Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 7 Damon

Guardiamo lo stesso cielo,

ma sono le sfumature che ci troviamo a renderlo diverso.

Tremo, non riesco a fermarmi, le lacrime scorrono sul mio volto come lame che incidono tutto il passato che ho tenuto segregato in un angolo della mia parte maledetta. Sì, sono maledetto, perché so solo portare a fondo con me tutte le cose belle che capitano sulla mia strada. Un rifiuto della società, ecco cosa sono.

Non merito le braccia che ora mi avvolgono regalandomi un momento di pace e di quiete, la stessa che io non ho saputo dare agli altri. Cosa ho fatto? Se mi volto indietro, vedo solo una lunga scia di sofferenza che copre ogni ricordo e ogni frammento felice, offuscato dalla mia perdita di ragione. Troppo codardo per lottare, troppo orgoglioso per ammettere di aver sbagliato e troppo tossico per inebriare i miei polmoni del profumo della ragazza che tiene ancora in vita il mio cuore. Allyson continua a essere qui al mio fianco.

E io non ti merito e tu non te ne vuoi proprio accorgere, perché resti ancora qui, ancorata a me.

Il petto mi fa male, un peso preme contro mozzandomi il respiro mentre tutte le parole che sono uscite a fatica dalla mia bocca prendono vita nella mia testa. Cindy. Il suo sorriso, la sua voce... posso ancora sentirla incitarmi durante gli incontri, gridarmi contro quando perdevo o quando mi veniva a cercare in uno dei tanti locali dove era mia abitudine annegare nell'alcol i miei cazzo di problemi.

Ma lei era più incasinata di me. Forse ho imparato da lei a camuffare i sentimenti, il dolore e la rabbia, a tal punto da farli dissolvere come nebbia che si dirada di fronte ai primi raggi di sole. Aveva solo diciotto anni, eppure sulle sue spalle portava il peso del rifiuto, quello della sua famiglia. Emarginata da chi l'aveva messa al mondo, era questo ad averla consumata giorno dopo giorno e io l'ho guardata spegnersi come una candela. Mi sono smarrito senza trovare la strada del ritorno, con la consapevolezza che avrei dovuto semplicemente aiutarla. Glielo avevo promesso ma, come al solito, è andato tutto a puttane. Ricordo un giorno in particolare.

*****

Io e lei eravamo distesi sul tetto del garage dove era appena avvenuto l'incontro, due birre gelate tra le mani, lo sguardo rivolto alle stelle che illuminavano il buio della notte e anche una parte delle nostre anime che in quel posto, per qualche strana ragione, sembravano trovare un briciolo di pace.

«Ti ascolto», ricordo di averle detto; all'epoca ci conoscevamo da poco più di qualche mese.

«Cosa vuoi sapere, Sanders? Perché la mia vita fa così schifo?», ha risposto ridendo portandosi la lattina alla bocca.

«Sì», ho ammesso senza esitare, perché ho imparato a non avere segreti con lei. Ero persino riuscito a parlarle di Arleen e qualche volta l'avevo portata con me a trovarla.

«Non c'è molto da dire. I miei hanno sorpreso la loro adorata figlia con la sua migliore amica», sono rimasto in silenzio, la cosa, non so perché, non mi sorprese. «E di certo non stavamo guardando una serie televisiva. Fin da quando ero piccola sapevo di essere...», si è soffermata qualche istante per cercare le parole.

«Diversa?», ho provato a dire, per ricevere in cambio un pugno ben assestato alla spalla.

«No, coglione. Non si è diversi perché si ama una persona del proprio sesso. L'amore non ha limiti, può essere così vasto e devastante da farti scoprire delle realtà che non conosci finché non ti trovi faccia a faccia con esse».

Ho ascoltato con attenzione le sue parole che mi colpirono più di qualsiasi altro pugno. Ero invidioso di quella forma d'amore che io non conoscevo, della quale parlava con tanta naturalezza, ancora assorta in un posto lontano che non era il tetto in cui ci trovavamo in quel momento.

