Prologo
"Ci fioriscono gli occhi,
se ci guardiamo."
Else Lasker-Schüler
«Cosa stai disegnando, amore?»
La voce acuta e stridula di colei che era la sua fidanzata lo distrasse leggermente. Allontanò il carboncino dal foglio per evitare di rovinare il proprio lavoro irrimediabilmente, come spesso accadeva da un anno a quella parte.
«Niente che riguardi te» rispose. Lei bloccò la sua avanzata affranta dalle sue parole e nessun passo potette più produrre rumore.
Fai bene. Tieniti a debita distanza.
Eppure, lei insistette, provando a capirlo ancora una volta e fallendo. Si avvicinò con cautela per ammirare l'operato del ragazzo che – purtroppo – amava. Un'espressione perplessa si fece largo sul suo volto.
«Degli occhi marroni?» chiese. «Non sono un po' banali? Il tuo talento è sprecato in questo modo».
Quelle parole lo infastidirono. Quelli erano i suoi occhi. Gli splendidi occhi di Amèlie. Le pozze che lui sognava di notte e di giorno e in cui avrebbe tanto desiderato immergersi e annegare. Sarebbe stato felice di morire così, sereno. A volte ci pensava, a quello. A volte era un tarlo difficile da scacciare via, gli entrava nelle vene e nella testa. Era l'unica cosa in grado di scacciare via lei.
Anne li aveva definito i suoi occhi banali.
C'era tutto se stesso, in quegli occhi. Non erano banali. Erano tutto.
«Non conta il colore. Anche degli occhi azzurri possono risultare scialbi, se visti da me, Anne» rispose.
Lei spalancò lo sguardo triste su di lui.
Poi lo abbassò, guardando per terra nascondendo così le sue iridi color del mare.
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro