Cap 10
Anthony
Ero appena arrivato nei pressi del capannone che avevo acquistato anni fa, dove avvenivano la maggior parte degli affari sporchi.
Nessuno domandava, nessuno chiedeva, perché già il nome che mi ero fatto parlava per me, e poi il cognome della mia famiglia era una garanzia sul il non dover chiedere.
La polizia era nelle mie mani, sotto il mio controllo, sotto il giusto compenso, quindi avevo fatto il modo che questo posto non fosse dichiarato ed era in una zona isolata, facendola passare per una vecchia distilleria abbandonata.
Avevo recintato tutta la zona, in modo che qualche curioso non venisse a ficcare il naso dove non avrebbe dovuto, rischiando poi di essere eliminato.
La recinzione era tutta l'elettrificata quando non c'era nessuno, e quando eravamo dentro, la zona era completamente circondata dai miei uomini.
Amavo il potere che la mia famiglia, il mio solo nome scaturiva in giro, mi ero fatto un nome da solo, con le sole mie forze, tutti mi temevano e rispettavano e questa cosa mi faceva sentire così potente, che nemmeno i potenti stessi potevano arrivare dove potevo arrivare io, con le sole mie forze.
Fermai la macchina davanti all'entrata del capannone, spegnendo l'auto, per poi scendere, mentre richiudevo la portiera alle mie spalle, mentre vedevo alcuni dei miei uomini in lontananza farmi segno.
Alzai la testa a mo di saluto, incamminandomi verso l'entrata, togliendomi gli occhiali da sole, osservando ciò che si parava di fronte hai miei occhi.
I miei ragazzi erano a l'opera con la nuova creazione, della nuova droga che io stesso avevo ideato, e che mi avrebbe fatto fare un mucchio di soli.
In molti sarebbero stati a chiedermela, e molti altri ancora, gli affari già alle stelle che avevo in giro, sarebbe saliti ancora cento volte di più.
Mi avvicinai verso il bancone di legno dove stavano lavorando la nuova miscela per la mia droga, che avevo intenzione di chiamare "Somang."
Desiderio.
Perché arrivavi al punto, di desiderarne sempre di più fino a l'eccesso.
-Boss?-
Mi riscossi dai miei pensieri, spostando lo sguardo verso Seojun avvicinandomi verso di lui, notando dallo sguardo che aveva bisogno di parlare con me.
-Che succede?-
-Ce uno dei nostri clienti abituali che vorrebbe parlati.-
-Che cosa vuole?-
-Vorrebbe chiederti un prestito per questo mese, così da poter andare puntualmente al nostro locale, per divertirsi con le nostre puttane.-
-Ma non mi dire.-
Dissi con un tono canzonatorio, alzando un sopracciglio con fare ironico.
-Dove si trova?-
-Ti sta aspettando al Joein.-
-Va bene, chiama a uno dei ragazzi che si trovano al locale, e che lo facciano accomodare nel mio ufficio e di tenerlo d'occhio.-
Dissi, prima d'infilarmi gli occhiali da sole, lanciando un ultima occhiata hai miei uomini che stavano lavorando.
Di questo passo, sarei riuscito a metterla sul mercato prima del previsto.
E con quei pensieri uscii da li, dirigendomi verso la mia auto, pronto per andare al mio locale ancora chiuso.
Esattamente venti minuti dopo, stavo entrando nel mio amatissimo locale, facendo segno hai uno dei ragazzi dietro al bancone di portarmi una birra ghiacciata, mentre mi dirigevo verso la scala a chiocciola che mi avrebbe condotto al mio piano, dove si trovava il mio ufficio.
Entrai dentro come un fottuto Dio, sfilandomi gli occhiali, mettendoli dentro la parte della camicia aperta, mentre vedevo l'uomo completamente fuori di se per l'agitazione, sotto sorveglianza da uno dei miei ragazzi.