«Mi sono innamorata della mia migliore amica, da subito, da quando il suo sguardo è entrato in collisione con il mio. Non l'ho più lasciata andare. Io le ho mostrato chi era, lo vedevo da come mi guardava che provava lo stesso per me. Ma sai, la vita ti sfida e tu devi saper giocare la tua mano senza perdere... e io ho perso... ho perso lei», prosegue con un filo di voce triste e confuso, sospirando al ricordo che ancora le bruciava addosso. «Sono stata cacciata da casa e lei è stata portata non so nemmeno dove. L'ho cercata senza mai trovarla e con lei non ho voluto più ritrovare neppure me stessa». Si è girata incrociando il mio sguardo e i suoi occhi neri come la pece non trasmettevano più nulla. Non mi ero reso conto di quanto fosse spento il suo sguardo fino a quel momento. «Quando perdi la tua unica ragione di vita, perché dovresti continuare a vivere?», era così seria e fu in quel momento che le sue parole arrivarono a me come un grido disperato d'aiuto. Lei non avrebbe buttato la sua vita, non glielo avrei permesso, è una promessa che ho fatto a me stesso e anche a lei.

*****

«Damon».

La voce di Allyson si fa strada come un brivido lungo la schiena, facendomi abbandonare quel ricordo di un'amica che non c'è più, insieme a quella promessa che non sono stato in grado di mantenere. Cindy era me e io ero lei, le nostre vite incasinate si fondevano indissolubilmente, mentre noi cercavamo semplicemente di sopravvivere, di arrancare a un nuovo giorno.

«Come fai a guardarmi ancora in faccia?», le chiedo sciogliendomi dal suo abbraccio. Non ci sono più lacrime che solcano le mie guance, anche loro sono stanche di tutto questo schifo che continua ad avvolgermi perseguitandomi come un'ombra.

«Non puoi colpevolizzarti, Damon, non puoi», le sue mani a intrappolare il mio volto, la fronte che preme contro la mia, inspiro il suo respiro per renderlo prigioniero nei miei polmoni. «Non potevi salvarla quando tu stesso eri smarrito quanto lei». Incastro i miei occhi nell'azzurro dei suoi, velati dalle lacrime che tenta a stento di trattenere e al contempo, come sua abitudine, si tortura il labbro inferiore stringendolo nella morsa dei denti che affondano nella carne.

«Potevo, Al, io avrei potuto salvarla se...», cerco di dire, ma la sua bocca tocca la mia e stringo gli occhi con forza, come se provassi dolore nel sentire quel tocco morbido e vellutato che so di non meritare.

Ed è così, io non ti merito e tu sei qui, sei qui anche dopo che ho avvelenato la tua anima, sei qui che mi avvolgi al tuo corpo; io non ti merito e tu non lo vuoi capire.

«Baciami, Dam...», sussurra in una supplica, «Baciami», soffia contro le mie labbra. La cingo in vita attirandola a me. La bacio con la rabbia che sento montare, con la delusione di portare il peso di quei ricordi che non avrei mai voluto possedere. Con il dolore per il quale non potrà mai esserci rimedio. Sigillo in quel nostro bacio avido e disperato tutto ciò che sono, mentre lascio al suo sapore il potere di cancellare, anche solo per un momento, ogni cosa. Ci stacchiamo senza respiro e col pollice le sfioro le labbra gonfie, dove i miei occhi si soffermano a immortalare quell'immagine perfetta di lei.

«Supereremo tutto, insieme», promette baciando la punta del mio dito.

Non puoi dirlo sul serio? Come faccio a meritare un angelo come te nella mia vita ormai dannata?

Socchiudo appena gli occhi di fronte alle sue parole.

Coglione, non perdere la tua unica ragione di vita... all'improvviso sgrano gli occhi spaventato. Sto diventando pazzo, porto le mani alla testa strattonando i capelli.

«Dam... cosa succede?».

Faccio un passo indietro, portando la mano di fronte a lei per evitare che si avvicini e corro in bagno. Il cuore prende a martellare nel petto mentre con la schiena mi poggio alla porta alle mie spalle.

Non avere paura... scuoto la testa. «Non è lei... io... io non posso sentirla, lei... lei è morta», mormoro a me stesso.

«Damon, apri la porta, mi stai spaventando», grida Al.

