29
NICCOLÒ
«Tu cosa?»
Mi urlò addosso Chris per la centesima volta con occhi e bocca spalancati, doveva darsi una calmata o gli sarebbe venuto un colpo.
Sbuffai di nuovo e risposi: «Quello che ho detto, non farla troppo lunga.»
«E me lo dici pure? Ti pare poco? Hai fatto la più grande cazzata della tua vita!»
Ora si che mi sentivo meglio, i suoi insulti mi facevano sentire ancora più una merda.
Dopo il bacio con Arianna e lo schiaffo di Alice ero corso a casa sua, avevo la testa che mi sarebbe scoppiata da un momento all'altro.
Ero seduto sul divano con le gambe allungate e lui mi era di fronte, e non faceva che imprecarmi addosso come se non ci fosse un domani.
«Così non mi aiuti.»
Dissi passandomi una mano fra i capelli.
«Sei un coglione.»
Affermò serio.
«Grazie.»
Sbuffai e chiusi gli occhi.
Se avessi potuto tornare indietro..cazzo.
Non sarebbe successo nulla, non avrei baciato Arianna, non avrei visto Alice piangere e io non mi sentire così uno schifo.
«Porca puttana.»
Imprecai fra i denti.
«Ci sei arrivato finalmente.»
Ribattè lui alzandosi.
«Cazzo faccio ora?»
Dissi mettendomi seduto e appoggiando i gomiti sulle gambe.
«Niente.»
Sospirò e mi fissò duro.
La mia espressione era sconvolta e disperata.
«Hai fatto un casino bro, non saprei proprio cosa consigliarti.»
Disse massaggiandosi le tempie e socchiudendo gli occhi.
«Perfetto.»
E mi alzai, dovevo sgranchirmi le gambe per non impazzire.
In quel momento mi sarei buttato volentieri giù dal terzo piano.
«Che cazzo avevi in mente?»
Già, che cazzo mi frullava in testa?
Ero agitato ed eccitato perché pensavo ci fosse Alice al parco, che mi voleva parlare, e non vedevo l'ora di vederla e stringerla a me, e baciarla per l'eternità.
Invece era andato tutto storto, Arianna e le sue fottute congetture.
Perché si voleva far umiliare in quel modo?
Non ero stato già abbastanza chiaro con lei?
Non la volevo, punto.
Quante volte dovevo ripeterlo?
Forse ora non ce ne sarà più bisogno.
«Non lo so, mi ha messo le mani sul suo corpo, non ce l'ho fatta.»
Dissi esausto.
Non potevo negare che avesse un bel corpo, che facesse girare la testa a tutti, ma non dovevo farmi trascinare.
Ne ho visti e toccati tanti di fisici, e non mi ero mai rincoglionito così.
Tutta colpa dei suoi occhi, del suo sguardo sicuro, cazzo.
Vaffanculo.
«Sei un coglione.»
Ripetè di nuovo.
«Lo so.»
Andai sul balcone con l'intenzione di accendermi una sigaretta e lui mi seguì con lo sguardo.
Tirai fuori il pacchetto di marlboro e iniziai a fumare, a buttare fuori il fumo, cercando di non soffocarmi per il nervoso.
Dovevo espellere da me tutta quella stronza ghigne inutile, che non mi aveva portato a nulla di concreto e aveva solo peggiorato la situazione.
La sigaretta finí troppo presto così ne presi un'altra e la accesi.
Fanculo al cancro, ai polmoni, io stavo già morendo senza di lei.
«Quante te ne vuoi fumare?»
Disse Chris comparendo al mio fianco.
Tutte, tutte le sigarette del mondo finchè lei non sarà mia.
«Abbastanza.»
E buttai fuori il fumo, chiusi gli occhi e imprecai mentalmente.
«Non risolvi niente, dammi qua.»
E mi prese la sigaretta tra le dita e se la mise in bocca.
Bell'amico, mi toglieva l'unico modo per calmarmi, per dimenticare tutto quanto.
«Non guardarmi così, lo faccio per te, non voglio che mi collassi davanti.»
Sarebbe una bella idea invece, farla finita, non soffrire più, non sarei più problemi a nessuno.
«Forse ne varrebbe la pena.»
«Non dire cazzate.»
Disse serio spegnendo la sigaretta nel portacenere.
«Non sto scherzando.»
Ripetei.
«Finiscila o ti butto giù. Devi darle tempo, dopotutto a lei piaci e molto quindi.»
Disse tranquillo.
Sentii il cuore rimbalzarmi nel petto alle sue parole.
«Come fai a dirlo?»
Chiesi curioso e con una nota di speranza nella voce.
«Ma dove vivi? Non vedi come ti guarda?»
Disse retorico.
Ci pensai su e non ne venni a capo.
«Mi guarda normale.»
Conclusi infine.
«No, idiota.»
Sbuffò e si mise le mani tra i capelli.
«Non capisci un cazzo di ste cose.»
«E tu dove le hai imparate?»
Dissi divertito.
«Lascia stare. A te interessa sapere solo che le piaci, e tu hai almeno mezza possibilità.»
«Incoraggiante.»
Davvero.
«È meglio di niente dopo quello che hai fatto.»
Disse seccato.
«Domani balzo, non ce la faccio.»
Meglio stare a casa e non vederla per non prendermi a pugni.
Non volevo farla soffrire ancora.
«Non tu vieni eccome.»
Disse dandomi una pacca sul braccio.
«Ho detto di no.»
Ribattei duro, non mi avrebbe fatto cambiare idea.
«Ti trascinerò io allora.»
Sbuffai e alzai gli occhi al cielo.
«Sei un rompi palle.»
«No, sono tuo amico, è diverso.»
Disse abbozzando un sorriso.
«Che mi manda al patibolo.»
«Finiscila, ti sto aiutando.»
«E come?»
Chiesi girandomi verso di lui.
«Ti fidi di me?»
Disse serio.
«No.»
Negai beffardo.
«Perfetto allora.»
«Sono serio bro.»
Affermai tornando in casa e sedendomi suo divano di pelle nera.
«Anche io, mi inventerò qualcosa. Sembri un ameba, non voglio vederti marcire così anche se è stata colpa tua.»
Ecco l'amico che risolve le tue cazzate e non chiede nulla in cambio.
«Io ti sposo.»
Ridacchiai.
«Aspetta qualche giorno e dopo vedremo.»
Disse sorridendo.
«Ma io ti amo.»
Dissi facendo il finto offeso.
Lui alzò gli occhi al cielo e mi tirò addosso un cuscino che beccai in pieno.
«Cattivo.»
Bofonchiai.
«Non devi dirle a me quelle due parole magiche.»
E aveva ragione, ma avrei avuto mai il coraggio di dirle?
Ad alta voce?
A lei?
Guardandola negli occhi?
ANGOLO AUTRICE
okey, è corto, ma mi sono presa bene con i POV di Niccolò scusate ahah ma ho visto che anche ad alcune di voi gustano quindi.
boh, che dire, il peggio arriverà prossimamente!
baci e abbracci
Alice
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