Capitolo XIV
Il pranzo del sabato nel periodo estivo si svolgeva sempre in giardino all'aperto. Amèlie si lavò e vestì alla mano, indossando semplicemente dei pantaloncini di jeans con una canotta verde smeraldo, mentre ai piedi indossò le converse bianche.
Quando mise piede in giardino gli altri erano già lì.
«Hai sporcato di pittura il pavimento, Warren, quante volte ti ho detto di fare attenzione?». La sua accoglienza fu il rimprovero da parte di Nellie all'altro, mentre con un dito teso indicava le tracce nere ben presenti sul pavimento. Non era la prima volta che accadeva in realtà, e presto Ren avrebbe fatto tornare il pavimento come nuovo.
Si accomodarono al tavolo. C'era un bel clima in famiglia, come sempre, ad eccezion fatta per Ren e il padre, che più che litigare si limitavano semplicemente ad avere conversazioni di circostanza, soprattutto a causa delle risposte a monosillabo del figlio. Quella mattina però anche Margot non era particolarmente in vena di partecipare attivamente alle conversazioni.
Questo, fin quando terminarono anche il primo piatto, e lei se ne uscì con una frase che Amèlie non avrebbe dimenticato facilmente.
«Ren, a proposito, ho una bella notizia da darti» esclamò, lanciando un'occhiata anche a lei.
«Ovvero?» sbuffò, mentre avvicinava il bicchiere d'acqua fredda alle labbra.
«Non si sa per quale assurdo motivo, ma pare che una ragazza fantastica come la mia amica Anne sia interessata a te» spiegò. «Perché non le chiedi di uscire?»
Amèlie sentì un brivido tremendamente fastidioso percorrerla. Del resto, aveva avuto modo di vedere quanto quella ragazza fosse bella e dubitava vivamente che un ragazzo si facesse scampare un'occasione del genere. Puntò il suo sguardo su Ren, ma quello dell'altro era già posato su di lei. Presto prese però a fissare sua sorella truce, con un'espressione che a stento tratteneva l'irritazione.
«Perché non me ne può fregare di meno della tua amica».
Quella non fu la risposta che Margot aveva desiderato, ma fu la risposta che fece riprendere a battere il cuore ad Amèlie.
«Warren, modera i toni» lo rimproverò sua madre. «Anne è davvero carina, perché non le dai un'opportunità?»
«Perché mia sorella deve imparare a non mettere bocca su chi frequento. In poche parole, deve farsi i cazzi suoi».
I suoi genitori si ammutolirono, così come Margot, che si sentì punta sul vivo. Non ribatté, e il pranzo proseguì, mentre la donna di casa provava a ristabilire il clima precedente, riuscendoci in parte.
Ben ti sta, Margot.
Il sabato pomeriggio passò abbastanza banalmente per Amèlie, stesa sull'amaca ed accompagnata dalla lettura del suo amato libro. Warren non era in casa, costretto ad accompagnare Nellie dal meccanico, mentre Margot era uscita con i suoi amici come al suo solito. James era chiuso nel suo studio a completare un ultimo progetto di lavoro.
Il cielo, sulla sua testa, era privo di nuvole e dovette ringraziare mentalmente le chiome degli alberi per evitarle una bella ustione sul viso. Tutto sembrava procedere per il verso giusto quella giornata e niente sarebbe potuto andare storto. O, almeno, questo era quello che credeva prima di ricevere un messaggio.
Da: Mike
«Ehi, ci sei questa sera? Potremmo fare un giro se ti va. Magari ci andiamo a mangiare una pizza insieme».
Non sapeva che rispondere a quella richiesta improvvisa. Ripensando al giorno prima, era stata davvero bene con Mike. Era carino, dolce, simpatico e con un forte carisma. Se ne intendeva di qualsiasi argomento e se proprio non conosceva qualcosa si impegnava per comprenderlo ed assimilarlo dalle parole altrui. Senza considerare che, a conti fatti, era l'unica persona esterna alla sua famiglia con cui davvero poteva passare del tempo. Avrebbe tanto voluto accettare quell'invito, ma c'era un ma grande quanto una montagna: Warren.
