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Il racconto del bosco


-Che prendi?

-Un tè va più che bene

Alain informò Craig per due tè da portare al "suo" tavolo.

-Come va? – domandò lui.

Vivien sembrava molto cambiata dall'ultima volta che l'aveva vista. Il suo taglio di capelli era lo stesso, ma era come se una certa stanchezza aleggiasse sul suo volto.

-Molto bene – rispose lei. Voleva mostrarsi forte. Rose le aveva parlato di prede e cacciatori e lei non voleva figurare come la parte più debole dei due.

-Sono contento. Come va la libreria? –

Alain si sentiva un po' imbarazzato. Ma l'imbarazzo c'era per entrambi. Non tanto per quello che c'era stato tra loro ma per quello che ci sarebbe potuto essere.

-Abbastanza bene. Non mi posso lamentare – rispose lei.

-Sono contento

-Perché mi hai contattato? – Vivien era impaziente. Non era lì per passare del tempo.

Per un attimo il volto di Alain scomparve dietro il velo di fumo del tè, appena adagiato sul tavolo da Craig.

Vivien tirò fuori l'ultimo biglietto ricevuto, quello con il disegno: - Che cos'è questo?

-Lo so che sei un po' nervosa per il fatto che sono sbucato dal nulla con una specie di segreto da rivelarti ...

-Sì, infatti. Sei proprio sbucato dal nulla

-Sono abile in questo – disse lui con un mezzo sorriso tra le labbra.

-Lo so – confermò lei.

-Ok, va bene ... Ho trovato qualcosa di veramente importante.

-Arriva al sodo

-Tempo fa ho letto una storia ... Conosci Helen e Will?

-I due innamorati del Bosco Scuro?

-Sì, loro ... Conosci la storia?

-Beh, Helen e Will si amavano, ma Will un giorno uccide Helen, preso da un incontenibile raptus

-Questa è la storia come la ricordi – disse Alain –tutti in città la conoscono così, ma non è propriamente esatto. Vedi, un giorno – prese a zuccherare il tè – qualche mese fa, ho conosciuto un vecchio, uno zio di Carl, un mio amico. Allo zietto serviva una mano per raccogliere della legna e Carl gli ha fatto il mio nome ...

-Adesso raccogli legna per vivere? – domandò Vivien con il cucchiaino in mano e un pizzico di cinismo.

-Anche, faccio anche questo. Quindi sono andato con il vecchio nel bosco su un furgone malandato. C'è una zona nel bosco dove a quanto pare alcuni proprietari terrieri hanno diritto a una percentuale di legna. Ovviamente seguendo una serie di norme sulla tutela dell'ambiente. Lo zio di Carl, Vincent era il suo nome, era un tipo molto silenzioso. Il che a me non dispiaceva perché mi piace ascoltare i suoni del bosco. Quando all'improvviso mi fa: "Lo sai perché lo chiamano Bosco Scuro?". A sorprendermi non fu tanto la domanda quanto la sua voce: era come quella di un vecchio marinaio di un vecchio film.

Vivien beveva il suo tè, ma cominciava a spazientirsi. Non capiva perché Alain avesse avuto l'impellenza di raccontarle quella storia, fino a quel momento abbastanza banale.

-Perdonami – disse Alain, intuendo lo stato d'animo di lei – il preambolo è necessario. Dunque, alla domanda del vecchio Vincent non sapevo che cosa rispondere. In fin dei conti ho sempre conosciuto il bosco come il "Bosco Scuro" e avevo sempre creduto che lo chiamassero così perché il bosco è un po' "scuro" di suo, sai, poca luce, poco sole ...

"Sbagliato!" mi disse il vecchio "Lo chiamano Bosco Scuro perché qui sono successe tante cose ... oscure". Adoro sentire questo genere di racconti da vecchi che la sanno lunga. Perciò accolsi il suo invito a sedermi su un ceppo. E ascoltai incantato: "Vedi quanta legna abbiamo raccolto oggi, ragazzo? Se ci fai caso non è molta, giusto? Beh, a dir la verità, se non avessi avuto altra possibilità, non sarei venuto qui a prenderla. E di certo non ci sarei venuto da solo! Per questo ho chiesto una mano a quel buono a nulla di Carl. Ma lui è troppo indaffarato con gli studi, dice. Tutte sciocchezze. Tu mi sembri un tipo sveglio. Ti ringrazio di avermi dato una mano"

