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Capitolo 2

«Desy, Des.» mi raggiunse Katy correndo non appena iniziai a salire le scale all'entrata della scuola, facendo svolazzare i suoi lunghi capelli biondi raccolti in una coda alta. La sera precedente ero ritornata a casa subito dopo il piccolo dialogo con Kyle, ancora con le giacche dei due ragazzi addosso. Avrei dovuto restituirgliele al più presto.

La mia amica si fermò un attimo per riprendere fiato e poi proseguì: «Dove eri finita ieri sera? Ti ho cercata dappertutto.»

«Me ne sono andata.» risposi senza dare troppo peso al suo discorso.

«Ti sei persa un gran spettacolo.» disse, mentre, ormai vicine ai nostri armadietti, sceglievamo i libri per le varie lezioni giornaliere.

«Aggiornami allora.» risposi non del tutto attenta, piuttosto indifferente, continuando a camminare seguita da lei.

«Barbie numero uno era talmente ubriaca che ha fatto una scommessa con Kyle...»

«E quindi?» la bloccai per farla continuare alla svelta, prima che la campanella avesse invaso le nostre orecchie. Sebbene volessi negarlo, mi interessava eccome sapere.

«La scommessa consisteva nel dire la verità ad una domanda scelta l'un per l'altro, la pena per chi non l'avesse fatto era di immergere la testa per un minuto nell'acqua ghiacciata.» cercò di spiegarsi in maniera impeccabile la mia amica.

Sapendo che non avrebbe ricevuto una mia risposta, continuò: «Erano tutti attenti e non volava una mosca, tanto che, quando Kyle ha chiesto a Barbie se avesse mai tradito James, lei ha iniziato a dire diversi nomi, una lunga lista che sembrava non terminare più.» concluse la mia amica ridendo, tanto forte che tutti gli studenti si girarono a guardarci.

«E indovina chi ne approfitterà?!» continuò allegra.

«Sai, non ne ho proprio idea.» la presi in giro, facendo finta di pensare. Mi fece una linguaccia, mentre chiudeva l'armadietto con delicatezza, e iniziammo ad avviarci verso la nostra aula.

«E a Kyle?» domandai curiosa.

«Kyle cosa?»

«Che domanda gli ha fatto?»

«Ah, no. Kyle ha perso la scommessa.»

«Ah...» rimasi pensierosa, ma non volevo far capire che davvero avrei voluto sapere di più.

«Non mi chiedi il perché?» mi domandò come una bambina euforica.

«Sentiamo... perché?» feci finta di essere annoiata e alzai gli occhi al cielo.

«Barbie gli ha domandato se teneva ancora a te.»

Se teneva ancora a me?

«Dopo la domanda si è alzato, ha riempito una bacinella con dell'acqua fredda e ha immerso il viso per più di un minuto... non ha dato nessuna risposta.»

In quel momento le parole che mi ronzavano in testa erano quelle della sera precedente: Io non ti capisco.

Come potresti...

Ed era davvero così, come avrei potuto capirlo?

«Ehi? Ci sei?» mi riprese Katy, scuotendo velocemente una mano difronte al mio viso e fissandomi con i suoi grandi occhi.

«Ehm, sì, certo.» mentii spudoratamente. I pensieri mi stavano avvolgendo.

«Certo... e cosa stavo dicendo?»

«Mi stavi dicendo di ieri, di Kyle.» buttai lì, anche se sapevo perfettamente fosse andata avanti col discorso.

«Sbagliato, ti stavo dicendo che oggi pomeriggio devi accompagnarmi a fare shopping.» rispose sorridente. Avrei tanto voluto capire come avesse fatto a passare da un discorso ad un altro in così poco tempo. O forse ero solo io ad aver perso la cognizione del tempo, perché la campanella iniziò a suonare.

«Tutti seduti ragazzi.» ci disse la professoressa di letteratura italiana, Smith, entrando in classe. E la nostra giornata ebbe inizio.

L'anno precedente ci era stato chiesto dalla scuola di scegliere una materia facoltativa per ricevere maggiori crediti e non avevo esitato a scegliere letteratura italiana, facendo, almeno una volta nella vita, una scelta giusta.

L'unica cosa che rendeva decente quella giornata era appunto la presenza della prof, che per circa due ore ci parlò di Boccaccio e delle sue novelle. Quella che mi piacque di più fu certamente 'Tancredi e Ghismunda', una storia talmente tragica che, quando la mia professoressa la lesse, con la sua solita magica interpretazione, per poco non piansi. Era solita dire "chiudete gli occhi" prima di iniziare la lettura e farci sognare. Era la mia materia preferita, non perché fossi migliore scolasticamente, ma perché le sue spiegazioni e parole rendevano me e tutti i suoi alunni persone diverse e migliori.

