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Cap 25

Anthony

Mi stavo preparando per andare al locale, presi la pistola dalla mia cabina armadio e me la misi sotto la giacca, nel retro dei miei pantaloni, per poi avvicinarmi verso il comodino afferrando il portafoglio e il telefono, quando alzai lo sguardo e vidi mia moglie che si stava mangiando nervosamente il labbro inferiore e mi stava guardando.

Sintomo che mi voleva dire qualcosa ma aveva timore di dirmi.

Mi raddrizzai completamente con la schiena, avvicinandomi a lei con passo sicuro, fino ad arrivare di fronte alla mia piccola farfalla, che non la smetteva di torturarsi nervosamente quelle splendide labbra che tanto mi appartenevano.

Le afferrai il mento fra il pollice e l'indice tirandolo su, in modo che i suoi occhi si allacciassero perfettamente hai miei, mentre le accarezzavo la pelle delicata del mento, con fare rassicurante.

Lei non doveva mai avere il timore di parlare con me, ho anche solo di chiedermi qualcosa.

-Nabi.

Piccola, che succede?-

-Io.. Io volevo chiederti se stai andando al tuo locale..-

La guardai sorpreso per la domanda che mi aveva appena posto.

Da quando stavamo insieme non mi aveva mai chiesto dove andavo e ancora di più da quando aveva scoperto chi ero in realtà e cosa facevo.

-Si amore mio, perché?-

-Posso.. Posso venire con te? Non me la sento di restare da sola.

Insomma so che non sono sola ma mi sento più al sicuro con te.

So che non dovrei chiedertelo io..

Forse ho sbagliato, scusami.-

Era passato qualche giorno da quello che era successo e la donna di Seojun aveva detto che stavano bene sia lei che la nostra bambina, ma potevo immaginare che fosse ancora provata e spaventata per ciò che era successo.

-Va bene, ma a una condizione.-

Vidi il suo sguardo sorpreso, per poi sorridermi accennando un piccolo si con la testa.

- Non devi uscire per nessun motivo dal mio ufficio

e se non ci sono, non devi curiosare in giro per il mio ufficio, siamo intesi?

Mi prometti di fare la brava bambina per me?-

Dissi le ultime parole, con un tono suadente e un sorriso malizioso, vedendo finalmente il suo splendido viso arrossire di nuovo.

-Promesso.-

-Allora, possiamo andare.-

Dissi, prima di abbassarmi verso il suo viso, catturando quelle magnifiche labbra dolci dal sapore di fragola, che tanto mi fanno impazzire e che amavo, per poi uscire di lì, dirigendoci al mio locale il Joein.

Venere

Eravamo arrivati già da un paio d'ore, ma Anthony si era allontanato dal suo ufficio, venti minuti fa.

Uno dei suoi uomini, se non mi sbaglio Markus, lo aveva mandato a chiamare e dato che io ero nel suo ufficio, giustamente non potevano discutere qui.

Avevo visto l'espressioni delle persone quando eravamo arrivati, le donne che lavoravano per lui, gli uomini, perfino i barman.

Secondo me avranno pensato, che cavolo ci fa sua moglie qui!?

Non avevo avuto il tempo di guardarmi in giro che mi aveva trascinata immediatamente al piano di sopra, dove si trovava solamente il suo studio e nient'altro.

La volta prima ero venuta con Byeol il locale era chiuso, c'erano solamente gli uomini di Anthony e poi con quello che mi aveva detto Byeol, di certo non mi ero messa curiosare intorno a me.

Avevo ben altro per la testa.

Potevo immaginare di cosa usufruisse quel locale e a cosa servisse.

Sapevo che su l'altro piano c'erano delle camere per i clienti, che usufruivano di tutti i servizi.

Qui c'era un giro di puttane, droga e alcool, che in confronto a ciò che vedevi nei film, non era paragonabile e a ciò che accadeva nella realtà.

Non ci si avvicinava nemmeno.

