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Primo Capitolo

Settembre 2015

"Dai Isa corri!! Sei lenta come una lumacaa"

Luca.
12 anni.
Rompiscatole numero uno.
Mio fratello.

Stavamo correndo a casa perché nostra madre ci aveva appena minacciato di morte per essere stati in ritardo di cinque minuti.

"Se non siete qui entro le 18 in punto giuro che come vi ci ho messo vi levo dalla faccia della Terra"
Si mamma. Lo sappiamo che ci vuoi un mondo di bene.

17.56

"Dai fratellino, abbiamo 4 minuti per essere a cas.. Ehi aspettamii!"

Aveva già iniziato a correre.

"Ascoltami quando ti parlo! "

" Muovitii, non c'è tempo da perdere"

"Hai ragione ma stai attento.. Guarda la strada prima di attraversare! "

Ci stavamo urlando le cose a vicenda quando in realtà lui era solo due metri davanti a me.

" Madonna... Guarda che ho solo due anni in meno di te, ci arrivo anche da sol... "

"Luca! La macchina! "

Vidi mio fratello scaraventato a terra.

Quella dannata macchina.

Per un istante non seppi più cosa fare.

Andai in contro a Luca e controllai subito se respirava. Era vivo.
La cosa certa era che aveva perso conoscenza.

L'autista della macchina si era fermato e stava farfugliando delle scuse. Ma non ero concentrata su di lui e non capii cosa disse esattamente . Pensavo solo a cosa dovevo fare per aiutare mio fratello.

Lo presi in groppa e lo poggiai su una panchina li vicino. Per mia fortuna non pesava molto.

Chiamai l'ambulanza e diedi alla signora che mi rispose il nome della via in cui eravamo.

Poi chiamai mia mamma.
Le dissi d'un fiato che Luca era stato investito e che avevo chiamato l'ambulanza.

Parlai con una fermezza irreale. Sapevo che mia madre avrebbe perso dieci anni di vita e non volevo procurarle ulteriore ansia a causa del mio tono di voce.

Mi disse che sarebbe arrivata subito.
Mi sembrò anche lei, apparentemente, fin troppo tranquilla.

Mia madre e l'ambulanza arrivarono nello stesso momento.

Il signore che aveva investito mio fratello era ancora di fianco a me. Iniziò a scusarsi anche con mia madre e prima che lei fosse riuscita a rivolgergli la parola se ne andò per la sua strada.

Salii sull'ambulanza con mia madre e mio fratello.

Rimasi in religioso silenzio per tutto il tragitto.

In ospedale, mi sedetti in sala d'attesa mentre mia mamma seguiva la barella di mio fratello.

Poi non riuscii più a trattenermi e scoppiai a piangere.

Mi sentivo tremendamente in colpa. Ero la sorella maggiore e avevo il compito di proteggere mio fratello. Eppure adesso si trovava in ospedale. Che razza di sorella ero?

Dopo 10 minuti sentii una mano sulla spalla.

Mi voltai di scatto e vidi un ragazzo che mi porgeva un fazzoletto.

Lo presi e singhiozzando lo ringraziai.

Mi soffiai il naso e cercai di calmarmi.

Il ragazzo che mi aveva porto il fazzoletto poi iniziò a parlarmi.

"Ehi, cosa succede?" mi chiese.

E così iniziai a raccontare ad un perfetto sconosciuto che avrà avuto su per giù la mia stessa età la causa del mio pianto.

"Oggi pomeriggio dovevo aiutare mio fratello a fare una ricerca sull'apparato digerente...
Era un compito che gli era stato assegnato per le vacanze estive ma ovviamente lui ha iniziato i compiti ieri. E tra 15 giorni inizia la scuola.
Allora mi sono offerta di aiutarlo dato che io non ho compiti da finire.
Siamo andati in biblioteca dalle tre e alle sei saremmo dovuti essere a casa.
La biblioteca e casa nostra sono piuttosto vicine e quindi io e Luca, mio fratello, abbiamo iniziato a mettere tutto a posto alle sei meno dieci.
Alle sei meno quattro, dato che non eravamo ancora a casa, mia madre mi ha telefonato preoccupata dicendomi di sbrigarci a tornare a casa. Ma correndo un auto ha investito mio fratello e...e... "

Riniziai a piangere.

" Su tranquilla. Non è colpa tua. Vedrai che non è successo nulla di grave a tuo fratello"

Stavo per chiedergli per quale motivo fosse stato anche lui in ospedale ma in quell'istante arrivò l'infermiere che mi disse:

"Signorina. Suo fratello sta bene. Era svenuto a causa dell'impatto e si è rotto un braccio ma non riporta gravi lesioni.
Lui e vostra madre la stanno aspettando in quella stanza. "

Mi indicò la stanza e con un cenno del capo salutai quel ragazzo che mi aveva ascoltato tutto il tempo.

Andai vicino a mio fratello, che si era svegliato, e gli diedi un bacio.
" Uhh, ti ho fatto prendere paura, eh Isa?? Dai dai... Ammettilo che mi vuoi bene"

"Spiritoso. Ma certo scemotto. Anche se sei il ragazzo più fastidioso del pianeta sei sempre il mio fratellino. E se ti lasciavo a terra, in ogni caso, mamma chi se la sorbiva poi? Solo io?  Eh no caro... Ora la ramanzina ce la fa ad entrambi. Almeno siamo pari. "
In quel momento mia madre iniziò a ridere e poi parlò.

" E va bene ragazzi. Visto che sono scossa e pure voi lo siete vi lascerò in pace. Per il momento.
Ora però Isa lasciamo in pace tuo fratello. Deve riposare. "
Si rivolse, infine, a me.