***

«Era costei bellissima del corpo e del viso quanto alcun'altra femina fosse mai, e giovane e gagliarda e savia...» cominciò il ragazzo dietro di me a recitare la storia letta il momento prima in classe.

Mi girai e, vedendolo con il libro aperto in mano, intento a leggere con adeguata pronuncia, quasi mi venne da ridere per la sua buffa faccia. Ma non mi lasciai sfuggire nemmeno un sorriso, mai per quel ragazzo.

«Kyle, hai finito?» gli urlai contro sembrando infastidita.

«Quasi.» rispose velocemente, prima di riprendere la sua lettura, mentre io mi giravo e continuavo a camminare verso il mio armadietto, n. 365; continuavo a dimenticare precisamente dove fosse.

«savia più che a donna per avventura non si richieda.» riprese a recitare fino a quel punto, prima di chiudere il libro con un colpo secco, il quale rumore rimbombò per tutto il corridoio.

«Finalmente!» intonai, trovando il mio armadietto.

«Finalmente cosa?» mi rivolse parola, stendendo un braccio, appoggiandolo sull'armadietto vicino al mio.

«Te ne vai?» sputai acida. Avrei voluto sapere cos'altro voleva.

«Non se prima non mi ridai la mia giacca.»
Ah, la giacca.

«Certo, domani te la porto.» lo lasciai così, prima di sbattere l'armadietto e prendere la via verso casa.

«Ma davvero stavi quasi per piangere per quella roba?» mi raggiunse, sospirando frustrato. Speravo non si riferisse alla novella di Boccaccio. Era solo un idiota!

«Sei strana.» continuò non avendo una mia risposta, seguendomi ancora fuori dalla scuola.

«Nessuno ha chiesto un tuo parere.» decisi di chiudere lì la conversazione e aumentare il passo. Fortunatamente smise di seguirmi.

Volevo tornare a casa il più presto possibile. Amavo stare sdraiata sul mio letto a guardare il soffitto con gli auricolari nelle orecchie, ascoltando musica. Era così rilassante. Non mi sarei mai stancata di ascoltare le voci dei cantanti intonare tante parole tristi e quelle melodie che ti perforavano il cuore, graffiandolo lentamente. Perché erano quelle le canzoni che ascoltavo, mentre ero sola, stesa sul mio letto, a piangermi addosso per le cose passate e per quelle future. Odiavo quella parte di me, quella parte che non riusciva a vivere il presente come è degno di essere vissuto, quella parte che non riusciva a rialzarsi e combattere, ma sapevo che, prima o poi, qualcosa o qualcuno avrebbe stravolto la mia vita. "Mai dire mai", ricordai a me stessa. Il mio motto. La mia speranza.

Quel pomeriggio lo passai davvero a fissare il muro, decidendo di dare una svolta alla mia vita, iniziando da quello che ormai continuavo a fissare: il soffitto. Perché non colorarlo? Perché non di speranza?

***

Il mio cellulare cominciò a squillare e, dalla posizione comoda in cui ero, dovetti alzarmi, prenderlo e portarlo all'orecchio.

«Pronto?»

«Desy, vieni a prendere tuo padre, non è messo molto bene. »

Ecco, era così che di solito trascorrevo le giornate: a risolvere i problemi di papà. La mia famiglia era sfasciata, se ancora poteva parlarsi di famiglia: mia madre era fuggita via quando avevo solo quindici anni, credetti che si fosse fatta una nuova vita lontano dalla sua vecchia famiglia, avrei soltanto voluto che ogni tanto ci chiamasse anche solo per sapere come stessimo; mio padre, da quando mia madre se ne era andata, non aveva fatto altro che bere, istigare liti, prendendole di santa ragione, e chissà, forse anche drogarsi; e poi c'era mio fratello, più piccolo di me di un anno, ma anche lui con vari problemini. Avrei voluto aiutarlo, ci provavo, ma non sapevo aiutare me stessa, figuriamoci gli altri.

«Grazie Joe, arrivo subito.» risposi prima di riattaccare.

Ormai era una cosa talmente abitudinaria che sapevo già chi avrei trovato al telefono e cosa mi avrebbe detto. Speravo solo che, di giorno in giorno, la cosa non peggiorasse. Dovevo fare qualcosa, e alla svelta.

Angolo autrice:

Ehi! Cosa ne pensate del capitolo?

-Francesca_Rocco

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