Mi ero avvicinata alla scrivania di Anthony e mi ero accomodata sulla comoda poltrona in pelle, mentre la curiosità prendeva vita dentro di me, sentendo lo stomaco agitarsi per la curiosità che mi stava attanagliando.

Era sbagliato lo so, non dovevo farmi sopraffare dalla mia curiosità e ficcanasare in giro, non erano cose che mi dovevano riguardare e soprattutto lo avevo promesso a mio marito.

Ma quando vedevi uno schermo di fianco al PC oscurato, allora lì la curiosità si accendeva, la curiosità di sapere quello schermo cosa inquadrasse.

Sapevo che se lo avrei acceso Anthony mi avrebbe beccata non sarebbe finita bene per il mio sedere.

Ma era più forte di me, la curiosità era grande.

Ma se davo solo una piccola sbirciatina, non era detto che mio marito lo venisse mai a sapere.

Mi morsi nervosamente le labbra, indecisa di azionare quel bottone sullo schermo e su un lascia perdere Venere, che se vieni beccata sono cavoli tuoi.

Ovviamente, vinse la mia curiosità.

Premetti il bottone sullo schermo a fianco al PC e vidi parecchi riquadri che inquadravano le varie zone di tutto il locale.

Riprendeva tutto, dalle sale principali, hai privé, ovviamente non riprendevano le camere, grazie a Dio aveva riservato la privacy.

Solo il pensiero che poteva apparire qualche scena disgustosa di due che facevano sesso, mi sentii assalire dai brividi di disgusto dietro la schiena.

"-Brr, non ci tengo. Proprio no!-"

Vedevo donne che si strusciavano e si inginocchiavano nei prive, uomini che sniffavano droga e alcool, era un qualcosa di schifosamente allucinante.

Sembravano scene di film vietate hai minori.

Purtroppo non era finzione ma era la pura e cruda disgustosa realtà.

Uomini di una certa età, che sicuramente avevano famiglie rispettabili, venivano qui per andare con prostitute, ignare sicuramente le loro moglie, che venivano tradite.

Sicuramente avevano delle brave mogli, che aspettavano il rientro del proprio marito, dopo una giornata di lavoro e invece erano qui, per sballarsi e divertirsi.

Tutto questo mi nauseava.

Come potevano esserci persone così, che non rispettavano le proprie moglie a casa, oppure sperperare i propri soldi perché annoiati, ho ancora peggio, indebitarsi per sballarsi e andare a puttane.

Io non riuscivo proprio a capirlo, perché c'erano uomini che facevano questo.

Uomini che alcuni di loro sicuramente avevano delle famiglie meravigliose, una moglie devota e amorevole che lo attendeva con amore ogni giorno il rientro del proprio marito e invece erano qui a mancarle di rispetto.

Erano uomini disgustosi, che a parere mio non meritavano delle mogli amorevoli e delle famiglie al proprio fianco.

Sto sbagliando forse, non dovrei parlare e ne giudicare, perché io infondo sono sposata con un Boss e forse fa di me, non completamente una brava persona, che potrebbe dire qualcosa sullo stile di vita di queste persone.

Ma, più li osservavo con disgusto e più mi dispiacevano per quelle povere donne, sicuramente alcune di loro non ignare, che rimanevano al fianco di questi bastardi per amore, pur sapendo che non venivano minimamente rispettate come dovrebbero.

Sospirai, mentre spostavo lo sguardo verso le varie telecamere, sempre più disgustata dalla cosa, mentre vidi mio marito parlare animatamente con alcuni dei suoi uomini al bancone del bar.

Quell'uomo trasudava dominanza a potere da ogni poro, era così sexy che mi sentivo come un'adolescente alle prime armi con un ragazzo.

Lo guardavo sempre così incantata da tanta maestosità e sensualità, hai miei occhi sembrava un Dio.

Una divinità greca che trasudava bellezza dominanza, e a ogni suo passaggio si inchinavano portandogli rispetto e venerazione.

