Salgo su un altro scambio assai spaventata, il primo non è andato mica tanto bene; ma magari ho incrociato gente molto esigente...

No, era andata benone, anzi. Qui vanno giù duro, senza guanti di velluto.

"Scrivi che il personaggio scende. Scende da dove? Era su una collina? E perché cavolo non me lo dici? Sono nella tua testa io?"

Rimugino sulla cosa.

"Dove siamo? Che terre sono? Che animali ci sono? In che epoca si svolge la vicenda? Non dici NIENTE!"

Mi sto liquefacendo...

"Il lessico è semplice, privo di termini e vocaboli raffinati. Si denota uno stile da principiante ed emerge che l'autrice sia una scrittrice alle prime armi o alla quale non sono mai state elargite critiche costruttive per implementare questo aspetto". Ecco, qui ho dovuto scegliere cosa fare. Permettetemi di essere seria, per la prima e ultima volta in queste pagine. Non ho riportato la recensione per intero, per pudore. Ma credetemi, era assai peggio di così, dopo. Ora, vorrei dire qualcosa a chiunque si trovi a dover lasciare un giudizio, pur se richiesto da uno scambio o da un concorso.

 Su Wattpad, davvero non ti aspetti qualcuno alle prime armi? Davvero ti stupisci se le tue sono le prime critiche 'costruttive' che il poveraccio riceve? Piuttosto, quale è il tuo ruolo? Mettere in luce i difetti, certo, ma lasciando un minimo di apertura, un incoraggiamento a migliorare, non un disprezzo per chi osa tentare i primi passi e, magari, traballa incerto. C'è mancato poco che mi sia ritirata in buon ordine, dopo questo giudizio. Mi ha trattenuto il dolore che ho provato. Così profondo da farmi capire che non potevo proprio lasciarla, la penna. Che per me è ormai il modo di liberare pensieri d'ogni genere, d'esorcizzare le paure, di comunicare le gioie, di incontrare gli amici senza volto da cui mi sento circondata.

A tutti voi che leggete e lascerete un giudizio, a chiunque vi troviate a lasciarlo, raccomando dolcezza: c'è modo e modo di dire a una persona che ha scritto male, senza farle rimpiangere di aver osato tentare, e senza farle pensare che non deve farlo più, per non rendersi ancora ridicola.