Era una sera di aprile e le nuvole regnavano sovrane sopra le teste degli abitanti di New York. -Finalmente una serata per noi due.- Disse Nathan prendendomi la mano.
Quella notte avevo chiesto a Chloé e a Casper di tenere con loro il bambino poiché Nathan mi aveva proposto una cena romantica per noi due. Se ve lo stavate chiedendo, il mio rapporto sentimentale con lui era meraviglioso. Avevo tutto quello che desideravo: una famiglia, degli amici, un fidanzato con cui fare sesso ovunque.

-Una volta tanto...- Risposi mentre diedi un bacio sulle nostre mani. Dopo aver passato qualche ora sul divano a baciarci e a scambiarci frasi sdolcinate, così dolci da far venire le carie, il fidanzato si alzò e aprì il forno; un profumo di pollo arrosto invase l'appartamento. Mi ordinò di girarmi dalla parte opposta e così fece. Dopo poco mi disse di girarmi.
Intorno al tavolo vi erano accese tantissime e piccole candele, al centro regnava sovrano un grandissimo candelabro con altrettante candele. -Wow...- Mi tappai la bocca.
La cena andò a gonfie vele. Aveva preparato del buonissimo pollo arrosto e per dessert c'era un bellissimo tiramisù. Parlammo di tutto, dalla più banale alla più seria. Non avevo mai provato una sensazione così forte in vita mia. Per una volta era felice di ciò che stavo costruendo.

Era mezzanotte inoltrata e dopo una telefonata di Chloé, guardammo IT di Stephen King. Ma non avevo paura, perché mi sentivo protetto dentro le braccia muscolose di Nathan. Eravamo arrivati alla scena finale quando sentì bussare alla porta. -Vuoi un'altro po' di vino?- Domandai al ragazzo e lui rispose senza pensarci due volte.
Misi dentro i bicchieri il vino rosso e poi andai ad aprì. -Tu?!- Per lo stupore i bicchieri mi scivolarono dalle mani e diventarono dei piccoli frammenti di vetro: la figura davanti ai miei occhi era Dajanara!

La feci entrare e la tartassai di domande. La ragazza iniziò a raccontare che aveva paura di diventare madre e così aveva pagato il dottore che aveva fatto nascere Jacob, per far credere di essere morta. Il dottore gli aveva messo dentro una siringa una specie di sostanza che aveva provocato un'arrestamento del cuore e delle vie respiratorie con conseguenza una morte momentanea e di seguito si era risvegliata come da un sonno... -Sentite, ora so che tutta questa storia vi sembra un film di James Bond, ma ora sono pronta per essere una madre- Fece un grosso respiro per poi guardarci negli occhi.

Nathan mi guardò e capi che io non voleva dare indietro Jacob, perché lui non era un oggetto: era mio figlio. -Dajanara, tu devi capire che ormai Jacob pensa che Jonathan sia suo padre e che ora è rischioso toglierlo dalla persona che l'ha cresciuto. Perché non cominciamo a piccoli gradi? Forse accompagnandolo con Jonathan a Central Park?- Rispondemmo che andava bene.