Appariva così hai miei occhi, ma anche a gli occhi dei suoi uomini.

Vedevo il profondo rispetto che gli riservavano.

Mi morsi le labbra con fare eccitato, incantata da tanta dominanza e sensualità, mentre sentivo il mio viso iniziare a scottare per tutti quei pensieri e sensazioni che scatenava dentro di me.

"-Dannati ormoni amplificati!-"

Risi del mio stesso pensiero, mentre le mie guance arrossivano sempre di più.

Spostai lo sguardo verso le altre stanze cercando di riprendere il controllo di me, quando non mi resi conto che la porta si era appena aperta e io, ero stata appena beccata come una bambina con le mani nel vasetto della marmellata.

Anthony

Ero appena entrato nel mio ufficio, beccando la mia bellissima donna, guardare con fare curioso lo schermo della videosorveglianza.

Stesso schermo che avevo spento e precluso di toccare.

Ero stato espressamente chiaro, che non sarebbe dovuta uscire di li e non doveva curiosare in giro nel mio ufficio, ma evidentemente mia moglie non ha recepito chiaro il messaggio.

-Nabi, che diavolo stai facendo!?-

Dissi chiudendo la porta alle mie spalle, mentre la mia voce risuonava ben poco tollerante su ciò che l'avevo beccata a fare.

-Io..-

-Oh no.. Bambina non ci siamo proprio. Ero stato maledettamente chiaro che non dovevi curiosare nel mio ufficio.-

Dissi con voce dura, mentre mi avvicinavo a lei, con passo sicuro, mentre la puntavo come un predatore che aveva appena puntato la sua preda, pronto a sbranarla.

"-Questo è certo Nabi, ti sbranerò, ma a modo mio.

Sarai punita bambina.-"

Mi avvicinai al lato della scrivania dove si trovava la mia donna, spegnendo lo schermo della videosorveglianza del locale, per poi voltarmi verso di lei, notando che si era allontanata da me di qualche passo, come se questo potesse evitargli la punizione.

-Dove credi di andare bambina..? Sai vero che sarai punita? Perché le brave bambine ascoltano quando le si dicono di non fare una cosa e invece tu hai fatto tutto l'opposto di ciò che mi ero raccomandato di non fare.-

Dissi, avvicinandomi a lei, con passo dominante, vedendola indietreggiare di nuovo verso il muro, intrappolandosi lei stessa, fino ad arrivare di fronte a lei intrappolandola con il mio corpo, precludendogli ogni via di fuga.

Posai le braccia hai lati della sua testa, mentre mi premevo contro di lei, facendola rimanere completamente intrappolata fra me e il muro.

Vidi il suo sguardo girovagare con fare nervoso, come per trovare un modo per sfuggirmi, inutile tentativo ragazzina.

-Scusami.. Non avrei dovuto ma..-

-La curiosità è stata più forte di te. Vedi non posso lasciare correre Nabi, devo impartirti una lezione, così che la prossima volta, non succederà di nuovo. Io punisco ognuno che trasgredisce a un mio ordine. Beh gli altri li punisco in modo che non deve interessarti, ma a te piccola mia, ti punirò in un modo che sarà significativo e piacevole alla fine, ma non posso non farlo. Sei tu che mi ci hai costretto.-

Dissi, con voce fintamente calma e suadente, pronto a darle una bella sculacciata e poi l'avrei scopata così forte che non avrebbe camminato fino al giorno dopo.

Dio, in questi giorni mi era mancata a non averla.

Mi stava facendo impazzire, ma avevo voluto lasciarla stare, non era stato facile per lei affrontare ciò che era successo qualche giorno fa.

Io ero abituato a questa vita lei era come una bambina che imparava a fare i primi passi in questo mondo.

Lo ammetto, ci sto marciando sopra alla sua disobbedienza e ammetto anche che ci speravo, che trasgredisse al mio ordine.

