Cap 20
Venere
Ottobre era entrato portandosi con se l'arrivo dell'ottavo mese di gravidanza.
Non potevo crederci che il tempo stesse passando così velocemente.
Solamente sei mesi fa, avevo scoperto di essere incinta e adesso eccoci qui, l'estate era passata e la gravidanza sembrava che stesse volando insieme hai mesi.
La mia piccola farfallina la sentivo muoversi spesso, ed era un emozione unica, mi incantavo spesso davanti allo specchio della camera da letto, a fissare il mio enorme pancione, dove li giorno dopo giorno stava crescendo il frutto del nostro amore.
Avevamo deciso, ho meglio avevo deciso di chiamare nostra figlia Risa, e Anthony aveva approvato la mia scelta.
Mi era venuto così, una sera mentre stavo vedendo una serie TV e la protagonista si chiamava così e da li Risa.
Mi ero innamorata subito di quel nome, rispecchiando secondo me il nome ideale per mia figlia.
Chiamatela coincidenza ma come ho pensato più volte quel nome, mia figlia per più volte mi aveva tirato un calcetto come fosse d'accordo con me.
Lo so può suonare assurdo, ma lo presa come un'approvazione da parte sua.
Stavo passeggiando per la cucina con una voglia impellente di dolci, "-dovevo assolutamente trovarli!-"
Avevo cenato da sola quella sera, alle volte accadeva che Anthony non rincasava per l'ora di cena, per colpa del "lavoro" intenso, e io rimanevo spesso da sola, sentendo la sua mancanza.
Lo so che erano poche ore, ma alle volte ne sentivo molta, chiamateli ormoni intensificati, ma mi sentivo così.
Potevo chiedere a Byeol di cenare qui insieme dato che sicuramente anche Seojun sarebbe rincasato tardi, ma non avevo azzardato a proporre dato che aveva avuto un parto lungo ed era sicuramente distrutta e aveva bisogno di riposarsi.
Così avevo lasciato perdere.
Aprii diverse ante dei mobili, alla ricerca di qualche dolcetto, dato che giustamente Maria e Sakura erano tornate a casa già da un'oretta.
Anche perché se erano qui, gli avrei chiesto di farmi uno dei loro magnifici dolci
"-Meglio così, di questo passo diventerò una mongolfiera in grado di lievitare da sola.-"
Pensai ironicamente, mentre afferravo una busta di biscotti con cioccolato ripieno, uscendo dalla cucina, dirigendomi verso il salone, per un film notturno, data l'ora.
Anthony
-Quindi mi state dicendo, che ancora non avete saputo nulla di quel fottuto bastardo.-
-Signore, sembra veramente un fantasma. Non ce nessuna traccia di lui, è incredibilmente attento ad ogni sua mossa.-
-Dovete trovarlo Kevin, in qualsiasi modo.-
-Non ci arrenderemo Signore.-
-Riferitemi tutto.
Qualsiasi cosa su questo fantomatico fantasma, anche la più banale.
Devo sapere chi è il fottuto bastardo che ha deciso di mettermi i bastoni fra le ruote.
E se non troverete ancora nulla, decideremo sul da farsi.
Ci sarà un modo per rintracciare quel fottuto bastardo.-
-Si, Signore.-
Chiusi la chiamata, passandomi nervosamente una mano fra i capelli, mentre spostavo lo sguardo verso i monitor che controllavano tutto il locale, notando che uno dei miei ragazzi stava venendo verso il mio ufficio.
Lanciai uno sguardo verso l'orologio, notando che era appena scattato l'una di notte.
Sbuffai infastidito, con il desiderio di tornare al più presto a casa dalla mia donna, immaginando che sicuramente lei si stesse rimpinzando di dolci, invece di riposare.
Ma sapevo che la mia piccola farfalla, non riusciva a dormire, quando non ero lì con lei.
Infondo su questo io e lei eravamo uguali.
Ci nutrivamo uno della presenza dell'altro.
