Un appuntamento
18 Marzo. 19:00.
Era una serata serena e priva di nuvole. Le stelle brillavano alte insieme alla luna piena. La gravidanza di Dajanara procedeva senza intoppi ed io ero finito su tutti i telegiornali per il pugno dato a Sean Costello.
Ero estremamente nervoso perche Nathan mi aveva proposto di uscire con lui per mangiare qualcosa al Patsy's Pizzeria e io accettai. L'appuntamento era per le 21:00. Anche se non era il primo appuntamento, mi sentivo in ansia: sembravo una ragazzina al suo primo appuntamento.
Misi qualcosa che mi diede la giusta carica; qualche canzone in sottofondo mi fece sentire positivo.
Feci lo shampoo, risciacquai, poi applicai il balsamo e lo lasciai agire per 20 minuti prima di risciacquare. Lavai il corpo per eliminare lo sporco e per avere un buon odore. Sotto la doccia mi depilai gambe, ascelle e parti intime...
Per aggiungere un po' di sapore misi del succo di limon all'acqua presente nel bicchiere e poi la bevetti. Cercai di evitare cose dolci o grasse prima dell'appuntamento, così potevo mangiare durante la serata e apparire ancora in grande forma.
Mi sedetti sul divano, in una posizione comoda, non con la schiena curva e chiusi gli occhi, e iniziai a pensare a cose felici. Non pensai all'appuntamento e non analizzai te o lui. Pensai a qualcosa di rilassante, qualcosa che mi faccia sentire bene. Non doveva essere sdolcinato, ma doveva essere di conforto. Lo feci con qualche musica new-age in sottofondo.
Dopo mi vesti. Indossai una maglietta bianca con sopra impressa l'onda del famosissimo quadro: "La grande onda di Kanagawa" un'opera di Katsushika Hokusai. Poi indossai dei jeans strappati e conclusi il tutto con delle converse, anch'esse bianche. Scesi di casa alle 21:30 e lui era lì. Davanti alla porta della pizzeria che osservava l'orologio ansioso. Quella notte portava uno smoking nero con una cravatta.
L'appuntamento procedette senza intoppi, ma sentivo che stavo facendo un torto a Jacob... Ordinai una pizza alla margherita, invece Nathan ordinò una alla diavola. Non dissi cose sgarbate o cattive. Non criticai la sua opinione altrimenti potevo spegnere il suo entusiasmo, ma mi assicuravo di mantenere anche la mia. Seguii semplicemente il consiglio più comune: non dire niente che non diresti di fronte a mua nonna. Dimostrai di avere buone abitudini a tavola. Mentre mangiai, masticai come se avessi un segreto. Chiusi la bocca quando masticavo e non parlavo con la bocca piena.
Non concentravo la conversazione tutto il tempo su di te. Se me lo chiedeva, va bene, ma non gli raccontavo la storia della mia vita e non condividevo con lui informazioni personali o private. Anche se eravamo ottimi amici, non riuscivo ancora a fidarmi totalmente di lui.
Non feci domande stupide o personali, ma feci in modo che la conversazione passasse ripetutamente dall’uno all’altro. Domandai qualcosa di importante, come: “Quali sono le tue passioni nella vita?”, ecc.
Parlai sempre scherzosamente, raccontandogli qualcosa di divertente e parlagli un po’ della tua vita in famiglia, del lavoro, ecc.
Ricordai di ridere quando diceva qualcosa di spiritoso. Mantenni una conversazione dinamica.
Non dovevamo sederci e fissarci tutto il tempo negli occhi!
Adorava parlare di sé, per cui scelsi un argomento che pensassi possa interessargli, ad esempio lo sport.
Gli feci i complimenti per il suo aspetto fisico, una delle tante cose che mi piaceva di lui. Ricambiò il complimento.
Finimmo di mangiare alle 23:00 e rimanemmo finché non fummo soltanto noi due nella pizzeria. Uscimmo con il personale del locale.
Andammo a Central Park e ci sedemmo su una delle tante panchine, guardando la luna davanti a noi.
Ad un certo punto, mentre parlammo, sentì la sua mano sopra la mia guancia e i nostri occhi si guardarono. La conversazione si fermò di colpo.
Si avvicinò e mi diede un breve ma intenso bacio. Ma per quanto fosse stato bello sentivo ancora quell'immensa paura causata dalla stupro. Avevo paura che succedesse di nuovo e così indietreggiai -Scusa, n-non posso...- Mi alzai e me ne andai con passo spedito, mentre le lacrime brillavano nel cielo di New York.
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