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Capitolo 15

Camila's Pov

-« Siete sicura vostra altezza? E poi...mi avete detto che per voi non è un problema sposare il principe Theodore »-
Mi volto verso la plebea alzando un sopracciglio e incrociando le braccia, almeno ha avuto la decenza di tenere basso il volume della voce.
-« Sono sempre sicura di ciò che faccio, plebea.
E poi...so che mio padre mi capirà.»-
Torno ad osservare la porta che mi condurrà da mio padre.
È da ieri che non lo vedo, e sinceramente non so proprio come si comporterà.
Sono scappata dal ricevimento senza nemmeno salutare e non mi sono fatta vedere per tutta la serata. Non mi sorprenderei se fosse arrabbiato con me.

Busso sulla fredda porta di legno e sento la potente voce di papà che esclama -« Avanti»-
Faccio per aprire la porta ma poi mi volto verso la plebea, che si trova poco più indietro di me.
-« Tu resta qua, plebea»-
Volevo usare un tono di comando, e invece è uscito più morbido di quello che volevo, forse sono solo un po' tesa, tutto qui.
Annuisce e io entro nella stanza, chiedendomi la porta alle spalle accompagnato dal tipico cigolio.

Mio padre era ancora impegniato con uno dei suoi funzionari, ma quando si accorse che ero entrata da subito una pila di fogli all'uomo vestito completamente di verde smeraldo, che se ne va.
Ma prima di uscire saluta me e il Re e ci lascia soli.
I suoi occhi castani mi osservano, mentre poggia le sue grandi mani incrociate sulla scrivania.
Il silenzio ci avvolge.
-« Come ti senti? Ieri sei scappata senza più tornare»-
-« Sto meglio ora, ieri non me la sentivo di tornare...»-
Mormoro, avvicinandomi alla cattedra di papà con le mani all'altezza del mio grembo.
-« Perché non me lo hai detto?
Perché devo scoprire da sola che mi hai promesso in sposa a Theodore!?»-
La mia compostezza sta lasciando il tempo che trova, mentre mio padre appoggia semplicemente il mento alle mani unite in un grande pugno e mi scruta con lo sguardo.
-« Calmati Camila. Ho fatto solo quello che ritenevo giusto per te, tesoro. Avrei voluto dirtelo prima, ma tra i vari impegni non ci sono riuscito»-

Stringo le mani in due pugni, come fa restare così calmo?
Io sto ribollendo dalla rabbia.
-« E cosa ti fa credere che mi avresti resa felice con un matrimonio combinato? »-
-« Tu e Theodore andate d'accordo e vi conoscete fin dall'infanzia, per questo ho scelto lui. Perché sono sicuro che ti renderà felice proprio come tua madre ha fatto con me»-
Mia madre e mio padre si conoscevano fin dalla tenera età e hanno avuto la fortuna, successivamente, di innamorarsi veramente e avere un matrimonio felice fino alla morte di mia madre.
Mi manca tantissimo...
-« Ma non hai pensato a come mi sarei sentita?
Cosa ti fa credere che accetterò tutto questo?»-
Chiude gli occhi e lo sento borbottare qualcosa, e sul suo volta spunta un lieve sorriso.
-« Anche tua madre la pensava così...»-
Il lieve sorriso sul mio volto emana malinconia, ogni volta che sento parlare di lei, la sua immagine prende il sopravvento e mi fa tornare ai vecchi ricordi, ormai lontani, di quando era ancora con me, con noi.
-« Ma sei la mia unica figlia e unica erede della famiglia, percui è mio dovere farti sposare.
Ho perso anche fin troppo tempo»-
I miei occhi si spalancano e le mie braccia agiscono da sole, appoggiandole entrambe sulla scrivania in legno laminato, creando un forte rumore.
-« Ma ho solo diciotto anni, padre!»-
-« Io e tua madre ci siamo sposati quando avevamo solo sedici anni, Camila.
È stata tua madre a farmi temporeggiare, voleva che tu vivessi a pieno la tua adolescenza»-
La morsa al petto si fa più ampia, come se già non stessi soffrendo abbastanza ora vengo a sapere tutte queste altre cose...
-«Davvero?»-
Chiedo abbassando il tono, quasi lo sussurro, abbassando lo sguardo sulle mie mani.
-«Sì...»-
Mio padre si ferma per un breve istante, come se stesse rimuginando sul suo passato.
Sposta la sedia e si alza, facendo slittare le gambe della sedia sul pavimento.
-« Ma adesso hai diciotto anni e ti sposerai con Theodore. La discussione termina qui, Camila. Non voglio sentire altre storie»-

Sento i suoi passi farsi sempre più distanti, mentre il mio sguardo resta fermo, così come tutto il mio corpo, non posso ribellarmi oltre, non ho il coraggio.
Almeno con mio padre...
-« Lo faccio per il tuo bene, tesoro.
Voglio solo vederti felice»-
Dopo aver detto queste ultime parole, lo sento uscire dalla stanza, lasciandomi da sola con i miei pensieri

-« Cosa ti fa credere...che mi renderesti felice?»

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