Chào các bạn! Vì nhiều lý do từ nay Truyen2U chính thức đổi tên là Truyen247.Pro. Mong các bạn tiếp tục ủng hộ truy cập tên miền mới này nhé! Mãi yêu... ♥

Capitolo 23

«Katy, per l'ennesima volta, provalo!», esclamai scocciata. Era circa una decina di minuti buoni che fissava un abito rosso, inclinando la testa prima da un lato, poi da un altro, ispezionando il lungo tessuto morbido.

«Credi mi possa stare bene?». Annuii convinta. 

Finalmente si decise ad indossarlo e, come sospettavo, le calzava a pennello. Oltretutto le donava davvero, e risaltava i suoi occhi verdi e i capelli chiari.

«Ora devi scegliere il tuo», sorrise, appoggiando l'abito che avrebbe comprato alla cassa.

«Non se ne parla. A casa troverò qualcosa da indossare». Annuì.

«Dai, almeno provane un paio, ormai che ci siamo». 

Risi per il modo in cui l'aveva detto e l'accontentai. Provai i tre vestiti che, ad occhio, mi piacevano di più in quel negozio. Tutti e tre lunghi e alquanto simili. Ce ne era uno che mi piaceva molto, ma non lo dissi; tanto non avrei voluto comprarlo.

Uscimmo da quel negozio con in mano la busta con l'abito di Katy e continuammo a cercare i regali giusti per Natale. Avevo già preso quello per mio fratello, con il contributo di papà e Katy. Gli avevamo preso una PlayStation. Da quando accidentalmente ruppi quella che aveva, non invitava più i suoi amici a casa per giocare e dopotutto mi piaceva vederlo gironzolare felice per casa.

«Desy, Katy!», ci chiamò qualcuno. Voltammo contemporaneamente il capo.

«Megan!», esclamammo all'unisono. Nonostante il fratello fosse così scorbutico, lei mi stava davvero simpatica. Si avvicinò a noi, con al suo fianco Ethan.

«Ethan», salutai per educazione, ma non più con felicità. Quello fece un cenno del capo.

«Allora, come ve la passate?», domandò Megan.

«È tutto il pomeriggio che giriamo in centro per trovare i regali perfetti». La ragazza ridacchiò, alzando le sue buste.

«A chi lo dici!».

«Avete sistemato le carte per poter essere ammessi a scuola?», domandò Katy.

«Sì, dopo queste vacanze saremo riammessi a scuola senza nessun problema. Finalmente hanno risolto quel malinteso».

«Così ci vedremo più spesso», sorrisi trasognante. Aveva un non so che di rassicurante quella ragazza, al contrario di suo fratello.

«Meg, si sta facendo tardi», disse Ethan a sua sorella.

«Hai ragione! Dobbiamo andare», rispose quella, guardando l'orologio sul polso.

«Scusateci, siamo un po' di fretta. Spero di rivedervi presto. Altrimenti ci incontriamo a scuola», sorrise lei. Ricambiammo il sorriso e ci salutammo.

«È proprio strano quel ragazzo!», esclamò la mia amica, avendo la mia piena approvazione.


Eravamo ormai a casa da un paio di ore, ce l'avevamo fatta! Inoltre avevamo comprato anche un regalino a Joe ed uno a Jasmine. Giusto un pensierino. 

Joe sarebbe venuto a cena da noi. Io e Katy avevamo insistito così tanto che alla fine il ragazzo aveva ceduto. Katy di pomeriggio mi aveva "abbandonata" per una mezz'oretta buona per andare chissà dove; non aveva voluto dirmelo.

Tra una chiacchiera e un'altra io e la mia amica stavamo preparando la cena. Jem era appena sceso di sua spontanea volontà per darci una mano. Un'ora dopo arrivò Joe. Aveva anche lui dei pacchetti tra le mani: «Questo mettilo in frigo, questi sotto all'albero», mi indicò i vari pacchi.

«Joe, quante volte devo dirtelo che non devi portare niente oltre la tua compagnia?», sorrisi al ragazzo. Mi sorrise di rimando ed entrò in cucina, vedendoci indaffarate negli ultimi preparativi.

«Posso dare una mano?», domandò il ragazzo, al che con un mestolo sia io, sia Katy lo canzonammo: «No! Siediti!». Poi ridemmo, seguite da lui.

Trascorremmo una serata bene o male tranquilla. Risate a non finire e quel senso di familiarità pazzesco. Amavo stare in loro compagnia. Niente era banale, ma tutto una sorpresa.

Circa tre ore dopo eravamo tutti buttati sul divano, in posizioni assai strane.

«Mancano cinque minuti alla mezzanotte, prendiamo i regali», consigliò Katy. 

Stavamo aspettando la mezzanotte per scartare i rispettivi regali. Ci alzammo tutti, prendendo quelli che avevamo fatto ognuno per gli altri.

«Katy, questo è per te», le dissi, consegnandole un piccolo pacchetto. Niente in confronto a quello che lei aveva dato a me.

«Joe», gli consegnai il regalo insieme a Katy. Speravamo gli sarebbe piaciuto. Il ragazzo diede a noi due pacchetti identici. Portandone uno anche a mio fratello, lasciandogli una pacca su una spalla.