La desidero troppo che mi sento d'impazzire.

Ho bisogno di sentirla di nuovo mia, ho bisogno di sprofondare dentro quel corpo caldo, morbido e accogliente che tanto mi appartiene.

Ho bisogno ancora di più di marchiarla come mia, dopo le parole del fottuto bastardo.

E' come se avessi bisogno di renderla ancora più mia hai miei occhi e al mondo intero.

Lo so, suonava assurdo, ma io era così che mi sentivo.

Avevo bisogno di marchiarla ancora e ancora, come se quelle parole avessero intaccato la credibilità di appartenenza della mia donna.

Lei era mia, e quel fottuto bastardo ha posato gli occhi su la donna sbagliata.

Ma non ce problema una volta che lo avrò trovato mi divertirò a farlo a pezzi e di lui non resterà neanche un lontano ricordo.

Mi riscossi dai miei pensieri, tornando con la mente alla mia piccola donna intrappolata fra il mio corpo possente e il muro alle sue spalle.

L'afferrai per la vita con fare possessivo ma dolce allo stesso tempo, stringendola contro il mio petto duro, sentendo il suo viso premuto contro la mia camicia, mentre la sentivo ispirare il mio profumo, sospirando.

Facendomi sentire come un fottuto uomo delle caverne, che stava per portare la sua donna nella sua caverna e scoparla fino allo sfinimento dei sensi.

-Anthony, scusami io non avrei dovuto..-

-No non avresti dovuto Nabi, ma va bene, sicuramente va bene per me, per la tua piccola disobbedienza.-

Dissi con voce provocatoria, mentre un sorrisetto malizioso si stava facendo largo sulle mie labbra, trascinando il mio piccolo tesoro, verso il divano in pelle nera, facendola inginocchiare sul divano, in modo da potermi divertire con quel delizioso culetto.

-Aspetta, non qui!-

La sentii dirmi con voce agitata mentre guardava nervosamente la porta del mio studio, facendomi sorridere come uno stronzo.

-Nessuno verrà dolcezza.-

Dissi, appoggiando un ginocchio sul divano, intrappolando i suoi piccoli e delicati polsi sulla spalliera del divano, in modo da non potermi sfuggire, mentre con l'altro braccio, andavo ad alzare la gonna del vestito rivelando il suo culetto sexy coperto da delle mutandine trasparenti in pizzo, rendendola ancora più sensuale hai miei occhi.

-Cazzo, piccola!-

Stavo andando fuori di testa a tale visione, mentre sentivo il cavallo dei pantaloni stringere sempre di più, facendomi dolere il cazzo.

Le afferrai il bordo delle mutandine trascinandogliele giù lungo quelle cosce sexy, fino a sfilargliele gettandole di fianco a noi sul divano, deliziandomi della vista del suo culetto nudo.

Presi ad accarezzarlo dolcemente, gustandomi la sensazione di seta della sua pelle delicata contro la pelle della mia mano ruvida, facendomi incendiare tutti i miei sensi di desiderio, con la voglia di sprofondare immediatamente dentro quel culetto stretto che mi apparteneva, come tutto di lei.

A quei pensieri, sentivo le palle appesantirsi e dolermi per il desiderio di esplodere, mentre il mio cazzo, chiedeva di essere liberato dalla tortura forzata dei miei pantaloni.

"-Calmati prima la punizione e poi la venerazione.-"

Pensai sorridendo maliziosamente, mentre allungavo la mano verso i miei pantaloni sganciandoli, per darmi una sorte di sollievo, per poi tornare su quel culetto pronto alla sua sculacciata.

-Amore, per favore no.. Se entra qualcuno io.. Non voglio non qui almeno..-

Era nel completo imbarazzo, facendomi divertire come un fottuto stronzo, mentre non le risposi a parole ma dando il via alla sua meritata sculacciata.

