16 capitolo
"Si, va bene... va bene. Qua bisogna organizzarsi per sorvegliare Rastaban e Hermione, ma bisogna sorvegliare anche Daphne per sapere le sue mosse per contrastarla. Se io sorveglio Rastaban perché sta con me, chi sorveglierà Hermione e Daphne? Blaise, tu potresti sorvegliare Daphne, ma così rimarrebbe scoperta Hermione."
"Malfoy io so difendermi da sola. Non c'è bisogno che ci sia qualcuno a sorvegliarmi. Non so se ti ricordi, ma sono stata io ad aiutare Harry a sconfiggere Voldemort, quindi non ne ho bisogno."
"Hermione me lo ricordo bene, ma ora è diverso. Non conosci Daphne: è capace di tutto! Non voglio che ti colga impreparata."
"Va bene, va bene... Allora potremmo chiedere a Harry di darci una mano."
"NO!!! NO!! Granger non metterai in mezzo a questa storia lo sfregiato."
"Malfoy, ragiona se vuoi proteggere anche me... anche se io non sono d'accordo... devo per forza chiamarlo perché se tu devi proteggere Rastaban e Blaise deve sorveglare Daphne tu non puoi proteggere anche me! Quindi ci vuole uno che sappia il fatto suo, e Harry è anche Auror. Potrebbe darci una grande mano nel pedinare Daphne e non rischierebbe di farsi scoprire, come potrebbe succedere a Blaise. E uno o due Auror non sarebbe male averceli."
"Draco io sono d'accordo con Hermione sul contattare Harry. Ci farebbe comodo poi porterà pure Weasley..."
"NO!! e ancora NO!! Non voglio lo sfregiato, figuriamoci la donnola, che se fosse lui a proteggere Hermione tanto varrebbe consegnarla subito a Daphne. Perché la donnola non è in grado di proteggere se stesso, figuriamoci se riuscisse a proteggere Hermione. Farebbe un casino immane! NO! NO!"
"Malfoy se accetti che ne parli con Harry, gli dirò di non farci entrare Ron in questa storia."
"Va bene, puoi contattare lo sfregiato Hermione. A patto che la donnola ne resti fuori da questa storia. Mi sembra un ottimo compromesso."
Hermione esultò per quella piccola vittoria. Si avvicinò al camino e prese una manciata di polvere volante e avviò la comunicazione tramite camino con Grimmauld Place.
"Harry ci sei?"
"Ciao Hermione, che piacere vederti! Era da tanto che non ci sentivamo."
"Ginny, ciao! C'è Harry? Dovrei parlargli urgentemente."
"Certo Hermione, te lo chiamo subito."
Ginny si diresse di corsa in camera dei figli a chiamare Harry.
"Harry, scendi in salotto. C'è Hermione via camino che deve parlarti urgentemente."
Harry si precipitò nel salotto ed infilò la testa nel camino per parlare con Hermione.
"Ciao Harry. Potresti venire qua subito: abbiamo un problema. Ti racconto tutto quando arrivi."
"Scusa... abbiamo bisogno di aiuto.... Con chi sei? Hermione...."
"Harry, ti avevo detto che avevo trovato lavoro da Malfoy come governante e badante di suo figlio Rastaban.."
"Hermione, io al Malfoy Manor non ci vengo. E tanto meno voglio parlare e vedere quel furetto platinato!"
Ginny, che stava entrando in quel momento nel salotto, aveva sentito quello che aveva detto Harry e si intromise.
"Harry il tempo della scuola è finito. Finiscila con queste ripicche, entra dentro quel camino e va a sentire cosa vuole e subito. O mi arrabbierò sul serio!"
"Si Harry, smettila con i tuoi pregiudizi e cresci una buona volta. Non siamo più bambini: la guerra è finita da anni e Voldemort è morto ormai. Vieni subito qua, c'è in gioco la vita della tua migliore amica qui presente, insomma."
Harry non ebbe altra scelta che andare al Malfoy Manor, anche se controvoglia. Hermione avvisò Blaise e Draco che l'amico aveva accettato di andare da loro. Harry entrò nel camino prese la polvere volante e si materializzò al Malfoy Manor. Uscì dal camino e si ritrovò nel salone con tre persone che lo fissavano sedute sul divano.
"Ciao Harry, ben arrivato. Siediti, che abbiamo da dirti una cosa. Ci devi dare una mano. Ascolta quello che ha da raccontarti Blaise, e poi deciderai se vorrai aiutarci. Io spero che lo farai, almeno per me, se come dici sono una sorella per te..."
Harry si sedette su una poltrona, sempre più preoccupato per quello che gli aveva detto Hermione. Blaise si accomodò meglio sul divano.
