illuminasse tutto i cielo: scrutavo quel mondo misterioso sopra alla mia testa velocemente, come se mentre guardassi a est, subito ad ovest mi sarei persa una cometa!.
<< Sì piccolina, ma non piangere>>ritorna ad abbracciarmi sorridendo dolcemente.
<<Sai, le stelle cadono senza far rumore per non svegliarci,e quando muoiono cadono giu.
"Se succede di giorno non se ne accorge nessuno, se succede di notte c'è sempre qualcuno che vede uno spillo di luce staccarsi dal buio e poi infilare il buio da qualche parte più giù" questo dice Andrea Bajani, e io te lo posso confermare perché giuro cara stella...ti faccio una promessa... ovunque cadrai... io ti verrò a cercare>> conclude il suo interessante discorso facendomi istintivamente riempire gli occhi di lacrime e coccolarmi di più a lui.
<<Sai,malgrado tutto,la vedi quella stella là?>>mi chiede guardandomi.
<<Sei ancora tu!>>sussurra e mi sorride.
Lo stringo forte a me e rimaniamo a vedere quel bellissimo cielo stellato di febbraio.
<<Sai Zac,la mia vita fino ad ora la associo alle rimanenti 38 costellazioni che si trovano,negli spazi vuoti tra le costellazioni tolemaiche e nell'emisfero meridionale. Queste nuove costellazioni sono generalmente composte da stelle poco brillanti,e che certe volte ad occhio nudo non si vedono.
Ecco io sento di essere una di loro,e di essermi circondata da persone che nella mia vita non contano>>ammetto tristemente.
<<Vedi Vane quel gruppo di stelle laggiù?Sembra che formano un volto>>mi indica delle stelle dritte a me.
Annuisco <<sono una costellazione "ufficiosa", ossia un allineamento di stelle che formano semplici figure geometriche, si chiama asterismo.Credo che tu nella vita sia una costellazione ufficiosa,sei sempre diversa,e cambi sempre umore>>dice sorridendo.
<<Le stelle cambiano forma a differenza tua,come se volessero ogni sera raccontare la loro giornata>>mi spiega.
<<A proposito, da quanto ti sei messa a studiare astronomia?>>mi chiede prendendomi in giro e facendomi ricordare il discorso delle costellazioni.Sorrido:<< erano le uniche che mi interessavano quando sono andata a fare ricerche per essere più preparata possibile a quando poi mi avresti parlato di stelle>> sorrido colpevole nascondendomi tra le sua braccia.
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