Si sarebbe infastidito, lo sapeva bene. Non comprendeva a pieno il motivo dietro quell'atteggiamento – così come quella mattina non aveva compreso il motivo della sua felicità al rifiuto di Ren per Anne –, ma era evidente che Mike era all'ultimo posto tra le persone che potevano andargli a genio.
Senza considerare che Ren, alla proposta di Margot, aveva immediatamente detto di non essere interessato ad Anne e che non voleva conoscerla. Dentro di sé, Amèlie capì che quella frase era diretta più a lei che alla sorella, come ad intimarle di stare alla larga da Mike così come lui avrebbe fatto con Anne.
Però poi ripensò alle parole di Margot, a come avesse sottolineato che quello tra lei e Ren non fosse un rapporto del tutto normale.
Si chiese se fosse il caso di accettare quell'invito.
Risulterei incoerente.
E sarei disposta a litigare di nuovo con Ren?
Decisamente no. Anche se, in fondo, se avere un'altra discussione con lui l'avrebbe portato ad accoccolarsi a lei come la scorsa notte, probabilmente ne sarebbe valsa la pena.
Si sentì ridicola a fare quello che stava per fare, eppure lo fece.
Digitò il numero e aspettò che rispondesse, col telefono poggiato sull'orecchio. Non poteva crederci che stesse per chiamarlo per una questione così stupida.
«E' successo qualcosa?»
Ren rispose immediatamente, come sempre.
«No,» rispose lei. «Vorrei dirti una cosa, però non devi arrabbiarti».
«Se parti così, significa soltanto che mi arrabbierò sicuramente» disse lui, il tono già iniziava a diventare un po' freddo. «Sono con mamma dal meccanico e ho quasi finito».
«Tutto bene la macchina?» tentò di ristabilire la quiete.
«Amèlie, su cosa non devo arrabbiarmi?»
«Mike mi ha chiesto di vederci».
Silenzio. Passarono diversi secondi di completa assenza, tanto che Amèlie ad un certo punto ebbe l'istinto di controllare se la chiamata fosse ancora attiva.
«No».
La risposta fu chiara. E quella semplice sillaba la irritò: fu come un ordine, come se quel semplice "no" fosse un divieto, e non un modo di confrontarsi. Fu come se, per Ren, non ci fosse nient'altro da dire sulla questione, come se lui potesse avere il controllo sulla sua vita. Questo non le andava giù: lei l'aveva chiamato soltanto per metterlo a conoscenza della cosa, per farlo stare tranquillo e non ripetere quanto accaduto il giorno prima.
«Ma a me va di uscirci».
«Addirittura? Tanto che è simpatico questo Mike».
Era palese il trono provocatorio di Ren, ma Amèlie ormai ci era fin troppo abituata da non farci nemmeno più caso. L'unica cosa che riusciva a comprendere è che il loro rapporto si stava facendo strano, diverso. Non che si sentisse a disagio, semplicemente erano arrivati al punto in cui lei chiedeva il permesso a Warren per uscire con un ragazzo, lui glielo vietava, e lei addirittura teneva conto del suo ridicolo parere.
«Molto» rispose lei di rimando. «Dovresti conoscerlo, ti starebbe simpatico».
Adesso era stata lei a provocarlo, ma se lo meritava. A dire il vero dubitava vivamente di un possibile rapporto decente tra i due, sia perché Mike viveva nell'ottimismo e nell'allegria, mentre Ren in uno stato di perenne allerta, sia perché la differenza di età era abissale.
Certo, anche lei e Ren avevano una bella differenza di età, ma per loro era sempre stato diverso.
«Hai ragione» disse poi lui.
Cosa?
