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prologo.

Prima di iniziare questo viaggio, volevo solo ricordare che la storia ha un seguito.. "un bacio al tabacco 2." aspetta i nuovi, i vecchi, i veterani.
A tutti i lettori, in bocca al lupo: non sarà semplice :)
**********

"Papà!"

La vocina sottile ma tagliente mi arriva dritta nelle orecchie mentre estraggo il pacchetto di sigarette dalla tasca posteriore dei jeans.

Alzo gli occhi e Grace mi corre incontro a braccia aperte aspettando che la raccolga al volo da terra.

"Papà!"

Ha ai piedi i calzini che la zia le ha regalato il natale scorso, quelli con le renne un po’ strabiche.

Mi siedo sulle ginocchia e Grace mi rovina sul petto prima di poter scivolare sul parquet appena lucidato. Le scompiglio il caschetto nocciola e le bacio la fronte mentre lei chiude gli occhi serena.

"Che c’è, diavolè? 'O sai che la mamma ha pulito, non vole che.." mi interrompe con un ditino sulle labbra, come a voler fare silenzio.

"Shh, papi! Non deve sentirci."

Annuisco e Grace mi sorride con gli occhi della speranza.

"Lo sai, papi, che fra poco è Natale?"

"Certo che lo so, piccolè."

Grace avvicina il viso al mio ritraendosi per un attimo al contatto con la barba ispida e mi sussurra all’orecchio: "Possiamo fare un regalo alla mamma? Insieme?"

Le luccicano gli occhi come macchie d’olio sotto il sole e quando le bacio la fronte, questa volta non si allontana.

"Certo, amore. Che je voi comprá alla mamma?"

Vedo il riflesso dei miei stessi occhi farsi più scuro e la sua fronte liscia aggrottarsi in tante piccole pieghe ondulate.

"No, papi. Non dobbiamo comperare niente."

"E che je facciamo piccolè?"

Grace si divincola quel tanto che basta per tirare fuori dalla tasca del pigiama una piccola foto ripiegata. Non è originale: somiglia più a una fotocopia di qualche anno fa.

"Questo, papi. Io sarò lei e tu sarai tu." con il suo indice paffutello indica la figura della madre e poi la mia su una vecchia immagine.

Per un attimo stento a riconoscere quella pelle tirata e quei capelli ribelli, la camicia stravagante e i pantaloni attillati.

Poi il ricordo mi investe di colpo.

Sento già le lacrime ai lati degli occhi quando Grace mi abbraccia il collo e sussurra: "Mi insegnerai a cantare come lei?"

"T’insegnerò, piccolè. T’insegnerò."

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