«A-arrivo», biascico trascinandomi verso il lavandino, dove con l'acqua cerco di rinfrescarmi il volto.

Io sono qui... nel tuo cuore, Dam...

Mi guardo allo specchio e per un misero istante mi sembra quasi di vederla: i capelli rosso fuoco, quei suoi occhi neri che nascondevano un intero universo, che non ha avuto il tempo di mostrare a nessuno; mi sorride, sembra felice.

«Perché?», domando non so più nemmeno a chi, mentre continuo a perdermi nella mia immagine e nei ricordi di quello che è stato un pezzo del mio passato con lei.

Perché sei libero... ora...

Non so perché sento la sua voce dentro la mia testa, che incide quelle parole a una a una come un nuovo tatuaggio da portare per sempre, fino all'ultimo respiro, sulla mia anima. Porto la mano al petto.

«Sì, Cindy, tu sei qui», dico colpendo il petto più volte e le lacrime prendono a rigarmi il volto, mentre una nuova sensazione mi si cuce sulla pelle. La porta si apre di schianto e Allyson corre fra le mie braccia.

«Non farlo mai più», mi rimprovera contro il mio petto. Ha ragione Cindy, non posso perdere la mia unica ragione di vita, che è stretta a me in questo preciso istante. Bacio i suoi capelli.

«Non lasciarmi», la scongiuro.

«Mai», mi promette con voce tremante.

Ci stendiamo sul letto e senza guardarla le racconto della voce di Cindy dentro la mia mente, di come era così reale. La sua testa si solleva dal mio petto, con la mano che tocca il mio corpo e il suo mento che si poggia sopra. Gli occhi mi guardano senza un filo di perplessità, senza giudizio si posano leggeri quasi a volermi sfiorare e al contempo penetrano dentro il mio sguardo.

«Credo che forse tu abbia liberato il tuo demone. Hai in qualche modo dato voce a ciò che da sempre ti tormenta», sospiro fissando il soffitto e mi domando se sia realmente così.

«Tu credi che ci sia qualcosa lassù?», chiedo mentre con tutto me stesso lo spero, lei meritava tutta la felicità che questa terra le ha negato.

«Io credo di sì e dovresti crederlo anche tu».

Il suo sguardo è cucito al mio volto che si china su di lei per osservarla meglio. I suoi occhi brillano al bagliore della luna che filtra dalla finestra.

«Sei così maledettamente bella, Al...», soffio contro di lei, le mie mani accarezzano i suoi capelli morbidi e setosi che le coprono la schiena. Il suo viso si nasconde contro il mio petto.

«Smettila», borbotta. La sua parte così innocente e insicura riesce a mandarmi fuori di testa in un battito di ciglia. Perché tu non puoi essere così pura. Le sollevo il mento con due dita, perché guardi nei miei occhi ciò che non le ho mai mostrato. Parlare di Cindy, di quel passato che era diventato come un limbo dal quale temevo non sarei mai più uscito, ha come lenito una ferita che ora inizia a guarire. Non andrà mai via, il dolore della sua perdita sarà impresso per sempre nel corpo e nella mente, come una cicatrice che mi ricorderà di un'amica speciale che mi ha insegnato una cosa, che senza di lei, forse, non avrei mai capito.

«L'amore non ha limiti, non conosce ragioni ed è per questo che non posso più negare a me stesso quanto io ti ami, Allyson Evans», i suoi occhi si sgranano per lo stupore contro i miei, che per la prima volta lasciano scivolare via quel velo di tristezza che ho sempre tenuto come barriera tra di noi, per il timore di mostrarle chi fossi realmente. «Te l'ho già detto, ma non ci sarà più giorno in cui non te lo ricorderò, perché tu non lo possa mai dimenticare...». Questa promessa non permetterò che venga spezzata. Nessuno potrà portarmi via la sola persona che è riuscita a guardare oltre i miei tatuaggi, fino in fondo alla mia anima e che per quanto male io le abbia fatto, è ancora qui con me, con il suo cuore che sento battere contro il mio.

SPAZIO XOXO

Cosa ne pensate di questo nuovo Damon?

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro