Capitolo 11
Camila's Pov
Il dolce vibrare delle corde dei violini si fa sempre più forte, il tap tap delle mie scarpe si interseca con la musica e il mio cuore batte più forte del normale, sono sempre in ansia nelle serate come questa.
Sicuramente verrà annunciato qualcosa, ma essendone all'oscuro, come tutti gli invitati immagino, mi rende ancora più nervosa.
Quando vedo la porta che mi avrebbe condotta al luogo della festa, prendo un lungo respiro e mi fermo, sistemandomi il vestito.
La plebea sa essere utile in certe situazioni e sa avere buon gusto quando vuole.
Le sto facendo dei complimenti, a una plebea, questo sì che è il colmo per me.
Scuoto il capo e mi do due schiaffetti sul viso, perché sto pensando a quella plebea, che sta sera non me la ritroverò tra i piedi?
Credo di star impazzendo, Camila, rilassati.
Alzo la mano e mi avvicino per poter aprire la porta, finché non senti delle voci dall'altra parte.
Mi fermo, questa voce l'ho già sentita:
-« Non farà dispiacere qualche reale, vostra altezza?»-
Theodore?
Origliare non è buona educazione per una signora, però...
-« Puoi stare tranquillo, non ho mai dato false aspettative. Già da prima che diventasse maggiorenne ho detto a tutti che è già stata promessa in sposa»-
Sento il cuore battermi all'impazzata nel petto, i miei occhi sono spalancati e il corpo è bloccato come da una fune invisibile.
Cosa vuol dire tutto questo?
Sono stata promessa in sposa a... scuoto il capo.
Theodore me ne avrebbe parlato, oppure sta aspettando il momento propizio, però... da quanto va avanti questa storia? Da quando è stato deciso?
La corda dalla quale mi sentivo legata pare allentarsi, e finalmente il mio corpo riesce a muoversi e ad aprire quella maledetta porta infernale:
Come avevo intuito, davanti a me mi ritrovo mio padre vestito in maniera elegante, come sempre del resto, ma per " l'occasione speciale" si è persino tolto qualsiasi accenno di barba o baffi.
Invece Theodore indossa un bellissimo abito grigio chiaro, con sempre in evidenza le sue medaglie.
Per non destare sospetti e far finta di non aver sentito nulla, mostro il sorriso più falso che io resca a fare e mi inchino, alzando lievemente due lembi di gonna.
-« Buona sera padre, e a te, Theodore »-
-« Sei bellissima sta sera, tesoro»-
Mi sorride con dolcezza. Come può sorridermi in quel modo, sapendo benissimo che sta nascondendo qualcosa di molto importante alla sua unica figlia?
-« È vero. Sei bellissima»-
Da quando è arrivato non comprendo il suo comportamento, non ne so le motivazioni, ma è strano.
Non mi sembra lui.
Continuo la farsa del mio sorriso e li ringrazio silenziosamente.
-« Ti andrebbe di fare il tuo primo ballo della serata con me?»-
Non ho voglia di ballare questa sera, ma voglio accettare solo per vedere se prima o poi me ne parlerà o continuerà a mentirmi spudoratamente.
Lo vedo porgermi la mano e il suo tipico profumo alla menta mi stuzzica l'olfatto.
Poggio la mia mano allo sua e ci dirigiamo verso la sala da ballo.
Ti prego Theodore, non deludermi.
-
L'orchestra accompagna il nostro ballo, mentre ondeggiamo da una parte all'altra della sala.
I nostri piedi sembrano spiccare il volo e gli sguardi degli invitati sono puntati su di noi.
La mano destra di Theodore è posata delicatamente nella parte bassa della schiena, la mano sinistra, invece, tiene stretta a se la mia, e ancora non mi ha detto niente sul nostro fidanzamento ufficiale e imminente matrimonio...
Perché Theodore...
-« Perché non me lo hai detto?»-
Lui mi guarda confuso, mentre continuiamo a ballare come se niente fosse.
-« Non capisco...a cosa ti riferisci?»-
Vuole davvero continuare su questa strada?
Non è da lui fare il finto tonto con me.
-« Del nostro fidanzamento ufficiale...»-
I suoi occhi color del cielo si spalancano, ma non troppo per evitare di dare spettacolo.
-« Chi te lo ha detto? »-
-« Nessuno, prima vi ho sentito parlare...e per sbaglio ho origliato la vostra conversazione »-
Almeno io sono sincera.
Mi fulmina con lo sguardo.
-« Sai che non è buona educazione origliare, Camila»-
-« Questo non sarebbe successo se me ne avessi parlato. Da piccoli ci dicevamo tutto»-
Ha provato a lanciarmi una frecciatina, ma con me non funziona Theodore.
-«Le persone cambiano, Camila»-
Mormora con tono freddo, proprio come l'altra volta ai giardini, ma non aveva detto che con me non aveva alcun rancore?
Non lo capisco. La chimica che avevamo un tempo è svanita nel nulla.
Continuiamo a ballare, ma io ormai mi muovo solo per inerzia.
Voglio andarmene da qui, voglio stare da sola...ho bisogno di pensare ad una scusa, e in fretta.
Mi fermo e Theodore mi guarda confuso, con un sopracciglio biondo alzato e qualche ciuffetto di capelli ribelli che cadono davanti agli occhi, nemmeno la lacca è riuscita a domarli.
-« Scusami, ma devo correre alla toilette, non credo di poter resistere a lungo»-
E senza dargli alcuna possibilità di replica, me ne vado, lasciandolo da solo in mezzo alla pista.
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