-Markus puoi andare.-
Dissi con voce ferma, mentre lo vidi farmi un cenno con la testa, uscendo poco dopo dal mio ufficio chiudendosi la porta alle spalle.
-Buonasera signor Mancuso, a cosa devo questa visita "inaspettata"?-
Dissi, con fare ironico, andandomi ad accomodare dietro la mia scrivania.
-Avrei bisogno di chiederle un prestito signore.-
-Di quanto?-
-Almeno ventimila euro, se è possibile, signore.-
-Così tanti? Beh per me non ce problema, ovviamente dovrai restituirmeli entro i sei mesi.-
-Certamente, signore si!-
Lo sentii dire con voce tremante dal bisogno di potersi sballare e divertire.
Uomini così mi facevano pena, non avevano neanche un briciolo amor proprio, solo vizi, mentre avevano delle mogli ignare a casa che li aspettavano con amore e devozione, mentre questi bastardi si divertivano a puttane e droga.
-Bene, li vuoi in contati oppure ti faccio un assegno?-
Chiesi con fare ironico sapendo già la risposta, notando il bisogno trapelare non solo dai suoi occhi ma anche dal suo corpo tremante.
Sentii un colpo alla porta, spostando lo sguardo da l'uomo tremante a essa, intimando un -avanti.-
Vidi uno dei miei ragazzi portarmi la birra, per poi andarsene subito dopo.
Presi a berne qualche sorso mentre notavo il modo in cui stava valutando la risposta da darmi, sapevo che voleva chiedermeli in contanti ma gli mancava il coraggio.
Uomini del genere, non avevano nemmeno il coraggio di affrontare qualcuno, erano capaci di pararsi dietro alla propria donna.
"-Che schifo-"
-Allora Mancuso, non ho tutta la serata, vorrei tonare a casa da mia moglie.-
-Va bene, si mi scusi.. In contanti grazie.-
-Oh.. Non credo ci volesse molto no!?-
Dissi, alzandomi in piedi, mentre mi dirigevo verso la cassaforte, afferrando la somma di denaro richiesta, mettendogliela dentro una busta gialla.
Richiusi la cassaforte, andando verso di lui, consegnandogli i soldi.
-Ecco, li rivoglio entro i sei mesi, se entro i sei mesi non me li avrai restituiti, ci sarà una tassa da pagare. Ti è chiaro?-
Lo vidi alzarsi in piedi afferrando la busta con mani tremanti, -certamente signore si, la ringrazio.-
-Bene, esci da qui ho questioni più importanti da fare.-
-Si certamente, grazie e scusi per il disturbo.-
Lo sentii dire balbettando, uscendo dal mio ufficio, lasciandomi finalmente solo.
Sapevo che quell'uomo non sarebbe riuscito a restituirmi tutti i soldi.
Potevo già immaginare come sarebbe finita.
Tornai di nuovo a sedermi dietro alla mia scrivania, mentre afferravo il bicchiere di birra, spostando lo sguardo verso le videocamere che circondavano tutto il locale, notando il signor Mancuso iniziare a sperperare i suoi soldi.
E le ragazze non erano ancora arrivate.
Quei soldi non sarebbero durati nemmeno un mese, se sarebbe andato avanti di questo passo.
Scossi la testa mentre portavo il bicchiere di birra alle mie labbra, bevendo quella delizia ghiacciata, rinfrescandomi in una giornata di primavera calda.
Spostai lo sguardo verso l'orologio che era appeso al muro, segnava quasi le otto di sera, dovevo tornare a casa dalla mia splendida donna, che mi stava sicuramente aspettando per la cena.
"-Quella meravigliosa donna, che tre anni prima aveva incrociato il mio sguardo e non l'avevo più lasciato andare.
La mia piccola farfalla luminosa, che illuminava la mia vita oscura.-"
Continua
Buon fine settimana cuoricini!
💛💛💛💛💛
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