«Jem, è da parte di tutti», sorrisi al mio fratellino. Lui consegnò dei pacchetti a tutti i presenti, tranne papà. Quello che gli stavo appena consegnando era da parte di tutti.

«Papà», sorrisi. Lui mi guardò con occhi felici.

«Guarda che stasera potevi invitare anche quella donna», gli sussurrai all'orecchio, vedendolo arrossire leggermente. Era stato scoperto! Risi ripensando a quando due giorni scorsi lo avevo avvistato con un braccio sulle spalle di una donna a me sconosciuta.

La mezzanotte scoccò.

«Buon Natale», dicemmo in un unico coro, sorridendoci a vicenda. Ognuno di noi aprì i propri regali, tutti tranne me. Volevo gustarmi le loro espressioni.

«Desy! Ma è bellissima! Grazie», esclamò la ragazza guardando la collana di diamanti che le avevo regalato. Avevo pensato potesse metterla per quella festa.

«Questo lo apro con te», mi indicò il pacchetto regalatole da Joe.

Quando voltai il capo vidi mio fratello guardare la sua nuova PlayStation quasi con le lacrime agli occhi. Si rigirava tra le mani anche il gioco che era accompagnato a quella: Need For Speed. Essendo amante di macchine, non c'era gioco più azzeccato. Era rimasto a bocca aperta. 

Voltai ancora il capo verso Joe. Fissava il suo nuovo orologio felice, guardando poi noi e ringraziandoci visibilmente con il cuore in mano. Si alzò dal suo posto per dare a me e Katy dei baci. 

Poi mi concentrai su papà. Aveva appena aperto il pacchetto e tirato fuori le lamette regalategli, sorridendo. Tirò fuori anche una busta delle lettere. La aprì e vide i due biglietti all'interno, con occhi pieni di lacrime di gioia.

«E con chi dovrei andarci in vacanza sulla neve?», domandò ridendo.

«Dai, papà invita quella donna», sorrisi di rimando. 

Ormai tutti in quella casa avevamo capito che il suo cambiamento così repentino era dovuto a qualcuna e ne ebbi la conferma quando lo vidi con i miei occhi. Lui sorrise riconoscente, alzandosi e abbracciando tutti. 

Mentre tutti scartavano il resto dei regali restanti, io e Katy ci mettemmo d'accordo sull'aprire contemporaneamente il regalo donatoci da Joe.

«1, 2 e 3...», dicemmo in coro, per poi strappare violentemente l'involucro e aprendo il pacchetto che ci si presentò davanti. Rimasi senza parole. Dei lunghi orecchini di piccoli diamanti si alternavano ad altri di color verde, un verde brillante. Sbirciai quelli della mia amica. Erano identici ai miei, ma vi erano piccoli diamanti di un solo colore. Guardammo tutte e due il ragazzo che sorrideva timidamente.

«Non devi spendere quel poco che ti danno a lavoro per fare dei regali a noi!», lo rimproverai, alzandomi e buttandomi addosso a lui, abbracciandolo e ringraziandolo di cuore. Dopo di me Katy fece lo stesso. Il ragazzo ci guardò soddisfatto e sorridente ed io scossi la testa. Non sapeva quanto bene gli volessi.

Io e Katy aprimmo insieme anche il regalo di Jem. Come aveva fatto Joe, stesso pacchetto.

«Jem! È bellissimo!», esclamai tirando fuori il bracciale in piccoli diamanti, abbinato agli orecchini di Joe. Quei due si erano messi d'accordo. Infatti anche Katy fissò allibita il bracciale con gli occhi pieni di lacrime.

«Fratellino!», abbracciai Jem.

«Grazie. Ti voglio bene», sussurrai al suo orecchio e lo sentii ridacchiare.

«Grazie a te», rispose, prima che mi potessi allontanare, poi Katy prese lo slancio per finirgli addosso e i due caddero stesi sul divano. Eravamo un'unica grande famiglia, lo sapevo.

Mi mancava un solo pacchetto, il più grande, quello di Katy, e tutti continuavano a fissarmi.

Scartai delicatamente l'involucro e aprii la scatola che mi ritrovai davanti.

Davvero lo aveva fatto! Avrei dovuto farle una grande ramanzina, ma i suoi gesti mi riempivano il cuore di gioia, vedere che mi conosceva così tanto da capire ogni mia espressione senza che parlassi mi faceva sentire benissimo. Avevo tra le mani il vestito che quel pomeriggio avevo provato, quello che mi piaceva di più. Il morbido tessuto verde mi passava tra le mani ed io ammiravo la sua lunghezza e la sua forma. Piansi davvero, piansi per il bene che volevo a quelle persone, piansi di gioia, perché loro erano tutto, perché loro erano loro ed io non avevo bisogno di altro. Abbracciai talmente forte la mia amica che avevo paura di spezzare le sue piccole ossa, ma non mi allontanò.

«Spero che almeno lo metterai per la festa!», esclamò ridendo quando ci allontanammo.

«Puoi contarci», le feci un occhiolino, asciugando qualche lacrima che copiosamente non smetteva di scendere.

Bạn đang đọc truyện trên: Truyen247.Pro