Sentii bussare alla porta del mio ufficio, spostando lo sguardo su di essa dando il permesso di entrare.
-Akim, che succede?-
-Signore ce stato un problema al piano di sotto. Il Signor Mancuso, ha tentato di rubare i soldi dalla cassa del bar e ha minacciato una delle ragazze, per avere un servizio gratis.-
Mi tirai su completamente infastidito per quella cazzo di spina nel fianco, gli avevo prolungato un mese in più, per la resa del denaro che mi deve, e il fottuto figlio di puttana cosa fa!?
Osava non solo minacciare una delle ragazze, ma anche tentato di fottermi i miei soldi?
Dovevo eliminarlo sei mesi fa, quando quella testa di cazzo, non mi aveva restituito i soldi, frignando come una ragazzina per avere un altro mese di tempo.
-Sai cosa fare. Ti raggiungo tra poco.-
Dissi, intimandogli di uscire, mentre mi dirigevo verso il mobile bar, afferrando una bottiglia di Soju, versandomi due dita nel bicchiere, per poi berlo in un solo colpo, sentendo il mio corpo rilassarsi automaticamente, mentre mi preparavo per uccidere quel fottuto figlio di puttana.
Afferrai il mio cellulare posando il bicchiere sulla scrivania, mentre uscivo dal mio ufficio, pronto a dirigermi verso il capanno, dove avrei fatto fuori quel fottuto bastardo del cazzo.
Venti minuti dopo, stavo scendendo dalla macchina, richiudendo la portiera alle mie spalle, mentre mi dirigevo a passo sicuro e dominante, dentro al capannone, dove i miei ragazzi stavano lavorando duramente, per lo smercio di droga.
Mi fecero un segno di saluto abbassando la testa in segno di rispetto, mentre mi allungavo verso le scale che mi avrebbero condotto nello scantinato, dove avvenivano le mie punizioni esemplari, per tutti i figli di puttana che osavano sfidarmi o disobbedirmi.
Scesi le scale, trovando il Signor Mancuso che stava sbraitando come un pazzo, cercando di "minacciare" i miei uomini di liberarlo, se non volevano fare una brutta fine per mano sua.
"-Povero idiota.-"
-Oh.. Mancuso, dovresti pregare per la tua vita e non minacciare i miei uomini, perché sai stai solamente peggiorando la tua situazione e non so se ti conviene.-
-Tu! Come osi..-
-Porta rispetto feccia umana, io oso. Oso e come, dato che sei venuto sette mesi fa pregandomi di prestarti venti mila euro per poterti sballare, con il patto che me li avresti restituiti dopo sei mesi.
Non ti è bastato, sei venuto sei mesi dopo nel mio ufficio pregando di avere un altro mese di tempo, e io magnanimo te lo concesso.
Che non si dica in giro che non lo sia.
Ti ho concesso di vivere un altro mese, in modo che potessi saldarmi il debito. Ma tu no, sei venuto nel mio locale, con la convinzione di potermi fottere.
Tentando di rubare nel registro cassa del bar e più hai minacciato una delle ragazze del locale, per avere un servizio gratis.
Eh no Mancuso, non funziona così.-
Dissi, avvicinandomi a lui come un predatore che stava per far fuori in un colpo solo la sua preda.
-Lasciatelo.-
Dissi, hai miei due uomini che lo tenevano fermo.
Vidi il pezzente avvinarsi a me, tutto sudato, tentando di minacciarmi, cosa che mi stava risultando divertente se non avevo fretta di tornare dalla mia donna, che non la vedevo da questa mattina che l'avevo lasciata dormire.
-Non ho soldi, e allora? Cosa vuoi farmi Signor Park uccidermi?-
-O sei completamente stupido, oppure ami il pericolo Mancuso.-
-Tanto non ho niente da perdere.-
-Quello è sicuro, la tua famiglia non a niente da perdere per un nulla facente come te. Dato che ha posta di guadagnare soldi per sfamare la tua famiglia, te li fotti nel mio locale, mandando a lavorare quella santa donna di tua moglie, per farti mangiare e farti godere dei servizi del mio locale. Quindi ti sbagli su una cosa, tu hai da perdere la tua fottuta vita di merda ma la tua famiglia ci guadagna liberandosene.-
Vidi gli occhi di questo essere vomitevole, realizzare tutto ciò che avevo appena detto.