Iniziai a sculacciarle prima una natica e poi l'altra sentendola e vedendola sobbalzare per la sorpresa, mentre cercava di ribellarsi e liberarsi, dalla mia presa, ma con scarsi risultati.

Continuava a muoversi per cercare di liberarsi ma era tutto inutile, non avrebbe mai potuto niente contro la mia forza e il mio dominio.

-Amore, fermati!-

-No piccola.-

Dissi con voce roca e dominante, che non ammetteva obbiezioni, continuando a sculacciarla ancora e ancora e ancora, vedendo quel delizioso sederino diventare rosso come una succosa ciliegia matura.

Mi fermai, accarezzando la pelle arrossata del suo culetto.

Sentendo il calore che la pelle irradiava da esso, inebriandomi della sensazione di calore che emanava la pelle surriscaldata alla mia mano, mentre la parte oscura e dominante di me, il demone dentro di me, si saziava di quella sua sottomissione in una maniera così bellissima.

-La mia bellissima baby girl, a il culetto tutto magnificamente rosso.. Daddy ti ha dato una bella sculacciata meritata per ciò che hai fatto, ma adesso ti prometto che avrai la tua ricompensa piccolina..-

Dissi con voce roca dettata dall'eccitazione, ero completamente andato fuori controllo.

Cazzo lei era l'unica che riusciva a mandarmi completamente fuori controllo.

E io ero uno che ci sguazzava nel controllo.

-Ti prego..-

Sentivo la sua voce ansate e imbarazzata per ciò che le avevo appena fatto e detto, ma era anche eccitata la mia piccola farfalla.

Lei amava il modo in cui la dominavo come io amavo tanto la sua dolce resa sottomissione a me.

Noi eravamo anime affini, gemelle, ci completavamo a vicenda.

Avvertii l'odore mielato della sua eccitazione, era come un dolce afrodisiaco per me, che mi incendiava i sensi.

-Allarga le cosce per me amore mio..-

Dissi, mentre la vidi eseguire il mio comando, spostando la mano fra le sue cosce, trovandola magnificamente bagnata per me.

Presi ad accarezzarle fra le pieghe fradice, sentendola sospirare di puro piacere, mentre raccoglievo un po' di quel miele delizioso, spargendolo del secondo buchetto, in modo da facilitarmi l'entrata, mentre lo massaggiavo sensualmente, sentendola gemere di puro piacere.

-Adesso mi scoperò questo delizioso culetto bambina e poi la tua fantastica figa.-

Dissi prima di spostarmi e posizionarmi perfettamente dietro di lei, mentre mi calavo quei fottuti pantaloni e boxer, liberando la mia dolorosa erezione, afferrandola prontamente su quei fianchi morbidi e delicati in una presa decisa, mentre presi a strusciare la punta del mio uccello fra le sue pieghe bagnate, facendoci gemere entrambi di puro piacere.

-Ti prego..-

-Mi preghi bambina?

Si pregami di fotterti Nabi.-

Dissi con voce roca prima d'iniziare a penetrare il suo culetto favolosamente stretto, un centimetro alla volta, fino a sprofondare completamente dentro di lei.

-Oddio..-

-Non ce nessun Dio ragazzina.

Ci sono solo io.

Solo io posso farti questo.-

Dissi con voce oscura e dominante, iniziandomi a muovere da subito con spinte forti e profonde, mentre le tenevo fermi i fianchi, sbattendo con forza dentro il suo corpo ancora e ancora, fino a che non raggiunsi l'orgasmo.

Non ero durato molto, dato che ero sovraccaricato d'eccitazione.

-Cazzo!-

Uscii dal suo corpo, abbassando il viso fra lo scoscio delle sue magnifiche cosce, iniziando a leccare il suo clitoride gonfio, sotto i suoi gridolini sorpresi e di puro piacere, facendomi sentire un fottuto Dio.