"Grazie a lei, signor Vincent" gli dissi io, compiaciuto del complimento "Ma mi racconti qualcosa di più sul Bosco Scuro"

"Sapere alle volte può essere pericoloso, ragazzo ... Io prendo poca legna da questo posto, perché qui c'è una legge severa: ciò che il bosco dà, il bosco prende ... ed è anche per questo motivo che lo chiamano come lo chiamano. Maledizioni, assassinii, scomparse, misteri irrisolti ... Ci sono tante storie che potrei raccontarti. Tutte vere, anche se ormai non ci crede più nessuno. Ma tu conoscerai la storia di Helen e Will. Chi non la conosce in città!

"Helen e Will erano follemente innamorati" dissi io "ma poi Will uccide Helen colpendola con un pugnale dritto al cuore ...

"Non c'è nulla di più sbagliato e bugiardo!" protestò il vecchio. Tutti in città conosciamo la storia perché è proprio qui che vissero un tempo i due innamorati. E a tutti noi l'hanno raccontata in questa maniera, senza abbondare con i particolari

-Perché, non è così la storia?

-"No, no e no!" disse Vincent "Così te la raccontano a scuola giusto per dirti qualcosa ... Helen e Will si amavano, e come se si amavano! Ma non fu Will a uccidere Helen!"

"Davvero?"

"Non fu Will, ti dico. Ma uno spirito maligno s'impossessò di lui e gli fece uccidere la sua amata. Uno spirito maligno che viveva in questo bosco ..."

Il vecchio si prese una pausa e guardò per terra. Era molto serio ...

"Adesso andiamo" disse

"Ma il racconto?"

"Ciò che il bosco dà, il bosco prende! Se ci rimani troppo a lungo finirà per prenderti l'anima, come ha fatto col vecchio Will centinaia di anni fa! Andiamo!"

Dovetti accontentarlo. E devo ammettere che io personalmente credo molto a quel genere di storie, perciò finimmo di caricare la legna e ce ne andammo via.

A questo punto Alain sorseggiò il suo tè, ormai raffreddato.

-Tu mi hai contattato per dirmi questo? – Vivien era alquanto confusa. Pensava che le intenzioni di Alain fossero altre ...

-No – disse lui – non esattamente. Ti ho detto che il preambolo sarebbe stato necessario. E non è ancora finito. Durante il tragitto del ritorno chiesi a Vincent se gli andava di raccontarmi qualche altra cosa su Helen e Will e il Bosco Scuro. E lui mi disse che sarebbe stato lieto di farlo davanti a una birra. Così lo portai qui, gli offrii una birra e lui cominciò a raccontare: "Will e Helen non sono nati qui, in questa città. Lo so, tutti pensano di sì, ma non è così. D'altronde quando una storia diventa una leggenda non ci si cura di indagarne la veridicità perché si dà per scontato che è soltanto una leggenda!"

-Era abbastanza istruito lo zio di Carl! – intervenne Vivien.

-Aspetta, tra un po' arrivo anche a questo. Gli chiesi da dove provenissero allora Helen e Will e lui: "È un mistero! C'è chi dice che vivessero in un villaggio delle montagne a est e che in un periodo di carestia siano scesi nella piana, dove all'epoca la nostra città già esisteva. C'è chi dice che fossero venuti dal mare e, tra questi, chi ipotizza che provenissero da una terra lontana ai confini del mondo ... Non ti preoccupare, ragazzo, queste storie più sono assurde e più sono vere!"

A questo punto mi sorse spontanea la domanda: "Ma lei chi è? Cioè che cosa fa nella vita, Vincent?"

"Ero un professore universitario, specializzato in Storia delle Civiltà"

"Interessante!"
"Ma adesso sono solo un vecchio che ha paura di raccogliere della legna nel bosco da solo! Ahahah!"

Ed eccoti il motivo per cui quel vecchio sembrava così "istruito". Contenta?

Vivien rise. Appoggiò la tazza alle labbra, ma il tè era finito. L'aveva incuriosita quella storia, doveva ammetterlo: - Allora? Come continua la storia del vecchio professor Vincent?

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