Eh si mio caro, faccio ricerche su i miei "clienti."
-Quindi, dato che tu hai tentato di fottermi nel mio locale, ce solo un modo per saldare il debito, che ovviamente verrà estinto solo in un modo.
La tua morte.-
Vidi la realizzazione delle mie parole nel suo sguardo e il terrore nei suoi occhi, non facendo più lo spavaldo di un attimo prima, mentre un ghigno sadico si stava dipingendo sulle mie labbra.
-No aspetti, mi scusi io ho sbagliato, non.. Non volevo.. La prego di..-
Non lo lasciai finire di parlare, che afferrai la pistola nel retro dei miei pantaloni, piantandogli una pallottola in testa, vedendo il suo lurido corpo merdoso, cadere a terra morto.
-Sistematelo. Il debito è stato estinto, la famiglia non avrà ripercussioni.-
Dissi prima di uscire di li, dirigendomi fuori dal capannone pronto a tornarmene a casa, dalla mia bellissima farfalla.
Dieci minuti esatti dopo, stavo parcheggiando nel garage della villa, ero letteralmente volato sulle strade di Seoul, per tonare il prima possibile a casa dalla mia donna.
Lanciai uno sguardo al mio orologio da polso, notando che erano appena scattate le due di notte, mentre salivo le scale, per andare al piano di sopra, che mi avrebbe condotto al primo piano dove le luci erano ancora tutte accese.
Sospirai, immaginando la mia bellissima donna, intenta a riempirsi di dolci e film ha posta di riposare come dovrebbe data l'ora.
"-Oh beh..
Su questo ci avrei pensato io con mio sonno piacere.
Almeno mi ero risparmiato di svegliarla e rendere mio, quel corpo morbido e accogliente, che tanto mi apparteneva.
Ogni cosa mi apparteneva di lei, corpo, cuore e anima.
Lei era mia.-"
Mi diressi verso la sala cinema, trovando la mia piccola farfalla, che si stava rimpiazzando di tutte le schifezze possibili.
Non solo la busta di biscotti ripieni al cioccolato era finita, ma si stava rimpiazzando anche di altri biscotti vari.
"-Di questo passo rischi l'indigestione bambolina.-"
Pensai esasperato, mentre la osservavo, intenta a mangiare dolci e vedere un fottuto film in TV, ignara della mia presenza.
Mi allungai verso la spalliera del divano afferrando il telecomando spegnendo subito dopo la TV, rigettandolo dove si trovava un attimo prima, mentre la mia donna si girava verso di me, con sguardo pieno di stupore e consapevolezza del mio ritorno.
-Ancora sveglia mia piccola Nabi? Non dovresti dormire a quest'ora ragazzina?-
Dissi allungandomi verso di lei, togliendogli la busta di biscotti dalle mani, posandola sul tavolino, mentre il mio sguardo non lasciava un attimo il suo, pieno di consapevolezza di averla beccata ad abbuffarsi di dolci in piena notte.
Era deliziosa, dovevo ammetterlo.
Sembrava una bambina beccata con le mani nel vasetto della marmellata.
Trattenni un sorrisetto divertito, mentre il mio sguardo la divorava non solo di disapprovazione ma anche di desiderio che mi stava assalendo, ammirando il corpo sensuale e pieno della mia bellissima donna.
Allungai la mano verso di lei, che prontamente strinse delicatamente con la sua, tirandosi su in piedi, arrivando di fronte a me.
-Hai intenzione di dirmi qualcosa amore mio, ho passiamo direttamente a una bella sculacciata notturna, con tanto di scopata?-
Dissi, con voce calda e dominante, mentre il rossore si stava facendo largo su quel viso meraviglioso, imbarazzandosi per le parole crude appena dette.