«Non penso gli dispiaccia, no? Tanto è un amico, più siamo e meglio è, di solito è così che funziona» spiegò e Amèlie non potette credere alle proprie orecchie. Forse il meccanico gli aveva lanciato in testa una chiave inglese, altrimenti non vi era spiegazione che reggesse quell'improvvisa idea malsana.
«Non se ne parla. E poi hai ventiquattro anni, non ti annoieresti con noi?» sviò il discorso.
«Perché mai? Tanto invitiamo anche Anne a questo punto. Che male ci sarebbe».
Amèlie già sentiva di odiarlo a causa di quell'imbarazzante situazione in cui stava provando a metterla, ma quando pronunciò addirittura il nome della sorella di Mike, sentì di voler sul serio per la prima volta in tutta la sua esistenza ricorrere alla violenza.
«Avevi detto che non ti interessava».
Non avrebbe dovuto dire quella frase. Purtroppo, non era stata in grado di nascondere la sua irritazione. Odiava la sua non capacità di nascondere le emozioni.
«Infatti è un'uscita tra amici» rispose. «Proprio come te e Mike».
Tra amici. Certo, come no. Margot aveva specificato bene che le intenzioni della sua bellissima amica erano ben diverse dall'amicizia, su questo non ci pioveva. Il problema era che per lei combattere contro Ren era difficile, se non impossibile. A volte, ne era succube, dipendente dalle sue attenzioni e dal suo umore. Prima, quando Amèlie era sempre accondiscende e dedita a lui, il loro rapporto era meraviglioso, per poi vederlo sgretolarsi al primo spostamento di equilibrio.
«No,» disse lei semplicemente e sospirò: «preferisco che tu ne stia fuori».
La risposta attese più della precedente ad arrivare.
«Quindi volevi che ti dicessi semplicemente "Sì, Amèlie, fai quello che vuoi". A questo punto trovo ridicolo proprio il fatto che tu mi hai addirittura chiamato per dirmi di questa splendida uscita».
Nemmeno il tempo di finire la frase, che lei riattaccò immediatamente e represse un urlo di frustrazione.
Ha ragione.
Perché l'aveva chiamato? Se ne era sentita quasi in obbligo, costretta. Non sapeva perché si sentiva in dovere di dare spiegazioni a Warren, eppure le era sembrata la cosa più naturale del mondo.
Si sentiva confusa, infastidita. In quel momento avrebbe soltanto dovuto pensare a come vestirsi, cosa dire a Mike, invece abbandonò tutto, lasciando quel messaggio senza alcuna risposta. L'unico suo pensiero era rivolto all'assurda proposta di Ren: una ridicolissima uscita a quattro soltanto per il gusto di farle un dispetto. La cosa peggiore è che era riuscito perfettamente nel suo intento: Amèlie era infastidita.
Era come se all'improvviso quella ragazza che tanto aveva giudicato simpatica inizialmente, fosse diventata il suo peggior nemico. Iniziò a coglierne dei difetti – come mezzo centimetri di punte bruciate dei capelli biondi – e... Niente. Non c'era altro, e la odiava per questo.
Poi ripensò a quella mattina, a come si fosse svegliata col corpo di Warren accanto al proprio, al suo fiato caldo e dolce sul collo, ai suoi capelli morbidi, alla leggera ricrescita della barba scura che le solleticava la guancia.
E il cuore riprese a batterle, inarrestabile.
Rilesse il messaggio di Mike.
Da: Amèlie
«Mi dispiace, ma Nellie oggi ha cucinato il mio piatto preferito e si dispiacerebbe se non ci fossi».
Una scusa ridicola.
Ma del resto sarebbe stato inutile uscire con Mike quando i suoi pensieri erano completamente rivolti ai comportamenti di qualcun altro.
Grazie a tutti per le 1000 letture! Spero che anche questo capitolo vi piaccia. Lasciatemi una stellina, se vi va :)
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