"Harry, ora ti racconterò una cosa che ha del surreale, per cui ci devi aiutare sul serio." Blaise iniziò a raccontare quello che gli aveva riferito Daphne, per poi dire alla fine del racconto: "Harry, ora che sai, hai intenzione di aiutarci?"
Harry annuì. “Certo che vi aiuto, ma solo perché è coinvolta pure Hermione."
"Sfregiato, non mi fa piacere che tu sia stato coinvolto, ma non potevamo fare altrimenti. Però voglio una cosa: che almeno la donnola ne resti fuori. Passi te, ma lui no, combinerebbe solo guai."
Harry promise di non coinvolgere Ron in quella faccenda.
"Malfoy, Zabini... allora domani mi consulterò con altri Auror e prepareremo un piano. Se avete in mente già qualcosa da poter fare, non esitate a dirmelo."
Detto ciò, salutò e tornò a Grimmauld Place, con buona pace di Draco che fu felice di levarselo dalle scatole.
Fu anche la volta di Blaise di andarsene.
"Ragazzi, se avete bisogno chiamate a qualsiasi ora, e io ci sarò."
Si smaterializzò anche lui a casa.
Una volta soli, Hermione e Draco si guardarono negli occhi, ognuno poteva leggere la paura nello sguardo dell'altro. Erano totalmente inermi, non sapevano cosa fare, ma non si sarebbero dati per vinti: avrebbero contrastato Daphne a qualsiasi costo e con qualsiasi mezzo a loro disposizione.
"Granger, mi diresti cosa devo fare per fare sì che Rastaban capisca che gli voglio bene? Io ci sto provando ma con risultati scarsi..."
"Malfoy... potresti giocare con lui.. leggergli delle storie prima di dormire... coinvolgerlo in delle attività con te... So che non è facile, perché non hai avuto nessuno che faceva questo con te. Lucius..."
"Granger, ho capito! Ma tutte queste cose non posso farle, per ora."
"Malfoy una cosa la puoi fare: leggergli una storia. Prendi il tuo libro preferito va da lui e leggere per tuo figlio. Qual è il libro?"
"Il mio libro preferito sono le fiabe di Beda il Bardo. Me le leggeva mia madre quando mio padre non c'era, perché lui non voleva. La mia fiaba preferita era la fonte della buona sorte, perché quando ero piccolo sognavo di trovarla e chiedere un po' di buona sorte per la mia famiglia, visto che non ne avevamo molta, anzi, direi per niente."
"Ecco Draco. Prendi il libro e va da tuo figlio, e ripeti tutto quello che hai detto a me a lui. Vedrai che così piano piano capirà che gli vuoi bene, e sentendo la tua voce può essere che si svegli."
Draco, ancora un po' dubbioso, prese il libro, ed insieme ad Hermione andò nella stanza di suo figlio Rastaban. Comunque voleva provarci, si mise a sedere vicino al letto del bambino. Hermione scese in salotto ad aspettare il medimago che sarebbe venuto a visitare il piccolo, ed infatti trenta minuti dopo uscì dal camino il medimago.
"Salve, signorina Hermione. Come sta Rastaban?”
"Salve a lei, medimago Stuartson. Rastaban non è migliorato da ieri e sono preoccupatissima."
"Capisco il suo stato d'animo signorina Hermione. Dove è il signor Malfoy?"
"Il signor Malfoy è in camera di suo figlio."
Hermione portò il medimago in camera.
"Signor Malfoy, vedo che stiamo facendo progressi. Molto bene, continui a parlare con suo figlio. In questi casi sentire la voce di una persona cara è un buono stimolo per il risveglio." disse il medimago molto soddisfatto.
Draco non era soddisfatto per niente, alzando un sopracciglio: "Medimago, io non sarei così soddisfatto. Sono due giorni che provo a parlare con mio figlio ma non è successo niente, nemmeno un lieve movimento!" Draco rispose molto avvilito.
"Su su, signor Malfoy. Deve provare e riprovare. In questi casi non si può avere un risultato immediato." Ancora molto ottimista, il medimago parlò.
Intervenne Hermione, molto avvilita dalle parole di Draco e non voleva che si scoraggiasse. "Malfoy, il medimago ha ragione: ci vuole tempo. Il suo cervello deve recepire tutti gli stimoli, abbi pazienza che si risveglierà."
Il medimago fu accompagnato da Hermione al piano di sotto, prima di andarsene parlò: "Signorina Granger, stia vicino al signor Malfoy perché in questo momento non deve abbattersi. Deve essere forte per Rastaban."
Hermione annuì, scuotendo la testa. Sarebbe stata un'impresa titanica mettere in pratica ciò che le aveva detto il medimago. Il medimago salutò Hermione, riportandola alla realtà dai suoi pensieri e si smaterializzò.
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