-Ciao amore mio.-
-Si è un inizio piccola.-
Dissi, con un tono divertito, mentre le sorridevo maliziosamente, allungando la mano sul suo splendido viso accarezzandoglielo con dolcezza.
-Avrò il diritto di mangiare tutti i dolci che voglio!?-
-Certo, ma non così e in piena notte.-
La vidi sbuffare e imbronciarsi come una bambina, facendomi ridacchiare divertito.
-Lo sai che non riesco a dormire quando non ci sei.-
-Lo so tesoro..-
Dissi, prima di passare un braccio intorno alle sue spalle e uno sotto le sue ginocchia tirandola su a mo di sposa, uscendo subito dopo dal salone dirigendomi su verso le scale, che ci avrebbe condotto al piano di sopra dove si trovava la nostra camera da letto.
La vidi accoccolarsi a me, nascondendo il viso nel mio petto coperto da la camicia, ispirando il mio profumo, facendomi sentire fottuta mente bene.
Entrai dentro la camera, richiudendola con un calcio mentre mi dirigevo con passa spedito verso il bagno della nostra camera, per una bella doccia "rilassante" per entrambi.
-Perché siamo in bagno amore?-
-Per farci una bella doccia rilassante, bambolina.-
Dissi mettendola in piedi di fronte a me, mentre aprivo la porta a vetri della doccia, facendo azionare l'acqua calda, per poi iniziare a spogliarmi, vedendo la mia bellissima donna fare lo stesso, sfilandosi il vestito di dosso facendo fare la stessa fine al suo intimo.
Mi beai della vista nuda e sensuale della mia piccola farfalla, con quel ventre accentuato, dove li si trovava il frutto del nostro amore, rendendola ancora più bella e sensuale di come lo fosse già.
Le afferrai la sua piccola e delicata mano, conducendola dentro la doccia richiudendo la porta alle mie spalle, immergendoci sotto il getto dell'acqua calda, facendoci sospirare di piacere entrambi.
-Vieni qui Nabi.-
Dissi, attirandola al mio corpo nudo e possente, con la mia erezione che premeva su di lei, sentendola sospirare di piacere, afferrandole possessivamente i fianchi girandola in modo da darmi le spalle, non prima di aver baciato dolcemente il pancione di mia moglie.
-Mani al muro piccola.-
Dissi con voce autoritaria, mentre la vidi eseguire il mio ordine come una brava sottomessa, mentre divaricava le cosce per me, sapendo già cosa doveva fare.
-Ma che brava la mia piccolina, sa come comportarsi con il suo Daddy, non è vero?-
Dissi con voce calda e suadente vicino al suo orecchio accarezzandolo con le labbra, sentendola rabbrividire di piacere sotto di me.
-Amore..-
Disse con voce eccitata e imbarazzata, per ciò che avevo appena sussurrato.
-Fa silenzio bambina, che adesso ci penso io a te.-
Dissi, prima di assestarle il primo sculaccione sulla natica destra, per poi fare lo stesso con la natica sinistra, sentendola gridare di sorpresa, mentre sobbalzava, tentando di spostarsi ma invano, dato che la tenevo ferma per un fianco, con una presa ferma e decisa, ma delicata allo stesso tempo.
-Amore, no!-
-Shh.. Le brave bambine prendono la punizione senza opporsi.-
Dissi, con voce roca dettata dall'eccitazione, mentre premevo il mio uccello dolorante, sulle sue natiche, sentendo le palle dolorosamente piene dal bisogno di esplodere dentro di lei, il prima possibile.
Cazzo era un bisogno costante quello di rendere mia la mia donna, era un bisogno viscerale, che mai sarebbe diminuito ma anzi sarebbe aumentato ogni volta sempre di più, rendendomi folle di amore e desiderio per questa incredibile donna, che aveva rubato il mio cuore oscuro.