"-Lei era mia, e solo io potevo farle tutto questo e molto altro!-"

Continuai a stuzzicare con la punta della lingua il suo bottoncino del piacere fino a che non la sentii urlare arrivando al suo agognato orgasmo, riempendomi del suo delizioso miele.

Continuai a leccarla tutta deliziandomi di ogni sua goccia zuccherosa.

Mi spostai, tirandomi su, mentre mi asciugavo la bocca con la mano, per poi premere la mia mano al centro della sua schiena, spingendola di più verso il basso, facendo scorrere la mano dalla schiena in una lenta e sensuale carezza fino al suo sederino al fianco.

Appoggiai entrambe le mani in una presa possessiva su i suoi morbidi fianchi e con un colpo secco entrai dentro quella deliziosa passerina bollente, bagnata e stretta rendendola mia.

Presi a muovermi dentro di lei con forza, mentre le tiravo qualche sculaccione leggero inebriandomi del suono della pelle colpita, continuando a muovermi dentro di lei come un pazzo, sentendo lo sbattere delle nostri carni e delle nostre pelli, producendo quel suono erotico e sensuale inebriandoti i sensi.

Mentre mi gustavo la sensazione delle pareti strette della mia donna, che avvolgevano il mio cazzo come una guaina, mentre sprofondavo ancora e ancora dentro di lei facendoci diventare un solo corpo e una sola anima.

-Amore, amore!-

La sentivo gemere e gridare di puro piacere.

-Si bambina, fallo sentire a tutti a chi appartieni cazzo!-

Avevo perso completamente il controllo di me stesso, mentre continuavo a scoparla con forza fino a che non sentii l'orgasmo montare di nuovo a entrambi, facendomi aumentare sempre di più il ritmo degli affondi dentro di lei, raggiungendo l apice del piacere insieme.

-Cazzo.

Si bambina!-

Venni di nuovo, con forti schizzi del mio seme bollente, riempendola fino in fondo, mentre le pareti della mia donna si contraevano spasmodicamente risucchiandomi più a fondo dentro di lei, mentre mi inondava del suo miele delizioso.

-Oddio!-

Mi accasciai dietro la sua schiena, intrappolandola fra il mio imponente corpo e il divano, mentre la sensazione paradisiaca dell'orgasmo avvolgeva piacevolmente i nostri corpi.

-SEI MIA CAZZO!

E nessuno oserà portarti via da me!

A costo di finire all'inferno e fare ritorno.-

Dissi con una nota di rabbia e possesso, mentre ancora non avevo preso il controllo di me stesso, liberando ciò che più mi attanagliava dentro.

La paura di perderla.

Uscii dal suo corpo caldo e accogliente, mentre il respiro era tornato normale, tirandomi su i pantaloni e i boxer allacciandoli subito dopo, per poi abbassarmi di fianco a lei, raccogliendole le mutandine.

Vidi mia moglie tirarsi su in piedi traballante, mentre l'aiutavo a rimettersi le mutandine, per poi trascinarla con me, su quel divano che aveva appena assistito alla nostra focosa sessione di sesso, mettendomici seduto.

Ci sprofondai letteralmente rilassato, mentre la tiravo seduta sulle mie cosce dure, stringendola fra le mie forti braccia, mentre le lasciavo un bacio intimo e delicato sulla fronte, accarezzandole amorevolmente il suo pancione, mentre sentivo la mia donna lamentarsi per il sederino arrossato, facendomi ghignare maliziosamente divertito, mentre la stringevo più a me, inebriandomi della sensazione post-orgasmo, con la mia donna stretta fra le mie braccia.

"-Questa si, è la sensazione che amo di più al mondo, oltre al mio potere.-"

Continua

-5 alla fine della storia🥺

Buona Domenica cuoricini💛😘

Grazie di cuore per tutti i commenti, le stelline le visualizzazioni grazie di cuore a ognuno di voi, mi riempite il cuore💓 di felicità😍.💛

Al prossimo aggiornamento cuoricini belli💛

Vi adoro

💛💛💛💛💛

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