Salutai mio fratello con un bacio rumoroso e andai con mia madre in sala d'attesa. Il ragazzo di prima non c'era più.

Ad un tratto a mia madre venne voglia di un caffè. E ora che la guardavo meglio era in condizioni pietose : tuta, ciabatte, mollettone in testa...
Di sicuro quando l'avevo chiamata stava facendo qualche servizio e un caffè in quel momento faceva proprio al caso suo.

Mi lasciò per andare alle macchinette e io rimasi ad aspettarla.

Iniziai a canticchiare una canzone che mi era rimasta in testa. "Love me like you do" di Ellie Goulding. L'avevo sentita alla radio e mi piaceva il ritmo.

Sentii un applauso e mi fermai. Era quel ragazzo.

"Eddai continua. Perché ti sei fermata?? Sei davvero brava"

"Ehm.. Grazie mille.  Comunque io mi chiamo Isabella, piacere"

"Oh già... Non ci siamo presentati. Io sono Francesco, piacere di conoscerti"

Gli chiesi del motivo per cui era in ospedale e mi rispose dicendomi che un suo amico si era rotto il polso giocando a basket e che lo aveva accompagnato.

"Senti, ma quanti anni hai? " intervenni.

" 14 perché? "

" Come hai fatto ad accompagnare il tuo amico in ospedale se non hai la macchina? "

" Oh beh. Fuori c'è suo fratello che ci aspetta. Lui ha 19 anni. "

" Ah okay. Ora capisco. " risposi.

" Comunque" riprese Francesco " Avresti voglia di venire a trovarmi un pomeriggio? Sai... Io suono la chitarra e il mio amico la batteria. Ci farebbe piacere creare una band ma non sappiamo a chi rivolgerci. E per iniziare vorremmo ingaggiare altri componenti. Tu mi sembri un tipo adatto... Isabella, vorresti diventare la nostra cantante?"

"Calma, calma. Dici sul serio? "

" Ma certo"

"Ommioddio. Sarebbe fantastico. Però. No, non posso. Mia madre? E poi, come fai a sapere che al tuo amico io vada bene? "

"Tranquilla, a lui basterà sentirti cantare per togliersi qualsiasi dubbio. Per quanto riguarda tua mamma, chiedile il permesso. Non penso che ti darà noie"

"Hahahahah" risi sarcastica "Si vede che non la conosci"

"Si, è vero ma tentar non nuoce e mi farebbe piacere se venissi."

"Okay. Lo farò "

" Se potrai ti aspetto dopodomani alla palestra di Olmi, quella di fianco al Leroy Merlin. "

" Va bene. Dammi il tuo numero così ti scrivo appena possibile per farti sapere, in ogni caso. "

" Certo. 345 123 4567. Ora vado. Alla prossima "

" Ciao! "

Rispuntò mia madre che oramai avevo dato per dispersa e mi disse che aveva compilato i moduli per le dimissioni di mio fratello e che potevamo tornarcene a casa.

Due giorni dopo...

Francesco. Occhioni castani. Capelli corti. Fisico perfetto. Simpatico. Gentile.

Dovevo scrivergli che quel giorno sarei andata all'appuntamento.

Mamma mi aveva detto il giorno prima che aveva ascoltato di nascosto la nostra conversazione e che se volevo avevo il permesso di andare in palestra.

E quindi avrei dovuto avvisare che sarei andata. Perché è da persone civili avvisare, vero?

"Isaa. Eddai aiutami. Scendi dalle nuvole! Non vedi che non ce la faccio ad aprire la Nutella?? Sono solo un povero ragazzo con il braccio ingessato. "

" A me pare che tu sia solo uno sfruttatore di sorelle maggiori a cui dai ordini impliciti. "

Non mi lamentavo più di mio fratello.  Ero contenta che se l'era cavata solo con un braccio rotto.
Anche se non mi piaceva per nulla il fatto che dovevo mettere apposto anche la sua camera.  Perché nonostante avesse il braccio rotto era davvero un fenomeno a metterla in disordine.

Luca sbuffò.

"E va bene. Ti aiuto. Però, cosa ricevo in cambio? "

" Un bacio. " mi rispose.

" Okkay".

Gli aprii la Nutella e gliela porsi. Si avvicinò per darmi il bacio ma quando mi fu vicino fece una pernacchia.

"Che schifoo. Mi hai sputato in faccia! Sei uno stupido, fratello"

Feci una linguaccia scherzosa e gli diedi un buffetto sulla guancia.

Mi decisi ad inviare un messaggio a Francesco subito dopo pranzo e mi rispose dicendomi che ci saremmo visti alle tre del pomeriggio.

Andai in bagno per iniziarmi a preparare.
Mi lavai la faccia, le mani, i denti e poi mi misi un filo di mascara.
Spazzolai i miei capelli castani e mi guardai allo specchio. 

Sono una ragazza semplice, ho gli occhi castani, i capelli che arrivano poco più sotto delle spalle. Sono alta centocinquantasette centimetri e sono nella fascia del peso forma.

Corsi in camera e mi infilai i miei adorati jeans. Misi una maglia con le maniche a tre quarti e le all star. Una nera su un piede e una verde sull'altro.

Raccattai il cellulare, le cuffie e il portafogli. Dopodiché uscii di casa e presi l'autobus con cui arrivai in palestra, mezz'ora dopo.

Andai verso l'ingresso ed entrai.

Ciaoo, questo è il primo capitolo della mia storia.
Spero che vi possa entusiasmare tanto quanto entusiasma me.
Votate e commentate. Ogni consiglio è ben accetto.
Bacii
Alex

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