Continuai a sculacciarla per altre tre volte alternandomi da natica a natica, per poi assestarle l'ultimo sculaccione nel centro del suo culetto, arrossato.
-Che meraviglia piccola.. Cazzo!-
Mi sistemai meglio dietro di lei, mentre presi a baciarle sensualmente la pelle bagna e delicata della sua morbida schiena, sentendola sospirare di puro piacere, mentre risalivo lungo tutta la sua colonna vertebrale, fino ad arrivare alla morbidezza del suo collo delicato, iniziando a torturarlo di morsi, baci e leccatine sensuali, sapendo che l'indomani, lì ci sarebbe stato il mio marchio.
Allineai la punta del mio uccello all'entrata della sua fantastica passerina, mentre le mie mani si posavano su quei seni pieni e morbidi, e la presi.
Entrai dentro di lei in un colpo solo, invadendo tutto il suo stretto passaggio fino in fondo riempendola della mia enorme presenza.
Presi a muovermi dentro di lei con colpi forti e profondi, mentre giocavo, impastavo sensualmente quei seni meravigliosi, stuzzicando quelle gemme indurite per il piacere, sotto i nostre urla e gemiti.
Continuai a scoparla con forza, mentre affondavo dentro quella meravigliosa passerina stretta e calda che tanto mi apparteneva, mentre il suo miele affiorava abbondantemente facilitandomi gli affondi profondi, sentendo la mia donna abbandonata completamente contro di me, mentre le urla di puro piacere invadevano il bagno come una sinfonia erotica, mandandomi completamente fuori di testa.
Era un connubio di sensazioni eccitanti e piacevoli, il rumore delle nostre carni unite, il rumore della nostra pelle che sbatteva una contro l'altra, lo scrosciare dell'acqua calda, l'essere dentro la mia donna, i nostri gemiti di piacere, era la sinfonia più erotica ed eccitante che potessi mai sentire e desiderare.
Stavo letteralmente perdendo il controllo, mentre aumentavo gli affondi dentro la mia donna, fino a che non avvertii le sue pareti interne iniziare a contrarsi e bagnarsi sempre di più, facendomi aumentare gli affondi con sempre più forza, mentre gli strizzavo quei capezzoli duri e scuri resi per l'eccitazione, facendola arrivare a l'apice del suo piacere, sotto le sue grida di pura estasi.
-Si così piccola, così.. Vieni, vieni per me bambolina..-
Dissi, con voce roca dettata dal piacere intenso che mi stava avvolgendo, continuando ad affondare dentro di lei, fino a che non esplosi anch'io riversando tutto il mio seme bollente dentro di lei.
Ruggì di puro piacere, mentre la stringevo possessivamente a me, sentendo le sue pareti interne attirarmi più profondamente dentro di lei e stringermi come in una morsa piacevole, spremendo fino a l'ultima goccia del mio seme dal mio corpo, trattenendolo nel suo corpo.
-Oh si..-
La sentii sospirare di puro piacere, mentre si abbandonava completamente a me e alla mia stretta.
Aspettai che i nostri respiri si regolarizzassero, per poi uscire da quel fantastico corpo che tanto mi apparteneva, trascinandola con me, sotto l'acqua scrosciante della doccia, immergendo i nostri corpi appena appagati.
La tenni stretta a me per un fianco, mentre mi abbassavo verso le sue deliziose labbra, catturandole con le mie, in un bacio pieno d'amore e ricco di promesse.
Un bacio sensuale, possessivo, amorevole, l'amavo, con tutto il mio essere, lei era la mia unica e sola ragione di vita e breve sarebbe arrivata un'altra mia ragione di vita.
La nostra ragione di vita.
La nostra piccola farfallina, la nostra bambina, la prima di molti altri.
Lei era tutto per me, la mia donna, mia moglie, mia complice, la mia amante, la mia piccola e dolce sottomessa, la madre dei miei futuri figli, ma soprattutto la mia altra metà della mia anima oscura, che grazie alla sua aveva scoperto un po' di luce.
Continua
Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro